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01/05/2022 - 00:03

Semaine Olympique Francaise: Tita-Banti e tante solide realtà

Sentenza da Hyeres: la vela azzurra è forte

DOPO LE DUE MEDAGLIE DI PALMA, NE ARRIVA UNA DA HYERES, MA ANCHE... - Non solo l'oro di Ruggero e Caterina. Anche tante rimonte, Medal positive, un paio di medaglie di legno, l'impressione generale di un parco equipaggi sull'intero arco delle discipline veliche olimpiche che pone l'Italia tra le nazioni più complete e livellate verso l'alto. Ecco l'esame finale, l'analisi del DT Michele Marchesini - IL VIDEO DEL DAY 6 - Il link alle classifiche finali

 

Un finale di Medal Race quasi in bonaccia non frena la corsa di Ruggi e Cate, gli olimpionici d'oro di Tokyo concedono il bis a Hyeres dopo Palma, un avvio di stagione a dir poco fulminante per la coppia mista azzurra. Ora c'è un po' di respiro, si fa per dire, con Ruggero che torna a Cagliari da Luna Rossa, la sua altra casa sportiva, e Caterina che spera di superare una fase di malanni fisici che continuano a tormentarla, e che l'atleta tiene a bada continuando a regatare: una grande dimostrazione di professionalità. Occhio però a non esagerare. Titabanti, come ci piace chiamarli a indicare che sono un tutt'uno, sono uno straordinario, unico, enorme patrimonio per la vela olimpica italiana. Hanno riportato l'oro che mancava da 21 anni, hanno confermato al rientro dopo oltre sei mesi di "stacco" postolimpico di essere una spanna al di sopra di una flotta Nacra che sembra ancora voler trovare una sua dimensione nel triennio che porterà a Parigi/Marsiglia. Questo vantaggio agonistico, tecnico e di classe va tutelato, curato, come la squadra ha dimostrato di saper fare, e tenuto al riparo - se non da avversari che al momento (a parte John Gimson e Anna Burnet) non sembrano impensierire - da altri rischi. 

Come dice il DT Marchesini, dietro Titabanti ci sono parecchie solide realtà. Una è il 470 Misto, nel quale Giacomo Ferrari e Bianca Caruso, coppia della Marina Militare, ha dimostrato di essere, all'alba del triennio, tra i migliori equipaggi al mondo. Il secondo nella Medal senza vento di Hyeres, con bronzo sfiorato per soli 2 punti, e la stessa rabbia dei due atleti romani, testimonia che c'è un mix di voglia e contenuti, numeri per restare in alto nelle gerarchie della classe olimpica che a Parigi/Marsiglia avrà lo strano destino di essere la più antica delle discipline veliche ai Giochi e allo stesso tempo con la novità del gender-mix a bordo. Senza dimenticare che su questa stessa classe abbiamo un certo Marco Gradoni con Alessandra Dubbini, europei e mondiali junior che già hanno illuminato la scena con prestazioni da grandi. Come già scritto, la rivalità gestita bene puo' portare vantaggi.

Altra solida realtà il 49er FX di Jana Germani e Giorgia Bertuzzi, quarte nella Medal e ottave a pari punti con il 7° e a solo 1 punto dal 6°. Anche loro sono una conferma, tanti indizi fanno una prova sostanziosa. Ci sono altri ottimi equipaggi italiani sul 49er FX, ma Jana e Giorgia al momento offrono una solidità superiore. Anche per loro vale il discorso di tutelare la continuità, al riparo da rischi sportivi ed extrasportivi. La vità di atlete e atleti a questo livello non è facilissima, restare concentrati sull'obiettivo è il segreto.

Ottima quarta nella Medal anche Chiara Benini Floriani (ILCA 6), che chiude al 7° posto Hyeres, che equivale a un 6° per nazione vista la presenza di due francesi. Nell'attesa del ritorno alle regate di Silvia Zennaro, diventata mamma (forse la vedremo a Kiel), Chiara è da tempo la maggiore garanzia di affidabilità a certi livelli, la punta di una crescita di squadra che c'è stata ma ha trovato in lei la traduzione pratica.

Ancora un 4° posto nella Medal è arrivato da Lorenzo Brando Chiavarini, l'anglo-italiano entrato in squadra da pochi mesi chiude Hyeres con un ottimo 7° posto, anche per lui vale come un 6° per nazione vista la presenza di due inglesi ex suoi compagni di squadra. Lo squillo di Chiavarini servirà a mobilitare un po' tutta la squadra di timonieri del singolo: lui stesso, Alessio Spadoni e Giovanni Coccoluto Giorgetti possono e devono trovare continuità. Il primo che dimostrerà di agganciare una solidità di prestazioni e risultati, darà la spallata al gruppo.

Che dire poi di Marta Maggetti, quarta a 1 punto dal podio (terza di nazione viste le due francesi davanti), e Giorgia Speciale ottava (che tolta Marta sarebbe addirittura quarta per nazione, perchè le francesi nella top 7 sono ben quattro...)? Le due surfiste azzurre sembrano aver fatto presto ad ambientarsi con la nuova tavola foiling, e possono solo migliorare, nella tecnica, nel fisico, nella convinzione. Quanto all'iQFOiL, fin qui osannato unilateralmente, la mancata Medal a Hyeres per il vento troppo leggero, quando altre classi hanno corso, sia pure al limite, suona un campanello che ricorda come inevitabilmente le specialità più estreme soffrano certe condizioni.

Infine le buone sensazioni si chiudono con il Kite maschile, con due azzurri nella top-10, il 4° di Lorenzo Boschetti e l'8° del giovanissimo (ricordiamolo sempre, è minorenne) Riccardo Pianosi. Questa disciplina è ancora molto acerba sotto molti punti di vista e tutta da comprendere, tecnicamente e agonisticamente, per essere raccontata come merita una classe olimpica, ci aspettano appuntamenti internazionali in Italia, occasioni di visibilità per la specialità e i suoi specialisti.

Anche nelle classi dove non sono entrati azzurri in Medal Race, i risultati finali non sono stati negativi come accaduto in passato. L'impressione è che nel ricambio generazionale della vela olimpica l'Italia stia portando freschezza e talento da spendere in un confronto con altre nazioni fortissime, che si intensificherà nei prossimi anni.

QUI TUTTE LE CLASSIFICHE FINALI DI HYERES

VIDEO DAY 6

 

L'ANALISI DEL DIRETTORE TECNICO MICHELE MARCHESINI - “Bellissimo ritrovarsi qui in questa classica monumento come verrebbe definita in termini ciclistici. Hyeres si è confermata un campo di regata interessantissimo e abbiamo vissuto una settimana molto intensa e molto varia con venti freschi e forti all’inizio fino ad arrivare alle brezze leggerissime della giornata odierna. Il bilancio è assolutamente positivo, partendo da Tita-Banti nel Nacra che hanno dimostrato una solidità impressionante: la loro striscia prestativa è assolutamente notevole e stanno scrivendo la storia di questo sport.

Dietro di loro c’è una squadra che funziona e che lavora, molto solida sui risultati anche se oggi non siamo riusciti ad arrivare a medaglia per particolari errori sui fondamentali in alcuni casi. Mi riferisco a Boschetti che entra nella finale di medal stage ed incappa in una partenza anticipata che gli preclude una medaglia o Ferrari-Caruso che non riescono a chiudere bene la porta sulla linea di arrivo arrivando quarti anche loro. Queste situazioni danno un sapore un po’ agrodolce alla trasferta ma possiamo dire che possiamo essere contenti e sorridiamo.

Abbiamo tante altre partecipazioni a medal stage e medal race: peccato che gli iQFOiL con queste condizioni non abbiano disputato le prove perché Maggetti e Speciale avrebbero potuto sicuramente dire la loro con questo formato di finale. Bene Ugolini e Giubilei e Chiavarini che nelle rispettive medal guadagnano posizioni. Bene anche Benini Floriani che raggiunge un risultato fantastico alla sua prima partecipazione a una medal race: un momento importante per il nostro ILCA 6 che dopo le splendide Olimpiadi di Zennaro continua con questa giovane promessa di Riva del Garda.

Per quanto riguarda i due Skiff purtroppo non entrano in medal race Crivelli Visconti-Calabrò, buoni segnali da Ferrarese e Chistè che nonostante il problema fisico dovuto a una contusione della prima giornata hanno saputo crescere. Bene anche Anessi e Gamba. Bene di nuovo Germani Bertuzzi che dopo la medaglia in Coppa del Mondo di Palma hanno trovato una settimana un po’ più difficile, ma le ragazze si dimostrano solide. La solidità è un termine che mi piace usare sempre e da sempre e ne abbiamo parecchia al momento dobbiamo solo continuare così e credere in noi stessi.”

Sezione ANSA: 
Saily - Vela Olimpica

Commenti

Matteo (non verificato)

Se è vero che i velisti italiani delle classi olimpiche stanno migliorando il loro livello e risultati, di pari passo dovrebbe aumentare anche la presenza di questo sport all'aria aperta sui mezzi di informazione e invece niente, perchè di vela non si parla dopo tutti gli articoli sulla medaglia olimpica che hanno vinto sul catamarano? Cosa si puo' fare?

VV (non verificato)

Potete motivare più dettagliatamente cosa significa che la disciplina del kite sia ancora "acerba"? Dal dizionario: "Acerbo: Di sapore aspro, acre, pungente". Sicuramente mi sbaglio ma non vedo nessuna correlazione con il kite. Posso però interpretare la vostra visione: "Aspro": per i risultati degli italiani? Certo il nostro Boschetti ha sfiorato il podio finale, era secondo fino al penultimo giorno, posso capire che brucia. "Acre": certo per chi è abituato a commentare discipline con prove da più di 30 min di target ime, quando arriva una disciplina molto spettacolare e veloce con target time di 12-15 min a prova, capisco la paura: chi torna più a vedere le altre discipline? Concordo che il kite sia un killer da questo punto di vista. "Pungente": ...e successivamente deve anche prudere parecchio perché altrimenti non si spiegano parole così tiepide visti i risultati eccezionali del team italiano. Il kite è velocità, tattica e fisicità, ed è maturo in questo formato già da parecchi anni, ma (grazie anche ad una stampa avversa) nel mondo della vela italiano è percepito solo come giocoleria. "Facci un salto, dai su", questo è quello che ci viene ripetuto a noi regatanti anche in contesti di alto livello in Italia, posso testimoniarlo di persona (e sono uno che fa regate da 10 anni in questa disciplina). Fateci un favore: ci sono centinaia di video spettacolari su youtube delle nostre regate dove potete imparare ad apprezzare questa disciplina eccezionale. Dateci un'occhiata prima di giudicarci "acerbi". Poi ne riparliamo. Grazie.
Gentile VV (?), è nostra abitudine seguire le cose veliche da una trentina d'anni, della nostra competenza puo' stare tranquillo, e ancor più della nostra documentazione, curiosità, ricerca di immagini e spirito delle diverse realtà del navigare col vento. Certificato. Per formazione, poi, non "giudichiamo", semmai forniamo una nostra visione, con una libertà che ci siamo guadagnati sul campo. Le spiego l'uso del termine "acerbo" che l'ha infastidita. Significa ancora verde, in piena maturazione, ed è riferito non certo alla lunga e coloratissima vita del Kite sin qui, ma alla sua nuova realtà di disciplina olimpica. Anche qui, il termine acerbo è usato in relazione ai tempi, ai campi, alle regole, alle persone, a tutto ciò che da un centinaio di anni ha costruito la vela alle Olimpiadi. Non so altri, ma qui da noi nessuno ha mai visto il Kite come "giocoleria". Abbiamo ospitato articoli di esperti e approfondito analisi tecniche, di formati e materiali. Nessun riferimento ai risultati italiani, che anzi sono più che ottimi e con prospettive eccitanti. Date uno sguardo più approfondito a Saily, poi ne riparliamo. In ogni caso tutto serve a comprendersi meglio.