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31/03/2015 - 14:38

America's Cup, la nostra situation room

Coppa, la situation room

Ritiro di Luna Rossa: il racconto, i commenti, i dettagli del grande inganno in Coppa America - I vostri commenti. VIDEO E FOTO: LUNA ROSSA STORY 

 
di Fabio Colivicchi

 
LUNA ROSSA, IL RITIRO E' LA SFIDA
Dopo un paio di giorni di drammatiche meditazioni, Patrizio Bertelli stacca la spina: Luna Rossa si ritira dalla XXXV America’s Cup. Mantenuta la parola data nel comunicato. In Coppa restano gli “amichetti” americani e inglesi. Gesto inevitabile di un grande amante della Coppa America. Perchè la scelta merita rispetto e può essere il simbolo di una vela più "vera" 


2 APRILE ORE 16: IL RITIRO
Luna Rossa è ufficialmente fuori dalla Coppa America numero 35. Oggi, giovedi 2 aprile, Patrizio Bertelli è volato alla base di Cagliari, il cuore della sfida, ha riunito i suoi ragazzi e ha anticipato la notizia affidata poi a un comunicato stampa. Il ritiro passa alla storia. Questa edizione del trofeo più antico ma anche più calpestato della storia dello sport vive una delegittimazione senza precedenti: in gara resta il defender Oracle, del ricchissimo Larry Ellison, incapace cronico di vincere una Coppa in modo regolare in acqua, BAR, del suo amichetto Ben Ainslie, Artemis gestito da un altro inglese Iain Percy. Con Russell Coutts formano la conventicola che si arroga poteri immensi anche interpretando le regole border line.
 
Non è chiaro se davvero Luna Rossa rinuncerà anche a presentare ricorso, richiesta di intervento di un Arbitration Panel (che peraltro ancora non è stato istituito, altra anomalia) come fatto da Team New Zealand, oppure se – sempre come anticipato nel famoso comunicato – rinuncerà a ogni azione per non rovinare quel poco di sportivo che è rimasto in questo ambiente.
 
Di sicuro il ritiro di Luna Rossa è un atto doloroso, e per primo proprio per Patrizio Bertelli, alla sua quinta sfida, uno che è nella Hall of Fame dello Yachting e che ama e conosce la storia del trofeo come pochissimi al mondo. Ma per quanto doloroso il ritiro è dovuto, è un atto forte, una denuncia: i due team velici più forti al mondo sbattono la porta e vanno via, lasciano gli altri a giocare da soli. Tra le conseguenze tristi, c’è il futuro di molti validissimi velisti, ingegneri, costruttori, scienziati, professionisti e dipendenti della sfida. Ma sono tutti bravissimi e troveranno altra collocazione. Aspettiamo di leggere il comunicato e di sentire le parole di Max Sirena e degli altri del team. Di toccare con mano la rabbia.
 
Altra conseguenza, salterà l’evento di Cagliari, l’America’s Cup World Series, con seguito (stavolta si,) di richiesta di danni in sede civile. La città perde una grande occasione, tutti noi la perdiamo. Ma tra piangere per il ritiro e ciò che significa in termini di “perdita”, per ciò che ci mancherà, e invece restare a testa alta, anzi ancora più alta, nel mondo della vela e iniziare a denunciare le storture e i personalismi che stanno rovinando la regata più importante, proprio grazie al ritiro di Luna Rossa, scegliamo senza dubbio la seconda strada.
 
Da oggi in poi saremo orfani di una sfida italiana in corso, ma saremo forti di Luna Rossa e dello spirito che essa rappresenta ancora di più. E quando sarà possibile, vedrete che Luna Rossa tornerà.

IL COMUNICATO DI LUNA ROSSA E LE PAROLE DI BERTELLI
Il risultato della votazione proposta dall'Organizzatore con l'accordo del Defender della 35^ Coppa America di fatto stravolge, a maggioranza, le Regole di Classe delle imbarcazioni con cui verrà disputata questa edizione, già adottate all'unanimità dai concorrenti e in vigore dal giugno 2014.

Dopo aver attentamente valutato le gravi implicazioni di questa iniziativa senza precedenti, Team Luna Rossa conferma che si ritirerà dalla 35^ Coppa America.

Team Luna Rossa ritiene infatti la procedura seguita illegittima, in quanto si fonda su un palese abuso di diritto che utilizza surrettiziamente le modalità per la modifica del Protocollo allo scopo di ribaltare la Regola di Classe, la quale richiede invece l'unanimità dei team iscritti.

Si pretende così di introdurre imbarcazioni sostanzialmente monotipo, in totale contrasto con la più che centenaria tradizione della Coppa America, accordando inoltre un ulteriore periodo di due mesi per apportare modifiche regolamentari decise a maggioranza.

Tutto ciò rende non credibili ed aleatorie le basi tecniche di quella che dovrebbe essere invece la più sofisticata competizione velica al mondo.

Questo radicale cambiamento comporta anche uno spreco di importanti risorse già investite sulla base del regolamento sancito nel giugno dello scorso anno, cosicché la addotta pretesa di contenere i costi si rivela un puro pretesto volto ad annullare il lavoro di ricerca e sviluppo di alcuni team, favorendo invece precostituite posizioni tecnico-sportive mediante il cambio del principale elemento della gara, la barca.

A conferma di ciò, è opportuno ricordare che il Team Luna Rossa ha spesso avanzato proposte che avrebbero contenuto i costi senza snaturare le caratteristiche dell’imbarcazione, ma tali proposte sono state tutte puntualmente respinte dal Defender.

Team Luna Rossa ha anche preso in considerazione la possibilità di un ricorso alla Corte Arbitrale prevista dal Protocollo, ma ha dovuto constatare che dopo dieci mesi dalla firma del medesimo il Defender ha solo ora avviato le prime formalità per la costituzione di questo importante organismo, contribuendo così a rendere ancora meno affidabile e credibile l'intera governance dell'Evento.

Team Luna Rossa si rammarica per le ripercussioni che questa non facile decisione potrà avere sui componenti del Team - anche se tutti gli impegni contrattuali verranno onorati - e sulla manifestazione velica prevista a Cagliari per il prossimo giugno e naturalmente per la delusione che provocherà nei numerosissimi appassionati che hanno sostenuto Luna Rossa durante le ultime quattro edizioni della Coppa America.

Patrizio Bertelli ha dichiarato: "Ringrazio tutto il team per l'intenso lavoro svolto durante l'ultimo anno, purtroppo vanificato da questa manovra, senza precedenti nella storia della Coppa America.

Ma nello sport, come nella vita, non si può rincorrere sempre il compromesso del compromesso del compromesso; talvolta si impongono decisioni dolorose ma nette, che sole possono far prendere coscienza delle derive di un sistema e porre così le basi per un futuro di legalità e rispetto dei valori sportivi".


Altri aggiornamenti precedenti

SABATO 4 APRILE PREVISTA UNA ECLISSI DI LUNA ROSSO SANGUE: ECCO COS'E' (E PERCHE' SPERIAMO CHE NON SIA COINVOLTA ANCHE LA SFIDA ITALIANA ALLA COPPA AMERICA...)
(meteoweb) Dopo il Sole ora tocca alla Luna. Sabato prossimo, 4 aprile, il nostro satellite vivrà un’eclissi totale che lo renderà di un misterioso colore rosso sangue. L’eclissi di Luna, prevista dalle 13:57 alle 14:01, sarà brevissima, ma lo spettacolo si preannuncia affascinante. Anche se, avvertono gli esperti, non sarà visibile in Europa: a godere pienamente dello spettacolo saranno infatti l’America, l’Australia e l’Asia.

La NASA, intanto, ha già pubblicato sul sito una simulazione dell’evento (video in basso) con tanto di immagini e video per mostrare in anteprima i dettagli dell’eclissi totale di Luna. Ma cosa accadrà? Sabato la Terra “scivolerà” tra il Sole e la Luna, e l’atmosfera del nostro pianeta regalerà al nostro satellite il tipico colore rossastro motivo per cui viene anche chiamata “Blood Moon” o Luna di Sangue. Sarà la terza eclissi di Luna della serie di quattro (Tetrads), avvenute rispettivamente il 15 aprile e l’8 ottobre 2014, cui seguirà l’ultima attesa per il prossimo 28 settembre.

Insomma, con l'aria che tira ci si mettono pure i fenomeni astronomici... Non bastava il pesce d'aprile, il caratteraccio di Russell Coutts e l'opportunismo di Ben Ainslie. Pure la Blood Moon. Tuttavia, come spiegato dagli esperti, il fenomeno sarà visibile solo dall'America, Australia e Asia. Non in Europa. Capito? Niente eclissi di Luna Rossa dalle nostre parti. Ergo, niente ritiro di Luna Rossa dalla Coppa...

IL TEAM STA PER ROMPERE IL SILENZIO
Al di là di scherzi e speranze dei tifosi, il silenzio da Luna Rossa è assoluto. Impossibile avere un minimo segnale dai velisti, dalla base, da chiunque. Bocche cucite, consegna del silenzio rigoroso. Segnale inequivocabile che i vertici del team stanno riflettendo e preparandosi alla decisione. Ritiro (rispettando il comunicato ultimo)? O non ritiro?



1 APRILE
Scelta la nuova classe, quello che non voleva Luna Rossa, che infatti dovrebbe aver votato contro. C'è attesa per le comunicazioni ufficiali: la sfida italiana (e forse i kiwi) si ritira? O resta in corsa con le nuive regole (come molti dei nostri lettori sperano)?

La mattina del primo aprile (data sempre delicata per le news), arriva il comunicato ufficiale di ACEA (America's Cup Event Authority), che annuncia il voto - a maggioranza - della commissione concorrenti, per il cambio di classe per la 35 America's Cup 2017 allo scopo di ridurre i costi per tutti i team.

E' introdotta una nuova classe America's Cup, un catamarano con foil e wingsail tra 45 e 50 piedi (singificativo che nel comunicato sia indicato il range dimensionale, e non ancora una misura finale effettiva). "la mossa è un grande passo avanti per la Coppa - ha detto il Commissario Commerciale Harvey Schiller, seguendo il voto - Collettivamente, i team hanno concordato che i costi attuali sono ingiustificati e non sostenibili, e una maggioranza di essi ha preso la strada del cambiamento per ridurre questi costi. Credo che questo assicurerà il futuro della Coppa."

La nuova classe costerà molto meno, in termini di progetto, costruzione e gestione, e il processo di risparmio influenzerà il nostro sport sul lungo periodo.

Iain Percy (Artemis): "I cambiamenti riducono costi e complessità che hanno costituito barriere finora all'ingresso di nuovi team"

Una maggioranza dei concorrenti ha votato in favore della nuova classe, che sarà usata per la prossima edizione della Coppa America. Numerose componenti saranno one-design, ma lasciando altre parti alla libera progettazione che avrà impatto sulle prestazioni. Il risparmio non toglierà spazio al confronto tecnologico.

A seguito di questa mossa, ACEA si attende l'entrata di nuovi sfidanti, in particolare uno dall'Asia, e altri possibili ulteriori sfide, che stanno considerando l'opzione.

I cambiamenti alle regole sono passati con la maggiioranza del Comnpetitor Forum, in un compromesso tra i 6 team attualmente iscritti. Un aggiornamento del Protocollo e delle regole di classe verrà pubblicato in settimana. La stessa maggioranza ha inolre deliberato che tutte le regate del 2017 saranno corse a Bermuda, e questa considerazione sarà tenuta presente da ACEA nel nominare una location per le Qualificazioni per l'America's Cup.

IL COMUNICATO UFFICIALE

 

The America’s Cup teams have agreed to make changes aimed at significantly reducing costs for the 2017 America’s Cup.

Central to these changes is the introduction of an exciting new America’s Cup Class - a wing-sailed, foiling catamaran between 45 and 50 feet.

“The move to the new America's Cup Class is a major step forward for the America’s Cup,” said Commercial Commissioner Harvey Schiller, following the vote.

“Collectively, the teams have agreed current costs are neither justified, nor sustainable, and a majority have together taken a sensible course of action to cut costs. I believe this puts the America’s Cup on a firm foundation for today and for the future.”

Crucially, the new class will cost much less over the life of a campaign, with potential savings across design, build and operations, making it a revolutionary cost-saving measure for the sport in both the short and long term.

“The changes being made are to reduce the current costs and complexity which are barriers to new teams wishing to enter the America’s Cup,” said Iain Percy, the team manager for Artemis Racing.

A majority of the current teams favored the new class, with the expectation it will be used in the next edition of the America’s Cup as well, in order to lower the barrier to entry - both technological and financial - to new teams.

Looking towards the future, the new America’s Cup Class will put the event on a path towards economic sustainability. Numerous one-design components will focus the design effort on areas that have an impact on performance, cutting costs significantly, but not diminishing the design challenge.

“The America's Cup - like Formula One - has to be a design race as well as a race on the water,” noted Ben Ainslie, the team principal at Ben Ainslie Racing. “That has always been part of the Cup’s appeal. That is what attracts some of the world’s best engineers - people like Adrian Newey, who has shown a real passion for the design challenge of the America’s Cup.”

“This wasn’t an easy process,” admitted ORACLE TEAM USA skipper Jimmy Spithill. “The established teams, ourselves included, were well down the path of designing an AC62. But there is a bigger picture to consider. We needed to bring the costs down, but we had to respect the design component of the event as that’s always been one of the biggest challenges in winning the America’s Cup.”

The savings the competitors will realize in this edition of the Cup may spark additional entries, with at least one potential team from Asia expected to challenge and other international teams considering their options.

“To be a global success, the America’s Cup needs to be accessible to the best teams, not just the biggest and wealthiest ones,” said Franck Cammas, the skipper of Team France. “So we must change in this way.”

“While it’s true there are a few critics of this move, we have to adjust to the time. This is a rule that provides the essential of the America’s Cup - the design challenge, the sport, the athletic spectacle - without such a prohibitive cost,” said Olympic medalist Roland Gaebler who has been working to establish a German Challenge. “My focus had been on the next America’s Cup but with these changes we may be able to accelerate that.”

The rule changes were passed by a majority vote of the Competitor Forum, comprising the six teams currently entered in the America’s Cup. An updated Protocol and a new Class Rule will be published this week.

A majority of the teams has also now indicated a preference that all of the racing in 2017 be conducted at a single venue, Bermuda. The America’s Cup Event Authority will consider this in nominating a venue for the America’s Cup Qualifiers.


LA LUNGA TRATTATIVA DELLA NOTTE TRA 31 MARZO E 1 APRILE
Luna Rossa e Team New Zealand tornano al tavolo delle trattative con gli altri team. Il voto dovrebbe slittare, forse a mercoledi. L’orientamento verso la scelta di barche più piccole potrebbe essere bilanciato da maggiori elementi liberi per design, tecnologia e progettazione. Insomma sarebbe scongiurato il rischio di correre con dei piccoli monotipi. Un possibile compromesso, che consentirebbe a Luna Rossa di restare in Coppa
 
Sembrerebbe una marcia indietro, ma forse è un reciproco avvicinamento tra le parti. Luna Rossa e Team New Zealand, fortemente contrari alle voci di cambiamento della classe per correre la prossima 35 America’s Cup, a quanto pare sono sedute a un vero e proprio tavolo delle trattative. Significa che l’argomento della barca più piccola non è considerato più un tabu assoluto dai due team (Luna Rossa aveva espressamente parlato di ritiro), ma è anche evidente che ci sono state manovre di avvicinamento e recupero da parte degli altri team. Perdere due squadre storiche come italiani e kiwi è una eventualità che la Coppa deve scongiurare.
 
Una decisione sarebbe attesa per mercoledi 1 aprile, una data che già di per se è significativa per annunciare il varo di una ennesima “nuova” versione della Coppa America, un evento che sembra sempre più incline a suscitare incomprensioni e controversie. Ma se è vero che a questo punto i 6 team condividono almeno il principio (barche più piccole) si tratta forse di accordarsi sui dettagli. O su quanto più piccole debbano effettivamente essere le barche. Ecco perché non è solo una marcia indietro di Luna Rossa dai principi enunciati (unanimità per le decisioni sulle regole di classe, o ritiro), attorno al tavolo si parla di una nuova classe AC che possa essere anche superiore al range 45-50 piedi indicato inizialmente dai fautori del “cost-cutting” a oltranza.
 
Ci sarebbe in particolare la proposta di un team per un 54 piedi, e l’idea non sarebbe nuova, visto che se ne era già parlato mesi fa. L’attenzione di  molti è poi per fare in modo che gli scafi della nuova classe entrino nei container di dimensioni base. Russell Coutts, secondo le voci, insiste per una dimensione inferiore ai 50 piedi. Come si vede, è un tavolo di trattativa a un livello apparentemente “basso” dove si discute di numeri come a tombola. In realtà, dietro a queste scelte c’è comunque la grande battaglia: sui tempi e sulle risorse dei vari team. L’imperativo iniziale della manovra era rallentare il vantaggio di Luna Rossa, e questo è in parte riuscito, ma la forte opposizione italiana, con la minaccia di ritiro, ha almeno fatto ridimensionare l’entità dei cambiamenti. Luna Rossa intravede la possibilità di mantenere, anche con la nuova classe (45, 50 o 54 che sia, con ampi margini di progettualità libere) le proprie capacità innovative, mentre gli altri hanno in gran parte assorbito il gap accumulato.
 
Nella decisione di Luna Rossa e TNZ ha inoltre influito anche la considerazione, condivisa da molti legali, del fatto che la decisione sul cambio delle regole di classe fosse possibile anche con un voto a maggioranza semplice. Sia come sia, pare chiaro che sia già finita la meteora veloce della classe AC62, mai nata davvero e mai vista in regata. Chissà se vedremo mai i progetti che stavano nascendo nei computer dei centri progettuali di Cagliari o San Francisco. Alla fine di queste settimana, potremo forse avere una 35 America’s Cup con nuova classe condivisa, e persino uno o due team iscritti in più. Il rischio della frattura e della fine di Luna Rossa, pare allontanarsi. Anche se con la Coppa non si può mai dire…


Nella colonna di sinistra gli approfondimenti: i link ai migliori articoli e VIDEO di Luna Rossa negli ultimi mesi!

SITUATION ROOM DAL 31 MARZO
L’ultimo giorno della Luna? Noi non ci stiamo. Non possiamo credere che siano le ultime 24 ore di Luna Rossa, che la squadra velica più famosa d’Italia sia davvero costretta a chiudere i battenti, gettando a mare non solo gli ultimi splendidi 10 mesi di lavoro, ricerca, allenamenti e preparazione alla 35 Coppa America, da corrersi con i catamarani della classe AC62 secondo le regole condivise a giugno 2014, ma in qualche modo anche i 17 anni di vita e di storia cresciuti intorno a cinque sfide tra Auckland, Valencia, San Francisco. Eppure oggi i concorrenti voteranno sulla proposta definita "cost-cutting" che oltre ai costi vuol tagliare anche la dimensione delle barche.
 
RIEPILOGO DEI FATTI
Eppure, l’addio di Luna Rossa è davvero a un passo. Le vicende pazzesche degli ultimi, pochissimi giorni, hanno preso una piega che lascia poche speranze al team italiano. Ricordiamole brevemente. Il 25 marzo un articolo sul sito Americascup.com dice che “concorrenti e organizatori della Coppa America stanno pianificando significativi tagli dei costi” per la partecipazione all’America’s Cup 2017. Si dice che dopo aver visto gli AC45 volare sui foil, molti si sono convinti che si possa regatare con barche più piccole, risparmiando molti soldi rispetto alla classe decisa nel Protocollo, l’AC62. Chi parla tra virgolette è il Commercial Commissioner di America’s Cup Event Authority, Harvey Schiller (dopo parleremo di lui più approfonditamente…).
 
L’articolo sembra prefigurare un accordo tra tutti, senza problemi. E invece non è così. E’ un agguato a Luna Rossa, senza precedenti. Un modo per annullare lo straordinario vantaggio di tempo (in Coppa America il tempo è uno dei beni più preziosi, forse decisivo) della sfida italiana, la prima a scendere in campo, ad aprire una base, ad allenarsi e fare test su decine di configurazioni diverse, preparando il progetto dell’AC62 col quale portare in Italia il trofeo. Luna Rossa, infatti, reagisce: un comunicato stringato, ma definitivo, afferma che il team non è assolutamente d’accordo con la ventilata ipotesi, e che se non verrà rispettato il principio dell’unanimità per cambiare le regole di classe, ovvero qualora a maggioranza si decidesse di correre la prossima Coppa 2017 con barche più piccole, allora “Luna Rossa si ritirerà dalla XXXV America’s Cup”. Nel comunicato, che trovate ancora pubblicato su Saily, si diceva anche che Luna Rossa non intende trascinare la Coppa in un Tribunale.
 
Poco dopo, mentre si accende sui media mondiali la discussione (Sailing Anarchy parla di “pesce d’aprile, a proposito dell’idea di cambiare classe in corso d’opera, salvo poi tornare successivamente sui suoi passi e accettare l’idea; Scuttlebutt resta incredulo e alla finestra; in Nuova Zelanda, già scossi dal licenziamento di Dean Barker, si oscilla in attesa della posizione ufficiale di Grant Dalton e del team; alle Bermuda monta una protesta che però resta come sommersa…), mentre sale la discussione insomma, arriva da ACEA l’ulteriore accelerazione. Un altro articolo, datato 30 marzo, parla dell’imminente voto dei concorrenti sulla proposta di “cost-cutting”.
 
Si dovrebbe votare martedi, probabilmente orario californiano, quindi nella sera tardi, o nella notte in Italia. L'esito del voto di saprà in sostanza mercoledi.
 
VOTO SCONTATO?
Il voto sembra segnato: l’azione è stata ben congegnata e preparata da tempo. Da una prima intervista di Harvey Schiller che parlava di “futuro” della Coppa America da assicurare con barche uguali per tutti e calendari certi, per avvicinare la Coppa ai grandi circuiti tipo Formula 1 (aridaje). Con ACEA e quindi Oracle (cioè il solito ineffabile Russell Coutts, ancora una volta regista occulto della vicenda) sono super-d’accordo Ben Ainslie (compagno di squadra nella 34 Coppa di Oracle), che ha tutto da guadagnare nell’annullare il vantaggio di Luna Rossa e correre con i monotipi, lui che è il più grande velista vivente…; gli svedesi di Artemis (alla cui guida oggi c’è Iain Percy, connazionale di Ben Ainslie e longa manus del miliardario Tornqvist che la coppa la segue poco e male); i francesi di Team France (a loro volta felici di tornare competitivi dall’alto della loro leggendaria bravura sui multiscafi).
 
Più incerta la posizione di Team New Zealand, che ormai da molti mesi sembra una banderuola ed è esposta a ogni pressione a causa della sua debolezza finanziaria. Grant Dalton ha prima preso posizione a fianco di Luna Rossa, ma adesso è defilato, perché? Il Governo neozelandese gli ha appena promesso il rifinanziamento della sfida, avendo in cambio la prima fase di qualifica finale nel 2017 a Auckland. Tuttavia il voto kiwi potrebbe già essere ininfluente: se passa il concetto della maggioranza, bastano i tre indicati sopra a far passare la rivoluzione che taglierebbe fuori Luna Rossa.
 
IL CLIMA A LUNA ROSSA CITY
Ma è davvero tracciata la strada? Sono le ultime ore della Luna, prima del tramonto? Cagliari, base di Luna Rossa, vive ore di tormento. Si lavora come se niente fosse, ai computer, in palestra, in mare, nelle sale riunioni. Ma il clima non può essere il solito. C’è una consapevolezza da ultima spiaggia. Insieme con l’incredulità: come possa finire tutto ciò in poche ore. Oltre 80 persone che lavorano al team da mesi. Una base costruita su un molo assegnato del porto di Cagliari. Una città intera al seguito, entusiasmo negli open-day affollati nella base. E una prima tappa delle World Series imminente, ai primi di giugno, in gran parte pre-organizzata con coinvolgimento di istituzioni, enti militari e civili, per non parlare delle offerte su hotel, B&B, pacchetti turistici…
 
Solo una settimana fa, all’entrata di Luna Rossa AC72 nel Museo della Scienza di Milano, lo skipper e CEO Max Sirena ancora gonfiava il petto: “Siamo in corsa, rispettiamo i tempi previsti, vogliamo vincere la Coppa America e portarla in Italia”. E oggi? Come si prepara Max Sirena al day after?
 
QUELL'ERRORE DI NON DIVENTARE CHALLENGER OF RECORD...
Ultime considerazioni, prima di aprire una esclusiva “situation room” su Saily. C’è chi ha fatto notare che Luna Rossa oggi si trova alle corde anche a causa di un suo errore. Alcuni mesi fa, quando il challenger of record australiano si ritirò, la sfida italiana aveva la possibilità di subentrare nel ruolo di rappresentante degli sfidanti. Avrebbe discusso con Oracle del protocollo, e tutto questo forse si sarebbe potuto evitare. 
 
Altro elemento in discussione in queste ore: la coppa con barche più piccole non perde in spettacolarità? Immaginate le regate nella baia di Bermuda con AC62 e poi con i monotipi AC45 o 48 che siano. Volano, magari a velocità simili, ma danno la stessa immagine televisiva? Qui il mondo della vela si divide, e addirittura c’è chi cambia idea da un giorno all’altro. Di sicuro la Coppa senza Luna Rossa e forse senza Team New Zealand perderebbe spettacolo e protagonisti indiscussi. Anche se, come pare sicuro, il downsizing di barche e costi favorirà l’ingresso di nuovi team (lo ha annunciato in pompa magna lo stesso Russell Coutts), a partire da uno giapponese che pare sia sul punto di fare l’annuncio ufficiale…
 
E' SOLO UNA GUERRA LAMPO CONTRO LUNA ROSSA
A me tutto questo continua a sembrare solo una guerra lampo, studiata a tavolino, per far fuori il vero nemico: Luna Rossa, che messa così aveva già mezza Coppa in tasca. Che Luna Rossa non vada in Tribunale: meglio ancora. Che si ritiri: perfetto! Non ci sono altri “valori” dentro a questa azione. Soprattutto non c’è quello economico: da quando in qua l’America’s Cup è una competizione alla portata di tutti? Da quando in qua si deve fare “cost-cutting” nei portafogli di gente come Larry Ellison o Torben Tornqvist? E’ una ipocrisia che va smascherata. Come va smascherato l’uomo messo a gestire gli aspetti commerciali della Coppa America, il signor Harvey Schiller.
 
CHI E' HARVEY SCHILLER
Schiller, collegio militare in South Carolina e dottorato in chimica nel Michigan, ha iniziato la carriera nel Wrestling (alla salute!), poi nel 2007 è stato presidente della nuova International Baseball Federation, tentò di riportare il Baseball alle Olimpiadi ma perse la battaglia con il CIO, il che non gli impedì comunque di diventare nel 2011 membro dello stesso CIO (Women and Sport Commission). E’ stato anche vicepresidente di Turner Sports (network che possiede i diritti dei maggiori circuiti sportivi), chief executive della squadra di basket degli Yankee Nets. Non è finita qui: il nostro è anche CEO di Global Options Group, una società internazionale di risk management and business solutions. Ed è presidente del settore Sports Media & Entertainment per Diversified Search, una delle top executive search firms negli USA (http://www.diversifiedsearch.com/ManagingDirectors.aspx?PAValue=sports%2C%20media%20and%20entertainment&OfficeValue=). Un tantino di conflitto di interessi, non credete? Tanta esperienza messa alla guida della Coppa America ed ecco il risultato. Per l’ennesima volta si fa il confronto con altri circuiti sportivi (auto, moto, basket…), dimenticando che la vela è la vela, l’America’s Cup è l’America’s Cup. Cose diverse. Che non saranno mai come gli altri sport. Con buona pace di Harvey e di tutti.
 
TORNIAMO A LUNA ROSSA: LE POSSIBILITA’
Che possibilità di manovra ha Luna Rossa adesso? Ha annunciato sia il ritiro che il non ricorso alla Corte Suprema competente per l’America’s Cup. Può fare marcia indietro? Proviamo a ipotizzare i due scenari.

1) Voto scontato, cambio di classe, Luna Rossa mantiene il punto e si ritira, più o meno in silenzio. Si ammaina la bandiera dalla base di Cagliari, che inizia a chiudere. Salta la tappa in Sardegna dell’America’s Cup World Series (in questo caso con qualche conseguenza giudiziaria). Gli 80 dipendenti della sfida sono a spasso, Max Sirena, Francesco Bruni, gli ingegneri, i tecnici, gli strutturisti, il cantiere, i coach come Bora Gulari o Pietro Sibello (altro colpo per questo sfortunatissimo velista italiano di classe immensa), tutti a casa. In Coppa entrano i giapponesi e forse  qualche emirato, e il circo riparte, più allegro di prima. Patrizio Bertelli non emula Sir Thomas Lipton, la sua quinta sfida si interrompe a metà. Chissà quanto ci vorrà prima che qualcun altro pensi a una sfida italiana all’America’s Cup.

2) Voto scontato, cambio di classe. Ma Luna Rossa ci ripensa: non si ritira. Accetta le novità e resta in corsa. Prova a far valere il vantaggio di tanti giorni di mare e foiling in più sui rivali, anche senza l’AC62 con quale sarebbe stata forse imbattibile. E’ un ridimensionamento, ma resta comunque in piedi. Le regate di Cagliari si fanno e gli italiani sono super-favoriti per un trionfo benaugurante in casa, che crea entusiasmo e tifosi. Al momento questo secondo scenario è assai improbabile. Ma che speranze ha? E’ una questione di calcoli, di valutazioni. Cosa perdo e cosa guadagno, in termini economici, di immagine, di serietà, nelle due scelte. A Luna Rossa city, in queste ore, si sta pensando a questo.
 
Vogliamo dargli una mano a decidere?
 
LA SITUATION ROOM DI SAILY
Da qui vi aggiorneremo in tempo reale sugli avvenimenti, le novità, i tempi, le previsioni, le notizie. E sempre qui, ogni ora, confluiranno dichiarazioni, interviste, prese di posizione di velisti e personaggi. Quindi anche i vostri messaggi. Dite la vostra su Coppa America e Luna Rossa. E’ vero che stanno sempre più distruggendo il mito di questo Trofeo, ma dobbiamo fare il possibile per salvarlo, tutelarlo, farlo rispettare nei suoi valori storici, che sono quelli che gli hanno garantito longevità e ammirazione nel mondo per 170 anni.

 
INTERVENTI E DICHIARAZIONI

FRANCESCO DE ANGELIS
L'ex timoniere storico di Luna Rossa  è telegrafico ma molto illuminante per chi vuole intendere: "Quando sei in gara e ti ritiri, qualcun altro prende il tuo posto. E la gara continua..."

RICHARD GLADWELL (sail-world.com)
L'iniziativa parte chiaramente dagli sfidanti in ritardo di preparazione. I cambiamenti proposti incidono fortemente sul Protocollo. Possono valere sulla 36ma Coppa America, ma sulla 35ma restano in vigore le regole accettate da tutti con l'iscrizione che si è chiusa l'8 agosto 2014. L'unico modo per cambiare le regole di classe (e quindi cambiare tipo di barca, ndr) è che TUTTI i team siano daccordo con il famoso mutual consent (quindi l'unanimità, non basterebbe la maggioranza dei voti, ndr).
Inoltre, visto che si parla di riduzione dei costi, è singolare che nessuna menzione sua fatta alla limitazione del numero di barche per fare test, e soprattutto alla possibilità di creare un monte stipendi. E' ritenuto che la voce stipendi al personale in una sfida di America's Cup incida per il 60% sul totale, e non aver menzionato questo aspetto smaschera definitivamente l'operazione cambio barche per quello che è: un tentativo di facilitare i team che si sono iscritti per la prima volta (...)

L'articolo completo: http://www.sail-world.com/America_s_Cup__Cost_Savings_vote_really_aimed_...

LE PRIME DICHIARAZIONI: CINO RICCI E MAURO PELASCHIER, GIULIO GUAZZINI E STEFANO VEGLIANI
 
CINO RICCI
Per me ha ragione Luna Rossa: ha speso tutti quei soldi e adesso si ritroverebbe una Coppa che diventa una burletta. Ce ne sono tante di regate, allora meglio il circuito Extreme 40… La Coppa dovrebbe essere un’altra cosa! E poi come ho già detto questa evoluzione con le barche volanti mi sembra una roba da “gonzi”, per chi ama la velocità. La vela non è solo velocità, è marcamenti, manovre, tattica… Questa degli americani è l’ennesima manovra poco sportiva. Bisognerebbe ricordarsi di quello che hanno fatto con gli AC45 l’ultima volta, praticamente hanno rubato la Coppa ai neozelandesi. Un tempo l’America’s Cup era senza regole, senza federazioni, adesso invece ha più controllo, eppure accadono ancora cose del genere, prevaricazioni.
Purtroppo per come conosco Bertelli, difficilmente tornerà indietro sulla sua scelta, per me se il voto è sfavorevole lui li manda a c…. Il guaio è che poi non farà più niente, a meno che non decida di lasciare il team a qualcun altro, che possa proseguire la sfida. In ogni caso la Coppa America con gli AC45 è una stupidaggine: la Coppa era stupore, era le barche migliori, era suspance,  già le hanno tolto moltissimo, adesso possono ucciderla definitivamente.

 
MAURO PELASCHIER
Penso che Prada ha ragione, non si possono cambiare le regole ogni 3 secondi! Credo che la dichiarazione di Luna Rossa sia molto corretta: volete cambiare le regole e le barche senza neanche chiedermelo? Una cosa mai vista. D’altra parte in un angolo non ci si deve mai mettere: anche la decisione di ritirarsi si può sempre rivedere, ripensare… Male che vada mi offro di organizzare una sfida tra Luna Rossa e Team New Zealand!
 
GIULIO GUAZZINI
(Rai Sport - Telecronista di Coppa America)
Certo fa effetto passare in poche ore dalle dichiarazioni di Max Sirena che annunciava di voler portare al Museo di Milano anche Luna Rossa AC62 dopo che avrà vinto la Coppa, a queste ore drammatiche… Purtroppo la Coppa America è anche questo, lo è sempre stata. La poca sportività del defender è una costante, e questa è l’ennesima dimostrazione. Molto scorretta, per chi ha investito tanto come Luna Rossa… Del resto la Coppa sta subendo da tempo un processo di cambiamento che la sta peggiorando, il gioco sta andando un po’ in disgrazia, il problema è la mancanza di partecipazione, e così facendo le cose peggiorano anziché migliorare. Speriamo che il ritiro di Luna Rossa possa rientrare, forse un accordo si può ancora trovare. Patrizio Bertelli ha molte risorse e idee, anche se ha problemi di azienda da fronteggiare in questo periodo. Io lo spero. Luna Rossa è una bella realtà, forse nella vicenda si è dimostrata un po’ ingenua, e scoperta in alcune casella, tra cui quella legale.
 
STEFANO VEGLIANI
(Sport Mediaset - Telecronista America's Cup World Series)
Ormai è questione di ore per capire come andrà a finire. La mia idea è che veramente si continui a tirare la corda e che ormai sia sul punto di spezzarsi. Qui si rischia di avere una Coppa nel 2017 senza Luna Rossa e Team New Zealand, ovvero la memoria storica dell’evento, gli unici team sempre presenti dal 2000 in poi. In cambio di chi? Coreani, giapponesi, indiani, arabi? Io sono assolutamente un fan della Coppa con i catamarani volanti. San Francisco è stato un grande spettacolo, queste barche meritano il rilevo che hanno, questo è il futuro della vela, vediamo che presto voleranno anche i 60 piedi oceanici.
Per quanto riguarda questo imminente voto, vediamo cosa accadrà, sicuramente ci sono trattative in corso al di là delle dichiarazioni ufficiali. E non è la prima volta che Luna Rossa minaccia il ritiro: ricordate nel 2013 a San Francisco? Poi la cosa è rientrata. Di sicuro una mediazione si troverà, già non si parla più di 45, ma di 48 o 50, e conterà il concetto di costruzione degli scafi da parte dei singoli team. Spero che la vicenda finisca bene, che l’avventura di Luna Rossa continui. Ci tengo a essere ottimista.



13:30 BEN AINSLIE
(Lo skipper e CEO di BAR Ben Ainslie Racing interviene con un articolo sul Telegraph...)
Non credo sia solo una buona scelta, credo sia essenziale. Per la Coppa sono giorni importanti e di cambiamento. Abbiamo la necessità di dare stabilità all'evento nel lungo periodo. Il voto per una classe più piccola e dinamica è un passaggio fondamentale per rendere la Coppa più sostenibile. Passando dal catamarano di 62 piedi a uno di 45 con molti elementi standardizzati, creeremo un grande risparmio per tutti i team. Luna Rossa e Team New Zealand si ritireranno se passerà questo voto? Spero di no, perchè sono due team importanti con una grande storia. (...)

Commenti

Dear Ben, first of all: what is "essential" to you is not automatically essential for Sailing. The more: if you knew that this Cup was not sustainable to you, why did you launch the challenge? The America's Cup is 170 years old, and is not a boy game, neither a grand prix circuit, stop to compare the America's Cup with Formula 1. And finally: as olympic athlete and sports man, you should be aware with the rules, not be happy to change it during the game.
Io gli ho risposto in inglese, ma guardate che molti commenti al suo articolo sul Telegraph sono critici, parlano di antisportività della decisione, e di eccessivo ego di Sir Ben Ainslie. Insomma non sono tutte rose e fiori

Antonio Vettese (non verificato)

Forse sarebbe logica una via di mezzo tra le due posizioni. Barche più piccole con costi inferiori ma non "one design". Il monotipo, oltre a non essere pertinente con il Deed of Gift, sarebbe certamente la morte dell'evento per come lo abbiamo visto e inteso finora. Come lo è stato dell'Admiral's Cup, della One Ton Cup e molti altri eventi di alto livello.
E' quello che in sostanza scrive Ben sul Telegraph: ma con scafi standard, wingsail standard eccetera, resta ben poco alla libertà progettuale e di fatto si va verso un One Design. La via di mezzo che proponi potrebbe essere la soluzione, ma ben diversa da come l'hanno proposta da ACEA finora. Forse è su questo che può esserci la trattativa, speriamo (ti stavo per chiamare per intervenire, mi hai battuto sul tempo :) ciao)

Federico Stopani (non verificato)

Personalmente ritengo morta la coppa da molto tempo. Non mi piace più e non la seguo. Non ho mai creduto al "come back", ma molto più al "coup de theatre" utile a far odience (avevo previsto e scritto della vittoria di oracle anche sull'1-8). La storia recente (dal 2000 in poi con il curioso seppur piccolo come back di luna su cayard) è piena di strane coincidenze che rendono la coppa un evento mediatico che interessa sempre più ai gossippari che non ai velisti veri o presunti. Ma da sempre la coppa vive di questa vetrina che va ben aldilà dello sport. Ed è, forse, l'unica cosa che la avvicina alla F1. Per il resto però ricordo bene tutti coloro che sbavavano abbondantemente dietro a Russell che lanciava la "coppa della generazione fb", forse alla ricerca di un lavoro, salvo poi ricredersi più o meno rapidamente, magari una volta svanito il sogno di un coinvolgimento. La vela che si ama è una cosa diversa dalla rappresentazione che la coppa oggi (e anche ieri) offre, soprattutto ai neofiti. Eppure sarebbe bastato fare sì cambiamenti, ma in altra direzione senza snaturare quanto di buono alinghi aveva realizzato. Ma è ovvio che Russell voleva vendicarsi e soprattutto vuole restare sempre più a lungo nella storia. E ci riuscirà benissimo, prima per le vittorie in acqua, poi con quelle a terra, quelle in tribunale e in ultimo, forse ahimè, per aver messo fine alla coppa stessa. Pensateci bene. In fondo chi viene ricordato nella storia? Chi crea (pochi) e chi distrugge (moltissimi). Pochi martiri e moltissimi carnefici. Ma la coppa è rinata sempre, non per nulla è il trofeo sportivo più antico. Ma dovranno cambiare molte cose, persone, idee.

Laura Marimon (non verificato)

Purtroppo la superiorità del Defender nella Coppa fa sì che si continui a giocare su questa linea grigia, come era già successo subito prima di SanFrancisco, sul variare piccole o grandi cose e sicuramente sul cercare di vincere ancora traendone sempre più vantaggio. Non capisco molto bene però come si stia comportando Oracle, dato che ho visto con i miei occhi la barca e la wing in costruzione, non riesco a capire che vantaggio ne traggano loro che hanno già lo scafo pronto! Per quanto riguarda la posizione di Luna Rossa, tutti abbiamo visto che forza abbia il valore giudiziario sulla Coppa, che ha tagliato fuori completamente Alinghi (Defender) due edizioni fa. Quella sicuramente è stata una farsa, non una Coppa, ma ha aperto tantissime possibilità alla vela, che si è vista proiettata in un mondo molto più tecnologico di quanto non fosse prima. Sicuramente il vantaggio che Luna Rossa ha acquisito in questi mesi, i grandi velisti che ha a bordo e anche e soprattutto i grandi ingegneri che stanno lavorando per lei, non devono essere sprecati. Luna Rossa ha fatto, forse per la prima volta, un enorme passo avanti, soprattutto in termini di tempo, rispetto agli altri team. La mia onesta opinione (che esula dal parlare di costi dato che non sarebbe di mia competenza) sarebbe di continuare la sfida, mettere in pratica con un'altra barca cosa si è imparato in questi mesi. Una sfida importante è avere i foil migliori, che possano volare in tutte le condizioni di vento delle Bermuda. Se Luna Rossa ha lavorato per questo, deve continuare a farlo! Non solo per Luna Rossa, ma anche per tutti i ragazzi che si appassionano alla vela guardando la Coppa, che sognano di poter essere lì un giorno! Per quanto riguarda gli altri Team, ovviamente cercano di portare l'acqua al proprio mulino, e più di tutti i Francesi e Artemis, che ancora non hanno iniziato una campagna vera e propria. Ben è un'altra storia, hanno un team eccezionale e hanno potenzialità di vincere con qualsiasi barca dato che hanno lavorato anche loro come Luna Rossa dal primo giorno possibile... La coppa su una classe diversa, più verso un monotipo, avrebbe ancora possibilità mediatiche, e i team che spendono soldi per migliorare tutto il migliorabile continueranno a farlo. Quindi stupore e velocità ci saranno, ma giustamente ci sono già circuiti simili (Extreme 40 ad esempio) che hanno un seguito ma non sono visti alla stessa maniera... Spero veramente che la decisione che prenderanno fra poche ore possa ancora contare su Luna Rossa perchè nonostante l'entrata di altri team possa rendere più emozionante la Louis Vuitton Cup, la coppa non sarebbe la stessa senza la Luna e senza italiani a bordo!

Anonimo (non verificato)

e sempre stata cosi questa e la coppa America prima era un evento tra I big dei big se ne parlava poco ora nel mondo mediatico e tutto a portata di un clic , ma in realta nulla e cambiato ma io mi domando , ma tutto questa conoscenza di luna rossa da dove viene la volta scorsa poi non e andata cosi bene , ha comprato la vecchia barca sbagliata dei neozelandesi , allora mi domando ma sta coppa america non e proprio un teatro

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