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20/07/2016 - 20:22

Il "doping" di Roberta Caputo e le reazioni del mondo (pulito) della vela

L'insostenibile leggerezza

Il clamoroso caso di "doping" di Roberta Caputo. Parlano il DT Marchesini e la sostituta Elena Berta. LE ULTIME, I COMMENTI, IL MESSAGGIO DI ROBERTA



La sospensione "cautelativa" la esclude da Rio 2016. Terremoto per la vela azzurra a pochi giorni dai Giochi. Cos'è la sostanza proibita. L'esame risale al 6 luglio. Il comunicato CONI e la sostituzione-lampo. Consiglio FIV straordinario. LE ULTIME, I COMMENTI, IL MESSAGGIO DI ROBERTA


ULTIM'ORA: LE DICHIARAZIONI DEL DT MICHELE MARCHESINI E DI ELENA BERTA

 

Michele Marchesini, DT della Squadra Italiana di Vela
“L’esclusione di Roberta Caputo dalle Olimpiadi, per positività ad un farmaco anabolizzante, è un fulmine a ciel sereno che ha colpito tutta la Squadra Azzurra. Naturalmente attendiamo l'esito delle contro-analisi prima di fare delle valutazioni anche se, dai dati al momento in nostro possesso e dalle dichiarazioni della stessa atleta, sembrerebbe trattarsi di una gravissima leggerezza.


Per quanto riguarda il punto tecnico, situazioni di questo genere richiedono tempi di reazione molto rapidi e in proposito il Comitato Olimpico si è confrontato con noi immediatamente, optando innanzitutto per la conferma della disciplina e quindi per quella della prodiera Alice Sinno.


Il nominativo scelto in sostituzione di Roberta Caputo al timone del 470 femminile Italiano a Rio, come ufficializzato ieri, è quello di Elena Berta, atleta in possesso dei minimi Olimpici e già presente nella “long list” ufficiale. Elena Berta ha un livello tecnico molto vicino a quello di Roberta Caputo ed inoltre aveva già fatto coppia con la Sinno a inizio quadriennio.


Si tratta di una timoniera con caratteristiche diverse, più ragionatrice che istintiva come impostazione tecnica, capace di buone velocità sui bordi. Si tratterà ora di ricercare gli equilibri corretti tra le due Atlete nella esecuzione del gesto atletico e nella gestione tattica della regata come, in generale, nell’affrontare questa sfida.

 

Quella che stiamo fronteggiando è una situazione difficile, con tempi molto stretti ma questo non ci impedisce di continuare a lavorare con la massima serietà per ottenere il miglior risultato possibile”. Andremo avanti day to day e step by step.
 

Elena Berta (470 femminile), timoniera scelta per sostituire Roberta Caputo
“Sono molto triste per Roberta Caputo, mi è dispiaciuto appena ho ricevuto la notizia e la situazione non è certo cambiata. A lei va il mio primo pensiero, io vengo in secondo piano, anche se è chiaro che essere stata chiamata per partecipare ai Giochi in rappresentanza dell’Italia non può non essere motivo di orgoglio.


"Conosco bene Roberta, pur essendo state sempre avversarie ci siamo rispettate fin da subito, anche perché ci conosciamo da quando eravamo bambine, avevamo 8 anni quando abbiamo fatto il primo raduno, per cui siamo cresciute insieme. Purtroppo è incappata in un errore che sta pagando caro, la sua è stata solo una disattenzione e immagino che per questo sarà distrutta.

 

"Per quanto mi riguarda, non ho ancora realizzato bene quello che sta accadendo, ma so che da qui alle Olimpiadi dovrò impegnarmi al massimo e dare il meglio di me stessa, anche se il tempo che abbiamo a disposizione con Alice è ovviamente ridotto per cercare di trovare gli automatismi e l'armonia giusta per regatare ai Giochi”.


di Fabio Colivicchi 

Che bruttissima notizia. Roberta Caputo, l'ultima velista inserita nella squadra per Rio 2016, è anche la prima a uscirne: esclusa per la sospensione cautelativa seguita a una denuncia del Tribunale Antidoping dopo l'evidenza emersa da un esame che risale al 6 luglio scorso. Un caso di doping nella vela è già di per se un evento di rarità eccezionale, e forse proprio per questo da più rumore, lascia attoniti, è un terremoto che colpisce il nostro sport, la squadra già a Rio per le rifiniture della preparazione all'Olimpiade. E' difficile persino scrivere di questa notizia.

E' in corso a Genova mentre scriviamo un Consiglio Federale straordinario della FIV. Finora le notizie ufficiali si fermano a un comunicato CONI, ripreso dalla Federvela, che alla fine parla anche della sostituzione di Roberta Caputo con Elena Berta, ferma restando la Sinno a prua. Una sostituzione "volante" che lascia molti interrogativi non solo tecnici.


LO SCARNO COMUNICATO DEL CONI RIPRESO DALLA FIV
L’atleta Roberta Caputo è stata trovata positiva alla sostanza Clostebol Metabolita a seguito di un controllo “fuori competizione” - disposto da NADO ITALIA - effettuato a Napoli il 6 luglio 2016.

La Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping ha provveduto a sospendere l’atleta in via cautelare, accogliendo l’istanza proposta dall'Ufficio di Procura Antidoping. Roberta Caputo, già inserita nella Squadra di Vela per Rio 2016, non prenderà parte ai Giochi Olimpici. Al suo posto, nella classe 470, insieme con Alice Sinno, ci sarà Elena Berta. (Notizia tratta da www.coni.it)

COSA E' IL CLOSTEBOL
Il clostebol, si lege sui testi scientifici, di solito utilizzato come clostebol acetato, è uno steroide anabolizzante. È un derivato del testosterone, la sostanza utilizzata dagli atleti della DDR per aumentare le prestazioni fisiche. È chimicamente del tutto simile al testosterone, e varia solo per la presenza di un atomo di cloro che ne impedisce la conversione in estrogeno.

Può essere utilizzato sotto forma di crema per uso topico, per la rigenerazione del tessuto cutaneo. Fungendo infatti da anabolizzante, favorisce la stimolazione della produzione di molecole complesse quali lipidi e proteine. Viene al riguardo utilizzato per la cura di abrasioni, ulcere cutanee e ragadi per favorirne la cicatrizzazione sfruttandone l'effetto anabolizzante.

Questa ultima frase fa pensare che la sostanza trovata nelle analisi della Caputo potrebbe essere stata inavvertitamente assunta attraverso un medicinale anche banale, un cicatrizzante. In questa ipotesi una leggerezza incredibile sarebbe all'origine del terremoto, che distrugge in questo momento la vita sportiva di una giovane atleta, la priva della gioia olimpica appena respirata, e chissà quali altre conseguenze può avere.

La lista delle sostanze è lunga e nota da tempo, le istruzioni per gli atleti dalle rispettive guide tecniche e mediche delle squadre nazionali molto precise e dettagliate. Se davvero si tratta di una crema, l'atleta avrebbe potuto chiedere prima di usarla, ai medici della FIV. Difficile pensare che questi ultimi possano controllare minuto per minuto e per 24 ore gli atleti.

Ci saranno le controanalisi, ci saranno le dichiarazioni, si attende un commento ufficiale della FIV, a cominciare dal DT Michele Marchesini. Si attendono tutti gli sviluppi possibili. Soprattutto si deve reagire: la vela è pulita, per definizione, è lo sport più pulito anche statisticamente rispetto ai casi di doping. Bisogna stare vicino al resto della squadra, impedire che il terremoto destabilizzi gli equilibri già delicati alla vigilia dei Giochi. Non ci voleva. E' una bruttissima notizia, da chiarire, da superare.

LE ULTIME - 21 LUGLIO

IL MESSAGGIO DI ROBERTA

(Sul proprio profilo FB, l'atleta si è rivolta ad amici e tifosi: un messaggio intimo e personale, una bella dimostrazione di solidità emotiva in un momento difficile. Un buon punto di partenza. La storia è appena iniziata. Impressionante soprattutto quella che viene definita la "procedura")

 

Mi avete scritto e pensato in tantissimi, questa è una grande fortuna, più grande della sfiga che ho avuto! Chi mi conosce sa che ho sempre navigato con il sorriso stampato in faccia, sia nelle vittorie che nelle sconfitte e affronterò questa situazione nello stesso modo, senza rimpianti e senza troppe lacrime! Farò il possibile per tornare in barca più presto possibile, e soprattutto voglio condividere la mia storia perché possa servire d'esperienza e magari anche cambiare questo sistema che taglia le gambe a buoni e cattivi senza differenza.
 

Al momento Facebook è la mia unica arma di difesa, non ho altre strade, non c'è niente da fare, posso solo provare a chiarire la mia situazione, per me stessa.
 

Meno di 20 giorni al segnale di partenza: la barca è perfetta, il team è pronto, mancano gli ultimi dettagli...ma qualcosa stamattina è andato storto: arriva la chiamata dell'antidoping da Roma, sono le 9:00 qui a Rio, mi comunicano la positività del test effettuato il 6 luglio, a Napoli. Torno in hotel per cercare di capirci qualcosa, dopo meno di un'ora il mio nome era già stato cancellato dall'elenco iscritti delle olimpiadi, dopo altri 20 minuti sono stata sostituita. Difficile da credere, ma questa è la procedura.
 

Sono risultata positiva alla sostanza clostebol metabolita: anabolizzante contenuto in un medicinale da banco chiamato trofodermin, comune cicatrizzante per ferite e ulcere. Ho comprato questa crema per curare dei segni di brufoli che mi erano venuti in faccia, ero totalmente ignara del suo stato dopante, è successo agli inizi di giugno (Weymouth) non ero ancora nel programma nazionale antidoping, ma i residui della sostanza sono rimasti vivi nel mio corpo fino al controllo di luglio...
 

Ho provato a spiegare in tutti i modi la mia innocenza, e ho provato a contestualizzare la mia posizione di atleta nuova nel programma Nado ma niente da fare, la legge è uguale per tutti e non ammette ignoranza.

Commenti

Giuseppe, grazie ma non esagererei, qui il problema non è la mia saggezza (tutta da dimostrare) ma il circo impazzito che ci circonda, che pure sarà da fermare in qualche modo.... Ciao

Luca Santella (non verificato)

Fabio come sempre ti stai battendo in un sistema vela allo sbando; dispiace che la sgangherata organizaazione fiv faccia pagare dazio ad una atleta che sicuramente non ha fatto uso di sostanze dopanti ma è rimasta fregata per scarsa conoscenza e preparazione nell'ambito dei medicinali permessi. Per quanto riguarda la immediata sostituzione con un altra timoniera (!) questo peggiora ancora le cose: o ritiri il 470 femminile o mandi eventualmente l'equipaggio completo secondo nelle selezioni. Vedo comunque che dai tempi di Gaibisso le cose non sono cambiate ......

Marco (non verificato)

Di fronte ad un CONI che agisce così dovrebbe essere una ragazza da sola a dare l'esempio e fare un gesto eclatante dicendo NO? perchè non fa qualche cosa la squadra intera? in fondo oggi è capitato a lei e domani potrebbe succedere ad altri... quello che mi chiedo è se venga fatta formazione, spiegando cosa si può e cosa no con esempi concreti, agli atleti o se vengano lasciati a loro stessi....qui mi pare molto chiaro che è una leggerezza di una ragazza che proprio non ci ha pensato, probabilmente ha fatto quello che aveva fatto molte volte...in fondo se è doping un crema, allora siamo tutti dopati.

SILVERIO (non verificato)

FORZA ROBERTA!!!!!!!! se entri in uno scarso, vuol dire che sull'altro bordo c'è il buono!!!!!!

Anonimo (non verificato)

condivido il "circo impazzito" così come l' "usa e getta" , purtroppo abbiamo l'ennesima dimostrazione di come FIV e CONI sappiano (maldestramente o meno...) porre le basi per la potenziale distruzione di tanti atleti. Abbiamo ragazzi pieni di talento che sono stati sfruttati ed abbandonati , è sempre successo in FIV così come in altre Federazioni sportive. Possibile che non si possa cambiare ?? Una volta per tutte ??

gianluigi prizzon (non verificato)

La questione dell'antidoping mi sembra si stia tramutando in un'arma a doppio taglio: il controllo in se stesso serve solo a testimoniare la presenza di una sostanza in un campione, di urina, sangue o di qualsiasi tipo. Di per se non certifica ne il dolo ne la volontá. Faccio una domanda: nei protocolli che vengono consegnati agli atleti, per ogni sostanza proibita, c'é anche l'elenco dei farmaci, specie quelli da banco, che contengono tali sostanze? Vero che la legge non ammette ignoranza, peró é anche vero che non obbliga a conoscere tutto lo scibile umano, e se io sono in Inghilterra (o Australia, o Sud America, o in qualsiasi lato del mondo, magari in vacanza) e mi faccio un taglio, puó capitare che compri un cicatrizzante qualsiasi in farmacia. L'antidoping fatto cosí mi sembra una caccia alle streghe da inquisizione, piú che una valutazione civile eseguita con un regolare processo

Gianfranco (non verificato)

Caro Fabio, sono d'accordo con chi ha sottolineato l'equilibrio con cui stai trattando il caso. Sono convinto che si sia trattato di un'imperdonabile leggerezza dell'atleta, imperdonabile perché conosco lo scrupolo dello staff medico nell'informare e nel raccomandare. Non mi meraviglia la fulminea decisione di sostituire la Caputo, ho l'impressione che si sia voluto chiudere il caso...prima che nascesse. Ma chi ha deciso lo ha fatto con la dovuta cognizione tecnica? Nella vela olimpica (e non) le selezioni e la successiva qualificazione avvengono " per equipaggio" e non per singolo atleta. Le stesse normative prevedono la "inscindibilità" dell'equipaggio sin dalla fase di selezione e questo è facilmente comprensibile anche ai non addetti ai lavori. Ora, pur comprendendo il legittimo diritto morale della prodiera, non si è forse presa una decisione, come si dice in toscana alla "sans facon"?

ASSURDO!!! (non verificato)

Massima vicinanza a Roberta, non ci voleva proprio. E un enorme in culo alla balena a tutta la nostra Nazionale. Permettetemi una considerazione. L'antidoping in questi ultimi anni sta mostrando enormi falle. Giusta la reperibilità degli atleti e giusto pure il controllo purchè questo non sia arbitrario. Purtroppo in diversi casi di presunta positività tale arbitrarietà si è ampiamente verificata. Non è giusto che un atleta già qualificato per le Olimpiadi venga sospeso da un momento all'altro senza che abbia la minima possibilità di difendersi. Roberta, Alex, buoni, campioni e meno campioni, tanti altri insomma. Sono convinto della buona fede di Roberta. Ma è anche vero che le traccie delle varie sostanze messe al bando rimane nel tempo. Se sei un atleta impegnato in una campagna olimpica dovresti sapere e se non sai, la tua federazione ti dovrebbe formare! Mi lascia infatti perplesso l'affermazione apparsa nel comunicato Fiv "Se davvero si tratta di una crema, l'atleta avrebbe potuto chiedere prima di usarla, ai medici della FIV. Difficile pensare che questi ultimi possano controllare minuto per minuto e per 24 ore gli atleti." NOOO! Semplicemente è mancata all'interno della squadra la formazione adeguata anche nella materia antidoping. Così si perdono gli atleti. Il lavarsene le mani della Federazione non è un bel segno!
Gentile lettore, precisiamo che la frase che lei attribuisce a un "comunicato FIV" è invece contenuta nell'articolo di Saily. Non credo che in federazione si lavino le mani su quanto accaduto. Sono certo che informazione e formazione su un tema così delicato siano state fatte, ma purtroppo nulla sostituisce per forza l'esperienza diretta: dopo il caso Caputo tutti guarderanno le etichette o chiameranno il medico FIV prima di assumere un farmaco. Quanto al sistema antidoping, le falle ci sono, i fallimenti anche (visto che spesso si scoprono i dopati dopo anni e gli si tolgono le medaglie, e assumendo che molti dopati riescano invece a farla del tutto franca), è una battaglia dura e come tale si combatte con armi pesanti. Faccio un paragone "forte", mi scuso sin da ora e non voglio urtare nessuno: per combattere certe malattie gravi si usa una terapia chimica (chemioterapia), che distrugge le cellule malate, ma fa anche moltissimi danni collaterali. La guerra dello sport alla piaga del doping ha un tipo di armi che fanno anche danni collaterali come il caso di Roberta Caputo.

Romano Less (non verificato)

"La guerra dello sport alla piaga del doping ha un tipo di armi che fanno anche danni collaterali come il caso di Roberta Caputo. " Caro Fabio, il termine danni collaterali evoca cruenti ricordi. Sono amareggiato come tutti, e mi dispiace per le brave ragazze sottoposte ad una prova più dura delle loro presunte colpe. Sia per l'esclusa che per la sostituta faccio i complimenti per l'aplomb dimostrato. Trovo singolare la rapidità di reazione del pachiderma, solitamente assai sonnacchioso. Il resto è frutto dei tempi, troppo circensi per essere decubertiani, gentlemen e puri. Verrebbe da pensare a una alternativa gladiatoria: doping libero e chi sopravvive vince. Scommetto che una tale prospettiva troverebbe infiniti adepti, con l'avallo dei loro stati. Mi resta poi oscuro il vantaggio che un timoniere potrebbe trarre da anabolizzanti o altri intrugli. Passi per un grinder della vecchia CA, ma sulle derive?

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