PROFILO

26/02/2011 - 18:40

I successi di Velascuola (Classe 2007), messi sotto silenziatore

Velascuola è una delle iniziative più importanti che la Federvela ha lanciato e sviluppato negli ultimi dieci anni. Ha cinque anni di vita (risale al 2007), continua a crescere ed è un vero fiore all'occhiello per la FIV. Ma allora perchè la FIV non la "comunica"?

Velascuola è una delle iniziative più importanti che la Federvela ha lanciato e sviluppato negli ultimi dieci anni. Ha cinque anni di vita (risale al 2007) e continua a crescere a ritmo significativo. E' un tema fondamentale, perché risponde a uno degli obiettivi contenuti nello Statuto (quello vigente e quello futuro) quello di diffondere lo sport della vela, e a un vero e proprio tormentone sentito più e più volte: portare lo sport della vela nelle scuole.
 
Velascuola è il progetto della FIV che ha portato, sta portando e porterà la vela nelle scuole. E' nato per unificare sotto l'ombrello FIV una notevole serie di iniziative prima estemporanee e casuali, attraverso le quali circoli velici o singoli insegnanti o istituti scolastici avevano sperimentato forme diverse di incontro tra i due mondi: "vela" e "scuola", per l'appunto. E' nata anche con qualche mal di pancia, con qualche iniziativa più matura di altre che per brevi momenti ha creduto di proporsi alla FIV stessa come capofila di questo percorso, e bene ha fatto la Federazione a respingere quelle avances, progettando e costruendo invece la sua visione istituzionale, contrattando in prima persona il coinvolgimento del CONI e soprattutto dei Ministeri competenti.
 
Oggi Velascuola è un "prodotto" maturo e redditizio, che produce 12000 tessere FIV ad altrettanti studenti italiani, attraverso centinaia di iniziative in tutta Italia, utilizza moduli didattici, diffonde materiale didattico federale, sta iniziando a formare gli insegnanti, sta realmente e gradatamente inserendo una cultura del mare e dello sport velico nelle scuole. Pensate che il Ministero dell'Istruzione, che tramite il CONI ha contatti con varie federazioni sportive, di recente ha rinnovato ufficialmente la fiducia (e gli accordi operativi per l'inserimento della vela nei programmi scolastici) per prima alla Federazione Italiana Vela, non ad altre, non ad altri sport! Insomma Velascuola è un fiore all'occhiello della FIV, vecchia e nuova.
 
E' forse per questo che la FIV non ne parla, non promuove abbastanza il "brand" che questa iniziativa rappresenta, in una parola non la "comunica"?
 
Recentemente alla Fiera di Roma, al salone nautico Big Blu, ospiti della IV Zona FIV sono venuti due consiglieri federali a fare il punto sul Velascuola: il suo responsabile Francesco Ettorre e il collega Rodolfo Bergamaschi che ha da sempre seguito i rapporti istituzionali con i Ministeri coinvolti. Una riunione interna rivolta ai circoli laziali, e niente più. Chi vi ha partecipato, e ha incontrato i responsabili, compresi quelli dei Ministeri, si è reso conto degli ulteriori sviluppi 2011 del progetto. Enormi. E tutti da comunicare: alla stampa, alle tv, ai media, come si fa  nell'era della comunicazione (ma come si sarebbe fatto, per un caso simile, anche nell'era dei segnali di fumo indiani). Sviluppi profondi. A cominciare dal fatto che presto le iniziative Velascuola contribuiranno ad assegnare "crediti formativi", e chi è nella scuola sa quanto sia significativo questo aspetto. Per proseguire con la formazione degli insegnanti, come accennato prima. E per finire con la partnership che la FIV ha fornito alla tessera dello studente denominata "Io Studio", con sconti speciali per i corsi di vela.
 
Insomma, la trita e ritrita tarantella di coloro che dicevano sempre "in Italia si dovrebbe seguire l'esempio francese, dove la vela si insegna nelle scuole", sta diventando inutile perché oggi sempre più anche in Italia la vela sta acquisendo dignità di materia scolastica. Grazie alla FIV.
 
Da qui lo sbigottimento per la mancata comunicazione ai media di tali brillanti successi. A chi spetta chiedere, scrivere e diffondere un comunicato sull'argomento? Se non ci fosse stata l'occasione del salone nautico di Roma e la riunione della IV Zona, con la conseguente notizia diffusa dalla Zona stessa (che guarda caso è presieduta da un giornalista, quindi sensibile al concetto di comunicazione), forse non sapremmo nulla dell'impegno di Ettorre e Bergamaschi, dei loro viaggi a Roma, degli incontri ai Ministeri, dei progressi di Velascuola. Iniziativa Classe 2007.

Commenti

Matteo (non verificato)

Niente da dire sull'aspetto comunicazione. Ma che la comunicazione non sia il forte della FIV (e non certo da questo quadriennio) ormai lo sappiamo tutti. Ma al di là di questo, VelaScuola è un contenitore vuoto: il materiale didattico è inutilizzabile (ed in genere arriva ai circoli ad attività conclusa - io utilizzo quelli dell'anno precedente, il primo anno ho regalato dei quaderni e dei poster AICO), la normativa è lunga e farraginosa (qualcuno mi spiega il significato di: "uscita in acqua su barche scuola utilizzate, però, a solo scopo dimostrativo")?, la procedura di autorizzazione è complicata e lenta, e va ripetuta ogni anno... Francamente lavoravo meglio quando ci muovevamo in autonomia, senza passare attraverso il progetto federale. Certo, ad un primo approccio gli insegnanti sono magari colpiti dall'altisonanza delle parole "progetto federale", ma poi imparano ad apprezzare le cose che facciamo in acqua, e che sia federale o meno interessa a pochi. Servirebbe altro (una copertura assicurativa vera, magari, oppure un aiuto economico...) per aiutare davvero i circoli.