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17/08/2011 - 01:30

Una circolare fa discutere

Ma insomma
la nautica come va?

Crisi o non crisi? E' finita o andrà peggio? E il settore è preparato, con le professionalità e le competenze giuste? Fa discutere e riflettere una circolare ISYBA sull'"Andamento del Mercato Nautico in Italia", che chiama in causa anche il Salone Nautico di Genova

 
Saily pubblica la circolare ricevuta in redazione a cura dell'ISYBA (Italia Ship & Yacht Brokers Association), una associazione di categoria dinamica e che sta facendo sentire la sua voce in un momento difficile per il settore. Eccola.
 
Come prevedibile la stagione 2011 subisce gli effetti negativi della crisi economica internazionale e nazionale iniziata gia' nel 2008, aggravata dagli effetti della intensa speculazione finanziaria che nel periodo 2001-2008 ha artificiosamente moltiplicato il fatturato della componente "manifatturiera" del settore Nautico italiano.
 
Attualmente il fatturato della "componente manifatturiera" (Cantieri Navali e Concessionari) non supera Euro 600 milioni, un valore che non puo' assolutamente garantire la "sopravvivenza" della maggior parte delle Aziende impegnate a "vendere barche nuove" in Italia. Forse per questo anche la rivista Nautica ha manifestato, in modo politicamente prudente, forti perplessita' circa l'opportunita' di organizzare nel prossimo mese di Ottobre la manifestazione primaria del settore: il Salone Nautico di Genova.
 
Inutile polemizzare con l'Associazione che ritiene ancora oggi di rappresentare la "componente maggioritaria" del settore Nautico italiano e che si sforza, inutilmente, di mettere in difficolta' le altre "componenti imprenditoriali" del comparto. Quando avra' perso gli introiti derivanti dall'organizzazione del Salone Nautico di Genova non potra' piu' arrogarsi tale "diritto".
 
Ad ISYBA interessa invece a sottolineare quali possono essere i margini di sviluppo che, nonostante la crisi, potrebbero essere sfruttati dalle Imprese di Servizi e dai Professionisti del settore per continuare ad operare, indirizzando la propria attenzione prevalentemente verso il "mercato internazionale". Con un consiglio da evidenziare ai Clienti: evitate di concedere fiducia alla "pletora" di "improvvisati" (molti dei quali "abusivi") che operano a vario titolo nel "Diporto" promettendo "affari" impossibili da realizzare in questo frangente, soprattutto suggerendo improponibili e rischiose "soluzioni fiscali".
 
Attenzione che dovrebbe essere tenuta in debito conto anche da quelle Istituzioni (Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dei Trasporti, ICE, etc.) per dare attuazione a politiche di sostegno che tengano conto di questa nuova realta' economica, poco rappresentata dai "media" di settore.
 
Una prima analisi delle nuove tendenze economiche del settore "Nautica da Diporto" in Italia puo' essere scaricata dal seguente link, sicuramente interessante: http://www.isyba.it/ISYBA-news/news2011/ISYBA-Mercato2011.pdf
 
Buon vento.
ISYBA (Associazione Italiana Mediatori Marittimi)
Italian Ship & Yacht Brokers Association


Commenti

vincenzo (non verificato)

la situazione economica generale non è delle migliori. La nautica da diporto è l'espressione di economie in salute. Certo è che in condizioni economiche di crisi il superfluo si riduce o manca completamente. Ora, analizziamo le motivazioni di acquisto di una imbarcazione da diporto: passare in barca una vacanza. Ma fino a che punto questa motivazione è giustificata dai costi che un armatore deve sostenere? Credo proprio di no. La mia ultima crociera, con la mia imbarcazione, conclusasi il 15 agosto, mi ha dato conferma di quanto sostengo da tempo. I costi elevati per gli ormeggi in marina che solo un cieco potrebbe definire tali. Ecco i prezzi: Filicudi, ormeggio alle boe 50 euro, nessun servizio,giudizio negativo. Tropea 67 euro, tutti i servizi di un marina, ottimo. Vulcano, cala ponente, un pontile traballante dove non hanno i riduttori per la corrente elettrica, dove l'acqua è razionata e dove le docce, con acqua fredda sono a gettoni e dove il prezzo richiesto è stato di 130 euro, ladri. In quest'utimo ho mollato gli ormeggi e sono andato in rada, molto meglio. Cefalù, un poco meglio di Vulcano, cioè con acqua e luce ma anche questo senza docce e servizi, costo 100 euro. Traduciamo tutto in lire e ditemi se questi sono prezzi giustificati, considerando che questi "imprenditori=banditi" utilizzano strutture costruite con i nostri soldi, e aggiungo, chi concede loro le concessioni è complice perchè non vigila e calmiera i prezzi. Per quanto sopra detto, non credete che questi prezzi non contribuiscano al disinteresse per la nautica? Per vostra conoscenza, la mia barca è un 37 piedi a vela. Forse conviene che la venda e decida di fare le vacanze prendendo casa con tutti i comfort in uno dei luoghi dove normalmente vado in barca, non avendo persieri e spese di gestione per il resto dell'anno. Cordiali saluti. Vincenzo