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26/06/2015 - 20:20

Lega Vela, adesso si

Il logo della Lega Italiana Vela

Dopo una presentazione un po' spiazzante, la Lega Vela ha incontrato la FIV e messo a punto gli aspetti normativi, primo fra tutti il riconoscimento federale. Adesso l'idea delle regate in stile Champion's League della vela, già in voga in altri paesi, può decollare anche in Italia




In Europa girava già da un po', la Champion's League della vela, e al di là del nome che scimmiotta fin troppo il calcio, in una impossibile imitazione, l'idea ci sta, lo spazio per creare un nuovo evento non è tantissimo, ma se si parte dalla qualità, dall'alto livello e dal coinvolgimento di isttituzioni e club di massimo grado, il risultato si può raggiungere. 

In Europa si sono già costituite 14 National Leagues, dopo il successo della Lega tedesca che ha associato 38 circoli sportivi divisi in due divisioni. Lo scorso anno a Copenaghen si è disputato il primo evento della Sailing Champions League con 23 paesi europei rappresentati dai loro più prestigiosi Clubs.

Per portare anche in Italia la Champion's League della vela, è nata la LIV, Lega Italiana Vela, presentata con una certa pompa magna nientemeno che al CONI lo scorso 25 maggio. Presente il Segretario Generale del Comitato Olimpico Roberto Fabbricini, che ha portato il suo apprezzamento e il suo saluto. Poi il presidente della LIV, Roberto Emanuele de Felice, ha presentato le linee guida su cui si baserà questo sodalizio tra Circoli. C'erano circoli velici di tutta Italia. La FIV era rappresentata dal consigliere Fabrizio Gagliardi, anche se non è stata citata. Così abbiamo letto sui comunicati.

Francamente mi sono chiesto: se un gruppo di club prestigiosi e capaci, e i relativi dirigenti, desiderano "semplicemente" sviluppare anche in Italia un format di regate per club che in Europa sta riscuotendo un grande successo, la Sailing Champions League, c'è proprio bisogno di una nuova entità da fondare, presentare al CONI (che riunisce federazioni di sport olimpici), dotare di un logo tricolore con le velette e un acronimo LIV, un presidente già insediato, e tutto il corollario di cerimonie? Sulle prime, vi dico la verità, mi è sembrata una esagerazione, una imitazione della stessa FIV, e in definitiva persino una provocazione nei confronti dell'ente che ha la titolarità effettiva della gestione dello sport velico in Italia. 

Sempre nei comunicati di presentazione, si rendeva conto del fatto che l'obiettivo della LIV è di "riunire in una lega sportiva un consistente numero di prestigiosi e attivi Circolo velici di tutte le zone italiane, nel pieno rispetto dei Principi sportivi del CONI, dello Statuto della FIV e della sua Normativa". A parte la concessione finale, non mancava niente per sentire aria di ennesimo carrozzone. Il riferimento alla Lega Calcio o alla Lega Basket non teneva, perchè in quei casi le Federazioni stesse hanno previsto le Leghe nei rispettivi Statuti. Cosa che non c'è nello Statuto FIV. 

Vi confesso che mi dispiaceva pure un po': la Champion's della vela mi piaceva (mi piace), l'idea di un evento in Italia con grandi campioni, copertura mediatica massiccia, creazione di personaggi, interesse del pubblico, tribune, dirette tv... Niente di completamente nuovo, per carità, ma visti i tempi di crisi si tratterebbe di una ripartenza, e quindi è un'occasione da non perdere, da valorizzare, da spingere. Nella quale buttarsi.

I miei dubbi hanno trovato - a quanto pare - una soluzione, con l'incontro dello scorso 24 giugno a Milano, dove i vertici della Federazione Italiana Vela, a partire dal Presidente Carlo Croce, hanno incontrato il Presidente della neonata Lega Italiana Vela Roberto Emanuele de Felice, come cita un comunicato della Federvela "per definire tutti gli aspetti normativi e operativi al fine di trovare un’intesa al formale riconoscimento federale della stessa Lega Vela."

L’incontro è stato positivo, è nata una sinergia tra FIV e LIV, e - per stare sempre al comunicato federale "l’Italia diventa quindi il quattordicesimo paese europeo ad introdurre questo nuovo format di regata innovativo e di grande impatto, sia sportivo che mediatico, che pone al centro del progetto il circolo velico in quanto tale, esaltandone il guidone in una competizione sportiva di livello internazionale con gli altri yacht club, quella Sailing Champions League che coinvolge numerosi circoli velici nel mondo in un circuito di regate."

Croce ha detto anche di aver apprezzato la disponibilità della LIV a "conformarsi alle nostre richieste, nel comune interesse di portare avanti il progetto dell’Italian Champions League e soprattutto di implementare l’attività di squadra dei nostri circoli velici affiliati”.

“Adesso possiamo davvero immergerci nell’organizzazione del kick off di Napoli”, ha spiegato il Presidente della LIV Roberto Emanuele de Felice, “perché essere stati accolti nella famiglia della Federazione Italiana Vela ha dato un notevole impulso di energia al nostro progetto."

E' vero: adesso si. Adesso si può partire a organizzare l'evento iniziale, una regata di selezione a Napoli organizzata dal Reale Yacht Club Canottieri Savoia, tra il 24 e il 26 luglio, per scegliere i due circoli italiani alla Sailing Champions League del 2015, evento clou organizzato in Italia, a Porto Cervo, dallo Yacht Club Costa Smeralda tra il 18 e il 20 settembre. Tutti circoli LIV, e prima ancora FIV. Calendari e date, Ufficiali di Regata, rapporti con l'ISAF, categoria, e altre questioncine burocratiche, ca-va-sans-dire, sono passate al vaglio FIV. Così come il riconoscimento della Lega da parte della FIV (in attesa di ulteriori dettagli) ha ritagliato un ruolo specifico per questa organizzazione.

Di fatto, un super-consorzio di circoli, a livello nazionale anzichè locale come ne abbiamo visti spesso, e per organizzare la super-regata dei Campioni. Messa così, ha la sua logica. Loghi e acronimi lasciano il tempo che trovano. Come il fatto che uno dei circoli promotori sia l'Aniene del presidente CONI Malagò. Ma di sovrapposizioni di cariche siamo talmente pieni da non farci più caso. L'importante è che l'evento non sia a sua volta una sovrapposizione. Come la Nation's Cup di Trieste che nei tempi d'oro portava Paul Cayard e Russell Coutts a sfidarsi negli stessi giorni in cui la FIV faceva la grande festa giovanile della Primavela.

Somma si, confusione no. Se la Lega e la Champion's saranno questo - e non c'è motivo di dubitarne dopo il riconoscimento FIV - avremo uno strumento in più per promuovere e dare visibilità alla grande vela, con una sfida affascinante tra i migliori velisti e yacht club europei. Nella quale Saily sarà in prima fila.

Commenti

romano Less (non verificato)

Caro Fabio, da una parte il pericolo carrozzone incombe, dall'altra vedo nomi di tutto rispetto velico e organizzativo, cui penso si possa dare largo credito. L'analogia con altre meno limpide realtà mi preoccupa, ma spero sia solo una questione di nomi... I tempi evolvono rapidi, le risorse di mamma FIV sembrano assottigliarsi, ben vengano quindi nuove energie. Che si spera possano offrire maggiori opportunità a tanti nuovi talenti, che ancora trovano difficoltà ad affermarsi per motivi non solo economici, ma anche di spazi e strutture non abbastanza diffusi e accessibili. Buon vento. Romano

ITANOVANTASEI (non verificato)

La vela "alta" è, da sempre, una ed una sola: le Classi Olimpiche. Tutto il resto, ogni tentativo di urlare o di rendere il nostro sport a misura di strumenti di comunicazione, o è l'ennesimo inganno in termini del "dio" immagine, oppure si riconduce a quel circuito ristretto. C'è un piccolo problema: chi fa davvero vela Olimpica, ha ben poco tempo per pensare ad altro, come per esempio questa nuova iniziativa e, nel contempo, i veri velisti di livello superiore sanno bene che per preparare un equipaggio per una certa barca richiede molto impegno e tempi lunghi per giungere a risultati interessanti, quindi è davvero improbabile trovare stimoli per partecipare ad una simile serie di eventi. A meno che non sia la riedizione di una iniziativa che già esiste da alcuni anni in Italia: non ricordo il suo nome esatto ma, di fatto, vengono invitati i vincitori dei rispettivi campionati a fare una regata con le barche fornite dall'organizzazione. Ovvio che l'unica organizzazione che ha la forza per organizzare un evento simile è, guarda caso, quella che vende più barche e che, sai la coincidenza, offre proprio barche di quel tipo e ... meraviglia delle meraviglie ... risultano sempre vincitori quelli che regatano abitualmente proprio su quelle barche! Cioè quello che dicevo all'inizio: non ci si può improvvisare su una classe se si regata con una differente ed il vantaggio di chi "gioca in casa" è enorme, altro che quello che si può avere nel calcio. Tutti i campi sono rettangolari e le porte hanno determinate misure; al contrario passare da un Nacra 17 ad un 470 oppure da un Meteor ad un 49er ... è qualcosa di molto più impegnativo, talvolta traumatico. Non a caso, la classe (Olimpica) che offre le barche per quell'evento, vede i suoi atleti sempre vincenti, anche perché quelli delle altre Classi Olimpiche, normalmente, non accettano di partecipare a questa partita col "Trucco" (il vantaggio del fattore barca) e disertano la manifestazione, cui invece accorrono i "campioncini" delle classi del nulla, quelli che sono sempre in cerca di qualche affermazione per se stessi e per la propria classe, che però vengono sistematicamente battuti. E allora? Beh il bello della vela è anche la sua grande diversificazione ed è difficile stabilire chi possa essere il migliore in assoluto, ma è davvero difficile che tutti i migliori non siano abitualmente sulle Classi Olimpiche. Al contrario, il brutto della vela consta nell'enorme dispersione nella miriade di classi ed eventi pressoché privi di significato. Troppe classi significa appunto dispersione, cioè non riuscire mai a mettere insieme un calendario di regate e degli eventi decenti per partecipazione e livello: questo sarebbe un problema da risolvere, invece di aggiungere nuovi eventi o nuove formule!