La sola velocità è sufficiente per farci sognare ? Se la coppa di Frisco era irreale (sogno) nella realtà, Bermuda rischia di essere finzione nella finzione (Truman Show) dagli sfondi caraibici.
A poco più di un anno dall'inizio della fase finale della prossima Coppa America cerchiamo di capire se questa edizione sarà ancora in grado di alimentare il nostro immaginario:
La nuova Coppa America ha ucciso il sogno ? Le nuove barche che al primo colpo d'occhio faremo probabilmente fatica a distinguere da quelle di altri circuiti, fanno vacillare il già instabile fascino della Coppa America.
L'ultima Coppa America a San Francisco certamente criticabile per molti motivi, manteneva viva la capacità di farci sognare semplicemente perché le barche erano uniche, anzi il progetto stesso degli AC72 con il foiling è andato oltre quanto si era immaginato fosse realizzabile, la realtà a San Francisco era andata oltre l'immaginazione, era entrata nel sogno.
C'è una frase straordinaria che descrive egregiamente questa sensazione ''Andare a Vela non è forse sentirsi parte di qualcosa di più grande ?''. Questa domanda incarna perfettamente questo sogno che ha sempre rappresentato la Coppa America, quel 'qualcosa in più' che non riusciamo a spiegare ma che ci fa sognare, ci fa sentire parte di qualcosa di più grande.
Le ultime edizioni della coppa corse sui multiscafi ci hanno regalato immagini e momenti con un fascino incredibile che sono tutt'ora sospesi tra la realtà e l'immaginazione, pensiamo ad esempio al Catamarano di Alinghi che sorvola le Alpi appeso ad un elicottero o al video del AC72 di Oracle che naviga con l'isola di Alcatraz sullo sfondo che viene riproposto e condiviso periodicamente sui social, un video del 2013 che sembra ormai fuori dal tempo e che sopprimendo la distanza tra realtà ed immaginazione è ormai diventato cinema allo stato puro. https://www.facebook.com/kmaataoui/videos/10155484925870386/
E' il sogno come materia creativa, metaforica, trasformativa che crea un legame tra la realtà ed il nostro desiderio permettendoci di accedere alla realtà trasformandola con una spinta creativa. Che cosa è la vela se non una continua alimentazione di questa spinta creativa ? Ed è proprio per questo che andare a Vela è 'sentirsi parte di qualcosa di più grande'.
Se la coppa di Frisco era irreale (sogno) nella realtà, Bermuda rischia di essere finzione nella finzione (Truman Show) dagli sfondi caraibici. Ed ecco che ci appare altrettanto coerente la scelta di Luna Rossa di non esserci: dopotutto il sogno non è lo stesso motore che alimenta il mondo della moda risvegliando la stessa creatività ? Nella Americas Cup come nella moda c'è quel surplus, quel qualcosa di più, che non sappiamo cosa sia, ma che che ci fa sognare.
Ci domandiamo se le barche più piccole, quasi dei monotipi, non rischino di farci perdere quell'unicità, quel surplus, ci domandiamo se queste barche uguali e veloci riusciranno ancora a farci sognare, rischia di sparire il 'motore dell'immaginazione' che come il vento funziona da propulsione per il mondo della Vela.
Se l'ultima coppa è stata creazione, la prossima rischia di essere monoliticamente conformata alle leggi di una controllata innovazione. Si può parlare di innovazione per poi limitare i progetti fino a creare dei quasi monotipi che puntano tutto sulla velocità ?
Ma quale deve essere la coppa America ? Quale sogno dovrebbe alimentare ?Il sogno di chi ? Quello delle nuove generazioni che chiede sempre di più una soddisfazione immediata o quello magari più complicato di altre generazioni ma in grado di far sognare in tanti modi differenti ? Noi nostalgici e neo nostalgici italiani probabilmente siamo in questo momento i meno adatti a comprendere, questa coppa di sicuro non è fatta per noi, ma possiamo continuare ad osservare, interrogarci e provare a farci sorprendere. La velocità da sola potrebbe non bastare, ma la speranza rimane quella di essere attratti nel sogno, magari con la scusa della velocità e poi all'improvviso svegliarsi sentendosi parte di qualcosa di più grande.
A poco più di un anno dall'inizio della fase finale della prossima Coppa America cerchiamo di capire se questa edizione sarà ancora in grado di alimentare il nostro immaginario:
La nuova Coppa America ha ucciso il sogno ? Le nuove barche che al primo colpo d'occhio faremo probabilmente fatica a distinguere da quelle di altri circuiti, fanno vacillare il già instabile fascino della Coppa America.
L'ultima Coppa America a San Francisco certamente criticabile per molti motivi, manteneva viva la capacità di farci sognare semplicemente perché le barche erano uniche, anzi il progetto stesso degli AC72 con il foiling è andato oltre quanto si era immaginato fosse realizzabile, la realtà a San Francisco era andata oltre l'immaginazione, era entrata nel sogno.
C'è una frase straordinaria che descrive egregiamente questa sensazione ''Andare a Vela non è forse sentirsi parte di qualcosa di più grande ?''. Questa domanda incarna perfettamente questo sogno che ha sempre rappresentato la Coppa America, quel 'qualcosa in più' che non riusciamo a spiegare ma che ci fa sognare, ci fa sentire parte di qualcosa di più grande.
Le ultime edizioni della coppa corse sui multiscafi ci hanno regalato immagini e momenti con un fascino incredibile che sono tutt'ora sospesi tra la realtà e l'immaginazione, pensiamo ad esempio al Catamarano di Alinghi che sorvola le Alpi appeso ad un elicottero o al video del AC72 di Oracle che naviga con l'isola di Alcatraz sullo sfondo che viene riproposto e condiviso periodicamente sui social, un video del 2013 che sembra ormai fuori dal tempo e che sopprimendo la distanza tra realtà ed immaginazione è ormai diventato cinema allo stato puro. https://www.facebook.com/kmaataoui/videos/10155484925870386/
E' il sogno come materia creativa, metaforica, trasformativa che crea un legame tra la realtà ed il nostro desiderio permettendoci di accedere alla realtà trasformandola con una spinta creativa. Che cosa è la vela se non una continua alimentazione di questa spinta creativa ? Ed è proprio per questo che andare a Vela è 'sentirsi parte di qualcosa di più grande'.
Se la coppa di Frisco era irreale (sogno) nella realtà, Bermuda rischia di essere finzione nella finzione (Truman Show) dagli sfondi caraibici. Ed ecco che ci appare altrettanto coerente la scelta di Luna Rossa di non esserci: dopotutto il sogno non è lo stesso motore che alimenta il mondo della moda risvegliando la stessa creatività ? Nella Americas Cup come nella moda c'è quel surplus, quel qualcosa di più, che non sappiamo cosa sia, ma che che ci fa sognare.
Ci domandiamo se le barche più piccole, quasi dei monotipi, non rischino di farci perdere quell'unicità, quel surplus, ci domandiamo se queste barche uguali e veloci riusciranno ancora a farci sognare, rischia di sparire il 'motore dell'immaginazione' che come il vento funziona da propulsione per il mondo della Vela.
Se l'ultima coppa è stata creazione, la prossima rischia di essere monoliticamente conformata alle leggi di una controllata innovazione. Si può parlare di innovazione per poi limitare i progetti fino a creare dei quasi monotipi che puntano tutto sulla velocità ?
Ma quale deve essere la coppa America ? Quale sogno dovrebbe alimentare ?Il sogno di chi ? Quello delle nuove generazioni che chiede sempre di più una soddisfazione immediata o quello magari più complicato di altre generazioni ma in grado di far sognare in tanti modi differenti ? Noi nostalgici e neo nostalgici italiani probabilmente siamo in questo momento i meno adatti a comprendere, questa coppa di sicuro non è fatta per noi, ma possiamo continuare ad osservare, interrogarci e provare a farci sorprendere. La velocità da sola potrebbe non bastare, ma la speranza rimane quella di essere attratti nel sogno, magari con la scusa della velocità e poi all'improvviso svegliarsi sentendosi parte di qualcosa di più grande.
fcolivicchi
Paolo Recalcati (non verificato)
Tomas (non verificato)