NEWSLETTER
Anno 2 Numero 21
18 aprile 2011
18 aprile 2011
Sul Mar Giallo sorge Luna Rossa
Luna Rossa più forte di tutti. Max Sirena più bravo di Dean Barker e Roman Hagara. A Qingdao dopo le scuffie, le collisioni, gli alberi spezzati, i feriti e un totale di 29 regate in 5 giorni, ecco un trionfo che sa di storia: Luna Rossa batte Emirates Team New Zealand
Max Sirena era poco più che un ragazzo quando nel 2000, in finale di Coppa America, rimediò una botta sulla testa (pelata già all'epoca), e le dirette tv ci mostrarono il suo sangue copioso, sulla faccia, sul naso, persino sullo scafo grigio metallo del glorioso "silver bullet" di Patrizio Bertelli e Francesco De Angelis.
Da quel giorno, tante Lune Rosse dopo, Max è rimasto il velista italiano che "ha dato il sangue" per la nostra vela, per Prada. Quella finale fu persa 5-0, il famoso "Blackwash", una sorta di cappotto tutto nero, in favore dei kiwi contro la Luna italiana. Era ancora il Team New Zealand di Russell Coutts e Brad Butterworth, non era ancora arrivato Ernesto Bertarelli dai laghi sotto i monti, a comprerare tutto il pacchetto, America's Cup (nel 2003) compresa.
Undici anni dopo, il giovane velista che ha donato il sangue per la sua (e la nostra) Luna, è diventato un uomo, comanda una Luna raddoppiata, un imbizzarrito catamarano della classe Extreme 40, ed è andato a Qingdao, su quel Mar Giallo che prima delle Olimpiadi s'era riempito di alghe e che stavolta si è riempito (sia pure a giorni alterni) di vento impetuoso e tremendo, come una mano che dai grattacieli della prima economia del pianeta si è divertito a stritolare questi piccoli giocattoli. E' andato in Cina e ha fatto vincere Luna Rossa. Un ritorno alla vittoria che più significativo non poteva essere, proprio per Max: perché hanno battuto, prima di ogni altro avversario, proprio gli eredi di Team New Zealand. (...) LEGGI TUTTO
Max Sirena era poco più che un ragazzo quando nel 2000, in finale di Coppa America, rimediò una botta sulla testa (pelata già all'epoca), e le dirette tv ci mostrarono il suo sangue copioso, sulla faccia, sul naso, persino sullo scafo grigio metallo del glorioso "silver bullet" di Patrizio Bertelli e Francesco De Angelis.
Da quel giorno, tante Lune Rosse dopo, Max è rimasto il velista italiano che "ha dato il sangue" per la nostra vela, per Prada. Quella finale fu persa 5-0, il famoso "Blackwash", una sorta di cappotto tutto nero, in favore dei kiwi contro la Luna italiana. Era ancora il Team New Zealand di Russell Coutts e Brad Butterworth, non era ancora arrivato Ernesto Bertarelli dai laghi sotto i monti, a comprerare tutto il pacchetto, America's Cup (nel 2003) compresa.
Undici anni dopo, il giovane velista che ha donato il sangue per la sua (e la nostra) Luna, è diventato un uomo, comanda una Luna raddoppiata, un imbizzarrito catamarano della classe Extreme 40, ed è andato a Qingdao, su quel Mar Giallo che prima delle Olimpiadi s'era riempito di alghe e che stavolta si è riempito (sia pure a giorni alterni) di vento impetuoso e tremendo, come una mano che dai grattacieli della prima economia del pianeta si è divertito a stritolare questi piccoli giocattoli. E' andato in Cina e ha fatto vincere Luna Rossa. Un ritorno alla vittoria che più significativo non poteva essere, proprio per Max: perché hanno battuto, prima di ogni altro avversario, proprio gli eredi di Team New Zealand. (...) LEGGI TUTTO