Tutta la vicenda sta assumendo toni abbastanza grotteschi. L'errore c'è stato ed è stato ammesso. Il tentativo di revisionare la classifica, con una procedura spontanea da parte dei concorrenti, nella fattispecie il primo classificato, è stata tentata come raccontiamo nel post qui sopra. Ma il vincitore, con pieno titolo, per quanto possiamo discuterlo, ha declinato l'invito a rinunciare al titolo. E allora? Allora dico semplicemente questo. Il campionato è stato corso, e durante il campionato non sono state fatte proteste. Non sono state fatte eccezioni al risultato anche nei termini di tempo previsti dai regolamenti. Ogni cosa fatta adesso è fuori dai regolamenti stessi. Restituire il secondo posto è un gesto puramente simbolico, che lascia il tempo che trova. Se davvero non si crede più nell'ORC si dovrebbe smettere di fare regate con questa regola e questo sistema di stazza. Il quale, però, vede il numero dei regatanti e degli armatori sempre costante, se non in crescita. Il caso del certificato errato è una rarità assoluta, se non un caso isolato. Le discussioni sulla validità dei certificati, sul loro effettivo potere di compensare le prestazioni di barche diverse, ci sono sempre stati. Il regolamento offre strumenti per presentare formali proteste da discutere nei tempi e nei luoghi appropriati, da tutti accettati e riconosciuti. Al di fuori di essi, luoghi e tempi, non c'è possibilità di fare nulla, se non chiacchiere. O, per l'appunto, passare ad altro tipo di vela.
Collegamento permanente,
03/10/2016 16:09