blog | Di Fabio Colivicchi
18/11/2015 - 20:42
ORC, lo strano caso del certificato errato
Duvetica - Ph. Andrea Carloni
La vicenda della barca che ha vinto il campionato italiano d’Altura con un certificato risultato poi sbagliato per un errore di calcolo, tiene banco. Ecco le ultime prese di posizione. E la nostra idea…
Le stazze delle barche a vela diverse che corrono in Altura sono da sempre un settore delicato dello sport velico. Storicamente, sistemi diversi si sono succeduti, la tecnologia ha migliorato il modo di misurare le barche e ha creato sistemi evoluti. Anche troppo. Dal vecchio IOR all’IMS, dall’IRC all’ORC senza contare tutti i moltissimi sistemi locali semplificati e persino i casi di sistemi “di circolo”. Ci sono sistemi ufficiali, trasparenti, le cui formule sono di dominio pubblico, e altri a formula segreta. E c’è la politica, anzi il marketing dei sistemi di stazza, perché dietro alle certificazioni si muovono comunque un po’ di interessi, e in aggiunta paesi o aree geografiche diverse si contendono il mercato degli armatori delle barche d’altura.
L’Italia è uno dei paesi o forse il paese leader della vela d’altomare nel mondo. Per numeri e per qualità degli armatori, delle barche e degli equipaggi. Vela d’altura e sistemi di stazza coprono anche il settore – molto in crescita come noto – delle regate offshore, di lunga percorrenza, che dalle superclassiche mondiali come Fastnet, Giraglia, Middle Sea Race o Sydney Hobart (tutte sponsorizzate Rolex), si estende da noi con un circuito che comprende eventi a grande partecipazione come Roma per 2, Tre Golfi, 151 Miglia, Palermo-Montecarlo, per citarne solo una minima parte.
Ahimè proprio in Italia è successo il caso che tiene banco (principalmente sui social, in verità, con tutto il carico di parole grasse e logica scarsa): quello di Duvetica, la barca che ha vinto il campionato italiano ORC 2015 a Civitanova, il cui certificato di stazza si è rivelato errato a un controllo postumo. Un certificato che ha sicuramente favorito la barca, che infatti ha vinto quasi tutte le singole prove del campionato. D’altra parte al campionato stesso nessuno ha protestato, neanche formalmente, non ci sono stati strascichi né polemiche. Va rilevato anche come il mondo ORC e Altura in Italia, gestito dall’UVAI (Unione Vela Altura Italiana) è un caso di successo, con numeri in crescita o almeno in mantenimento, che in tempi di crisi fa effetto. Un segno che alla gente (velisti qualunque, armatori, professionisti, addetti ai lavori, appassionati) fare regate d’altura, con tutto il contorno di stazze e problematiche connesse, piace sempre e comunque. Lo dimostra anche il fervore dei circoli velici che si candidano a ospitare regate d’altura e specialmente il Campionato Italiano. Il caso di Civitanova è emblematico: una bella regata, bel tempo, bel posto, organizzazione perfetta, eventi collaterali, partecipanti contenti. La vela, almeno vista da qui, è un’isola felice.
Si diceva delle reazioni postume alla storia del certificato errato (in un comunicato che trovate qui sotto la FIV fa notare come si tratti di un caso isolato su quasi 2000 certificati emessi in tutto il 2015). Le “istituzioni” coinvolte sono l’ORC (Offshore Racing Congress, l’associazione internazionale che gestisce il sistema di stazza ORC e ORCi, presieduta dall’italiano Bruno Finzi e con un altro italiano, Nicola Sironi, alla guida tecnica), il centro di calcolo FIV (del quale fanno parte Gennaro Aveta e Claudio Schiano nominati dalla federazione, il cui responsabile altomare è il consiglere federale Fabrizio Gagliardi), l’UVAI (l’associazione degli armatori presieduta da Francesco Siculiana, la quale si occupa principalmente dell’organizzazione delle regate).
L’ORC e il CDC hanno ammesso l’errore dando prova di responsabilità. L’UVAI come gestore “sportivo” ha tentato una strada “stragiudiziale” alla soluzione del problema, chiedendo all’armatore di Duvetica Sergio Quirino Valente, una scelta diciamo di “etica sportiva”, rinunciando al titolo. Questo passo non è arrivato, con motivazioni anche comprensibili, e anzi l’armatore si è dimesso dal consiglio UVAI nel quale sedeva. Come detto, il risultato del campionato non è in discussione, e il comunicato FIV che pubblichiamo in questa pagina ne spiega le ragioni normative.
E allora? Allora: regata, iscrizioni, stazze, concorrenti, risultato, errore. Questa è la sintesi di quello che è accaduto. Nell’impossibilità di risolvere normativamente e umanamente la questione, resterebbe il buon senso. Per esempio chiudere la vicenda con una serie di provvedimenti dell’ORC e della FIV per evitare che errori del genere (per quanto rarissimi) possano ripetersi. I software di calcolo sono diventati troppo potenti e hanno bisogno di strumenti di controllo della loro stessa potenza. E concentrarsi sulla prossima stagione d’altura che sarà ancora una volta lunga e interessante con il campionato italiano che torna a Palermo. Magari già a cominciare con i tanti Invernali in corso. E prendere atto che nonostante tutte le critiche l’altura resta in salute, mentre tante classi “meteore” anche monotipi agonizzano, e la filosofia One Design (degnissima e fortissima) è inevitabilmente soggetta al corso del tempo e quindi vede cambiare di continuo i propri riferimenti.
Purtroppo il buon senso non abbonda, così c’è molta voglia di parlarsi addosso, di criticare tutto e buttare via il bambino con l’acqua sporca. Compreso il caso di un sito che della vicenda ha fatto un caso per fare audience, anche se con pezzi nei quali compaiono termini come “stazzamento”. E compreso il caso di un responsabile di primario cantiere una cui barca è arrivata seconda al campionato italiano e che adesso (dalle pagine dello stesso sito, contornate dalla pubblicità dello stesso cantiere) reclama il titolo, dimostrando poca conoscenza delle regole.
IL COMUNICATO FIV
Il punto di vista della Federazione Italiana Vela sul "caso Duvetica"
Questo il punto di vista della Federazione Italiana Vela in merito al caso Duvetica, l’Arya 415 armato da Sergio Quirino Valente vincitore del titolo Italiano di vela d’altura 2015, che è risultato avere un certificato di stazza ORC International non conforme alle sue prestazioni reali a causa di un errore.
Per prima cosa, la Federazione Italiana Vela desidera tranquillizzare i numerosi armatori e regatanti impegnati nelle regate d’altura e rinnovare la fiducia nel sistema di stazza ORC International, un sistema che è stato adottato dalla FIV poiché l’unico riconosciuto dall’ISAF, la Federazione Mondiale della Vela, per l'assegnazione dei titoli Europei e Mondiali di vela d’altura. Questo in virtù del fatto che l’ORCi resta l'unico sistema attualmente sul mercato che si basa su un calcolo scientifico del rating riscontrabile anche da parte dell'utenza. Altri sistemi, ad esempio, si basano su formule di calcolo con delle variabili segrete, quindi non adottabili per una questione di trasparenza.
Un dato statistico: la FIV elabora circa 2000 certificati all'anno e negli ultimi sette anni, questo è l'unico caso eclatante di anomalia riscontrata in un certificato; stiamo quindi parlando di un coefficiente di errore molto limitato. Ma come si è arrivati a questo errore? Prima di tutto è necessario smentire che si sia trattato di un errore umano del centro di calcolo federale: non è così. C’è stato invece un errore nell'acquisizione dei dati che compongono i vari offset della barca per un’anomalia in un punto e questo probabilmente non è stato notato dall'operatore che ha inserito i dati, non è stato rilevato dal programma (che non ha un sistema di controllo che genera un warning automatico, in presenza di un dato anomalo), non è stato rilevato dall'ufficio stazze dell’ORC, che comunque verifica i certificati, e infine non è stato rilevato neanche dall'armatore. Assodato che si tratta di un errore e che c’è sicuramente buona fede da parte di tutte le persone coinvolte, rimane comunque il fatto che il proprietario della barca, l'equipaggio e i tecnici coinvolti nel team non si sono resi conto che pur avendo una barca nuova più performante di quella precedente, il rating risultava migliorativo. L’anomalia ha fatto interpretare al sistema che la barca avesse un pescaggio maggiore del reale, attribuendole di conseguenza un vantaggio sul rating.
“Dobbiamo ribadire con forza che durante il Campionato Italiano, disputato ormai a fine agosto, non ci sono state proteste di stazza, non ci sono stati “rumors” di banchina e nessuno si è accorto di niente”, ha dichiarato in proposito Fabrizio Gagliardi, Consigliere Federale con delega alla vela d’altura. “Il Campionato è concluso, i termini per presentare eventuali proteste sono scaduti e non esiste uno strumento normativo che possa consentire di rivederne il risultato finale. Il titolo, quindi, è stato assegnato e non si possono cambiare le cose. Per fare un paragone, se durante una partita di calcio l’arbitro fischia un rigore decisivo, e poi, una volta finito il match, si scopre che il fallo era avvenuto un metro fuori dall’area, il risultato della partita non cambia. In questo caso c’è sicuramente un dato anomalo nel certificato di stazza, ma, è giusto sottolinearlo, non ci sono strumenti per rimettere le mani sulle classifiche. Per concludere”, prosegue Gagliardi, “mi piace ribadire che i certificati sono emessi dalla FIV e soltanto la Federazione può ritirare o revisionare un certificato. Con l’UVAI c’è un consolidato rapporto amichevole improntato sulla massima collaborazione che si rinnova da molti anni e, nel reciproco rispetto dei ruoli, l'associazione di classe opera su delega federale, ma titolare di tutte queste operazioni è e rimale la Federazione. E siccome la FIV vuole che ci sia la massima chiarezza su tutto ciò che è successo e sulla barca, anche e soprattutto a tutela dell'armatore, dell’equipaggio e del suo sponsor, si è deciso che la barca verrà integralmente ristazzata a carico della FIV con una nuova rilevazione dell'offset dello scafo e quindi verrà emesso un nuovo certificato. Per fare questo la FIV invierà, in un luogo scelto dall’armatore, i suoi tecnici e l'armatore avrà la facoltà di far presenziare a questa operazione un tecnico di sua fiducia”.
Le stazze delle barche a vela diverse che corrono in Altura sono da sempre un settore delicato dello sport velico. Storicamente, sistemi diversi si sono succeduti, la tecnologia ha migliorato il modo di misurare le barche e ha creato sistemi evoluti. Anche troppo. Dal vecchio IOR all’IMS, dall’IRC all’ORC senza contare tutti i moltissimi sistemi locali semplificati e persino i casi di sistemi “di circolo”. Ci sono sistemi ufficiali, trasparenti, le cui formule sono di dominio pubblico, e altri a formula segreta. E c’è la politica, anzi il marketing dei sistemi di stazza, perché dietro alle certificazioni si muovono comunque un po’ di interessi, e in aggiunta paesi o aree geografiche diverse si contendono il mercato degli armatori delle barche d’altura.
L’Italia è uno dei paesi o forse il paese leader della vela d’altomare nel mondo. Per numeri e per qualità degli armatori, delle barche e degli equipaggi. Vela d’altura e sistemi di stazza coprono anche il settore – molto in crescita come noto – delle regate offshore, di lunga percorrenza, che dalle superclassiche mondiali come Fastnet, Giraglia, Middle Sea Race o Sydney Hobart (tutte sponsorizzate Rolex), si estende da noi con un circuito che comprende eventi a grande partecipazione come Roma per 2, Tre Golfi, 151 Miglia, Palermo-Montecarlo, per citarne solo una minima parte.
Ahimè proprio in Italia è successo il caso che tiene banco (principalmente sui social, in verità, con tutto il carico di parole grasse e logica scarsa): quello di Duvetica, la barca che ha vinto il campionato italiano ORC 2015 a Civitanova, il cui certificato di stazza si è rivelato errato a un controllo postumo. Un certificato che ha sicuramente favorito la barca, che infatti ha vinto quasi tutte le singole prove del campionato. D’altra parte al campionato stesso nessuno ha protestato, neanche formalmente, non ci sono stati strascichi né polemiche. Va rilevato anche come il mondo ORC e Altura in Italia, gestito dall’UVAI (Unione Vela Altura Italiana) è un caso di successo, con numeri in crescita o almeno in mantenimento, che in tempi di crisi fa effetto. Un segno che alla gente (velisti qualunque, armatori, professionisti, addetti ai lavori, appassionati) fare regate d’altura, con tutto il contorno di stazze e problematiche connesse, piace sempre e comunque. Lo dimostra anche il fervore dei circoli velici che si candidano a ospitare regate d’altura e specialmente il Campionato Italiano. Il caso di Civitanova è emblematico: una bella regata, bel tempo, bel posto, organizzazione perfetta, eventi collaterali, partecipanti contenti. La vela, almeno vista da qui, è un’isola felice.
Si diceva delle reazioni postume alla storia del certificato errato (in un comunicato che trovate qui sotto la FIV fa notare come si tratti di un caso isolato su quasi 2000 certificati emessi in tutto il 2015). Le “istituzioni” coinvolte sono l’ORC (Offshore Racing Congress, l’associazione internazionale che gestisce il sistema di stazza ORC e ORCi, presieduta dall’italiano Bruno Finzi e con un altro italiano, Nicola Sironi, alla guida tecnica), il centro di calcolo FIV (del quale fanno parte Gennaro Aveta e Claudio Schiano nominati dalla federazione, il cui responsabile altomare è il consiglere federale Fabrizio Gagliardi), l’UVAI (l’associazione degli armatori presieduta da Francesco Siculiana, la quale si occupa principalmente dell’organizzazione delle regate).
L’ORC e il CDC hanno ammesso l’errore dando prova di responsabilità. L’UVAI come gestore “sportivo” ha tentato una strada “stragiudiziale” alla soluzione del problema, chiedendo all’armatore di Duvetica Sergio Quirino Valente, una scelta diciamo di “etica sportiva”, rinunciando al titolo. Questo passo non è arrivato, con motivazioni anche comprensibili, e anzi l’armatore si è dimesso dal consiglio UVAI nel quale sedeva. Come detto, il risultato del campionato non è in discussione, e il comunicato FIV che pubblichiamo in questa pagina ne spiega le ragioni normative.
E allora? Allora: regata, iscrizioni, stazze, concorrenti, risultato, errore. Questa è la sintesi di quello che è accaduto. Nell’impossibilità di risolvere normativamente e umanamente la questione, resterebbe il buon senso. Per esempio chiudere la vicenda con una serie di provvedimenti dell’ORC e della FIV per evitare che errori del genere (per quanto rarissimi) possano ripetersi. I software di calcolo sono diventati troppo potenti e hanno bisogno di strumenti di controllo della loro stessa potenza. E concentrarsi sulla prossima stagione d’altura che sarà ancora una volta lunga e interessante con il campionato italiano che torna a Palermo. Magari già a cominciare con i tanti Invernali in corso. E prendere atto che nonostante tutte le critiche l’altura resta in salute, mentre tante classi “meteore” anche monotipi agonizzano, e la filosofia One Design (degnissima e fortissima) è inevitabilmente soggetta al corso del tempo e quindi vede cambiare di continuo i propri riferimenti.
Purtroppo il buon senso non abbonda, così c’è molta voglia di parlarsi addosso, di criticare tutto e buttare via il bambino con l’acqua sporca. Compreso il caso di un sito che della vicenda ha fatto un caso per fare audience, anche se con pezzi nei quali compaiono termini come “stazzamento”. E compreso il caso di un responsabile di primario cantiere una cui barca è arrivata seconda al campionato italiano e che adesso (dalle pagine dello stesso sito, contornate dalla pubblicità dello stesso cantiere) reclama il titolo, dimostrando poca conoscenza delle regole.
IL COMUNICATO FIV
Il punto di vista della Federazione Italiana Vela sul "caso Duvetica"
Questo il punto di vista della Federazione Italiana Vela in merito al caso Duvetica, l’Arya 415 armato da Sergio Quirino Valente vincitore del titolo Italiano di vela d’altura 2015, che è risultato avere un certificato di stazza ORC International non conforme alle sue prestazioni reali a causa di un errore.
Per prima cosa, la Federazione Italiana Vela desidera tranquillizzare i numerosi armatori e regatanti impegnati nelle regate d’altura e rinnovare la fiducia nel sistema di stazza ORC International, un sistema che è stato adottato dalla FIV poiché l’unico riconosciuto dall’ISAF, la Federazione Mondiale della Vela, per l'assegnazione dei titoli Europei e Mondiali di vela d’altura. Questo in virtù del fatto che l’ORCi resta l'unico sistema attualmente sul mercato che si basa su un calcolo scientifico del rating riscontrabile anche da parte dell'utenza. Altri sistemi, ad esempio, si basano su formule di calcolo con delle variabili segrete, quindi non adottabili per una questione di trasparenza.
Un dato statistico: la FIV elabora circa 2000 certificati all'anno e negli ultimi sette anni, questo è l'unico caso eclatante di anomalia riscontrata in un certificato; stiamo quindi parlando di un coefficiente di errore molto limitato. Ma come si è arrivati a questo errore? Prima di tutto è necessario smentire che si sia trattato di un errore umano del centro di calcolo federale: non è così. C’è stato invece un errore nell'acquisizione dei dati che compongono i vari offset della barca per un’anomalia in un punto e questo probabilmente non è stato notato dall'operatore che ha inserito i dati, non è stato rilevato dal programma (che non ha un sistema di controllo che genera un warning automatico, in presenza di un dato anomalo), non è stato rilevato dall'ufficio stazze dell’ORC, che comunque verifica i certificati, e infine non è stato rilevato neanche dall'armatore. Assodato che si tratta di un errore e che c’è sicuramente buona fede da parte di tutte le persone coinvolte, rimane comunque il fatto che il proprietario della barca, l'equipaggio e i tecnici coinvolti nel team non si sono resi conto che pur avendo una barca nuova più performante di quella precedente, il rating risultava migliorativo. L’anomalia ha fatto interpretare al sistema che la barca avesse un pescaggio maggiore del reale, attribuendole di conseguenza un vantaggio sul rating.
“Dobbiamo ribadire con forza che durante il Campionato Italiano, disputato ormai a fine agosto, non ci sono state proteste di stazza, non ci sono stati “rumors” di banchina e nessuno si è accorto di niente”, ha dichiarato in proposito Fabrizio Gagliardi, Consigliere Federale con delega alla vela d’altura. “Il Campionato è concluso, i termini per presentare eventuali proteste sono scaduti e non esiste uno strumento normativo che possa consentire di rivederne il risultato finale. Il titolo, quindi, è stato assegnato e non si possono cambiare le cose. Per fare un paragone, se durante una partita di calcio l’arbitro fischia un rigore decisivo, e poi, una volta finito il match, si scopre che il fallo era avvenuto un metro fuori dall’area, il risultato della partita non cambia. In questo caso c’è sicuramente un dato anomalo nel certificato di stazza, ma, è giusto sottolinearlo, non ci sono strumenti per rimettere le mani sulle classifiche. Per concludere”, prosegue Gagliardi, “mi piace ribadire che i certificati sono emessi dalla FIV e soltanto la Federazione può ritirare o revisionare un certificato. Con l’UVAI c’è un consolidato rapporto amichevole improntato sulla massima collaborazione che si rinnova da molti anni e, nel reciproco rispetto dei ruoli, l'associazione di classe opera su delega federale, ma titolare di tutte queste operazioni è e rimale la Federazione. E siccome la FIV vuole che ci sia la massima chiarezza su tutto ciò che è successo e sulla barca, anche e soprattutto a tutela dell'armatore, dell’equipaggio e del suo sponsor, si è deciso che la barca verrà integralmente ristazzata a carico della FIV con una nuova rilevazione dell'offset dello scafo e quindi verrà emesso un nuovo certificato. Per fare questo la FIV invierà, in un luogo scelto dall’armatore, i suoi tecnici e l'armatore avrà la facoltà di far presenziare a questa operazione un tecnico di sua fiducia”.
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Terrieri Claudio (non verificato)
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