Il Consiglio approva i principi (da 2 a 3 pagine...) del Nuovo Statuto. Che ora verrà scritto per il Consiglio del 16 dicembre. Quella che ne emerge è la FIV del futuro: governata da pochissimi
C'è un bel po' di enfasi nelle (scarne e circoscritte al sito FIV e a qualche Zona di buona volontà) comunicazioni riguardanti l'approvazione da parte del Consiglio Federale (svoltosi una settimana fa a Genova) dei principi per la revisione dello Statuto, opportunamente aggiornati. La novità più grossa è che, a due mesi dall'assemblea, e dopo due anni di insediamento, i principi sono passati da 2 a ben 3 pagine. Caspita.
A parte la retromarcia su alcuni elementi presenti nelle prime proposte (ne abbiamo già parlato), il via libera del Consiglio ha fatto tirare il fiato ai promotori della riforma, e questo giustifica forse l'enfasi di cui sopra. In Consiglio il confronto è stato sereno, l'approvazione dei vari punti è avvenuta a maggioranza, qualche mugugno in più è arrivato dal rappresentante della Marina Militare (il Comandante di Marivela Bruno Puzone) che faticato a digerire l'equiparazione dell'arma blu con gli altri Gruppi Sportivi Militari e la conseguente perdita del posto in Consiglio fin qui assicurato alla Marina.
Ora i prossimi passi sono: scrittura dello Statuto vero e proprio con indicazione delle parti da rinnovare, sua approvazione - ancora - da parte del consiglio che si riunirà il 16 dicembre (ultima riunione del 2010), e quindi definitivo "passaggio" della bozza di Nuovo Statuto alle Zone. Nella bozza finale dovranno essere evidenziate bene le frasi, gli articoli e le norme presenti attualmente, e quelle nuove che si chiede all'Assemblea di approvare. Le Zone riceveranno questo testo così importante sotto l'albero di Natale? E i Circoli, le società affiliate che all'Assemblea saranno chiamate a votare, lo troveranno nella calza della Befana?
Ci sarà tempo sufficiente per esaminare a fondo le norme del nuovo Statuto e soprattutto provare a studiare le conseguenze della sua attuazione? Difficile dirlo. Onestamente sembrerebbe di no. Ma in fondo una volta che il Consiglio il 16 dicembre avrà approvato il Nuovo Statuto nella sua interezza e nella sua formulazione articolo per articolo, quello che succederà è semplice: i vertici della Federazione dopo aver lavorato (con quale intensità, qualità e lungimiranza lo dirà il futuro) per licenziare questa riforma profonda, la porteranno all'Assemblea. E' la loro tesi di laurea, e le società affiliate riunite in Assemblea sono la commissione d'esame. Magari fosse così: significherebbe che la conoscenza della materia è scientifica, totale, proprio da parte di coloro che dovranno votarla, per promuoverla o bocciarla.
Quindi: chiunque voglia il bene della FIV ha come obiettivo, in questa fase, il raggiungimento della massima conoscenza, approfondita e consapevole, delle norme proposte dalla grande riforma dello Statuto federale. Giudicate voi, da quanto visto finora e anche da quanto si vedrà sotto Natale, chi - dentro e fuori la FIV - sta perseguendo questo obiettivo.
Concludo con due righe di commento (al quale invito tutti a partecipare): prima sul merito delle tre paginette e degli aggiornati Principi. E poi sul metodo, o se preferite sulla forma. Perché l'abito fa il monaco, eccome.
Sul merito, visto che si possono valutare solo tre pagine, sarò veloce. La sintesi della proposta di riforma statutaria è (dichiarata) il raggiungimento di un'organizzazione più agile, efficace ed economica. Un obiettivo che evidentemente parte dall’idea che la FIV attuale sia pesante, inefficace e costosa. Anche senza voler entrare – in questo momento - nel merito di queste convinzioni, a occhio la soluzione è radicale. Il Consiglio è ridotto a un terzo dell’attuale, il sistema elettorale rivoltato come un calzino e i Settori asciugati dagli attuali 7 a soli 2 con funzione di contenitori.
La cura dimagrante è fin troppo evidente, come dopo una dieta eccessiva, il paziente è sfigurato. Non altrettanto sicuro l’effetto-risparmio. Dai 2 Settori balzeranno fuori necessariamente (riemergeranno dalle loro stesse ceneri) i Gruppi di lavoro che si affiancheranno alle Commissioni permanenti che sono confermate. Alla fine il risparmio economico sarà tutto da vedere. Ma su questo diamo per scontata la buona volontà: in fondo nessuno cerca scientemente di spendere di più, risparmiare fa sempre comodo, e la dimostrazione più lampante è che la FIV si è salvata dal disastro delle forti spese per l’Olimpiade cinese combinate con la crisi economica grazie ai fondi accantonati in anni di gestione prudente e oculata.
Sui 70 anni e i due mandati confermo la mia idea: è una forma di autolesionismo formalizzare con una norma l’impossibilità a ricorrere ai servizi di dirigenti illuminati, esperti, disponibili ed esperti, solo perché hanno 73 o 80 anni. Tanto più se fosse davvero realizzato l’altro obiettivo dichiarato della riforma, la fine del voto di scambio. Lasciare la libertà agli affiliati di scegliersi i dirigenti migliori senza vincoli demagogici credo sia più serio e persino moderno.
Ma qui sta il punto. La modernità. Questa riforma, tanto voluta e inseguita dal vertice quanto non richiesta e sentita dalla base, ha tutta l’aria di portarci a un balzo all’indietro di parecchi anni. A un governo di pochi (poche persone e pochi circoli), forse con cicli più brevi e una età media minore: ma sempre pochi, e con un gap di rappresentatività della periferia pesantissimo. Con la messa a margine dei processi decisionali non solo dei soliti poveri presidenti di Zona (il contentino delle tre convocazioni in Consiglio non soddisfa nessuno) che restano in trincea continuando a contare poco; ma anche di tanti consiglieri o ex consiglieri, dirigenti esperti di varie materie e con varie professionalità utili alla FIV. Tutti fuori dal giro, perché la Nuovissima FIV dovrà essere agile, efficace ed economica. E con l’illusione “aziendalistica” che la notevole mole di lavoro “sporco”, di carte, contatti, relazioni, decisioni e attuazioni, fin qui svolto dai consiglieri con sacrifici e impegno personale, possa essere assunto da una nuova generazione di funzionari e dipendenti degli uffici federali. Tutto un po’ asettico e distante. Vedremo come sarà tradotto in articoli del nuovo Statuto.
Resta l’ultima considerazione sulla forma. Con tanto tempo e occasioni a disposizione, le due paginette sono diventate tre e sono state approvate dal Consiglio a fine novembre, diventeranno bozza di Statuto a dicembre per essere approvate come tali dal Consiglio il 16, quando il tutto deve andare all’Assemblea di marzo 2011. Deve essere proprio vero che l’attuale FIV è pesante, inefficace e costosa, se in 24 mesi una riforma così voluta e affrontata con tanta volontà si è ridotta a queste poche righe, generiche fino all’inverosimile. Per non parlare, davvero mi astengo, della comunicazione ZERO sul tema così scottante. Del resto dopo la riforma pochissimi decideranno e gestiranno tutto. Diciamo che ci siamo portati avanti col programma.
Mi sono accorto di aver scritto ben oltre il voluto, ma dopo aver letto gli articoli uno sull’altro nello Statuto, se ci sarà ancora qualche possibilità di parlarne, provare a elaborare scenari futuri, e proporre emendamenti, spero che tutti coloro – dirigenti vecchi e nuovi – che hanno a cuore le sorti della FIV e che non partono da pregiudizi negativi nei suoi confronti, facciano serenamente la propria parte. Con ottimismo.
C'è un bel po' di enfasi nelle (scarne e circoscritte al sito FIV e a qualche Zona di buona volontà) comunicazioni riguardanti l'approvazione da parte del Consiglio Federale (svoltosi una settimana fa a Genova) dei principi per la revisione dello Statuto, opportunamente aggiornati. La novità più grossa è che, a due mesi dall'assemblea, e dopo due anni di insediamento, i principi sono passati da 2 a ben 3 pagine. Caspita.
A parte la retromarcia su alcuni elementi presenti nelle prime proposte (ne abbiamo già parlato), il via libera del Consiglio ha fatto tirare il fiato ai promotori della riforma, e questo giustifica forse l'enfasi di cui sopra. In Consiglio il confronto è stato sereno, l'approvazione dei vari punti è avvenuta a maggioranza, qualche mugugno in più è arrivato dal rappresentante della Marina Militare (il Comandante di Marivela Bruno Puzone) che faticato a digerire l'equiparazione dell'arma blu con gli altri Gruppi Sportivi Militari e la conseguente perdita del posto in Consiglio fin qui assicurato alla Marina.
Ora i prossimi passi sono: scrittura dello Statuto vero e proprio con indicazione delle parti da rinnovare, sua approvazione - ancora - da parte del consiglio che si riunirà il 16 dicembre (ultima riunione del 2010), e quindi definitivo "passaggio" della bozza di Nuovo Statuto alle Zone. Nella bozza finale dovranno essere evidenziate bene le frasi, gli articoli e le norme presenti attualmente, e quelle nuove che si chiede all'Assemblea di approvare. Le Zone riceveranno questo testo così importante sotto l'albero di Natale? E i Circoli, le società affiliate che all'Assemblea saranno chiamate a votare, lo troveranno nella calza della Befana?
Ci sarà tempo sufficiente per esaminare a fondo le norme del nuovo Statuto e soprattutto provare a studiare le conseguenze della sua attuazione? Difficile dirlo. Onestamente sembrerebbe di no. Ma in fondo una volta che il Consiglio il 16 dicembre avrà approvato il Nuovo Statuto nella sua interezza e nella sua formulazione articolo per articolo, quello che succederà è semplice: i vertici della Federazione dopo aver lavorato (con quale intensità, qualità e lungimiranza lo dirà il futuro) per licenziare questa riforma profonda, la porteranno all'Assemblea. E' la loro tesi di laurea, e le società affiliate riunite in Assemblea sono la commissione d'esame. Magari fosse così: significherebbe che la conoscenza della materia è scientifica, totale, proprio da parte di coloro che dovranno votarla, per promuoverla o bocciarla.
Quindi: chiunque voglia il bene della FIV ha come obiettivo, in questa fase, il raggiungimento della massima conoscenza, approfondita e consapevole, delle norme proposte dalla grande riforma dello Statuto federale. Giudicate voi, da quanto visto finora e anche da quanto si vedrà sotto Natale, chi - dentro e fuori la FIV - sta perseguendo questo obiettivo.
Concludo con due righe di commento (al quale invito tutti a partecipare): prima sul merito delle tre paginette e degli aggiornati Principi. E poi sul metodo, o se preferite sulla forma. Perché l'abito fa il monaco, eccome.
Sul merito, visto che si possono valutare solo tre pagine, sarò veloce. La sintesi della proposta di riforma statutaria è (dichiarata) il raggiungimento di un'organizzazione più agile, efficace ed economica. Un obiettivo che evidentemente parte dall’idea che la FIV attuale sia pesante, inefficace e costosa. Anche senza voler entrare – in questo momento - nel merito di queste convinzioni, a occhio la soluzione è radicale. Il Consiglio è ridotto a un terzo dell’attuale, il sistema elettorale rivoltato come un calzino e i Settori asciugati dagli attuali 7 a soli 2 con funzione di contenitori.
La cura dimagrante è fin troppo evidente, come dopo una dieta eccessiva, il paziente è sfigurato. Non altrettanto sicuro l’effetto-risparmio. Dai 2 Settori balzeranno fuori necessariamente (riemergeranno dalle loro stesse ceneri) i Gruppi di lavoro che si affiancheranno alle Commissioni permanenti che sono confermate. Alla fine il risparmio economico sarà tutto da vedere. Ma su questo diamo per scontata la buona volontà: in fondo nessuno cerca scientemente di spendere di più, risparmiare fa sempre comodo, e la dimostrazione più lampante è che la FIV si è salvata dal disastro delle forti spese per l’Olimpiade cinese combinate con la crisi economica grazie ai fondi accantonati in anni di gestione prudente e oculata.
Sui 70 anni e i due mandati confermo la mia idea: è una forma di autolesionismo formalizzare con una norma l’impossibilità a ricorrere ai servizi di dirigenti illuminati, esperti, disponibili ed esperti, solo perché hanno 73 o 80 anni. Tanto più se fosse davvero realizzato l’altro obiettivo dichiarato della riforma, la fine del voto di scambio. Lasciare la libertà agli affiliati di scegliersi i dirigenti migliori senza vincoli demagogici credo sia più serio e persino moderno.
Ma qui sta il punto. La modernità. Questa riforma, tanto voluta e inseguita dal vertice quanto non richiesta e sentita dalla base, ha tutta l’aria di portarci a un balzo all’indietro di parecchi anni. A un governo di pochi (poche persone e pochi circoli), forse con cicli più brevi e una età media minore: ma sempre pochi, e con un gap di rappresentatività della periferia pesantissimo. Con la messa a margine dei processi decisionali non solo dei soliti poveri presidenti di Zona (il contentino delle tre convocazioni in Consiglio non soddisfa nessuno) che restano in trincea continuando a contare poco; ma anche di tanti consiglieri o ex consiglieri, dirigenti esperti di varie materie e con varie professionalità utili alla FIV. Tutti fuori dal giro, perché la Nuovissima FIV dovrà essere agile, efficace ed economica. E con l’illusione “aziendalistica” che la notevole mole di lavoro “sporco”, di carte, contatti, relazioni, decisioni e attuazioni, fin qui svolto dai consiglieri con sacrifici e impegno personale, possa essere assunto da una nuova generazione di funzionari e dipendenti degli uffici federali. Tutto un po’ asettico e distante. Vedremo come sarà tradotto in articoli del nuovo Statuto.
Resta l’ultima considerazione sulla forma. Con tanto tempo e occasioni a disposizione, le due paginette sono diventate tre e sono state approvate dal Consiglio a fine novembre, diventeranno bozza di Statuto a dicembre per essere approvate come tali dal Consiglio il 16, quando il tutto deve andare all’Assemblea di marzo 2011. Deve essere proprio vero che l’attuale FIV è pesante, inefficace e costosa, se in 24 mesi una riforma così voluta e affrontata con tanta volontà si è ridotta a queste poche righe, generiche fino all’inverosimile. Per non parlare, davvero mi astengo, della comunicazione ZERO sul tema così scottante. Del resto dopo la riforma pochissimi decideranno e gestiranno tutto. Diciamo che ci siamo portati avanti col programma.
Mi sono accorto di aver scritto ben oltre il voluto, ma dopo aver letto gli articoli uno sull’altro nello Statuto, se ci sarà ancora qualche possibilità di parlarne, provare a elaborare scenari futuri, e proporre emendamenti, spero che tutti coloro – dirigenti vecchi e nuovi – che hanno a cuore le sorti della FIV e che non partono da pregiudizi negativi nei suoi confronti, facciano serenamente la propria parte. Con ottimismo.
Anonimo (non verificato)
salvavita (non verificato)
Anonimo (non verificato)
speedy (non verificato)
Anonimo (non verificato)
Alessandro Turchetto (non verificato)
Anonimo (non verificato)
fcolivicchi