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14/12/2018 - 20:41
Le ultime dal giro del mondo vintage in solitario, le valutazioni, e un video
Globe, cuori oltre l'orizzonte
VIDEO DEI PRIMI 165 GIORNI - Il leader Jean-Luc Van Den Heede rallentato dall'attrezzatura mantiene 900 miglia di vantaggio ma l'olandese Mark Slats rimonta ogni giorno e si prefigura un incredibile arrivo ravvicinato. Susie Goodall sbarcata a Punta Arenas (Cile). Mark Sinclair si ritira in Australia. Igor Zaretskiy pit stop per riparare. Uku Randmaa a Capo Horn prima di Natale. Rispetto per il coraggio di questi velisti - ECCO PERCHE' E' SBAGLIATO CRITICARE QUESTA REGATA (ma migliorarla si puo')
Il 73enne Jean-Luc è dalle parti di Rio de Janeiro, forse intravede le luci della metropoli e delle favelas, a Ovest. Lui è da 167 giorni su una barca a vela a chiglia lunga di 10 metri, ha passato Capo di Buona Speranza, Capo Leeuwin, Capo Horn, si è rovesciato, ha l'attrezzatura malconcia e deve rallentare per cercare di finire la Golden Globe Race 2018, edizione-ricordo 50 anni dopo la mitica Golden Globe del 1968 che fece scoprire al mondo la vela oceanica in solitario. Solo un navigatore concluse quella regata: Robin Knox-Johnston con il Suhaili.
Cinquanta anni dopo, con Internet, satelliti e telefoni ubiqui, riecco una Golden Globe volutamente, cocciutamente vintage. Con barche, attrezzature e comunicazioni simili a quelle del sessantotto. Ma con velisti odierni, per quanto mediamente maturi e over-anta. In giro si sentono contumelie su questa regata, per il fatto che su 17 iscritti, 12 si sono ritirati e solo 5 restano in gara. E facili "riflessioni" sui costi dei vari salvataggi in oceano di velisti a rischio naufragio.
A CHE PUNTO E' LA REGATA - Van Den Heede sembrava puntare verso Rio, invece si è ridossato appena per salire in testa d'albero e verificare nuovamente la sua attrezzatura riparata alla meglio. E' a 4600 miglia dal traguardo, con davanti l'Equatore, i Doldrums, gli Alisei, l'Atlantico del Nord, Biscaglia, Finisterre d'inverno... Un bel menu.
Alle sue spalle, con frazioni di noto di velocità in più, l'olandese Slats rinviene costante. E' sicuro, barca a posto, deciso a pigiare sull'acceleratore. Da 2000 miglia a meno di 1000 di distacco in un paio di settimane. La partita è aperta e immaginare un finale incerto o persino una volata fa sognare. Al momento VDH è previsto a Les Sables il 21 gennaio, mentre Slats ha ancora una settimana di ritardo (5300 miglia dal traguardo).
Il terzo Uku Randmaa, l'estone, è atteso a Capo Horn il 19 gennaio. Il quarto, Istvan Kopar, è sceso sotto le 10mila miglia al traguardo e precede di altre 600 il quinto Tapio Lehtinen. Per Istvan però c'è la minaccia di un burrascone simile a quello che ha nesso kappaò la Goodall. Il direttore della regata Don McIntyre ha deciso di autorizzarlo a scendere più a Sud di quanto consentito dalle regole di regata, per provare a sfuggire alla depressione o almeno evitarne la parte peggiore.
SUSIE IN CILE HA ABBRACCIATO LA MAMMA E IL PAPA' - L'hanno attesa al porto di Punta Arenas e l'hanno abbracciata appena lei ha messo i piedi a terra. Ancora con addosso la cerata e il giubotto salvagente che aveva al momento del recupero con una delle gru della nave di Hong Kong. Passo fermi e sorriso. L'avventura è finita bene e adesso verrà il momento dei racconti.
LA NOSTRA VISIONE SULLA GOLDEN GLOBE 2018 - Nessuno degli skipper e navigatori iscritti e partiti è stato costretto a farlo, l'iter per arrivare al via di una regata-impresa così estrema, per certi versi più di un Vendée Globe, è di per se un processo selettivo, e infatti molti di più erano i pre-iscritti (oltre trenta) rispetto ai 17 partiti. Gli sforzi fatti per preparare se stessi e la barca sono stati immensi. L'inseguimento del sogno rappresentato dal giro del mondo in ricordo dell'antesignano è un atto di coraggio, non solo per la vela ma per l'avventura e la vita stessa. E probabilmente avremmo bisogno di più gente con il coraggio di Susue Goodall o Mark Slats o Uku Randmaa. Gente che ha deciso di spingersi al confine dei propri limiti.
Come ha scritto qualcuno, senza il coraggio di chi ha gettato il cuore oltre l'orizzonte non ci sarebbero state le scoperte che hanno cambiato il mondo. Colombo non avrebbe trovato l'America. Di quel coraggio, di quel mettere in gioco tutto per un sogno e una impresa, abbiamo ancora bisogno. In più, oggi anche negli oceani più lontani, la società civilizzata rende possibili salvataggi un tempo impensabili. Siamo pieni di navi, satelliti, velivoli, strumenti di comunicazione. Cinquanta anni fa, Susie Goodall sarebbe finita male.
Il concetto della Golden Globe Race è da rispettare, nella sua semplicità e purezza. Ma il ragionamento da fare riguarda il tipo di barche. Il fatto che nella prima GGR solo un concorrente sia arrivato al traguardo, doveva far riflettere. Le barche vecchie e le chiglie lunghe sono belle da vedere e da navigare ma forse non per farci un giro del mondo per due terzi nei mari del sud battuti da tempeste continue. Quando sei nei Quaranta Ruggenti con 50 nodi a poppa e onde conseguenti, la velocità è l'alleato principale. Le chiglie lunghe molto meno. Senza la possibilità di planare come una saponetta scendendo dalle onde e di manovrare velocemente, è facile restare alla mercè degli elementi, è quanto accaduto co 5 disalberamenti e tre salvataggi tra Indiano e Pacifico, con ancora metà flotta che è a metà giro.
Inoltre si deve considerare i cambiamenti climatici come elemento nuovo in gioco. La frequenza e la violenza delle burrasche sono aumentate. Per non parlare dei cambiamenti nella tecnologia delle previsioni meteo. Una volta si girava il mondo con le previsioni generiche di vecchi libri che erano basati sulle statistiche, ed erano incredibilmente affidabili. Oggi la variabilità è estrema. Una volta c'erano le Pilot Charts con le frecce dei venti dominanti in ogni parte del mondo. Sono considerate non più accurate, e non solo perchè oggi abbiamo le previsioni digitali.
Con i cambiamenti in atto, oggi è possibile affermare che, nonostante l'impegno titanico e le capacità richieste, è più sicuro girare il mondo in solitario con un trimarano di 100 piedi che con un 30 piedi d'epoca. Il primo puo' scappare da una depressione, il secondo non puo' fare nulla e resta in balia degli elementi.
Quindi: rispetto per il coraggio di chi ci ha provato e per l'idea della regata. Ma impegno di tutti, organizzatori compresi, a fare le giuste modifiche alle regole già per la prossima edizione (2022). Nonostante tutto è lecito attendersi che ci saranno molti partecipanti, e chissà che non torni anche Susie Goodall.
VIDEO DEI PRIMI 160 GIORNI DI GOLDEN GLOBE RACE
Nuvola (non verificato)
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Lucia (non verificato)
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Silverio Maria ... (non verificato)
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