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10/11/2010 - 15:30

Statuto FIV: la rivoluzione rallenta, fa un paio di curve. E forse si ferma...

Reazioni critiche diffuse alla proposta di riforma dello Statuto. Passerà? Quanti pezzi perderà? Chi vincerà e, soprattutto, chi perderà la partita?


Chi (finalmente) riesce a saperne qualcosa, esprime perplessità e dubbi. Rinviato il Consiglio Federale (esteso a due giorni). Torna a riunirsi la Commissione Statuto, e forse mette mano ai "Principi informatori" della riforma.
 
Facciamo il punto sull'andamento del progetto di riforma (meglio chiamarla rivoluzione vista la portata delle novità in ballo) dello Statuto FIV. Dopo la pubblicazione, a seguito dell'ultimo Consiglio Federale, dei "Principi informatori" del nuovo Statuto scaturiti dai lavori della Commissione incaricata, le cose hanno preso una piega inattesa. Chi pensava che dello Statuto FIV non importasse a nessuno, che ci fosse in giro scarso interesse, si è dovuto ricredere. Dell'ipotesi di riforma-rivoluzione dello Statuto, infatti, si parla eccome.
 
Ci sono state numerose reazioni, molte lettere con osservazioni critiche e puntualizzazioni sono arrivate da consiglieri federali, alcune dai Circoli, qualche sparuta dalle Zone. Ma al di là degli scritti e delle prese di posizione ufficiali (onore al merito) o anonime, si è fatta strada nell'ambiente un'aria di "fronda" al nuovo Statuto. Se ne parla nei Circoli, se ne parla sul web, noi stessi abbiamo avuto 623 visualizzazioni e numerosi commenti al precedente post sullo Statuto federale. Il tema insomma ha iniziato a diventare di dominio pubblico. Questo stesso fatto - a prescindere dalle idee e dalle posizioni - è di per se una novità, una svolta imprevista per chi aveva sperato di muoversi nel più assoluto riserbo...
 
La seconda novità, ancor più interessante, è che appena di Statuto si parla, la gente dimostra di essere mediamente più preparata, informata e coinvolta di quanto si potesse credere. E alla fine, dall'accoppiata informazione più riflessione, arrivano - quasi inevitabli - le considerazioni critiche sugli attuali "Principi informatori". Riflettere criticamente non significa necessariamente bocciare, cassare: una critica può non essere solo negativa. Guardando a quanto sta accadendo, l'impressione è che una cospicua fetta del mondo dello sport della vela italiana non gradisca la portata generale e buona parte dei "Principi informatori" di questa riforma. Potremmo riassumere così: fatta 100 la riforma, la base è pronta ad accettarne solo un 30-40%.
 
Quali sono le principali critiche, o i punti di maggiore opposizione alle riforma? 1) I due mandati di carica estesi ai consiglieri federali fanno discutere. Non è solo la prevedibile difesa di chi rischia il posto, c'è chi sottolinea come il CONI non preveda affatto questa norma, e soprattutto molti fanno notare che applicando la novità la FIV si troverebbe nel 2016 con un Consiglio Federale totalmente nuovo, costretta praticamente a ripartire da zero, perdendo anni di lavoro. 2) Il limite a 70 anni per candidarsi è visto da tutti come un orpello dannoso: ci sono fior di dirigenti validi e con esperienza da vendere. Il punto è semmai quello di far crescere prima e meglio una classe dirigenziale per uno sport di nicchia come la vela. 3) Le Zone: molti sottolineano che le attuali "Zone" sono nate per ragioni precise legate all'attività velica: il Garda ha una "sua" Zona anziché finire in uno spezzatino di tre Regioni; La Spezia è in II Zona anziché in I... Cambiare questo stato di cose sembra incomprensibile ai più, tra coloro che hanno scritto osservazioni alla FIV. E soprattutto comincia a farsi strada una domanda-chiave: perché?
 
E ancora: 4) Suscita molte perplessità la proposta di ridurre i revisori dei conti. Non manca chi frequentando abitualmente il CONI, fa notare che alcuni dei "Principi informatori" del (paventato) nuovo Statuto federale, difficilmente sarebbero poi approvati dal Comitato Olimpico. 5) Sulla riduzione del numero di consiglieri, e sulla contemporanea rinascita di Commissioni e Gruppi di Lavoro, le critiche sono abbastanza univoche: è una contraddizione ridurre il numero dei consiglieri per ridurre i costi, se poi si attivano le Commissioni, che pochi mesi fa furono abolite proprio per risparmiare. E non secondariamente, ci si chiede: chi accetterebbe di far parte di una Commissione senza alcun potere decisionale, che resterebbe solo in carico al Consiglio numericamente ridotto? 6) Sul procedimento elettivo la maggior parte delle considerazioni ritiene che quanto contenuto nei "Principi informatori" sia troppo superficiale e scarsamente comprensibile. E tutti, proprio tutti, lamentano la scarsa comunicazione su questa proposta.
 
Cosa succede adesso? Il Consiglio Federale previsto per il 19 novembre è stato rinviato. Si terrà invece venerdi 26 e sabato 27 novembre a Genova: per la prima volta nell'arco di due giornate. Un segnale inequivocabile, visto l'andazzo mordi e fuggi adottato finora dalla Nuova FIV e i Consigli durati massimo 4-5 ore. La settimana prima, quindi 19-20, toccherà invece alla Commissione sullo Statuto riunirsi. Il Cooordinatore federale Gianni Storti veicolerà le varie osservazioni giunte sul suo tavolo, e la Commissione (al cui interno sono maturate posizioni marcatamente diverse, e questo è un altro segnale importante) verosimilmente varerà una seconda versione dei "Principi informatori". Un "Principi informatori 2.0"... Questa seconda versione - chissà quanto emendata, annacquata, ridotta, rispetto all'originale - arriverà poi ai consiglieri. Di solito le carte sono diffuse via elettronica prima delle riunioni: avverrà anche stavolta? O i "Principi informatori" verranno consegnati ai consiglieri solo la sera prima o direttamente in Consiglio? Non è differenza da poco. Una volta che il Consiglio avrà deciso (?) si dovrà vedere se darà incarico a qualche consulente giuridico esterno di scrivere materialmente la bozza di nuovo Statuto, o se le proposte finalmente definite saranno veicolate alla periferia (ipotesi francamente fantasiosa, e ormai anche fuori tempo passimo). Quindi a marzo l'Assemblea sarà chiamata a votare sulla riforma dello Statuto.
 
Riassumendo. C'è una riforma-rivoluzione della carta fondamentale che regola la vita democratica e il funzionamento pratico della Federazione Italiana Vela. Una rivoluzione che prende le mosse dal programma elettorale del nuovo presidente Carlo Croce e che si riassume in sostanza così: a) riduzione del numero di consiglieri; b) limite di due mandati nelle cariche federali; c) revisione del sistema elettorale. Croce pensava forse solo a un po' più di trasparenza e a rendere chiara la strada a chi volesse candidarsi a collaborare alla gestione dell'ente. Ma ha lasciato briglia troppo sciolta a chi ha elaborato questi semplicissimi punti, e così sono emersi, oltre a una macchinosa Commissione, una serie di orpelli e di ingarbugliamenti (i 70 anni, da 15 Zone a 22 Regioni, le Macro-Aree, il 3-2-2, le Commissioni) per cercare di rispondere a quelle esigenze. E davanti a questa pasta che lievita impazzita, la base si sta interrogando sulla reale necessità di riformare uno Statuto che funziona benissimo da quarant'anni e che il CONI non ci ha mai chiesto di cambiare.
 
Quale sarà la percentuale di riforma che passerà? Difficile che riesca a farcela al 100%. La spunterà un buon 80%? O la frenata sarà più brusca, e resterà solo un 50%? E in base a questi risultati, come si regoleranno di conseguenza i vertici federali? C'è (relativamente) tempo per saperlo. Per ora la priorità resta: conoscere e approfondire prima di decidere. E quindi, contare qualcosa. Buon lavoro a tutti.

Commenti

Anonimo (non verificato)

tutto logico e prevedibile sia l'età massima che il limite di mandati difficilmente passeranno nessuno vota contro se stesso a cuor leggero, fare il consigliere oggi serve solo a esternare potere tanto le decisioni vengono prese da un ristretto numero di persone a volte neppure elette o di estrazione tecnica quindi non politica avulsi dalle tattiche di zona vedrete tutto sarà presto dimenticato e nulla cambierà Sciasca docet
Caro amico anonimo, scomodare Sciascia fa onore al nostro sport e forse al passaggio che stiamo vivendo, ma mi permetto di ritenerti troppo pessimista. Il ristretto numero di persone che prende le decisioni è comunque quello formato intorno al presidente eletto (che eventualmente poi nomina manager, direttori tecnici o consulenti). Si tratta perciò di una decisione che nel suo iter coinvolge tutti i Circoli affiliati. E una decisione sulle proposte di riforma sul tappeto, a sua volta, sarà presa dall'assemblea quindi ancora da una pluralità di affiliati, che rappresentano i centomila tesserati. A questo processo democratico si può credere totalmente o con qualche (lecita) riserva, ma non si può disconoscerlo del tutto. Il cinismo italiano del tanto peggio tanto meglio non può essere attuato alle regole di vita di una federazione sportiva. Ne convieni? Se dunque accettiamo che il processo funziona, le decisioni vedono, devono vedere partecipi tutti noi, meglio se con una funzione propositiva, comunicativa, intervenendo nei dibattiti, parlando all'assemblea, dichiarando e promuovendo la propria visione e la propria posizione. Il fatto stesso che tu invii un commento a questo blog testimonia una partecipazione. Venendo alle questioni sul tappeto: sulle proposte di riforma dello Statuto sarebbe ingenuo ridurre tutto a uno scontro tra conservatori e progressisti. Lo dimostra il fatto stesso che le riforme sono proposte dal presidente e da una Commissione nominata dal Consiglio, ovvero gli stessi che poi - secondo te - remerebbero contro per ragioni di potere. Credo che ci sia in ballo molto di più. Una visione complessiva della macchina federale, forse delle funzioni stesse dell'ente. Se passasse la rivoluzione allo Statuto davvero le decisioni sarebbero prese da pochi e per pochi, mentre oggi il sistema, pur con qualche bizantinismo, funziona e garantisce la circolazione delle idee e delle persone, come dimostra la stessa ascesa di Croce e del suo team. E quindi mi ripeto: discutere su come debba essere organizzata e con queli regole gestita la federazione italiana vela è più che giusto, perchè ne va del futuro di tutti. Quello che non va è il modo in cui i promotori della riforma vogliono farla passare: sotto silenzio, arrivando a pochi giorni dall'assemblea con un testo poco conosciuto ai più e incassare un voto positivo. Discutendo il meno possibile. E ottenendo la "loro" riforma, la "loro" federazione. Non è una bella prospettiva, se consideriamo che la scintilla e le idee portanti di questa rivoluzione arrivano da personaggi che possiamo definire "neofiti" della vita e della dirigenza FIV. Se invece sentite, come sento io, che la federazione sia la casa di tutti noi, sia "nostra", allora è il momento di confrontarsi e approfondire, uscire fuori dal proprio Circolo e parlare, confrontarsi con gli altri 650 Circoli FIV di tutta Italia. Sono sicuro che farebbe bene a tutti, e dimostrerebbe che si può cambiare e crescere solo tutti insieme, mentre con decisioni ristrette e verticistiche il cambiamento è una retromarcia.

Anonimo (non verificato)

Caro Fabio, come si poteva sperare e credere, su quelle striminzite indicazioni non si poteva certo "ricostruire" la FIV. Certamente hai ragione, i cambiamenti sono spesso necessari e discuterne in modo costruttivo può solo migliorare il risultato finale. Personalmente attendo di vedere dove andremo a finire. Certo che l'immagine di un Presidente Federale che dal primo giorno disattende ad un articolo fondamentale dello Statuto, emanando una deroga allo stesso come primo atto del mandato, non depone bene e non predispone alla fiducia nella persona ed in chi avalla tali decisioni. Alludo alla regola che non consente ad un Presidente di Circolo di ricoprire l'incarico di Presidente di Zona, figuriamoci Nazionale. Parlando delle novità che si vorrebbero introdurre, una delle più anti democratiche, e certamente una barriera a "nuova linfa umana", è quella del candidato unico di zona per il Consiglio Nazionale. Tanto varrebbe formare un consiglio di soli Presidenti di Zona. Avrebbe sicuramente più senso ed ancor di più potere. Potere datogli dalla Zona tutta che lo elegge. Inoltre servirebbe a diminuire i costi. I punti e le idee su cui confrontarsi sono certamente moltissimi e meriterebbero, come tu dici, una metodologia piramidale che partisse dalla base sino al vertice. Sarebbe un segno di alta democrazia, anche ricordando che per Statuto la FIV è (art.1) "costituita dalle Società ed Associazioni Sportive dilettantistiche...", non dal Presidente e dal Suo Consiglio. Ma lo spazio sul tuo sito è tiranno e comunque mi farà piacere confrontarmi con Te "de visu".
De visu? Volentieri, come sempre e con tutti. Ma come facciamo, se resti "anonimo"? Rinnovo il solito invito e un "coraggio" a tutti: firmiamo le nostre idee, questo le renderà semplicemente più forti e più credibili, a beneficio di tutti. L'invito vale ancor più per quanto esprimi sulla vexata quaestio della doppia presidenza: è un tema che non si è mai placato, una piccola ferita aperta sulla quale brucia il sale marino...