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30/11/2015 - 15:51

Finn Gold Cup

Mondiale Finn,
l'Italia non c'è

In Nuova Zelanda il singolo olimpico pesante chiude la stagione preolimpica con un bel mondiale, tecnico e tirato, dove alle spalle del dominatore assoluto Giles Scott (GBR) si sono dati battaglia per il podio e la top-10. Gli azzurri non sono mai stati "dentro" a questo Mondiale. E sfuma anche la qualifica per Rio 2016, ormai appesa a un filo - VIDEO DAY 5-6


Azzurro notte: è stato il nostro titolo per la pagina del magazine che ha seguito la Finn Gold Cup neozelandese di fine anno. E Azzurro notte è rimasto: come una notte del Nord, di quelle che non finiscono mai. Cinque italiani che non sono mai entrati in gara, e hanno chiuso veramente troppo male, persino per essere veri. Guardate a questi numeri, il piazzzamento finale degli azzurri:

24 Giorgio Poggi (35-25-32-39-15-12-13-20-24-26)
29 Michele Paoletti (12-34-77-22-20-33-28-29-26-13)
39 Enrico Voltolini (48-8-36-46-27-34-33-31-27-30)
42 Filippo Baldassari (41-39-26-26-42-48-19-24-45-40)
44 Simone Ferrarese (37-51-40-57-21-42-37-42-44-29)

Il migliore risultato di giornata è l'ottavo della seconda prova fatto registrare da Enrico Voltolini. Per il resto, i risultati si commentano da soli. C'è bisogno di una seria riflessione e forse di una vera e propria rifondazione del Finn in Italia, perchè il passo indietro di questa Gold Cup arriva al culmine di una stagione tutta in caduta libera.

Lassù, dove il Finn è ancora quella gioiosa macchina da guerra fisica e tattica che costruisce o evidenzia grandi talenti della vela (una vela in qualche modo d'altri tempi, senza acrobazie e foiling, ma con schienate e bordi da scegliere con cura) la Gold Cup dell'Hauraki Gulf ha messo in evidenza un Giles Scott che come abbiamo già detto sembra proprio Ben Ainslie, perchè ha lo stesso modo di annichilire avversari e campionati, non lasciando scampo, e in più rispetto al baronetto che adesso si appresta a vincere la Coppa America, Giles (che peraltro di quella squadra fa già parte) ha dalla sua un fisico che sembra progettato per la classe Finn.

Ecco la sua striscia: 5-3-1-8-4-4-15-2-3-2-4...

Sul podio il francese Jonathan Lobert e lo sloveno Vasilj Zbogar.

QUALIFICA OLIMPICA, ITALIA APPESA AL FILO
I quattro posti di quaifica olimpica per nazione in palio a questo Monduale sono andati a: Grecia, Estonia, Olanda e Uruguay. L'Italia è proprio al 5° posto di questa graduatoria, con ilm 24° di Poggi, e la mancanza di regata nel sesto giorno per far posto alla Medal Race può aver contribuito al finale amaro. Ora per la qualifica c'è a disposizone solo un posto continentale, l'ultimo, in palio nel 2016. Ma soprattutto servirebbe qualche prestazione di livello, anche perchè l'idea di FIV e CONI è di non mandare alle Olimpiadi gli eventuali qualificati se non rientrano nei limiti tecnici da renderli almeno in corsa per la Medal Race.

VIDEO ULTIMO GIORNO, MEDAL RACE E INTERVISTE


VIDEO DAY 5, PENULTIMO GIORNO

Commenti

danila damonte ... (non verificato)

Buongiorno Sig. Colivicchi, leggo con stupore e dispiacere quanto da Lei commentato circa i risultati degli Italiani, come Lei, ai mondiali di Takapuna ai quali, mi risulta Lei non fosse nemmeno presente. La verità è invece che gli atleti Italiani, da Lei denigrati, hanno dato il loro massimo in condizioni che non pensavano di trovare, perchè eccezionali per quella località e cioè poco vento e correnti molto forti, mentre invece si erano tutti allenati e preparati per ben altre condizioni del campo di gara. Prima di scrivere delle fesserie, sarebbe meglio informarsi bene e fare una approfondita analisi di tutti i risultati e di tutti gli altri atleti, vedrà che i nostri non sono andati poi così male...Avrei preferito leggere da Lei parole di incoraggiamento per questi ragazzi che con i pochi o nulli mezzi che la federazione mette loro a disposizione, danno il massimo in ogni occasione. Saluti. danila schneck damonte
Gentile Daniela, bentrovata, non la conosco ma deduco che lei segue la vela olimpica da poco tempo. Diversamente saprebbe che il sottoscritto - avendo seguito 6 edizioni dei Giochi Olimpici da giornalista accreditato, ed essendo stato per 16 anni responsabile dell'ufficio stampa FIV - è stato e resta tra i più costanti sostenitori degli atleti azzurri della vela. Contro tutto e contro tutti. L'incoraggiamento che lei si aspettava, è già nello stesso seguire questo sport, dargli il riscontro sui media che purtroppo è sempre più faticoso avere, e che è sempre più legato al risultato. Sul fatto poi che i nostri velisti abbiano dato il massimo, non occorre la sua assicurazione: ne sono ben persuaso e ci mancherebbe altro. Sulle note tecniche (preparazione per condizioni diverse da quelle trovate) potremo tornare e approfondire, così come in redazione ci ripromettiamo di fare anche sentendo la viva vice degli atleti, come facciamo sempre. La parola che la invito cortesemente a non ripetere più riferita al nostro lavoro è "fesserie": è il nostro lavoro approfondire e fare analisi, sempre, dei nostri e degli altri atleti, ascoltare tutti e tirare le somme. A Takapuna le somme hanno detto che 5 finnisti, tre dei quali di un Gruppo Sportivo Militare, e almeno due impegnati da mesi in preparazioni individuali importanti, complete e dotate di ogni risorsa, hanno mancato l'obiettivo qualificazione per nazione alle Olimpiadi di Rio 2016. Se arrivare tra il 29° e il 44° posto su 76 timonieri per lei significa "non essere andati poi così male", abbiamo idee diverse. E lo dico perchè conosco il potenziale dei nostri atleti.
A COMMENTO DELLA FINN GOLD CUP PUBBLICHIAMO QUANTO POSTATO SU FACEBOOK DA FILIPPO LA SCALA, DINGHYSTA E VELISTA SUPER-APPASSIONATO, CHE STA SEGUENDO IN PARTICOLARE LA CAMPAGNA DI GIORGIO POGGI. LA SUA ANALISI MERITA ATTENZIONE --------------------- ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------FINN GOLD CUP - IO A TAKAPUNA C'ERO... Per commentare una regata bisogna averla vista con i propri occhi, non accontentarsi della lettura dei risultati di alcuni partecipanti (gli italiani), senza analizzare quelli di altri atleti (in alcuni casi molto titolati). Oppure farsi ispirare dalle valutazioni espresse da taluni, magari attorno ad alcuni bicchieri di birra, che hanno una personalissima visione della vela. Io a Takapuna c'ero e ho visto tutte le prove molto da vicino. Le condizioni di vento (medio-leggero) sono state molto diverse da quelle attese (ventone) e per le quali si erano preparati tutti atleti. Anche le glorie locali del Finn hanno avuto difficoltà ad interpretare il campo di regata, non raggiungendo risultati all'altezza delle aspettative (Murdoch fuori dal podio, Josh Junior addirittura 14^). ll danese Jonas Christensen, già campione del mondo e medaglia d'argento a Londra (a pari punti con Aislie!) ha chiuso 18^, 20^ il croato "Bambi" Gaspic, due volte olimpico, campione europeo in carica, (per fare gli esempi forse più eclatanti), entrambi dietro l'uruguaiano Foglia, ultimo dei qualificati a Rio 2016... Anche loro, se non avessero guadagnato il posto per le olimpiadi al mondiale di Santander l'anno scorso, non si sarebbero qualificati. Foglia è sicuramente un bravo velista, ma a Takapuna ha goduto della tranquillità di chi poteva osare regate estreme, sapendo che per lui la qualificazione continentale era piuttosto prevedibile contro un unico avversario, l'Argentina, che ha chiuso il mondiale 53^, con finnisti ancora giovani, senza esperienza (e probabilmente senza speranze di arrivare alle olimpiadi). Foglia poi non ha sofferto della competizione interna, essendo l'unico finnista uruguaiano in corsa per Rio. Gli italiani a Takapuna, invece, hanno regatato anche per una classifica tutta tricolore, in vista dell'eventuale selezione da parte del DT della squadra olimpica Marchesini. Ma chi sono poi gli altri che si sono qualificati per Rio a questo mondiale? Innanzitutto l'olandese Potsma, già 4^, a un passo dal podio, a Londra 2012. Vincendo la medal race ha chiuso il mondiale 6^, ma dopo un inizio (27-29-23-5-34) che ha evidenziato le difficoltà del campo di regata. Poi l'estone Karpak e il greco Mitakis, entrambi già in regata alle ultime olimpiadi, velisti esperti e molto tecnici (i risultati parlano da soli). L'Italia ha tenuto dietro molte nazioni che hanno partecipato a Londra 2012 e che hanno regatato a Takapuna per la qualifica con velisti già olimpici e/o di talento (Spagna, Russia, Polonia, Turchia, solo per citarne alcuni). Senza l'introduzione delle nuove regole di qualificazione continentale, che penalizzano le numerose, competitive federazioni europee e danno una mano a quelle extra europee (a Qingdao la China ha staccato il biglietto per Rio con Lei Gong, finito 52^ a Takapuna, schierando 9 concorrenti su 10, contro un unico avversario iraniano...), l'Italia del Finn avrebbe già conquistato un posto per le prossime olimpiadi e adesso non staremmo neanche a parlarne. Certo, se l'Italia riuscirà comunque a qualificarsi (per il gioco delle rinunce, o sull'acqua, alla regata di selezione continentale a Palma di Maiorca nel 2016), la FIV potrà decidere di non mandare nessun finnista a rappresentare il nostro Paese. Ma a chi converrebbe? Così come a chi conviene parlare male dei finnisti italiani, che invece dovrebbero essere incoraggiati ed aiutati nel sempre più difficile cammino verso le olimpiadi, soprattutto nei prossimi 7-8 mesi, cruciali per arrivare ben preparati e nelle migliori condizioni per fare risultato a Rio? Dai ragazzi! Forza azzurri!
Caro Filippo il tuo report è accorato, partecipato e soprattutto "da dentro", quindi merita rispetto e attenzione. Sulle procedure ISAF di qualifiica olimpica per nazioni ci sarebbe da dire molto e molto andrà detto, e anzi proprio per la classe Finn sta succedendo qualcosa di strano - che ci interessa molto da vicino come Italia - della quale daremo conto tra pochi giorni! Non portare a Rio un finnista azzurro sarebbe certo una sconfitta per tutti. Noi non "parliamo male" dei finnisti azzurri, tutti meritevoli di stima. Tuttavia non si può pretendere che i "tifosi", gli appassionati, e anche gli osservatori tecnici, siano sempre talmente amanti della squadra da tacere le proprie delusioni davanti a certi risultati. Raccontare la delusione può anzi aiutare l'atleta stesso, a reagire, a dimostrare il suo valore. Ho parlato di "squadra" impropriamente: il Finn è un singolo ed è sport individuale. Tra i nostri atleti del Finn forse l'individualismo negli ultimi tempi ha prevalso su alcuni aspetti di preparazione collettiva che potrebbero giovare. Pensiamoci.