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Anno 2 Numero 28
15 giugno 2011
15 giugno 2011
La scuffia in mondovisione
L'uomo più potente della vela mondiale mette il casco in cerca di spettacolo per i media. Ma sotto al Golden Gate ci sono 25 nodi. E succede il finimondo, con una rovinosa scuffia. Che fa il giro del mondo in televisione. Le foto e il video
Sir Russell Coutts è l'uomo più potente della vela mondiale. Dall'oro olimpico con il Finn è passato alla Coppa America con il dream team di Peter Blake, diventando in pochi anni un pilastro insostituibile, un riferimento per la squadra, la barca, la Coppa, un'intera nazione. Poi ha tradito, certo: è passato armi (conoscenza) e bagagli alla corte di Ernesto Bertarelli, e con il sottofondo dei campanacci delle mucche svizzere si è portato via l'America's Cup. Non pago, ha continuato una carriera paragonabile agli imperatori romani: alla conquista del mondo. Primo kiwi a vincere la Coppa, primo non statunitense a difenderla, primo a guidare l'Europa sul trofeo simbolo della vela... Cosa mancava? Ma si, un altro alto triplo all'indietro, a capo delle truppe (foraggiatissime) a stelle e strisce di Larry Ellison, aspettando il momento giusto (la sentenza della Suprema Corte di New York) per piazzare il colpo definitivo, riportando in America l'omonimo trofeo. Lui l'aveva conquistato (a San Diego nel 1995), lui l'ha riportato in California e lui (o chi per lui) si prepara a difenderlo (a San Francisco nel 2013).
Ma anche le strade degli imperatori sono costellate di difficoltà e di imprevisti, come i pietroni delle vecchie vie consolari romane sui quali si impuntavano i carri delle legioni. Certo, nel 2011, nell'era dell'informazione globale e della grande rete, inciampare come ha fatto lui fa un rumore assordante. (...)
(...) LEGGI TUTTO L'ARTICOLO QUI
Sir Russell Coutts è l'uomo più potente della vela mondiale. Dall'oro olimpico con il Finn è passato alla Coppa America con il dream team di Peter Blake, diventando in pochi anni un pilastro insostituibile, un riferimento per la squadra, la barca, la Coppa, un'intera nazione. Poi ha tradito, certo: è passato armi (conoscenza) e bagagli alla corte di Ernesto Bertarelli, e con il sottofondo dei campanacci delle mucche svizzere si è portato via l'America's Cup. Non pago, ha continuato una carriera paragonabile agli imperatori romani: alla conquista del mondo. Primo kiwi a vincere la Coppa, primo non statunitense a difenderla, primo a guidare l'Europa sul trofeo simbolo della vela... Cosa mancava? Ma si, un altro alto triplo all'indietro, a capo delle truppe (foraggiatissime) a stelle e strisce di Larry Ellison, aspettando il momento giusto (la sentenza della Suprema Corte di New York) per piazzare il colpo definitivo, riportando in America l'omonimo trofeo. Lui l'aveva conquistato (a San Diego nel 1995), lui l'ha riportato in California e lui (o chi per lui) si prepara a difenderlo (a San Francisco nel 2013).
Ma anche le strade degli imperatori sono costellate di difficoltà e di imprevisti, come i pietroni delle vecchie vie consolari romane sui quali si impuntavano i carri delle legioni. Certo, nel 2011, nell'era dell'informazione globale e della grande rete, inciampare come ha fatto lui fa un rumore assordante. (...)
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