blog | Di Fabio Colivicchi
02/03/2011 - 14:08
Siamo tutti Velisti dell'Anno
Alessandra Sensini in un celebre servizio del Giornale della Vela

Storia, situazione ed evoluzione di un Premio, anzi due. E del suo unico futuro possibile per il bene di tutta la Vela
Il Velista dell'Anno nacque su iniziativa di Mario Oriani direttore de Il Giornale della Vela, e Alberto Acciari, pr e uomo di marketing romano ben introdotto nel mondo dello sport. E' stato un gran bel premio e si è affermato come un momento importante di incontro, visibilità e riconoscimento per la comunità degli addetti ai lavori del mondo della vela, particolarmente quella sportiva. Il premio è andato avanti per anni ed è cresciuto, con i grandi nomi che di volta in volta ha premiato, si è alternato tra Roma e Milano, finchè è successo un piccolo patatrac, dei quali è disseminata la vita. Prima Il Giornale della Vela ha cambiato direttore ed è passato ad Andrea Brambilla, il quale ha continuato la liason con Acciari e la vita del Premio. Poi, quando lo stesso Brambilla ha lasciato il Giornale della Vela (tornato a Luca Oriani, il figlio di Mario) passando alla direzione di Yacht & Sail, Acciari ha scelto di seguirlo e si è quindi rotto l'asse di fondazione del Premio (Giornale della Vela-Acciari). Da quel momento i Premi intitolati Velista dell'Anno sono diventati due. Il Giornale della Vela ha continuato a proclamarlo attraverso i voti dei suoi lettori, mentre Acciari e Yacht & Sail con relativi sponsor hanno proseguito sul format della serata di gala e della Giuria formata da dirigenti sportivi e vip (con una interruzione nel 2010 per mancanza di sponsor).
Quest'anno il dualismo tra i due premi è apparso più evidente, sia perché anche Il Giornale della Vela ha organizzato una bella serata, a Parma con lo Yacht Club Parma, sia perché entrambi i riconoscimenti sono andati a velisti oceanici e alle loro rispettive imprese: Alessandro Di Benedetto (GDVela) e Andrea Mura (Acciari, che nel frattempo ha allargato la partnership ad altre riviste, oltre a Y&S sono salite a bordo Fare Vela, Nautica, Yacht Capital, i cui direttori sono entrati nella Giuria). Last but not least: un Tribunale si è pronunciato sulla materia affermando che il "Velista dell'Anno" di per sé non è un marchio e quindi non può essere assegnato d'ufficio a uno dei due fondatori che lo reclamano. Zero a zero e palla a entrambi.
Fin qui la storia, nuda e cruda. Adesso una proposta, che invio a tutti i protagonisti della vicenda (quindi un bel po' di gente).
E' evidente che, al di là del "raddoppio" di premi, di personaggi, forse di partner, di serate e di occasioni di visibilità per la vela, il nostro mondo non può permettersi di avere due Premi ufficiali intitolati allo stesso modo e con la pretesa di determinare (peraltro con modalità diverse, voto popolare e giuria) un velista "dell'anno". Non ci capisce nessuno, rischiamo sinceramente qualche figuraccia, e perdipiù seminiamo potenziali imbarazzi, tra i velisti "nominati", tra quelli vincenti, i loro uffici stampa, i giurati, gli organizzatori dei premi. Chi ne vince uno, lo rivendica come il più importante riconoscimento, l'unico. Entrambi reclamano la stessa storia e lo stesso albo d'oro fino allo sdoppiamento... Pensate - prima o poi capiterebbe inevitabilmente - se un anno i due premi andassero alla stessa persona: avremmo il primo Velista dell'Anno al quadrato! Maggiore imbarazzo di tutti lo rischia la Federazione Italiana Vela. Il Premio nei suoi anni "normali" ha sempre avuto in Giuria il presidente e il vicepresidente federale, oltre a Raffaele Pagnozzi segretario generale CONI e appassionato velista. La FIV quest'anno è stata molto a disagio per il fatto che il primo "Velista" è stato ospitato a Parma da un Club neo-affiliato. La situazione non può proprio continuare su questa falsariga. E allora?
Allora: serve un solo, unico, riconosciuto, certificato, ufficiale premio per il nostro mondo, un "Velista dell'Anno" che sia un vero Oscar (come per il mondo del Cinema) dello yachting. Moderno, aggiornato, straordinariamente comunicato, in grado di coinvolgere tutto il movimento e non duecento ospiti eleganti. Un premio soprattutto "Istituzionale". L'unica guida possibile al Premio della vela è la FIV stessa. Il presidente Carlo Croce ha storia e carisma per essere al tempo stesso il protagonista della rifondazione del Premio e il suo primo anfitrione. La vicepresidente Alessandra Sensini, quando non sarà più concorrente al premio (è l’unica ad averlo vinto quattro volte, uno ogni tre anni, in concomitanza con le sue medaglie), può essere un’altra perfetta personalità adatta allo scopo. Al nuovo Premio devono naturalmente partecipare, con titoli di merito privilegiato derivanti dalla progenitura, Il Giornale della Vela della famiglia Oriani, e Alberto Acciari Consulting. Uno è il mensile leader del settore, l'altra una agenzia di marketing sportivo assai forte e con un portafoglio significativo. Dopo il "pareggio" in Tribunale, i due devono trovarsi insieme e a riunirli deve essere Croce e la sua FIV. Ci sono altre istituzioni che possono cooperare: l'industria (UCINA, Assonautica, CNA), lo sport (CONI, Enti di promozione sportiva, i Gruppi Sportivi Militari)... Poi devono esserci tutte le riviste. Tutte davvero, non tre o quattro scelte a caso, magari con ospiti in sala i direttori di altre testate, e assenti sul palco due dei direttori in Giuria. Il panel dei media del settore coinvolti nell'Oscar della Vela dovrebbe essere completato anche dai quotidiani sportivi, dalle tv tematiche su ogni piattaforma, da Internet. E si può studiare la formula più giusta per le nominations e per la decisione sui premi da assegnare, un misto tra esperti e voto diffuso. Con un super-evento finale che sia di tutta la vela, da svolgersi in una location simbolica o in concomitanza con un altro grande momento di ritrovo (regata internazionale, salone nautico, assemblea FIV), con ospiti e spettacolo, da trasformare in una occasione di grande emersione della vela al grande pubblico, magari con una bella diretta tv su una rete nazionale (non è difficile, con il livello di certi programmi televisivi degli ultimi tempi). Questo è l'unico Velista dell'Anno che può fare bene a tutta la vela nel nostro futuro. Gli altri servono solo al bene di chi le organizza (se trova sponsor).
I due Velisti dell'Anno 2010 sono appena stati consegnati: è dunque questo il momento per iniziare a organizzare il prossimo. Forza Carlo.
Il Velista dell'Anno nacque su iniziativa di Mario Oriani direttore de Il Giornale della Vela, e Alberto Acciari, pr e uomo di marketing romano ben introdotto nel mondo dello sport. E' stato un gran bel premio e si è affermato come un momento importante di incontro, visibilità e riconoscimento per la comunità degli addetti ai lavori del mondo della vela, particolarmente quella sportiva. Il premio è andato avanti per anni ed è cresciuto, con i grandi nomi che di volta in volta ha premiato, si è alternato tra Roma e Milano, finchè è successo un piccolo patatrac, dei quali è disseminata la vita. Prima Il Giornale della Vela ha cambiato direttore ed è passato ad Andrea Brambilla, il quale ha continuato la liason con Acciari e la vita del Premio. Poi, quando lo stesso Brambilla ha lasciato il Giornale della Vela (tornato a Luca Oriani, il figlio di Mario) passando alla direzione di Yacht & Sail, Acciari ha scelto di seguirlo e si è quindi rotto l'asse di fondazione del Premio (Giornale della Vela-Acciari). Da quel momento i Premi intitolati Velista dell'Anno sono diventati due. Il Giornale della Vela ha continuato a proclamarlo attraverso i voti dei suoi lettori, mentre Acciari e Yacht & Sail con relativi sponsor hanno proseguito sul format della serata di gala e della Giuria formata da dirigenti sportivi e vip (con una interruzione nel 2010 per mancanza di sponsor).
Quest'anno il dualismo tra i due premi è apparso più evidente, sia perché anche Il Giornale della Vela ha organizzato una bella serata, a Parma con lo Yacht Club Parma, sia perché entrambi i riconoscimenti sono andati a velisti oceanici e alle loro rispettive imprese: Alessandro Di Benedetto (GDVela) e Andrea Mura (Acciari, che nel frattempo ha allargato la partnership ad altre riviste, oltre a Y&S sono salite a bordo Fare Vela, Nautica, Yacht Capital, i cui direttori sono entrati nella Giuria). Last but not least: un Tribunale si è pronunciato sulla materia affermando che il "Velista dell'Anno" di per sé non è un marchio e quindi non può essere assegnato d'ufficio a uno dei due fondatori che lo reclamano. Zero a zero e palla a entrambi.
Fin qui la storia, nuda e cruda. Adesso una proposta, che invio a tutti i protagonisti della vicenda (quindi un bel po' di gente).
E' evidente che, al di là del "raddoppio" di premi, di personaggi, forse di partner, di serate e di occasioni di visibilità per la vela, il nostro mondo non può permettersi di avere due Premi ufficiali intitolati allo stesso modo e con la pretesa di determinare (peraltro con modalità diverse, voto popolare e giuria) un velista "dell'anno". Non ci capisce nessuno, rischiamo sinceramente qualche figuraccia, e perdipiù seminiamo potenziali imbarazzi, tra i velisti "nominati", tra quelli vincenti, i loro uffici stampa, i giurati, gli organizzatori dei premi. Chi ne vince uno, lo rivendica come il più importante riconoscimento, l'unico. Entrambi reclamano la stessa storia e lo stesso albo d'oro fino allo sdoppiamento... Pensate - prima o poi capiterebbe inevitabilmente - se un anno i due premi andassero alla stessa persona: avremmo il primo Velista dell'Anno al quadrato! Maggiore imbarazzo di tutti lo rischia la Federazione Italiana Vela. Il Premio nei suoi anni "normali" ha sempre avuto in Giuria il presidente e il vicepresidente federale, oltre a Raffaele Pagnozzi segretario generale CONI e appassionato velista. La FIV quest'anno è stata molto a disagio per il fatto che il primo "Velista" è stato ospitato a Parma da un Club neo-affiliato. La situazione non può proprio continuare su questa falsariga. E allora?
Allora: serve un solo, unico, riconosciuto, certificato, ufficiale premio per il nostro mondo, un "Velista dell'Anno" che sia un vero Oscar (come per il mondo del Cinema) dello yachting. Moderno, aggiornato, straordinariamente comunicato, in grado di coinvolgere tutto il movimento e non duecento ospiti eleganti. Un premio soprattutto "Istituzionale". L'unica guida possibile al Premio della vela è la FIV stessa. Il presidente Carlo Croce ha storia e carisma per essere al tempo stesso il protagonista della rifondazione del Premio e il suo primo anfitrione. La vicepresidente Alessandra Sensini, quando non sarà più concorrente al premio (è l’unica ad averlo vinto quattro volte, uno ogni tre anni, in concomitanza con le sue medaglie), può essere un’altra perfetta personalità adatta allo scopo. Al nuovo Premio devono naturalmente partecipare, con titoli di merito privilegiato derivanti dalla progenitura, Il Giornale della Vela della famiglia Oriani, e Alberto Acciari Consulting. Uno è il mensile leader del settore, l'altra una agenzia di marketing sportivo assai forte e con un portafoglio significativo. Dopo il "pareggio" in Tribunale, i due devono trovarsi insieme e a riunirli deve essere Croce e la sua FIV. Ci sono altre istituzioni che possono cooperare: l'industria (UCINA, Assonautica, CNA), lo sport (CONI, Enti di promozione sportiva, i Gruppi Sportivi Militari)... Poi devono esserci tutte le riviste. Tutte davvero, non tre o quattro scelte a caso, magari con ospiti in sala i direttori di altre testate, e assenti sul palco due dei direttori in Giuria. Il panel dei media del settore coinvolti nell'Oscar della Vela dovrebbe essere completato anche dai quotidiani sportivi, dalle tv tematiche su ogni piattaforma, da Internet. E si può studiare la formula più giusta per le nominations e per la decisione sui premi da assegnare, un misto tra esperti e voto diffuso. Con un super-evento finale che sia di tutta la vela, da svolgersi in una location simbolica o in concomitanza con un altro grande momento di ritrovo (regata internazionale, salone nautico, assemblea FIV), con ospiti e spettacolo, da trasformare in una occasione di grande emersione della vela al grande pubblico, magari con una bella diretta tv su una rete nazionale (non è difficile, con il livello di certi programmi televisivi degli ultimi tempi). Questo è l'unico Velista dell'Anno che può fare bene a tutta la vela nel nostro futuro. Gli altri servono solo al bene di chi le organizza (se trova sponsor).
I due Velisti dell'Anno 2010 sono appena stati consegnati: è dunque questo il momento per iniziare a organizzare il prossimo. Forza Carlo.
carlo (non verificato)
fcolivicchi