Oggi e domani Consiglio Federale a Genova. All’ordine del giorno, anche il nuovo marchio FIV. Bene, ma tutto il resto?
Due giorni di Consiglio Federale, tutti a Genova (si è esaurita la filosofia dei consigli itineranti lungo la penisola), del resto i componenti del governo federale sono pochissimi, e con tendenza a diminuire ulteriormente.
Secondo una deliziosa ed eterea news sul sito FIV (resta in voga la prassi varata nel precedente quadriennio: invece dei comunicati stampa si fanno le news sul sito web, chi vuole se le vada a cercare), quelle di oggi e domani per il Consiglio saranno “due giornate impegnative nelle quali i Consiglieri dovranno deliberare e ratificare su alcuni temi funzionali alle attività federali, ma anche un momento di confronto e di discussione su singoli progetti e obiettivi a medio e lungo termine”.
Ci avete capito qualcosa? Obiettivo raggiunto.
Quello che nessuno dice è che la FIV si appresta a presentare il suo nuovo logo. Nessuno l’ha visto, tranne Croce, ma pare che sia simile a quello recentemente lanciato dai cugini francesi della FFV (vedi l'immagine sotto al titolo): moderno, leggero, liquido, impalpabile.
Sentite cosa dice il comunicato stampa della Federation Francaise de Voile che ha presentato il nuovo logo al salone di Parigi al culmine di un lungo percorso, affidato all’agenzia Leroy Tremblot: “L'autenticità, la solidarietà, l'iniziazione e la conquista sono stati selezionati come i pilastri della istituzione intorno a un valore centrale: la trasmissione. Il nostro obiettivo era quello di proiettare FFVoile in avanti, nei prossimi 10 o 15 anni. Per illustrare i valori detenuti dalla Federazione, abbiamo voluto includere il logo in uno spazio aperto senza vincolo di forma per coniugare dinamismo e libertà. Questa energia passa attraverso la "V" rappresentata due vele intrecciate”.
Dopo i bravi cugini, adesso arriva la FIV. Un logo, come ben spiegato oltralpe, dovrebbe rappresentare il “marchio” di fabbrica, i valori di riferimento, l’immagine di sè che una struttura vuol trasmettere e comunicare all’esterno. Per le aziende e le istituzioni un nuovo logo significa una nuova immagine: è qualcosa che si fa in momenti decisivi, di cambiamento, per dare il senso di una nuova identità, della direzione di marcia, o di rotta.
E’ così per la FIV 2013? E’ una FIV con una identità chiara e nuova (fuori e dentro) e sta iniziando una nuova rotta? Oppure la nuova immagine è solo uno schermo, una recita, un capriccio (l’autrice del marchio sarebbe un’amica del tresidente Carlo Croce), e a scavare bene si scopre che non c’è nulla di nuovo e tanto meno di evolutivo?
Con tante urgenze, tanti impegni, tante scadenze, tanti nodi da sciogliere, la FIV si da alla pazza gioia rifacendosi il look.
Un giochino costoso: pensate a cosa significherà rinnovare nel tempo carte intestate, documenti, bandiere, striscioni, adesivi, targhe, diplomi, documentazione per circoli e scuole di vela (queste ultime, peraltro, protagoniste di un deja-vù, poichè due anni fa si era pensato a un nuovo logo rotondo, che sostituisse quello, bellissimo, delle velette-coriandolo: ovviamente l’aggiornamento è stato un flop, come sempre accade alle cose fatte piovere dal cielo e non condivise), tutte le pubblicazioni, le divise di ufficiali di regata, tecnici, atleti, scritte su barche e gommoni, guidoni, crest, website, social network e quant’altro... Ci vorrà tempo (in Francia hanno già preventivato quasi due anni) e denaro. Da sottrarre ad altre attività.
Allora, visto che i riflettori di questo blog sono rimasti spenti a lungo, anche per seguire altre strade rivelatesi cul-de-sac, prendiamo un bel respiro e ricominciamo il viaggio nei prossimi mesi dentro Mamma FIV, i suoi uffici, i suoi uomini, i suoi documenti, la sua attività, le sue regole. C’è un Consiglio ristretto che è partito subito con le dimissioni di un Consigliere (passate nel più completo silenzio); c’è malessere tra gli Ufficiali di regata, c’è un nuovo Procuratore federale subito entrato in rotta di collisione con il suo omologo della Commissione disciplinare; c’è il famoso progetto Under 16 che si deve far ripartire ma che sconta la decapitazione della direzione tecnica giovanile con l’addio di Paolo Ghione (quanto realmente definitivo?); c’è una preparazione olimpica rifondata che oggi vive sulle ali dell’entusiasmo del nuovo DT e di tanti giovani velisti, ma attesa a prove sportive complicate, e a un esame durissimo nel 2014, e che non può essere abbandonata, ma necessita di supporti imponenti; ci sono le Zone e i Club alle prese con la crisi economica e la bomba a orologeria dei nuovi canoni demaniali che strozzeranno i bilanci di molte società affiliate... E soprattutto c’è una lunghissima campagna elettorale, già iniziata, per la successione a Carlo Croce, che nel 2016 lascerà la presidenza federale dopo due mandati. Nove decimi dell’attuale Consiglio, a sua volta, dovranno lasciare perchè al secondo mandato: logico che tra essi almeno tre o quattro facciano un pensierino all’unico modo per restare in pista, diventare presidente. Ne parleremo diffusamente.
***
(Quanto alla “comunicazione”, c’è un nuovo ufficio stampa, scelto con una “gara” nata strampalata e dagli esiti egualmente strampalati. Si tratta però di vecchie e care conoscenze e quindi a loro va tutto il nostro augurio di buon lavoro. Ne avranno bisogno. Quattro anni fa nel ruolo venne scelta una formidabile agenzia milanese, annunciata tra squilli di trombe (nelle quali ha soffiato anche qualcuno che oggi fa finta di niente). Il naufragio della comunicazione federale del quadriennio ormai è storia, e non ha un solo responsabile (benchè possa essere facile mettere qualcuno in cima alla piramide). E’ frutto di un mix infausto di incompetenza, abuso e protagonismo nel ruolo di organi federali, mancanza di un vero progetto e di un piano di azione, scarsa comunicazione interna. I danni prodotti sono tanti, li stiamo pagando tutti noi e li pagherà a lungo tutto il movimento. Il nuovo corso appena partito, come detto, merita di essere seguito con attenzione, ma sconta subito un peccato originale che lo assimila al vecchio: anche stavolta c’è un padre-padrone, senza competenze e con più di un interesse in ballo. L'unica differenza dal predecessore è non essere vicepresidente.)
Due giorni di Consiglio Federale, tutti a Genova (si è esaurita la filosofia dei consigli itineranti lungo la penisola), del resto i componenti del governo federale sono pochissimi, e con tendenza a diminuire ulteriormente.
Secondo una deliziosa ed eterea news sul sito FIV (resta in voga la prassi varata nel precedente quadriennio: invece dei comunicati stampa si fanno le news sul sito web, chi vuole se le vada a cercare), quelle di oggi e domani per il Consiglio saranno “due giornate impegnative nelle quali i Consiglieri dovranno deliberare e ratificare su alcuni temi funzionali alle attività federali, ma anche un momento di confronto e di discussione su singoli progetti e obiettivi a medio e lungo termine”.
Ci avete capito qualcosa? Obiettivo raggiunto.
Quello che nessuno dice è che la FIV si appresta a presentare il suo nuovo logo. Nessuno l’ha visto, tranne Croce, ma pare che sia simile a quello recentemente lanciato dai cugini francesi della FFV (vedi l'immagine sotto al titolo): moderno, leggero, liquido, impalpabile.
Sentite cosa dice il comunicato stampa della Federation Francaise de Voile che ha presentato il nuovo logo al salone di Parigi al culmine di un lungo percorso, affidato all’agenzia Leroy Tremblot: “L'autenticità, la solidarietà, l'iniziazione e la conquista sono stati selezionati come i pilastri della istituzione intorno a un valore centrale: la trasmissione. Il nostro obiettivo era quello di proiettare FFVoile in avanti, nei prossimi 10 o 15 anni. Per illustrare i valori detenuti dalla Federazione, abbiamo voluto includere il logo in uno spazio aperto senza vincolo di forma per coniugare dinamismo e libertà. Questa energia passa attraverso la "V" rappresentata due vele intrecciate”.
Dopo i bravi cugini, adesso arriva la FIV. Un logo, come ben spiegato oltralpe, dovrebbe rappresentare il “marchio” di fabbrica, i valori di riferimento, l’immagine di sè che una struttura vuol trasmettere e comunicare all’esterno. Per le aziende e le istituzioni un nuovo logo significa una nuova immagine: è qualcosa che si fa in momenti decisivi, di cambiamento, per dare il senso di una nuova identità, della direzione di marcia, o di rotta.
E’ così per la FIV 2013? E’ una FIV con una identità chiara e nuova (fuori e dentro) e sta iniziando una nuova rotta? Oppure la nuova immagine è solo uno schermo, una recita, un capriccio (l’autrice del marchio sarebbe un’amica del tresidente Carlo Croce), e a scavare bene si scopre che non c’è nulla di nuovo e tanto meno di evolutivo?
Con tante urgenze, tanti impegni, tante scadenze, tanti nodi da sciogliere, la FIV si da alla pazza gioia rifacendosi il look.
Un giochino costoso: pensate a cosa significherà rinnovare nel tempo carte intestate, documenti, bandiere, striscioni, adesivi, targhe, diplomi, documentazione per circoli e scuole di vela (queste ultime, peraltro, protagoniste di un deja-vù, poichè due anni fa si era pensato a un nuovo logo rotondo, che sostituisse quello, bellissimo, delle velette-coriandolo: ovviamente l’aggiornamento è stato un flop, come sempre accade alle cose fatte piovere dal cielo e non condivise), tutte le pubblicazioni, le divise di ufficiali di regata, tecnici, atleti, scritte su barche e gommoni, guidoni, crest, website, social network e quant’altro... Ci vorrà tempo (in Francia hanno già preventivato quasi due anni) e denaro. Da sottrarre ad altre attività.
Allora, visto che i riflettori di questo blog sono rimasti spenti a lungo, anche per seguire altre strade rivelatesi cul-de-sac, prendiamo un bel respiro e ricominciamo il viaggio nei prossimi mesi dentro Mamma FIV, i suoi uffici, i suoi uomini, i suoi documenti, la sua attività, le sue regole. C’è un Consiglio ristretto che è partito subito con le dimissioni di un Consigliere (passate nel più completo silenzio); c’è malessere tra gli Ufficiali di regata, c’è un nuovo Procuratore federale subito entrato in rotta di collisione con il suo omologo della Commissione disciplinare; c’è il famoso progetto Under 16 che si deve far ripartire ma che sconta la decapitazione della direzione tecnica giovanile con l’addio di Paolo Ghione (quanto realmente definitivo?); c’è una preparazione olimpica rifondata che oggi vive sulle ali dell’entusiasmo del nuovo DT e di tanti giovani velisti, ma attesa a prove sportive complicate, e a un esame durissimo nel 2014, e che non può essere abbandonata, ma necessita di supporti imponenti; ci sono le Zone e i Club alle prese con la crisi economica e la bomba a orologeria dei nuovi canoni demaniali che strozzeranno i bilanci di molte società affiliate... E soprattutto c’è una lunghissima campagna elettorale, già iniziata, per la successione a Carlo Croce, che nel 2016 lascerà la presidenza federale dopo due mandati. Nove decimi dell’attuale Consiglio, a sua volta, dovranno lasciare perchè al secondo mandato: logico che tra essi almeno tre o quattro facciano un pensierino all’unico modo per restare in pista, diventare presidente. Ne parleremo diffusamente.
***
(Quanto alla “comunicazione”, c’è un nuovo ufficio stampa, scelto con una “gara” nata strampalata e dagli esiti egualmente strampalati. Si tratta però di vecchie e care conoscenze e quindi a loro va tutto il nostro augurio di buon lavoro. Ne avranno bisogno. Quattro anni fa nel ruolo venne scelta una formidabile agenzia milanese, annunciata tra squilli di trombe (nelle quali ha soffiato anche qualcuno che oggi fa finta di niente). Il naufragio della comunicazione federale del quadriennio ormai è storia, e non ha un solo responsabile (benchè possa essere facile mettere qualcuno in cima alla piramide). E’ frutto di un mix infausto di incompetenza, abuso e protagonismo nel ruolo di organi federali, mancanza di un vero progetto e di un piano di azione, scarsa comunicazione interna. I danni prodotti sono tanti, li stiamo pagando tutti noi e li pagherà a lungo tutto il movimento. Il nuovo corso appena partito, come detto, merita di essere seguito con attenzione, ma sconta subito un peccato originale che lo assimila al vecchio: anche stavolta c’è un padre-padrone, senza competenze e con più di un interesse in ballo. L'unica differenza dal predecessore è non essere vicepresidente.)
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