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03/12/2010 - 22:01

La lunga storia della riforma che nessuno ha chiesto

Il Consiglio approva i principi (da 2 a 3 pagine...) del Nuovo Statuto. Che ora verrà scritto per il Consiglio del 16 dicembre. Quella che ne emerge è la FIV del futuro: governata da pochissimi

C'è un bel po' di enfasi nelle (scarne e circoscritte al sito FIV e a qualche Zona di buona volontà) comunicazioni riguardanti l'approvazione da parte del Consiglio Federale (svoltosi una settimana fa a Genova) dei principi per la revisione dello Statuto, opportunamente aggiornati. La novità più grossa è che, a due mesi dall'assemblea, e dopo due anni di insediamento, i principi sono passati da 2 a ben 3 pagine. Caspita.
 
A parte la retromarcia su alcuni elementi presenti nelle prime proposte (ne abbiamo già parlato), il via libera del Consiglio ha fatto tirare il fiato ai promotori della riforma, e questo giustifica forse l'enfasi di cui sopra. In Consiglio il confronto è stato sereno, l'approvazione dei vari punti è avvenuta a maggioranza, qualche mugugno in più è arrivato dal rappresentante della Marina Militare (il Comandante di Marivela Bruno Puzone) che faticato a digerire l'equiparazione dell'arma blu con gli altri Gruppi Sportivi Militari e la conseguente perdita del posto in Consiglio fin qui assicurato alla Marina.
 
Ora i prossimi passi sono: scrittura dello Statuto vero e proprio con indicazione delle parti da rinnovare, sua approvazione - ancora - da parte del consiglio che si riunirà il 16 dicembre (ultima riunione del 2010), e quindi definitivo "passaggio" della bozza di Nuovo Statuto alle Zone. Nella bozza finale dovranno essere evidenziate bene le frasi, gli articoli e le norme presenti attualmente, e quelle nuove che si chiede all'Assemblea di approvare. Le Zone riceveranno questo testo così importante sotto l'albero di Natale? E i Circoli, le società affiliate che all'Assemblea saranno chiamate a votare, lo troveranno nella calza della Befana?
 
Ci sarà tempo sufficiente per esaminare a fondo le norme del nuovo Statuto e soprattutto provare a studiare le conseguenze della sua attuazione? Difficile dirlo. Onestamente sembrerebbe di no. Ma in fondo una volta che il Consiglio il 16 dicembre avrà approvato il Nuovo Statuto nella sua interezza e nella sua formulazione articolo per articolo, quello che succederà è semplice: i vertici della Federazione dopo aver lavorato (con quale intensità, qualità e lungimiranza lo dirà il futuro) per licenziare questa riforma profonda, la porteranno all'Assemblea. E' la loro tesi di laurea, e le società affiliate riunite in Assemblea sono la commissione d'esame. Magari fosse così: significherebbe che la conoscenza della materia è scientifica, totale, proprio da parte di coloro che dovranno votarla, per promuoverla o bocciarla.
 
Quindi: chiunque voglia il bene della FIV ha come obiettivo, in questa fase, il raggiungimento della massima conoscenza, approfondita e consapevole, delle norme proposte dalla grande riforma dello Statuto federale. Giudicate voi, da quanto visto finora e anche da quanto si vedrà sotto Natale, chi - dentro e fuori la FIV - sta perseguendo questo obiettivo.
 
Concludo con due righe di commento (al quale invito tutti a partecipare): prima sul merito delle tre paginette e degli aggiornati Principi. E poi sul metodo, o se preferite sulla forma. Perché l'abito fa il monaco, eccome.
 
Sul merito, visto che si possono valutare solo tre pagine, sarò veloce. La sintesi della proposta di riforma statutaria è (dichiarata) il raggiungimento di un'organizzazione più agile, efficace ed economica. Un obiettivo che evidentemente parte dall’idea che la FIV attuale sia pesante, inefficace e costosa. Anche senza voler entrare – in questo momento - nel merito di queste convinzioni, a occhio la soluzione è radicale. Il Consiglio è ridotto a un terzo dell’attuale, il sistema elettorale rivoltato come un calzino e i Settori asciugati dagli attuali 7 a soli 2 con funzione di contenitori.
 
La cura dimagrante è fin troppo evidente, come dopo una dieta eccessiva, il paziente è sfigurato. Non altrettanto sicuro l’effetto-risparmio. Dai 2 Settori balzeranno fuori necessariamente (riemergeranno dalle loro stesse ceneri) i Gruppi di lavoro che si affiancheranno alle Commissioni permanenti che sono confermate. Alla fine il risparmio economico sarà tutto da vedere. Ma su questo diamo per scontata la buona volontà: in fondo nessuno cerca scientemente di spendere di più, risparmiare fa sempre comodo, e la dimostrazione più lampante è che la FIV si è salvata dal disastro delle forti spese per l’Olimpiade cinese combinate con la crisi economica grazie ai fondi accantonati in anni di gestione prudente e oculata.
 
Sui 70 anni e i due mandati confermo la mia idea: è una forma di autolesionismo formalizzare con una norma l’impossibilità a ricorrere ai servizi di dirigenti illuminati, esperti, disponibili ed esperti, solo perché hanno 73 o 80 anni. Tanto più se fosse davvero realizzato l’altro obiettivo dichiarato della riforma, la fine del voto di scambio. Lasciare la libertà agli affiliati di scegliersi i dirigenti migliori senza vincoli demagogici credo sia più serio e persino moderno.
 
Ma qui sta il punto. La modernità. Questa riforma, tanto voluta e inseguita dal vertice quanto non richiesta e sentita dalla base, ha tutta l’aria di portarci a un balzo all’indietro di parecchi anni. A un governo di pochi (poche persone e pochi circoli), forse con cicli più brevi e una età media minore: ma sempre pochi, e con un gap di rappresentatività della periferia pesantissimo. Con la messa a margine dei processi decisionali non solo dei soliti poveri presidenti di Zona (il contentino delle tre convocazioni in Consiglio non soddisfa nessuno) che restano in trincea continuando a contare poco; ma anche di tanti consiglieri o ex consiglieri, dirigenti esperti di varie materie e con varie professionalità utili alla FIV. Tutti fuori dal giro, perché la Nuovissima FIV dovrà essere agile, efficace ed economica. E con l’illusione “aziendalistica” che la notevole mole di lavoro “sporco”, di carte, contatti, relazioni, decisioni e attuazioni, fin qui svolto dai consiglieri con sacrifici e impegno personale, possa essere assunto da una nuova generazione di funzionari e dipendenti degli uffici federali. Tutto un po’ asettico e distante. Vedremo come sarà tradotto in articoli del nuovo Statuto.
 
Resta l’ultima considerazione sulla forma. Con tanto tempo e occasioni a disposizione, le due paginette sono diventate tre e sono state approvate dal Consiglio a fine novembre, diventeranno bozza di Statuto a dicembre per essere approvate come tali dal Consiglio il 16, quando il tutto deve andare all’Assemblea di marzo 2011. Deve essere proprio vero che l’attuale FIV è pesante, inefficace e costosa, se in 24 mesi una riforma così voluta e affrontata con tanta volontà si è ridotta a queste poche righe, generiche fino all’inverosimile. Per non parlare, davvero mi astengo, della comunicazione ZERO sul tema così scottante. Del resto dopo la riforma pochissimi decideranno e gestiranno tutto. Diciamo che ci siamo portati avanti col programma.
 
Mi sono accorto di aver scritto ben oltre il voluto, ma dopo aver letto gli articoli uno sull’altro nello Statuto, se ci sarà ancora qualche possibilità di parlarne, provare a elaborare scenari futuri, e proporre emendamenti, spero che tutti coloro – dirigenti vecchi e nuovi – che hanno a cuore le sorti della FIV e che non partono da pregiudizi negativi nei suoi confronti, facciano serenamente la propria parte. Con ottimismo.

Commenti

Anonimo (non verificato)

daccordissimo! ci sono troppe contraddizioni nella "nuova" fiv che vive di yacht club...

salvavita (non verificato)

E' una riforma "epocale"! Gli aventi diritto al voto (Circoli) devono essere pienamente informati. Ho qualche dubbio che queste norme contrastino "il mercato delle vacche" anzi ..... La suddivisione delle macro aree poteva essere fatta meglio. Spero che il 16/12 il Consiglio Federale possa apportare qualche modifica migliorativa e/o i necessari utili chiarimenti sulle procedure conseguenti alle modifiche statutarie in approvazione.

Anonimo (non verificato)

Questo nuovo Statuto, un vero aborto sul piano della democrazia e della rappresentatività, nasce unicamente per mantenere almeno una delle tante promesse fatte nella hall di un albergo genovese. Sorprende che alcune persone rispettabili ci abbiano messo la faccia.

speedy (non verificato)

Si poteva (doveva) fare di meglio ! La cosiddetta riforma è più simile a quella del "tubero". I Circoli affiliati non sono ne sordi ne ciechi sapranno respingere le assurde proposte avanzate. Dimostreranno la loro lucidità al momento del voto. E' in atto la caccia alle streghe ? Bohh!

Anonimo (non verificato)

Le regole vogliono che ci sia un'età minima e non una massima per una carica elettiva. Qualunque 71enne che facesse ricorso al Tar avrebbe buone possibilità di spuntarla. E inoltre negli USA il presidente può essere eletto per non più di due mandati consecutivi, mentre i senatori (Ted Kennedy docet) rimangono anche una vita intera. Se questo limite ha senso per il presidente, certamente toglie spazio a persone che potrebbero continuare a essere validi consiglieri. Depauperare poi la presenza di tutte le zone in Consiglio significa dare via libera alle quattro-cinque regioni potenti che faranno sempre il bello e il brutto tempo. Così va il federalismo in Italia!

Alessandro Turchetto (non verificato)

Non mi pare malvagia! Il criterio meno persone dietro le scrivanie, più velisti in mare mi pare un corollario dell'antico suggerimento dell'amm. Agostino Strulino "Arma e Vai!" Il criterio dei 70 anni non è però sostenibile, nè concettualmente nè legalmente: hanno ragione coloro che sono intervenuti precedentemente. Però, anche in questo caso, l'idea non è sbagliata, ha solo bisogno di un essere affinata: vediamo come. Il puro dato anagrafico non dovrebbe fare testo: meglio restringere il campo in maniera velicamente meritocratica, onde evitare che, come per esempio accade ora ed ancor peggio nel precedente Consiglio Federale, vi sono troppi ammiragli che ... non sono mai stati marinai oppure lo sono stati talmente tanto tempo orsono che si sono dimenticati tutto. Le cariche dovrebbero quindi essere riservate a chi ha partecipato a regate di livello negli ultimi quindici, forse venti anni! Per regate di livello, intendo quelle delle Classi Olimpiche, ritenendo per esempio idonei tutti coloro che si siano classificati nel primo 75 % al CICO, oppure nelle altre classi in cui vengono assegnati i titoli di Campione d'Italia - escludendo quelle minori dove il titolo rimane quello di campione di classe - limitando la qualifica ai soli timonieri (quelli che stanno in fila lungo le battagliole, non è detto siano velisti così esperti ... ) classificati nel primo 50 % . Conosco per esempio ex Consiglieri che non sapevano neppure le procedure di partenza ed importantissimi Ufficiali di Regata che non hanno mai regatato! E' così importante averlo fatto? Un dirigente deve essere stato un atleta? Forse no, ma con i criteri che ho indicato è sufficiente essere stati effettivamente parte dello sport della vela ed anche tra queste persone ci sarebbero tantissime persone dirigenzialmente validissime, oltre che inserite nell'ambiente. Sarebbe anche un modo per premiare delle carriere di veri sportivi, sebbene non campioni, per dare una possibilità a chi non può dedicare troppo tempo a campagne elettorali furibonde semplicemente perchè desidera ancora stare in mare e regatare e, tra l'altro per rilanciare i Campionati che, a quel punto, diventerebbero anche una sorta di pre - selezione dei dirigenti del futuro. Ultimissima - non farà certamente parte dello statuto - in tema di riforme il CICO avrebbe bisogno di qualcosa di ben più profondo di qualche ritocco, riportando i partecipanti alla centralità dell'evento, praticamente il contrario di quello che è accaduto a Formia ed in parecchie altre edizioni ...

Anonimo (non verificato)

anch'io credo che la riforma vada nella direzione giusta, ed allo stesso tempo ritengo che alcune sue parti siano migliorabili, come quella dell' età , certo avere 75 anni oggi non significa per forza essere bolliti quello che si deve evitare sono le rendite di posizione cioè occupare la stessa poltrona per troppi anni costituendo di fatto un regno che chiude al porta ad ogni successione se non per morte la quale quando sopraggiunge trova il vuoto e costringe a ricominciare da capo senza alcun passaggio di consegne perdendo tutta l'esperienza accumulata nel tempo. quindi bene il limite di mandati che costringe a formare una classe dirigente. La vera domanda che dobbiamo porci è chi forma i dirigenti? quali sono le caratteristiche per esserlo dove si vanno a cercare. Oggi è tutto casuale non ci sono corsi ne aggiornamwenti nulla basta candidarsi ed ipso facto si viene eletti senza alcuna conoscanza ne preparazione se non quella che si assume nel tempo e quindi si torna al problema iniziale serve tempo per prepararsi quindi il limite di mandati sembra andare contro la preparazione dei consiglieri Siamo al gatto che si morde la coda in questo circolo vizioso non vi è uscita a voi le soluzioni a me gira la testa
Bravi! Forza! Il livello del dibattito si sta alzando, e questa è una prova provata di quanto ha sbagliato la FIV a non coinvolgere la base nel processo di preparazione della riforma, prima di tutto attraverso una bella, serena e trasparentissima comunicazione a tutti. Siamo nella settimana che porterà al Consiglio che dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) vedere, leggere e approvare (o meno) la bozza di vero e proprio Statuto, ed è interessante che il livello del dibattito si innalzi. Non è vero che la materia non interessa. E sta emergendo il tema-chiave della preparazione e della formazione di una classe dirigente sportiva: vi assicuro che è uno dei punti centrali di tutto lo sport italiano e dello stesso CONI. E la Vela, e per essa la FIV - Federazione Italiana Vela - a mio parere è sempre stata (pur nel suo piccolo e nelle sue specificità) un punto di riferimento culturalmente e sportivamente avanzato rispetto al movimento sportivo. Se tutto questo è stato possibile, se siamo cresciuti tutti e in tutti i settori, se siamo stati in grado di seguire le evoluzioni storiche e tecnologiche senza stravolgerci o perderci per strada, se i tesserati sono sempre aumentati e con essi le società affiliate e persino i risultati sportivi... se tutto questo è accaduto, probabilmente un po' di merito va anche alle carte fondamentali dell'ordinamento federale, in particolare quello Statuto oggi vigente nato a metà degli anni Settanta. Allora, piano piano, sommessamente, vogliamo porci una semplice domanda: E' Proprio Necessario Cambiare Lo Statuto FIV? Non sarà che potremmo evitare di farci girare la testa (come l'ultimo amico ha scritto) e dedicarci tutti a costruire qualcosa che spinga la vela ancora più avanti? Continuiamo così: riflettori accesi e dibattito aperto. Ciao a tutti