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20/03/2012 - 20:57

Premio meritato

Lorenzo Bressani, finalmente...

Il timoniere triestino nominato (secondo) Velista dell'Anno 2012, dopo tanti secondi posti. L'Extreme 40 Luna Rossa, Cecilia Zorzi e Alberto Simeone gli altri vincitori dei premi tematici. Ma due Velisti dell'anno non servono a nessuno


Si è svolto a Roma il "secondo" premio Velista dell'Anno 2012. Come sapete, in Italia abbiamo il record mondiale di Velisti dell'Anno: ben due premi con lo stesso nome. Naturalmente si stanno accorgendo tutti che questo dualismo sta rovinando la qualità dei premi stessi. La serata di Villa Miani a Roma è stata un po' meno scintillante del solito: meno gente e meno squilli di tromba. Ma il vincitore (annunciatissimo) si è meritato il premio dopo vari assalti.

E' infatti Lorenzo "Rufo" Bressani, campione del mondo Melges 24, è il "Velista dell'Anno Intermatica 2011". Un mese fa, Marco Nannini, velista oceanico, era stato incoronato Velista dell'Anno dal mensile Il Giornale della Vela, con voti popolari dei lettori su Internet. A Roma invece il timoniere triestino ha convinto la giuria del premio (fatta da organizzatori, sponsor, giornalisti di riviste nautiche, CONI e FIV) superando la concorrenza di Susanne Beyer, Francesco "Checco" Bruni, Diego Negri e Michele Paoletti, aggiudicandosi la ventesima edizione dell'Oscar della Vela Italiana (ideato nel 1991 da Mario Oriani direttore del Giornale della Vela insieme ad Alberto Acciari, oggi alla guida dell'Acciari Consulting: le due anime della diaspora che oggi ha diviso in due il premio). Già l'anno scorso il titolo era sfuggito per un soffio a Bressani, dopo un testa a testa con il navigatore solitario Andrea Mura.

Con questo successo, dunque, Bressani, premiato dal presidente della Federvela Carlo Croce e da Claudio Castellani, presidente di Intermatica, ha bissato il successo del 2001, raggiungendo nella "classifica generale" del premio Giovanni Soldini e un altro triestino Vasco Vascotto, vecchio avversario di Coppa America.

«Vincere per la seconda volta questo premio, il massimo riconoscimento nel mondo della vela nazionale - il commento di Bressani - mi riempie di soddisfazione. Quest'anno la concorrenza era più che mai agguerrita e, sinceramente, non me l'aspettavo. In carriera sono finito diverse volte in nomination, vincendo solo nel 2001. Ringrazio la Giuria che mi ha votato, l'Acciari Consulting che da anni organizza questo evento, gli sponsor e tutti coloro che hanno contribuito al successo di questo appuntamento. Cosa mi manca? La Coppa America! Il mio sogno è quello di essere un giorno al timone di un team italiano».

Proprio l' America's Cup è stato uno degli argomenti clou della serata. Il premio "Barca dell'Anno - Marina di Loano", infatti, è andato a "Luna Rossa", l'Extreme 40 vincitore dell'Extreme Sailing Series. A ritirare il premio, consegnato da Marco Cornacchia, direttore della Marina di Loano, c'era lo skipper Max Sirena, che ha dato qualche notizia sulla prossima avventura di Coppa America del sindacato italiano: «La partecipazione alle Extreme Sailing Series è partita come una avventura per trasformarsi in un progetto ambizioso. Regatare in questa categoria ci ha permesso di tenere una porta aperta su una possibile partecipazione alla "Old Mug" e, alla fine, il patron Patrizio Bertelli ha deciso di lanciare il guanto di sfida. Ora inizia il lavoro duro con le prime regate nel prossimo Act di Napoli».
 
Altro sguardo al futuro lo hanno offerto i talenti della vela, con il premio "Velista Under 25 Carlo Marincovich - Azimut Wealth Management". Il riconoscimento è andato alla 17enne Cecilia Zorzi, campionessa del Mondo nel Laser 4.7, premiata dal Dott. Paolo Marini, responsabile della divisione Wealth Management di Azimut, e Patrizia Marincovich. «Dedico questo successo al mio allenatore - ha dichiarato la Zorzi - per me è una figura importantissima, fondamentale nei momenti difficili. Il mio sogno nel cassetto? Partecipare a un olimpiade».

Infine il "Progettista dell'Anno - Feudi di San Gregorio", consegnato da Gianalberto Zapponini, Amministratore Delegato di Telesia, è andato ad Alberto Simeone, designer del tecnologico e innovativo "Mylius 19e95". «La mia barca è piaciuta molto - ha sottolineato Simeone - ma non mi aspettavo di vincere questa sera. Ho un team eccezionale che mi sostiene nel lavoro e questo riconoscimento premia il gran lavoro degli ultimi anni».
 
 

Commenti

Nicola Ciardi (non verificato)

Purtroppo questa pantomima del doppio velista dell'anno non fa che minare la credibilità del mondo velico, che in Italia già deve lottare per la propria visibilità. La vela è frammentaria in primis per quanto riguarda la pletora di classi e delle relative regate e titoli assegnati, difficile da capire per l'opinione pubblica, se poi lo diventa anche nei riconoscimenti ufficiali siamo proprio fregati. Gli organizzatori dei due premi, indipendentemente da quelle che sono state le decisioni in sede giudiziaria, dovrebbero giungere ad un accordo per il bene della vela (se non sbaglio è dal 2008 che c'è lo sdoppiamento), in quell'ottica di "semplificazione" già egregiamente rappresentata dalla Volvo Champions Cup (la regata che assegna il titolo di campione dei campioni tra i campioni italiani di tutte le classi nella stagione trascorsa) tenutasi ad ottobre che spero che quest'anno e quelli a venire venga replicata con l'adesione di tutte le classi nessuna esclusa.

luigi predellino (non verificato)

Concordo, è come darsi la zappa sui piedi! Chi organizza premi spezzettati lo fa egoisticamente per i propri interessi, e alla fine chi ci rimette è la vela tutta. L'idea della Volvo Champions per il "campione dei campioni" è interessante: si potrebbe fare il velista dell'anno unico in quella occasione, per esempio. Forse Volvo la vuole sponsorizzare? E la nostra mamma Fiv che fa?
NESSUN VELISTA DELL'ANNO..... --------------------------------------------------------------------------------------------------------------- L'anno scorso titolavo "Siamo tutti velisti dell'Anno". Dodici mesi dopo, scelgo l'estremo opposto: "Nessuno è Velista dell'Anno". Tutti e nessuno. E' il destino inevitabile dei pasticci all'italiana. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Ho sempre avuto una posizione precisa sulla vicenda dei due "velisti dell'anno" (uno della rivista Il Giornale della Vela, e uno dell'agenzia Acciari Consulting): stesso nome, stessa formula, stesso periodo, stessi destinatari. Decisamente troppi, due premi identici, per il nostro mondo. Ho anche, in passato (http://www.saily.it/it/piazzavela/post/siamo-tutti-velisti-dellanno), lanciato idee semplici, proposto soluzioni che mi sembravano di intuitiva e immediata realizzazione. Unificare il premio sotto un'unica regia istituzionale, a guida FIV. Serviva solo la "volontà politica", e l'autorevolezza istituzionale in grado di riunire gli sforzi, per arrivare a un solo, grande premio della vela italiana. Ma non c'è stato niente da fare. Le proposte - che pure hanno avuto vasta eco e quasi unanime approvazione - non sono state raccolte dai destinatari. Evidentemente nella vela italiana mancano i due ingredienti appena citati: la volontà politica e l'autorevolezza istituzionale. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------- E così anche quest'anno abbiamo la sceneggiata di due premi "velisti dell'anno", che provocano imbarazzi all'interno e ilarità all'esterno del nostro mondo. A febbraio Il Giornale della Vela con lo Yacht Club Parma ha premiato Marco Nannini e Susanne Beyer (due velisti oceanici): la scelta è stata affidata a una giuria popolare, quella dei lettori della rivista chiamati a esprimersi, via internet, su una rosa di nomi predisposta dalla redazione del mensile. Il risultato? Un premio "ruspante", vivo, che in qualche modo appartiene ai lettori e quindi alla "base" fatta di appassionati di vela. Alla premiazione di Parma è intervenuto anche il presidente della FIV e dello Yacht Club Italiano, Carlo Croce. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------- Oltre che "multipresidente" (Yacht Club Italiano e FIV, grazie a una deroga del CONI), Croce si dimostra anche "multipremio". Infatti eccolo ricomparire, un mese dopo, al secondo Velista dell'Anno, quello romano di Acciari Consulting, questa volta come membro della giuria. La differenza tecnica principale tra i due riconoscimenti sta infatti in questo. Il premio di Acciari non prevede il voto popolare, ma la scelta fatta da un panel di "giudici", tra i quali: lo stesso Alberto Acciari (un bravo navigatore di lungo corso del marketing sportivo romano), lo sponsor (che cambia quasi ogni anno: non un bel segnale), presidente e vicepresidente FIV, segretario generale del CONI, e ben quattro direttori di riviste (definite "di vela", ma ahimè, tranne una, ben concentrate piuttosto sui motoscafi: Fare Vela, Yacht Capital, Yacht & Sail, Nautica), alcuni dei quali hanno addirittura disertato la premiazione. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Il premio de Il Giornale della Vela si sforza di essere appassionato, quello di Acciari è tutto incentrato sul marketing. Un premio dei velisti e uno del marketing: non parteggio (non si può) per l'uno o l'altro, perché come ho detto andrebbero unificati a creare un solo vero Oscar riconosciuto all'esterno, al posto della confusione attuale. Il voto popolare ha i suoi limiti e una redazione da sola "buca" poco sui media. E il marketing ha le sue mannaie: se i soldi non ci sono il premio salta (è accaduto ad Acciari nel 2010), se sono pochi la qualità si riduce (è il caso di quest'ultima edizione 2012). Intanto lo sconcerto aumenta tra i veri protagonisti del premio: i velisti, i grandi atleti e navigatori, i progettisti e gli imprenditori del settore, che non sanno che pesci prendere. Il Velista dell'Anno 2011 è Alessandro Di Benedetto (Il Giornale della Vela) o Andrea Mura (Acciari Consulting)? E quest'anno Marco Nannini (GDV) o Lorenzo Bressani (AC)? E Susanne Beyer, la grande rivelazione dell'oceano italiano declinato in biondo e al femminile, cosa dovrebbe dire? Tirata per la giacchetta a Parma (seconda e premiata quale "migliore avventura") e addirittura candidata con il cognome sbagliato (Bayer, come l'Aspirina) a Roma? --------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Dispiace assistere a questo teatrino. Ma mentre la posizione de Il Giornale della Vela e Alberto Acciari che rivendicano la progenitura congiunta, è almeno comprensibile, non altrettanto si può e si deve dire delle istituzioni. Passi per il CONI e per il segretario generale Lello Pagnozzi (il più papabile successore di Petrucci alla guida dello sport italiano), che di vela è un semplice appassionato. Non passi per la Federvela, che quale ente di riferimento del nostri sport dovrebbe mantenere terzietà e indipendenza e in più essere garante di qualità e valori, unico modo per proporsi con autorevolezza a tutti. Non ci piace un multipresidente-multipremio: preferiamo un presidente e un premio. (FC)

robertopendibene (non verificato)

Ciao Fabio concordo pienamente con quello che dici , ma non bisogna prendersela con la FIV e col sistema vela , sono momenti difficili ,le Olimpiadi alle porte alimentano dubbi e forse e' anche imporatate essere presenti solo per esserci anche se la qualita' degli eventi non e' proprio il massimo della cosa . Ma non capisco cosa scrivi come mancano i soldi alla manifestazione :dunque Intermatica sponsor principale, Marina di Loano Gruppo Ligresti e altri che nn so'ma questa pluriblasonate Aziende del terzo millennio fanno gli sponsor con la "S" maiuscola come dovrebbe essere perche' se no' non si capisce perche' manchino i soldi per fare una manifestazione con tutti i crismi .

Filippo Gandolfo (non verificato)

Grande Fabio, spiegazione eccellente e di grande competenza. è un bel casino e si, non ha alcun senso farsi ridere dietro con due problemi. la soluzione federale? sarebbe la migliore. all'atto pratico? un grande sponsor, come volvo appunto, potrebbe mettere ordine. certo che al GDV hanno vinto mica tanto due per passione, ma anche lì per marketing, visto che i bravi olimpionici si sono visti superare da una ragazza che si ha fatto un'avventura, ma tecnicamente non è nemmeno paragonale. E allora? Pensiamo alle auto. Da che mondo è mondo è la stampa specializzata a dare i premi. vale per l'auto dell'anno. e per i caschi d'oro: vent'anni fa se veniva Senna da AutoSprint può venire chiunque anche per una festa italiana della vela. Unificare potrebbe voler dire guadagnare anche prestigioso sul piano internazionale, che per ora è inesistente. Cose da fare ce ne sarebbero... basterebbe la volontà di iniziare a ripensare! Acciari può scendere a compromessi. Bressani è bravo e sicuramente merita più del vincitore del GDV, ma il GDV è (o era...) importante come autorevolezza. Sparigliamo tutto o lo facciamo fare alla Gazza?

Anonimo (non verificato)

E' un esempio di stupidaggine italiana, pure nella vela! brava saily per l'iniziativa anche su facebook. Dovremmo tutti farci sentire un po' di più!!