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10/08/2012 - 22:39
Azzurro (pallido) Weymouth
Azzurro (pallido) Weymouth
Ammainiamo
con onore
con onore
!--paging_filter--strongGabrio e Pietro, Giulia e Giovanna: i velisti dei 470 ci hanno regalato un sogno fino alla Medal Race: a loro diciamo grazie. Ma i conti non tornano: l'Italia della vela torna a casa dall'Olimpiade a secco di medaglie. Non accadeva da 20 anni (Barcellona 1992).../strong!--break--br /
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Peccato. Ci avevamo creduto, noi più che mai, abbiamo tifato e siamo scesi in acqua convinti in una zandonata, stavolta da podio. Abbiamo sognato stanotte tuffi in mare con il tricolore, e morsi al sapore di bronzo sotto al braciere olimpico di Weymouth. Ma niente da fare: la Medal Race ha confermato la classifica del 470 maschile: oro agli australiani sensazionali (tre mondiali di seguito) Belcher e Page (quest'ultimo fa il bis dell'oro di Sydney quando era a prua di Wilmot), argento agli inglesi Patience e Bithell, e bronzo agli argentini Calabrese e De la Fuente. Gabrio Zandonà e Pietro Zucchetti, splendidi, sorridenti, forti, sicuri, veloci, che bella Olimpiade la loro: ma non è bastato. La loro Medal impostata sul match race in partenza (8 circling intorno al Comitato) non è riuscita. Onore agli argentini che hanno regatato meglio, bordeggiato al centro e marcato gli azzurri, costretti a cercare angoli estremi, con qualche buon momento, la grande rimonta nella prima poppa (il cancello girato dieci metri dietro agli argentini), fino alla resa finale. Sul traguardo della Medal Calabrese è terzo e medaglia di bronzo, Gabrio e Pietro sesti e quarti in generale. Peccato, ancora. E grazie per aver regalato un sogno a tanti appassionati.br /
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Gabrio Zandonà e Pietro Zucchetti sono stati la sorpresa (per chi non li conosce bene) della squadra della vela azzurra a Londra 2012. Con un briciolo in più stavolta la medaglia poteva arrivare davvero dal 470, classe sin qui avarissima ai Giochi. La collaborazione con un super-tecnico come Luca De Pedrini ha dato frutti incredibili in appena sei mesi. E questo non fa che aumentare i rimpianti.br /
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Anche il 470 femminile ha chiuso l’Olimpiade con onore, un secondo posto autorevole nella Medal Race, il quinto finale, la certificazione dell’ulteriore crescita di una timoniera che ha talento da vendere (lo diciamo da Atene 2004 con la classe Yngling) e che andrebbe gestita meglio dal punto di vista della tenuta. Giovanna Micol è stata la signora prodiera che farebbe invidia di ogni timoniera che vuol vincere. Ora questa coppia si separerà: Giulia vuole un’altra campagna olimpica, probabilmente con il nuovo skiff acrobatico femminile e con una nuova prodiera. Giovanna invece parla già di scelta di vita per la famiglia. Grazie anche a voi, GG, per gli anni vissuti nelle alte sfere delle classifiche in ogni mare del mondo.br /
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Abbiamo vissuto molto da vicino, con trasporto e con una fiducia vera queste due Medal Race, anche per il nostro lavoro sul format webtv “Azzurro Weymouth”. Si trattava delle ultime possibilità, una vicina e l’altra remota, di mettere almeno una medaglia nel carniere azzurro della vela a Londra 2012. Sfumate queste, resta il bicchiere tutto vuoto. L’Italia della vela a secco. Una spedizione disastrosa in profondo rosso. Per trovare una Olimpiade senza medaglie per la vela italiana si deve tornare indietro a Barcellona 1992, 20 anni fa. Che seguiva di quattro anni un altro flop, Seul (Pusan) 1988. Poi sempre medaglie, tra Alessandra Sensini, Luca Devoti, Diego Romero: 6 in quattro edizioni. Nulla di trascendentale, ma la semplice traduzione di essere uno dei 7-8 paesi leader nello sport della vela mondiale. Oggi con il brusco risveglio di Londra (Weymouth) 2012 torniamo a vivere tempi oscuri. E’ un dato di fatto.br /
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I risultati di Weymouth: Classe Star: assenti, Classe Finn: Filippo Baldassari 22°, Classe Laser: Michele Regolo 35°, Classe Laser Radial: Francesca Clapcich 19°, Classe RSX maschile: Federico Esposito 34°, Classe RSX femminile: Alessandra Sensini 9°, Classe RSX: Peppe Angilella e Gianfranco Sibello 9°, Classe 470 M: Gabrio Zandonà e Pietro Zucchetti 4°, Classe 470 F: Giulia Conti e Giovanna Micol 5°, Classe Elliott Match Race femminile: assenti.br /
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A caldo ecco le dichiarazioni rilasciate dai massimi responsabili della spedizione: il presidente federale Carlo Croce e il direttore tecnico Luca De Pedrini.br /
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strongDICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE FIV CARLO CROCE (DAL SITO FIV)/strongbr /
em“Onestamente, come avevo dichiarato a Loano, una medaglia me l’aspettavo, ma le cose non sono andate così. Alessandra (Sensini), che sicuramente poteva mirare ad una medaglia, in questa Olimpiade non si è mai ritrovata è stata sempre un po’ tesa, non è riuscita a trovare la sua concentrazione, una delle sue qualità, anche se non c’è dubbio che è ancora un'atleta da medaglia.br /
“Per quanto riguarda gli altri due equipaggi su cui puntavamo per una medaglia, i 470 maschili e femminili abbiamo ottenuto un quarto e un quinto posto dietro a degli equipaggi formidabili. I risultati sono stati rovinati da due giornate no, con il rovesciamento di Zandonà-Zucchetti nella prima giornata, e i due sedicesimi di Giulia Conti e Giovanna Micol nella quarta.
Manca poco, un centimetro, quel centimetro che va ricercato con grande attenzione. Non è semplice farlo, bisogna prendere un foglio bianco e guardare da dove ripartire. C’è sempre qualcosa che alla fine ci manca pur avendo degli equipaggi di primo piano, avendo lavorato molto e credo bene a livello tecnico.
Bisogna valutare con serietà la situazione capire che strada prendere. Abbiamo dei giovani promettenti, ma non è semplice, mancano solo quattro anni a Rio 2016, bisogna vedere come fare, è un bel rebus per tutti. Eravamo vicini a risolverlo, ma per il momento non l’abbiamo risolto.”/embr /
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strongDICHIARAZIONI DEL DIRETTORE TECNICO LUCA DE PEDRINI (DAL SITO FIV)/strongbr /
em"Abbiamo raccolto meno di quello che ci aspettavamo arrivando in finale solo con quattro barche. L'obiettivo era di conquistare una o due medaglie ma solo una barca ha regatato per vincerla, quella di Zandonà e Zucchetti. L'equipaggio del 470 femminile, quello di Conti e Micol, ha concluso con uno splendido secondo posto la prova di oggi e il 5° assoluto. Il risultato è questo: non ce l'abbiamo fatta con Alessandra, non ce l'abbiamo fatta con Zandonà-Zucchetti e nemmeno con Conti-Micol, mentre nel 49er con Angilella-Sibello abbiamo ottenuto più di quello che ci aspettavamo. Questo è obiettivamente il nostro valore e gli altri sono stati più bravi. Comunque tutti gli atleti ce l'hanno messa tutta, nessuno ha mollato e tutti hanno regatato al massimo delle loro possibilità. Stesso discorso vale per i tecnici che hanno lavorato al 100%. Il mio ringraziamento va a tutto il team, atleti, tecnici, allo staff medico, allo staff che si è occupato del meteo e del regolamento. Queste ultime, sono persone che noi, vivendo alla base, abbiamo visto raramente ma che sono sempre state in contatto con gli atleti svolgendo un lavoro molto importante e prezioso./embr /
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strongE UN PRIMO COMMENTO TIEPIDO, TRA IL CALDO (DI OGGI) E IL FREDDO (CHE VERRA’)/strongbr /
La preparazione olimpica nel 2012 non è un “rebus”, è scienza, applicazione e dedizione. Chi non si trova in questa dimensione farebbe bene a cambiare ruolo. La preparazione olimpica (come altri aspetti di questo quadriennio) è stata pomposamente annunciata come rivoluzionaria, anglosassone, lungimirante. E adesso che stringiamo nelle mani solo l’aria (appestata di birra e ketchup) di Weymouth, come la mettiamo?br /
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Le selezioni secche non hanno funzionato. La gestione di gran parte degli equipaggi ha lasciato a desiderare (pensate alle difficoltà e ai cambi di prodiere e tecnico dei vari Diego Negri, Gabrio Zandonà, Giorgio Poggi, Francesca Clapcich, Giulia Conti, solo per citarne alcuni) e sono stati persi mesi preziosi. Per non parlare dei vari aggiornamenti in corso in campo meteo, e i rimpasti nello staff che hanno portato Guglielmo Vatteroni a fare il team manager.br /
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Lo staff tecnico di prim’ordine si è spesso trovato in situazioni confuse tra ruoli manageriali e prettamente tecnici. E non dimentichiamo che il responsabile del Settore Squadre federali, Giuseppe Barbieri, si è dimesso due anni fa circa, lasciando il presidente Croce da solo sulla tolda della navicella. I nodi sono venuti al pettine e il risultato è quella media-piazzamento che impietosamente un sito web ha calcolato: 17,12.br /
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Vista da dentro (era la mia sesta Olimpiade) resta anche la sensazione di un’Italietta che si ritrova staccata dal gruppo dei top team nel quale era entrata stabilmente. Non solo per risultati, ma per solidità generale, colore, visibilità, comunicazione (stendiamo un velo pietosissimo per favore), rapporti con l’esterno e con le istituzioni internazionali. L’impegno di tutti è fuori discussione e per questo va ringraziata l’intera squadra, con una sottolineatura del ruolo oscuro ma preziosissimo del segretario federale Gianni Storti, uno che di Olimpiadi se ne intende. C’è materiale umano (dirigenti, tecnici e atleti) per ripartire da basi eccellenti. Ma sarebbe utile (e molto sportivo) un bagno di umiltà che parta dal vertice. Riparlare a mente freddissima di tutto ciò serve urgentemente a tutti.br /
Anonimo (non verificato)
flavio mattar (non verificato)
SSuper (non verificato)
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Anonimo (non verificato)
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