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05/01/2015 - 17:15

Vela e grandi media

Repubblica chiama Luna Rossa

Un estratto dell'articolo dell'inviato di Repubblica Marco Mensurati nella base di Cagliari di Luna Rossa. Esempio di una Italia che funziona

Max Sirena inizia l'anno da dove l'aveva concluso: convintissimo che sia la volta buona, la sfida buona, la Coppa buona. 2014, 2015, 2016: poco importa, quello che conterà davvero sarà il 2017, manca ancora un po' ma meno di quanto si possa immaginare, quando c'è di mezzo l'America's cup. il tempo passa in fretta e la sua gestione - al pari del budget - è il punto chiave di una sfida. E stavolta la sfida italiana di Luna Rossa non ha un piano B: solo la vittoria.

L'inviato di Repubblica Marco Mensurati, che ha già seguito la vela in Coppa America e non solo, e che segue anche la Formula 1 e le grandi inchieste sul mondo dello sport, è stato a Cagliari con uno scopo preciso: raccontare una storia di Italia che funzona, che ci crede, che anzi crede in tutto il sistema paese e nelle sue eccellenze e capacità. Come potete leggere nell'estratto che segue, l'obiettivo è stato centrato.

Il testo integrale del servizio, oltre che sul quotidiano in edicola oggi, è a questo link nelle pagine di vela di repubblica.it, gestite in partnership editoriale dalla redazione di Saily.it http://www.repubblica.it/sport/vela/2015/01/05/news/luna_rossa_sogna_anc...


Luna Rossa sogna ancora: "Il meglio dell'Italia per la Coppa America"
DALL'INVIATO MARCO MENSURATI

CAGLIARI - Nell'italia in piena recessione economica e sportiva, ormeggiata in una banchina del Molo Sabaudo di Cagliari, c'è l'enorme, splendida eccezione di Luna Rossa.

Lo sfidante italiano alla Coppa America del 2017. Dal punto di vista tecnologico, sportivo ed economico, quello dell'armatore Patrizio Bertelli e dello skipper, Max Sirena è, ad oggi, con ogni probabilità, il progetto più competitivo e ambizioso su scala internazionale del nostro paese. E non solo nel campo sportivo.

Basta dare un'occhiata in giro per la base per rendersene conto. Lo può fare chiunque a patto che riesca a trovare uno dei mille posti disponibili per gli open day che il team organizza abbastanza spesso, e non è facile, l'ultima volta sono andati esauriti nel giro di un'ora. Oppure, per capire il livello di competitività così insolito per un'impresa italiana, si possono leggere le parole di Sirena, l'uomo che, in questo momento sta guidando il progetto. "Io voglio vincere la Coppa" dice a chiunque lo incontri. "E stavolta  -  spiega - non è solo una questione di volontà, ma di possibilità. Abbiamo lavorato bene, tanto, e in maniera ragionata. Abbiamo scelto bene tempi e modi. E quindi penso davvero che possiamo farcela".

La considerazione dello skipper si fonda su una serie di dati di fatto. Luna Rossa - a differenza degli altri team che hanno partecipato all'ultima Coppa America, quella del 2013 a San Francisco, quella della leggendaria rimonta di Oracle ai danni di New Zealand (da 1-8, a 9-8) - non ha mai smesso di lavorare: "Gli altri  -  spiega Sirena  -  avevano l'obbiettivo di vincere quella Coppa, e dopo la finale si sono fermati. Noi, invece, eravamo lì con il dichiarato obiettivo di fare esperienza e quindi abbiamo continuato a lavorare in vista del 2017.

Abbiamo approfittato della situazione per continuare a migliorarci in acqua e rafforzare il team di progettazione con "acquisti" eccellenti, molti pezzi pregiati di Oracle e New Zealand. Abbiamo recuperato lo svantaggio e forse ci siamo portati anche più avanti. E adesso, ogni mattina, quando mi guardo intorno e vedo tutta questa gente così talentuosa e motivata, penso che alla fine chiunque voglia elencare i favoriti alla vittoria finale sarà costretto a fare anche il nome di Luna Rossa". Un'autocandidatura pesante. Ma rivendicata con orgoglio. Anche perché dentro non c'è solo vela, non c'è solo sport.

Il patron di Luna Rossa (e Prada), Bertelli, insieme con Sirena ha costruito un progetto che  -  a modo suo - coinvolge tutto il Paese. Lo skipper rivela: "Abbiamo tirato a bordo il meglio dell'Italia. Sono andato personalmente a cercare ovunque le migliori tecnologie possibili. Ed è incredibile il patrimonio di risorse e conoscenze che ha l'Italia. Per dire, abbiamo appena stretto un accordo con la Crs4, un centro di calcolo, qui vicino, a Pula, che praticamente non ha eguali nel mondo. Con schermi tattili e ricostruzioni laser, una tecnologia che hanno solo loro, avevano ricostruito in 3d alcuni Guerrieri nuragici trovati durante gli scavi di Mont'e Prama. Noi li abbiamo contattati per fare lo stesso con i nostri scafi. Ci permetteranno di studiarli e di lavorarci dentro ancora prima che vengano costruiti. Se la gente sapesse quanto valore c'è in Italia non sarebbe tanto pessimista sul futuro. Un giorno sono andato a Pavia da un'azienda con cui adesso stiamo progettando orologi-computer di bordo. Dispositivi pazzeschi che forse un giorno troveranno anche uno sbocco commerciale. Quando sono entrato sembrava di stare alla Nasa".

(...) Se è vero che l'edizione del 2013 è stata un po' sotto tono, sono pronto a scommettere che la prossima sarà un evento eccezionale. A San Francisco c'erano pochi sindacati e, di fatto, solamente due competitivi. New Zealand e Oracle. I catamarani erano dei mostri nuovi, inesplorati e pericolosi. E la sede scelta per l'evento, diciamoci la verità, non era il massimo, in altri termini gli americani l'hanno snobbata.

Nel 2017 sarà del tutto diverso. I team saranno molti e agguerriti, oltre ai soliti americani e neozelandesi, ci saremo noi, i francesi guidati da uno come Fanck Cammas con cui abbiamo collaborato in passato, uno che vince praticamente ogni cosa che fa, gli inglesi della leggenda Ben Ainslie, e gli svedesi di Artemis, un team praticamente senza limiti di budget".

(...) "Alle Bermuda, comunque ci sarà un clima pazzesco e i catamarani, che stavolta conosceremo meglio, daranno il massimo dal punto di vista spettacolare" conclude Sirena, usando, nei confronti degli americani di Larry Ellison  -  i padroni della Coppa - parole del tutto diverse da quelle che aveva pronunciato a San Francisco, durante l'ultima sfida.

Un cambiamento dovuto anche a una novità regolamentare non secondaria. Dopo la rinuncia del team Australia, che era stato scelto in un primo momento dal defender americano come challenger of the record (il primo degli sfidanti, quello con cui discutere delle regole che, in Coppa America, vengono comunque alla fine decise sempre dal detentore), si è deciso di modificare la struttura della competizione, e le regole adesso vengono decise (più o meno) tutti insieme, come se si trattasse di una sorta di lega. In questo modo è tutto più armonioso e funzionale. "E' stata un'ottima cosa. Russel (Coutts il Re dell'America's Cup, l'uomo che gestisce Oracle insieme a Ellison, ndr) è un uomo intelligente. Si è accorto che continuando per quella strada non sarebbero andati distante. E ha cambiato tutto. Certo, funziona adesso perché siamo lontani dalla competizione, bisogna vedere come arriveremo quando saremo alla vigilia. Ma se il grosso lo decidiamo ora, allora sono certo che andrà tutto bene". Sirena ci spera proprio, anche perché "raramente una sfida italiana si è avvicinata a una Coppa America con queste premesse. Vogliamo vincere, possiamo farlo, e faremo di tutto per riuscirci".

SE VE LO SIETE PERSO: GUARDATE QUI IL VIDEO DI SAILY TELEVISION: L'ESCLUSIVA VISITA ALLA BASE DI LUNA ROSSA POCHI GIORNI DALL'APERTURA - UN TOP-VIEWED DEL 2014

Commenti

JFF (non verificato)

Ma l'autore di quest'articolo non è lo stesso che INFANGO' la vela italiana con un articolo clamoroso su Repubblica del 2 agosto 2012...?!?! Curioso come si possono vedere e descrivere le stesse situazioni da punti diversi, a seconda di chi, e perchè ti commissiona un articolo. Anzi RIDICOLO.

JFF (non verificato)

Ma l'autore di quest'articolo non è lo stesso che INFANGO' la vela italiana con un articolo clamoroso su Repubblica del 2 agosto 2012...?!?! Curioso come si possono vedere e descrivere le stesse situazioni da punti diversi, a seconda di chi, e perchè ti commissiona un articolo.