Storia | Regata > Vela Olimpica
02/12/2015 - 20:38
Le storie della vela
Le storie della vela
Ricordi Dee Smith?
Oggi è Paralimpico
Oggi è Paralimpico
Un campione degli anni ’80 e ’90, tre Coppa America, 2 giri del mondo, 8 Admirals Cup, 6 titoli mondiali conquistati. Popolarissimo in Italia. Gli hanno diagnosticato un cancro ai polmoni e 6 mesi di vita. Otto anni dopo, questa è la sua storia…
Nel 2007 Dee Smith, velista famoso, professionista delle regate, personaggio dello yachting, era a Valencia per l’America’s Cup. Una vita sulle barche a vela, dalla baia di San Francisco alle regate intorno al mondo. Un campione, ricercato, ben pagato, sempre disponibile e sorridente. Felice. Ma a Valencia, in quel 2007, Dee sta male e i medici gli diagnosticano in breve un tumore ai polmoni al quarto stadio, terminale. Pochi mesi di vita. Le sue condizioni si aggravano, non riesce a camminare perché il tumore gli attacca la spina dorsale, resta in Spagna finchè con l’aiuto della comunità velica riesce a tornare negli USA.
Qui inizia un lungo cammino con medicine sperimentali e lo staff medico di Ortopedia Oncologica dell’ospedale Jonh Hopkins. Dee vuole provarle tutte, non si arrende…
Sono passati 8 anni.
E oggi Dee Smith è in regata, a Melbourne, al Para Sailing World, il mondiale della vela paralimpica, in corsa per le Paralimpiadi di Rio 2016. Come è arrivato fin qui? E’ lui stesso a raccontarlo.
“Dopo 3 partecipazioni alla Coppa America, 8 all’Admiral’s Cup, due giri del mondo Whitbread e Volvo, 6 titoli mondiali vinti in carriera, la vela è stata la mia vita. Pensare di tornare in barca è stata una formidabile spinta nella lotta contro la malattia. E nel 2012 sono persino riuscito a vincere il titolo mondiale Mini Maxi! Poi però nel 2013 ho avuto un altro brutto stop: ero uscito in bici dalla base di Emirates Team New Zealand, dove lavoravo come consulente strategico. Un’auto mi ha preso in pieno, ho avuto un danno alla spina dorsale, già provata dal tumore. Nel 2014 sono stato dichiarato disabile.
“C’era poco da fare, dovevo accettarlo. Ma anche stavolta non ho perso la voglia di tornare in barca. Ho incontrato per la prima volta il direttore tecnico della vela olimpica USA, Grant Spanhake, chiedendogli se potevo essere utile come coach. La sua controproposta è stata disarmante: ci saresti più utile provando a vincere una medaglia alle Paralimpiadi!
“Scegliemmo la classe 2.4. Ho iniziato un programma di preparazione, ho applicato le mie esperienza, la mia storia, a questa nuova sfida. Ed eccomi qui. Il mio obiettivo è rappresentare il mio paese ai Giochi Paralimpici e possibilmente vincere una medaglia!”
Una vita dentro un’altra. Non si finisce mai di ricominciare. Questa è la storia di Dee Smith, testa pelata e pizzetto brizzolato, sopravvissuto a un tumore e reso disabile da un incidente stradale, ma sempre rinato grazie alla passione per il mare e la vela.
Ai Para Sailing Worlds di Melbourne, che si chiudono il 3 dicembre, Dee è al 6° posto con una ultima regata da disputare. Si lotta duramente, nessuno ti regala niente, anche se hai fatto 3 Coppa America e due giri del mondo. Ma la vera bellezza non è forse in questa continua bolina?
Nel 2007 Dee Smith, velista famoso, professionista delle regate, personaggio dello yachting, era a Valencia per l’America’s Cup. Una vita sulle barche a vela, dalla baia di San Francisco alle regate intorno al mondo. Un campione, ricercato, ben pagato, sempre disponibile e sorridente. Felice. Ma a Valencia, in quel 2007, Dee sta male e i medici gli diagnosticano in breve un tumore ai polmoni al quarto stadio, terminale. Pochi mesi di vita. Le sue condizioni si aggravano, non riesce a camminare perché il tumore gli attacca la spina dorsale, resta in Spagna finchè con l’aiuto della comunità velica riesce a tornare negli USA.
Qui inizia un lungo cammino con medicine sperimentali e lo staff medico di Ortopedia Oncologica dell’ospedale Jonh Hopkins. Dee vuole provarle tutte, non si arrende…
Sono passati 8 anni.
E oggi Dee Smith è in regata, a Melbourne, al Para Sailing World, il mondiale della vela paralimpica, in corsa per le Paralimpiadi di Rio 2016. Come è arrivato fin qui? E’ lui stesso a raccontarlo.
“Dopo 3 partecipazioni alla Coppa America, 8 all’Admiral’s Cup, due giri del mondo Whitbread e Volvo, 6 titoli mondiali vinti in carriera, la vela è stata la mia vita. Pensare di tornare in barca è stata una formidabile spinta nella lotta contro la malattia. E nel 2012 sono persino riuscito a vincere il titolo mondiale Mini Maxi! Poi però nel 2013 ho avuto un altro brutto stop: ero uscito in bici dalla base di Emirates Team New Zealand, dove lavoravo come consulente strategico. Un’auto mi ha preso in pieno, ho avuto un danno alla spina dorsale, già provata dal tumore. Nel 2014 sono stato dichiarato disabile.
“C’era poco da fare, dovevo accettarlo. Ma anche stavolta non ho perso la voglia di tornare in barca. Ho incontrato per la prima volta il direttore tecnico della vela olimpica USA, Grant Spanhake, chiedendogli se potevo essere utile come coach. La sua controproposta è stata disarmante: ci saresti più utile provando a vincere una medaglia alle Paralimpiadi!
“Scegliemmo la classe 2.4. Ho iniziato un programma di preparazione, ho applicato le mie esperienza, la mia storia, a questa nuova sfida. Ed eccomi qui. Il mio obiettivo è rappresentare il mio paese ai Giochi Paralimpici e possibilmente vincere una medaglia!”
Una vita dentro un’altra. Non si finisce mai di ricominciare. Questa è la storia di Dee Smith, testa pelata e pizzetto brizzolato, sopravvissuto a un tumore e reso disabile da un incidente stradale, ma sempre rinato grazie alla passione per il mare e la vela.
Ai Para Sailing Worlds di Melbourne, che si chiudono il 3 dicembre, Dee è al 6° posto con una ultima regata da disputare. Si lotta duramente, nessuno ti regala niente, anche se hai fatto 3 Coppa America e due giri del mondo. Ma la vera bellezza non è forse in questa continua bolina?
Paolo Maria Ciriani (non verificato)
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