PROFILO

21/06/2012 - 16:44

Dalla Naumachia alla Stadium Race

Il successo delle Series dell'America's Cup di Venezia e di Napoli ci riporta alla mente le immagini delle antiche Naumachie, simulazioni delle battaglie navali che dai tempi dai tempi dell'antica Roma si svolgevano all'interno di appositi stadi.


Uno degli scopi delle Naumachie oltre all'intrattenimento del pubblico (con combattimenti simili a quelli tra gladiatori) era di tipo didattico, simulazioni di vere battaglie con navi altrettanto reali per far capire al pubblico cosa avvenisse in alto mare.
Le Naumachie erano eventi costosi e di non facile organizzazione, si racconta che la prima fosse stata organizzata da Cesare nel 46 ac e una delle ultime si tenne a Milano ai tempi di Napoleone.

Le circa 100.000 persone presenti a Venezia pare rappresentino un record di pubblico per la storia della vela, ebbene con un po' di immaginazione possiamo dire che le Stadium Race di Venezia e Napoli dei mesi scorsi siano state le prime Naumachie contemporanee (Per fortuna non stiamo parlando di battaglie reali ma di duelli sportivi).

Se partiamo dal presupposto che la Vela sia per sua natura tra gli sport meno adatti alla visione del pubblico, non c’è dubbio che la sperimentazione della Stadium Race stia funzionando a dovere. La Stadium Race è un po' l'uovo di Colombo della vela: per appassionare il pubblico alla Vela sportiva bisogna dargli la possibilità di vedere da vicino una regata...

Anche per i regatanti oltre che per il pubblico le Stadium Race rappresentano una nuova possibilità di contatto diretto con 'gli spalti' (vedi l’esultanza della folla di Napoli dopo la vittoria di Luna Rossa), certamente un grande stimolo ed un nuovo modo di emozionarsi durante e dopo la regata.

Ma regatare vicino alla costa significa scendere a dei compromessi, come nel caso dell’ultima giornata di regata a Venezia in una laguna praticamente senza vento, oppure con i limiti virtuali del campo che spesso modificano le tradizionali modalità di tattica creando delle nuove modalità molto meno ‘veliche’.

L’altro compromesso meno evidente ma non meno importante è di tipo emotivo, la vicinanza del pubblico rappresenta una intrusione rispetto a quello che è sempre stato il modo dei velisti di vivere la regata, una sorta di avvicinamento tra i 2 mondi separati a cui solo noi siamo abituati:
Da una parte il mondo che esiste a terra, in porto o fino allo ‘scivolo’, dall'altra quello che è il campo di regata, lo sconfinato mondo del ‘fuori’ con il suo fascino che solo i velisti marinai possono percepire e che ci fa sentire parte di qualcosa di unico.

Commenti

LucaBeer (non verificato)

Basta regate in mezzo al mare/lago ... "perché lì c'è più vento", che costringono gli spettatori prima a cercare di distinguere dei puntini bianchi, poi a desistere e … chiudersi in un bar a bere una birra. Oltretutto, facendo passare le barche lungo costa, spesso si creano condizioni diverse che mettono in luce il velista più capace e completo … “perché sottocosta il vento gira e c’è più onda”. L’esperienza ACWS ha fatto scuola e si incominciano a vedere i risultati: a Dervio (CO), Sabato 30 Giugno, match race sui Formula18, lungo lago “Per promuovere i catamarani, per portare la vela vicino al pubblico e, soprattutto, per raccogliere fondi a favore dei cittadini emiliani colpiti dal terremoto” http://www.formula18.it/RegateDettaglio.asp?ID=453

Lamberto (non verificato)

Da bravo veronese, quella della Naumachia é un´antico sogno di spettatore dell´Opera in Arena. Al di lá di questo, non credo che la vela diventerá uno sport da stadio. Ma penso che sia bello accettarla anche come tale a livello promozionale, soprattutto per cercare di sopravvivere a questi momenti di crisi.

Anonimo (non verificato)

Evviva la vela dei velisti - quella che si fa in condizioni marine, in mezzo a mari e laghi - dove vengono esaltate la tattica, la tecnica e la strategia di regata. Abbasso la vela dei guardoni - quella che si fa sotto costa per appagare le basse esigenze dei suddetti - dove si rendono contenti solamente i velisti del "bar sport", quelli che comunque, non appena sarà passato il grande evento di turno, ritorneranno a parlare esclusivamente di calcio, Prandelli Ballotelli eccetera eccetera!

Ruggiero (non verificato)

Che orrore! La vela come il calcio. Spettacolo (!?) a tutti i costi anche quello di snaturarne del tutto la stessa ragion d'essere. Ma veramente qualcuno pensa che la vela abbia bisogno di pubblico, dello stesso pubblico, che si eccita per le "imprese" di Ballottelli, Buffon & C.? Già l'A.C. è morta con la scorsa edizione, questa sancirà la definitiva scomparsa di un mito. Un mito per i (pochi?) velisti, praticanti o no, quelli si entusiasmano per una virata a 6kn e non hanno bisogno dell'adrenalina di un ingavonamento in cui ci può scappare anche il morto. Fateci un favore : cambiatele nome, chiamatela Campionato Velocità a Vela e lasciateci la ns. vecchia, lenta, obsoleta Coppa America e fate lo stesso con il resto della Vela. Grazie
Anonimo, Ruggero, volevo innanzitutto tranquillizzarvi perchè non credo che la Vela ed i suoi tifosi potranno mai essere paragonabili a 'quelli del calcio' (nell'accezione negativa del termine). Se volessimo fare un paragone più verosimile con uno sport da stadio penserei al Rugby ed al fairplay che lo contraddistingue. Inoltre credo che la vela possa mantenere la sua 'anima' anche se qualche spettatore da una sbirciata dalla riva, in questo caso la paragonerei più ad una gare di sci di fondo dove il pubblico incuriosito e attento fa il tifo, sta in mezzo alla natura, scopre il fascino di uno sport, senza intromettersi nel modo sbagliato. Non vedo le Stadium Race come un sinonimo di Coppa America o Multiscafi ma un interessante elemento/esperimento all'interno di una nuova formula (per molti aspetti criticabile), non vogliono sostituire le regate tradizionali ma possono rappresentare una opportunità in più di avvicinare il pubblico 'giusto' alla vela. Se anche una sola persona, incuriosita da una Stadium Race si appassionerà alla vela, nell'accezione più marinara del termine, tirando bordi con velocità anche inferiori ai 6kn, probabilmente avremo raggiunto un risultato. PS Grazie per i vostri commenti che mi hanno dato ispirazione per il mio prossimo Blog: 'Più siamo, peggio stiamo', continuate a seguirci.
Sono d´accordo con Marco. Le stadium race sono un catalizzatore importante di attenzione mediatico, in un momento in cui esiste il reale rischio che il nostro sport venga estromesso dalle Olimpiadi. Potete pensare che danno arrecherebbe a tutto il mondo della vela, che deve la competenza e professionalitá e passione proprio a quegli atleti che sudano e lottano per una medaglia a cinque cerchi? Per quando mi riguarda, ben vengano tutti quegli eventi che hanno lo scopo di distogliere l´attenzione da altri sport (calcio) per focalizzarli sulla vela, anche se é solo per un cat che si alza su uno scafo
A proposito di Stadium Race da non perdere i filmati della tappa Extreme 40' di Oporto sul fiume Duero: http://youtu.be/TsLZ1QT2R9E