PROFILO

02/10/2011 - 15:14

La FIV al salone: bene in acqua, maluccio a terra

Colorato, operoso, gioioso, lo scivolo della scuola vela FIV dove si va e si "Prova la Vela". E' sempre bello vedere la darsena riempita di velette federali, come avviene da una dozzina d'anni. A proposito, complimenti per il logo Scuola Vela FIV, contribuisce alla bella immagine della banchina!

Prime, primissime riflessioni, a caldo, sulla presenza, sulla visibilità e sulla logica della nostra Federazione al salone nautico di Genova. Una partecipazione tra luci e ombre
 
Cominciamo dallo stand. La Federvela, che a Genova è di casa, si è fatta bruciare dalla Lega Navale Italiana nella corsa allo spazio espositivo più giusto per un ente di promozione, quello ampio davanti al Teatro del Mare. Complimenti all'Ammiraglio Piero Vatteroni, che da pochi mesi si occupa della comunicazione e promozione LNI. La FIV invece è relegata in un piccolo e intricato stand molto confuso in fondo al padiglione, comunque sempre festosamente frequentato (perché la gente della vela è sempre allegra e abbronzata), e con una trovata carina: qualcuno ha avuto l'idea di realizzare degli adesivi nei quali il logo FIV è contenuto nella forma triangolare classica del "guidone". Trovo sia interessante: un messaggio di avvicinamento dell'ente alla base, rappresentata dai club che hanno nel guidone il proprio simbolo. Bravo a chi ha avuto l'idea.
 
Nel labirintico stand federale trovano posto anche i simulatori di vela con due Optimist (sempre apprezzati da bambini e genitori), e una microscopica sala incontri, servita per la presentazione del Mondiale 2.4 che nel 2012 approderà in Italia a Porto San Giorgio. Nella confusione del salone chiudere un proprio evento in una saletta poco visibile è un suicidio: bisogna fare le cose all’esterno, al massimo di visibilità e confusione, per richiamare pubblico. Meglio sarebbe stato usare il teatro del mare.
 
Quanto di buono fa la FIV (i suoi uomini operativi) è in mare, con lo sviluppo ulteriore, direi impetuoso, della consueta pratica del "Prova la vela", iniziata oltre 12 anni fa. Tante barche per tutti, molte barche federali che navigano in darsena. Bello da vedere e risultati positivi.
 
E’ presto per un bilancio, aspettiamo giovedì 6, quando è in programma (in una saletta istituzionale e riservata, un po’ fuori mano, e non si capisce perché) un convegno in cui FIV e UCINA presenteranno la collaborazione sulla vela nel mondo scolastico. La presentazione ufficiale dice: “Dalla scuola al mare, per sostenere la crescita” (è il nome del convegno, sala Mezzanino del Padiglione B, quello dei motoscafi…). Spiegazione: “Alla luce dell'accordo sottoscritto tra FIV e UCINA per una nuova e più incisiva politica per avvicinare la Scuola italiana al mare e alla pratica nautica, il progetto in collaborazione con Il Ministero dell'Istruzione prevede lo sviluppo di azioni finalizzate a diffondere tra i giovani la cultura nautica a partire dalla scuola dell'obbligo relazionandosi in modo organico con tutte le aree della formazione nautica sulla base delle esperienze di Gran Bretagna e Francia.
 
Questa fissa di guardare a cosa fanno Francia e Inghilterra la capisco sempre meno. Tra l’altro, proprio al salone è stata presentata una ricerca “La Nautica in cifre” che ha una sezione di numeri e statistiche internazionali, spulciando la quale è emerso che il parco-barche italiano è superiore ai due paesi citati: 10 barche ogni 1000 abitanti da noi, 8 in Gran Bretagna, 7 in Francia. Spiegateci perché dobbiamo andare a copiare lassù. E’ un caso di esterofilia che non serve. Comunque le idee in ballo tra FIV. UCINA e il Ministero, sono positive. Si parla di inserimento, di concerto con il MIUR, di proposte nautiche  nell'offerta formativa scolastica in tutto il ciclo nazionale, dalle elementari all'università. Vedremo, e come media daremo una mano.
 
Più delicati, definiamoli per il momento così, alcuni altri “obiettivi”. Per esempio la “messa a sistema di tutta la filiera della formazione nautica raggruppando sotto la guida tecnica di FIV tutte le realtà imprenditoriali (scuole nautiche, scuole patenti, formazione, team building) del comparto nautico -velico unificando le figure professionali e le metodologie didattiche a livello nazionale”. Deja-vu… Il coordinamento è sempre auspicabile, ma gli ostacoli e le gelosie (in Italia, poi…) sono parecchi. Figurarsi se le varie componenti di questo mondo accettano di delegare la guida tecnica alla FIV. Si rischia una lunga tiritera che approda a poco. Ma vale la pena (ri)tentare. E’ chiaro che, teoria a parte, candidarsi a una “guida tecnica” dovrebbe comportare almeno indicare chiaramente le personalità e professionalità cui tale guida sarebbe devoluta.
 
Ancora più fumoso l’ultimo punto: un “tavolo congiunto FIV-UCINA-MIUR per il riconoscimento e la rappresentatività unica di tutta l'attività formativa diportistica nautica con standard tecnici di qualità comuni certificati da FIV e UCINA”. Per esperienza diretta, avendo partecipato a vari “tavoli” indetti da UCINA, la strada sarà lunghissima. E il punto d’approdo incertissimo. Auguri doppi.
 
Riassumendo sulla FIV al salone, il primo sintetico pensiero è “occasione persa”. In un salone di ampi spazi (causa crisi), la FIV ha uno stand veramente piccolo e invisibile, peccato. E soprattutto scarseggiano gli eventi promossi dalla federazione, pochi e lontani da quelli che dovrebbero essere i suoi (e nostri) temi forti. Un esempio su tutti: due nostri atleti hanno vinto l'Europeo della classe olimpica Star, e la FIV non fa nulla per loro al salone! Non può essere. Non meravigliamoci poi se la vela olimpica sta scomparendo dai radar dei media. Del resto, al salone la RAI (che evidentemente non è la preferita della Nuova FIV) fa dirette tutti i giorni con tre redazioni, e la FIV finora è beatamente assente: lei, i suoi atleti, i suoi uomini. Altro che creare personaggi e testimonial, qui si rischia l’estinzione. Dobbiamo darci tutti da fare per invertire la pericolosa china. In compenso giovedì al salone ci sarà un incontro del presidente Croce con Giovanni Soldini e John Elkann per presentare una nuova iniziativa targata Maserati.

Commenti

Anonimo (non verificato)

INFATTI!!.......... ECCO LA PROVA....... INVECE DI EVIDENZIARE UN TITOLO EUROPEO DI CLASSE OLIMPICA, LA PIU' IMPORTANTE, LA STELLA,...... VINTO DA UN ITALIANO PER LA PRIMA VOLTA DOPO 26 ANNI......... IL PRESIDENTE CROCE SI E' SEDUTO CON SOLDINI AL TEATRO: CONTA PIU' SOLDINI DI NEGRI
Quando a metà settembre Diego Negri (con il prodiere Enrico Voltolini) ha conquistato il titolo europeo della classe Star, la regina della vela olimpica, ha ricevuto quasi subito una telefonata speciale. All'altro capo della cornetta c'era un certo Dodo Gorla, che si complimentava con Diego per il titolo continentale. Non era solo il gesto di un gran signore dello sport (oltre che uno scambio di cortesie tra ottimi atleti), c'era qualcosa di più. Prima di Negri e Voltolini, infatti, l'ultimo titolo europeo della classe olimpica Star conquistato dall'Italia era arrivato da Dodo Gorla e Alfio Peraboni, la bellezza di 24 anni fa (era il 1987). In mezzo c'erano stati altri risultati di rilievo, i mondiali di Enrico Chieffi e Roberto Sinibaldi, e di Roberto Benamati e Mario Salani, oltre ad alcuni europei "di primavera", titolo aggiunto dalla classe a quello continentale "ufficiale". Quindi, ricapitolando: Giorgio Gorla, il velista azzurro più titolato alle Olimpiadi dopo Alessandra Sensini telefona a Diego Negri per congratularsi a seguito del titolo europeo. Il significato è evidente: quel titolo è importante, come sempre quando si vince sulle classi olimpiche. Meglio poi se un anno prima delle prossime Olimpiadi. Cambiamo scena, e arriviamo al salone nautico di Genova. Una kermesse che fa incontrare su un unico palcoscenico industria e aziende, produttori di barche e accessori, sponsor, addetti ai lavori, giornalisti e pubblico di visitatori, appassionati o anche solo curiosi. Pur con tutte le controindicazioni, su tutte la confusione e la sovrapposizione di molti eventi collaterali negli stessi giorni, è veramente inevitabile sfruttare questa occasione per accendere un faro su qualche tematica che si vuole comunicare, promuovere, "far uscire" sui media. Naturale attendersi, come conseguenza logica di queste premesse, che la Federazione Italiana Vela utilizzasse il salone nautico (che si svolge nella città dove ha la propria sede nazionale) per festeggiare il titolo europeo Star di Diego Negri e Enrico Voltolini. Invece, niente. Niente vela olimpica, niente Star, niente Diego ed Enrico. L'Europeo se lo sono vinto loro e se lo festeggino loro. Bastava poco, c'era la RAI in diretta due ore al giorno dal salone, c'erano le tv liguri (in testa a tutte Primocanale), c'erano tutti i giornalisti specializzati, c'era (guarda un po') anche Diego Negri il primo weekend. Sarebbe stato facile facile portare a casa il risultato, in termini di ritorni media. Ennesima figuraccia e dimostrazione di sciatteria di chi è preposto a comunicare, e a creare storie per i professionisti dell'informazione. In questo caso non c'era neanche da inventare nulla, avendo già fatto tutto gli atleti. Fin qui, niente di nuovo. Ma il peggio è che poi la FIV al salone si è fatta vedere, sul palco del Teatro del Mare è salita, compreso qualche suo "uomo comunicazione". Per sottolineare cosa? Chi? Giovanni Soldini e i suoi tentativi di record con la barca di Elkann comprata per il giro del mondo e finita a fare le cronometro in Atlantico. Giovanni è un grande, ed è un personaggio-pilastro della nostra vela: forse per lui il Teatrino del Mare era anche poco, non è detto che a un big come lui serva a qualcosa la chiacchierata davanti a una platea di visitatori del salone. Eppure...pensandoci bene c'era anche una terza possibilità: invitare all'incontro, al quale ha partecipato il presidente Carlo Croce, anche Diego Negri. Una contaminazione oceano-olimpiadi poteva giovare alla nostra vela. Pensate a cosa stanno facendo in Spagna Iker e Xabi...

La Refola...... (non verificato)

Caro Fabio, di boe nel frattempo ne abbiamo girate dal numero 0 della Refola ma gli errori sono sempre gli stessi. La scarsa visibilità nell universo mediatico della nostra amata FIV, è dovuta sicuramente alle poche risorse disponibili ma anche e sopratutto alla mancanza di giuste "strategie". Nella vela però manca la formazione di una grande base sportiva, fatto presente in tutti quegli sport che non richiedono particolari risorse economiche. Questo naturalmente parte dalle famiglie perchè per andare a vela non bastano un paio di scarpette da ginnastica ma bisogna comprare una barca. La promozione significa quindi coinvolgere le famiglie nella vela, serve una attività di base vera. Puntare tutto subito e solo sull'agonismo dei ragazzi significa perdere il 60% dei potenziali velisti. Derive ce ne sono e non solo nei circoli FIV. Allora tutti in acqua! Regate a tempi compensati, bisogna dare l'opportunità a tutti di scendere in acqua con un caravelle, con uno zef (preistoria) o magari con un vecchio fd con figli mogli e suocere e divertirsi a girare intorno alle boe, e magari poi tanti piccoli velisti crescono. E poi serve una barca di base per i cadetti veramente monotipo ed economica: 1000euro stick in mano, unica versione di scafo, vela e attrezzatura. Vediamo se qualche illustre architetto raccoglie la sfida! Un saluto, un tuo ex redattore....

MOSTRAVENTO (non verificato)

Incredibile : una grandissima occasione PERSA ! Negri/Voltolina meritano tutta la nostra ammirazione. Ma chi "comunica" in FIV ? Sempre i soliti ? Buona fortuna alla nostra vela e prepariamoci (bene) per Londra.
Ehi, misterioso ex-redattore, ma guarda cosa sei andato a ricordare.....La Refola! Che tempi... Bentrovato e grazie per il tuo intervento. Anzi già che ci sei, perchè restare "ex"? Puoi sempre collaborare a Saily.it, le idee del resto non ti mancano: buona scuola, quella della Refola, eh?! Concordo sulle idee semplici e coinvolgenti per tutta la famiglia, dovremmo metterci dentro anche qualcosa da fare a terra per chi (della famiglia) in barca non ci va. Buon vento e ti aspettiamo. F