PROFILO

12/07/2013 - 00:12

Strambata? No, Virata Apparente!

ETNZ in Race 2 in strambata nell'attimo del 'Fil di Ruota' con un vento apparente in prua superiore ai 10 nodi


La cavalcata solitaria di ETNZ per le prime (per molti versi assurde) prove della Louis Vuitton Cup ci consente di analizzare con attenzione (e stupore) alcune regole che riguardano le andature, il vento reale ed il vento apparente.

I filmati completi disponibili su Youtube sono una vera e propria risorsa didattica che in questo caso ci aiuta ad imparare osservando il 'caso limite' di questi mostri.

Abbiamo visto come in generale con un vento reale tra i 15 e 18 nodi le prestazioni di ETNZ si assestino con velocità tra i 15 e 20 nodi di bolina e 30 e 40 nodi al lasco. Abbiamo visto inoltre come in queste condizioni durante le manovre le velocità scendano a 8-10 nodi in virata e tra i 20 e 30 nodi durante le abbattute.

Probabilmente la maggior parte di noi conosce queste regole a memoria, vogliamo in ogni caso ribadire come il vento apparente sia su queste barche il grande protagonista . Per chi è abituato ad andare su catamarani leggeri, skiff e ancora di più in Windsurf o in generale su barche plananti le regole del vento apparente sono 'pane quotidiano', la scarsa conoscenza o la fase di apprendimento di queste regole ci ha fatto fare più di qualche bagno (leggi scuffia). Per chi invece non è molto avvezzo alle barche plananti ci sono alcune logiche che possono sembrare totalmente nuove. E' per questo l'invito all'osservazione dei filmati che rappresentano una vera e propria lezione sul vento apparente. Non c'è bisogno di ripeterlo ma ricordiamo che le andature si calcolano sul vento reale mentre le vele si regolano sul vento apparente (così come le coperture !), interessante notare come ETNZ navighi con le vele cazzate quasi al centro per il 99% della sua prova, indipendentemente dall'andatura.

Senza entrare troppo nella didattica vettoriale vorremmo analizzare le principali manovre di ETNZ. Mentra le regole base della virata (per quanto certamente non semplici) non vengono totalmente stravolte rispetto a barche più tradizionali, vorremmo sottolineare come come l'andatura di lasco e soprattutto l'abbattuta possano sembrare ai profani (delle barche plananti) qualcosa di completamente nuovo: è una grande opportunità per imparare qualcosa di molto interessante e tecnicamente complesso.

Come dicevamo con vento reale attorno ai 15-18 nodi le velocità al lasco sono tra i 30-40 nodi spesso in funzione dell'equilibrio raggiunto sui foil. Si parla molto spesso in questi giorni delle strambate di ETNZ che riesce nella manovra senza perdere l'equilibrio sui foil. Ebbene nel filmato è evidente che quando la manovra riesce correttamente la velocità non scende sotto i 28-33 nodi. Questo vuole dire che nella direzione prua-poppa il vento apparente durante la strambata è sempre maggiore come intensità di quello reale e che anche nell'istante in cui la barca è al ‘fil di ruota' il vento apparente arriva da prua con una intensità che può essere anche superiore ai 10 nodi (28/33 di apparente - 15/18 di reale). Quindi la strambata 'reale' è di fatto una virata 'apparente' con il vento apparente che durante la manovra passa davanti alla prua. La conferma ci è data dalla regolazione della randa che naturalmente cambia mure in modo autonomo senza il minimo sforzo o contraccolpo ed è praticamente sempre regolata quasi al centro come fossimo appunto in una infinita bolina apparente (le maggiori differenze di regolazione rispetto alla bolina stanno nello svergolamento e nel camber).

Nel filmato di Race 2 al minuto 56:
http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=M9TVxCREpgg#t=3360s 
e precedentemente al minuto 19:
http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=M9TVxCREpgg#t=1142s 
sono molto chiare le manovre ed è possibile apprezzare con le riprese dall'elicottero la loro spettacolarità.

Per chi si sia da poco avvicinato alla vela (ma è curioso di saperne di più) oppure per chi stia cercando di migliorare la propria tecnica di strambata su barche plananti la manovra è da rivedere più volte. Dobbiamo dimenticare per un attimo tutto quanto di prezioso avevamo imparato: dall'andatura a farfalla alla 'randa in centro', potremmo definire la manovra come un 'consapevole salto nel vuoto', non dobbiamo fare l'errore di metterci in poppa (che è quello che in modo conservativo ci verrebbe più spontaneo) altrimenti rischiamo di trovarci in un 'cul de sac' come è successo a Luna Rossa in Race 3 (minuto 16) che è costretta ad interrompere la strambata e ripartire al lasco:

http://www.youtube.com/watch?feature=player_profilepage&v=b3KhD57d7NU#t=972s

Certamente su una barca da decine di milioni di euro può sembrare fin troppo facile, ma il concetto è simile anche per barche plananti meno performanti, dobbiamo cercare di mantenere la barca veloce e piatta per fare in modo che il vento giri più a prua possibile.
Un errore di manovra o di assetto si traduce in un rallentamento improvviso della barca (in questo caso perdita della planata sui foil, ma per barche ‘più umane’ perdita della planata) il vento apparente non sarà più a prua (o quanto possibile verso prua) e ci troveremmo improvvisamente in una situazione in cui le nostre vele non sono regolate correttamente, anzi probabilmente saranno regolate nel peggiore dei modi (troppo cazzate), con interruzione del moto laminare, passaggio improvviso al moto turbolento e a secondo del mezzo.......barca sdraiata o straorza o scuffia...... 

Possiamo dire di essere dei velisti completi se non conosciamo i segreti di questa manovra ? Non ci rimane che saltare su una barca planante........e provarci.

Commenti

ITA 96 finnista... (non verificato)

Non me ne vogliano gli amanti dei pluriscafi, dove ci sono persone molto preparate più o meno nelle stesse percentuali di ogni altro settore della vela (modo gentile per dire che ce ne sono assai pochi ... ma qui il discorso si allargherebbe troppo!) e che queste tendono a concentrarsi in alcuni "covi" dove invece il piacere della eccellenza, del perfezionamento, della ricerca, dell'avanguardia per tendere a scoprire per primi il domani, non è affatto una novità! Trentacinque anni fa ho scelto il Finn ma ho sempre avuto contatti ed amici proprio in uno dei "covi" degli amanti dei pluriscafi: quel circolo di Cesenatico che appunto si diede il nome di "Congrega"! Nessuno però si senta depositario dell'avanguardia assoluta: da oltre cinquant'anni c'è chi stramba col vento apparente in prua, per esempio quelli dei carri a vela oppure, a maggior ragione, quelli dei laghi alpini nella loro attività invernale sul ghiaccio con le loro rapidissime slitte ... . Però ... mentre su alcuni concetti relativi al vento apparente concordo pienamente, per quanto riguarda le scie di copertura credo ci sarebbe da lavorare un bel po' ... . Buon Vento (reale od apparente, a scelta)