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03/11/2013 - 01:09

Mini Transat in cerca di identità

Giancarlo Pedote:
piaciuto l'aperitivo?

!--paging_filter--strong"Non protesto il Comitato di Regata, spero che possa finalmente trovare efficacia e concentrazione". L'italiano, sempre più leader morale della regata, puntualizza e racconta la difficile traversata del Golfo di Biscaglia, l'annullamento "annullato", l'ennesima vigilia. Forse partenza da Sada martedi 5/strong!--break--br / br / br / emQuella della Mini Transat non si può dire una organizzazione che sta con le mani in mano. Decisioni e controdecisioni, studio delle ipotesi e delle soluzioni, una sorta di "situation room" sempre attiva. Così dopo i famosi 16 giogni di attesa, la partenza da Douarnenez, l'accorciamento a Sada e poi l'annullamento della frazione, è arrivata un'altra decisione singolare: l'annullamento dell'annullamento. Un escamotage, per permettere ai concorrenti di arrivare con le barche a Sada in tempo per la prossima partenza, anche via terra. Lo racconta bene, e con equilibrato commento, proprio Giancarlo Pedote, dominatore virtuale della prima tappa e leader morale della flotta./embr / br / strongDAL TEAM DI PEDOTE/strongbr / La tappa Douaradnenez-Sada, non solo è stata annullata: è come se non fosse mai esistita. Questo per l’organizzazione, ma non per gli skipper che vi hanno partecipato.br / br / Il comitato di regata ha infatti deciso di stracciare le dichiarazioni di abbandono e permettere a tutti gli iscritti di portare le proprie imbarcazioni via terra a Sada (che sarà il porto della prossima partenza) e ripartire. Come se non fosse successo nulla.br / br / Ma qualcosa è successo, e come.br / br / Circa 400 miglia di attraversamento del golfo di Guascogna con mare agitato, condizioni meteo non facili e coltello tra i denti (la distanza in linea d’aria è 340, ma fatti di bolina aumentano per i bordi). Minimo 60 ore di navigazione estenuante, per gli skipper e le imbarcazioni.br / br / Questo è successo, a coloro che hanno preso il via e sono arrivati a Sada o a Gijon.br / br / La tappa può essere annullata sulla carta, ma le vele e le barche di chi ha partecipato fino in fondo ne portano i segni. Giancarlo e Prysmian sono al porto di Sada e, in attesa del nuovo via, hanno cominciato a riprepararsi al meglio: manutenzione puntigliosa per Prysmian 747, riposo e un nuovo stato di concentrazione lucida e determinata per Giancarlo.br / br / Non ci sono ancora ipotesi certe sulla data del nuovo via. Martedì una finestra meteo potrebbe permettere agli skipper che hanno attraccato al porto di Gijon di spostarsi a Sada. Poi sguardo fisso sulle previsioni.br / br / Giancarlo commenta così la situazione. em“Entrando nel golfo di Sada cercavo la linea di arrivo e un gommone di circa 3 metri con motore scoppiettante mi è venuto incontro dicendomi che la regata era stata annullata. Solo allora ho capito che questo era il contenuto del messaggio disturbato ricevuto al VHF quando ero a 4 miglia dalla posizione della linea di arrivo. Avevo completato il 99% del percorso. È inutile nascondere quanto forte sia stato il mio disappunto. In ogni caso ho deciso di non fare una protesta al comitato di regata, per potergli lasciare il tempo di organizzarsi e iniziare a lavorare con efficacia e concentrazione una volta per tutte. Il mio vantaggio di oltre 4 ore sul secondo e sul resto della flotta lo considero un aperitivo offerto a tutti da Giancarlo Pedote e Prysmian ITA 747.”/embr / br /

Commenti

roberto pendibene (non verificato)

Questa tipo di vela e' Francese e su questo penso che non ci sia termine di discussione . Loro fanno,sfanno e decidono e non permettono a nessuno d'intromettersi nel loro mondo che fino ad oggi ritengo sia il migliore impulso possibile per lo sport velico professionistico :Imoca60,trimarani70,Figaro & non (TRANSQUADRA)etc.etc. Ognuno poi e' libero di decidere se partecipare a questi circuiti o fare il Gavitello D'argento il Pasquavela,la Palermo Montecarlo etc. I termini di gestione sono dei cugini in collaborazione con FFVV & loro non ammetono intrusioni sul loro format,e onestamente a parte qualkche C.....A il livello medio di partecipazione e' altissimo come il contributo all'ingegneria nautica in generale e al mondo delo sport PULITO . Casomai il problema e'ridefinire,aggiornare,stringendo i criteri di qualificazione uomo barca o fare classificazione diversa per evitare che per consentire sicurezza agli appassionati si mandi al diavolo un evento,di questo livello o le risorse e nn solo economiche di un'equipe professionale . La consuetudine era: il direttore di corsa rimanda la partenza non per agevolare i meno veloci ma per evitare di decimare la flotta nelle prime miglia e creare danni economici irrevrsibili a queste formula uno del mare , comunque l'assemblea degli skipper e' sovrana e al massimo entro 48 ore la partenza era confermata, siamo in Atlantico e non nel "Bozzone/Mediterraneo" Spero che questo precedente consigli alla classe Francese un riesame complessivo,a 30 anni dalla prima MTransat perche' nel frattempo barche,skipper,motivazione,sponsor,investimenti sono profondamente mutati e cosi' anche i rischi , vero e' che le dotazioni di sicurezza & la preparazione e' aumentata in maniera considerevole , ma e' anche vero che la tecnologia ha creato mostri con un rapporto peso potenza mostruoso di difficile gestione . (Bertrand Delesne , 320 mgl percorse in 24 ore , media 13.3 .........)con la stessa barca con cui sta' partecipando alla Mtransat di questo anno, che senza una preparazione adeguata possono risultare pericolosi per se' stessi e per gli altri (collisioni). R.P.

Anonimo (non verificato)

Vero, Verissimo! Cari Pedote ed ancor più Pendibene, l'attuale circuito delle regata oceaniche è bellissimo, ha ancora un suo fascino assoluto, sia per i percorsi che per le barche ... però ... Però non parliamo più di avventura: non può più dirsi tale una attività in cui, come dice la stessa Saily, a causa del rinvio, sacrosanto, di due regate, vi sono 130 barche in attesa. Se 130barche fanno rotte sostanzialmente simili, non si deve parlare di avventura ma di densità di popolazione non irrilevante, anche se parliamo pur sempre di oceano che quando si incavola ... sono davvero cavoli! Non parliamo neppure di professionismo solamente perché vi sono sponsor importanti ed un notevole giro di soldi, nonostante il periodo: fatevi l'esame di coscienza! Il trucco è proprio nella disorganizzata organizzazione dei francesi, che concordo, va bene così, proprio perché rimane al di fuori dei circuiti "Ufficiali" dell'I.Sa.F. , del C.I.O. e di quant'altri, così le regole rimangono lasche, possono essere variate all'occorrenza, sia essa meteo, ovvero finanziaria e ne godono le fatturazioni in cui si riescono a sostenere costi impensabili di attrezzature con prezzi stratosferici perse o degradate in oceano. Ma la realtà è differente: vi sono molte barche con più di dieci anni sulle spalle e tante traversate, mentre anche quelle vincenti hanno mediamente quattro- sei stagioni, vedi il Prismian: ciò in un certo senso vi rende grandi perché se fosse vero che tutti quei materiali, scafi e quant'altro fossero soggetti ad un decadimento, ad essere persi o distrutti così rapidamente come sostenuto nelle sedi in cui vengono fatte valere le sponsorizzazioni (più prosaicamente le fatture ed i costi), allora non sareste affatto dei filosofi, sognatori od avventurieri, bensì dei pericolosi inquinatori. Ma anche così, nella realtà "fatturata", c'è ben poco da sognare, agognare alla libertà assoluta, agli orizzonti ed agli oceani. Qualcosa di molto differente dal vero "professionismo", praticamente l'opposto! Intanto la lontananza dalle istituzioni sportive ufficiali permette anche di aggirare qualche altro problema che potrebbe essere riassunto sotto la voce doping"! Oltre a vedere molte espressioni ben documentate dalle fotografie pubblicate, ben conosco l'ambiente, da oltre venticinque anni e posso garantire che una incursione degli "uomini con le provette", quelli che vi invitano a fare pipì ...proprio lì e che poi vi faranno sapere, nel vostro ambiente farebbero una strage! Del resto come si fa a rimanere vigili ed efficienti, un po' più vigili ed efficienti degli avversari se si vuole vincere, per due o tre settimane su una piccola barca in solitario? Il Padre Nostro dice "non indurre in tentazione" e la formula delle regate oceaniche di queste tentazioni ne induce tantissime. Ecco perché, già venticinque anni fa, decisi di rimanere nel circuito ufficiale delle regate della classi olimpiche che, pur con tanti difetti, non ultimi i regolamenti pedanti, ha tuttora il livello più alto, la "pulizia" più sicura sia a livello di "sostanze" che a livello di "fatture" e credo che, proprio per questo il vero professionismo stia proprio qui! Ovvio, salvo la piccola, grande ipocrisia che tutti gli sport olimpici dovrebbero essere riservati ai dilettanti! Rimessi in chiaro alcuni punti, sappiate che, comunque vi stimo e che le vostre regate sono interessantissime, come però le altre di cui ho detto.