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30/08/2017 - 20:20
Vela Olimpica, chi specula sull'incidente sfortunato del velista USA
Bora Gulari: vogliamo capire
Intorno al grave incidente che ha visto protagonista il timoniere statunitense di Nacra 17 Bora Gulari (scuffia violenta in allenamento pre-Mondiale a La Grande Motte, brutta ferita e tre dita della mano destra mozzate, l'atleta è ancora in ospedale) si è scatenata una inutile bagarre di chiacchiere sui soliti "social". Si fronteggiano due partiti: Foil-Si e Foil-No. Che stupidaggine. Cosa c'entra il foil? Facciamo chiarezza. Parliamo del Nacra 17 e dei suoi problemi. E Bora lo rivogliamo presto come in questa foto! LE ACCUSE DI LARS GRAEL...
1.9 - COMMENTI - Riepiloghiamo: un velista, un atleta di caratura internazionale, un grande ragazzo forte e solare, uno due volte mondiale Moth, patito dei foiling, olimpico Nacra 17 a Rio 2016, in team di Coppa America, insomma davvero un top-sailor. Si fa male, si fa male seriamente, una dannata scuffia ingavonando il Nacra 17 da un foiling veloce con vento forte, una brutta caduta dal trapezio, la mano che cerca e afferra, o non cerca ma è afferrata, da qualche appiglio o da qualche parte dell'attrezzatura, quella mano si ferisce, tre dita sono tagliate di netto, restano intatti pollice e mignolo, c'è sangue in giro e c'è il grande ragazzo che nel dolore e nel vedersi la mano senza le dita si fa pallido e accenna a un mezzo svenimento. Un allenatore italiano si lancia in soccorso, prima rianima Bora e poi istintivamente cerca le dita che potrebbero essere riattaccate, ma purtroppo non si trovano. Poi gommone, ambulanza, pronto soccorso e ospedale. Poi: chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere.
Sono veramente disgustato dalle chiacchiere, vorrei fare un urlo o suonare una sirena, o sparare un botto in aria per far smettere di colpo le chiacchiere, le parole scritte più ancora di quelle parlate, becere, stupide, inutili, che ci sommergono, che sommergono persino Bora e la sua sfortuna. La presunta "guerra" di parole (altro in mano non hanno) tra favorevoli e contrari al foiling è qualcosa di inqualificabile. Personalmente arrivo a presupporre che chi vi partecipa non sia un appassionato vero di vela. La vela, che nella sua espressione originale e primitiva è soprattutto libertà, ognuno la fa come vuole, come gli pare e piace. E la tecnologia andrà avanti sempre e comunque che lo vogliamo o no, non sta a noi decidere. Bora Gulari si è fatto male perchè la vela moderna ha inserito delle caratteristiche di velocità di movimento che oggettivamente aumentano i rischi percentuali di infortunio, più o meno come nel calcio moderno i giocatori corrono il triplo di 20 anni fa e giocano tre volte a settimana e si infortunano tre volte tanto.
Di questo i velisti olimpici parlano tra loro e sono consapevoli. Ci saranno - come accadde in Coppa America dopo la tragedia di Andrew Bart Simpson - nuove regole di sicurezza. Barca acrobatica, movimenti bruschi, caschi, basta guardarsi intorno a vedere che aumentano le misure di sicurezza per i velisti. Ma pensate a quando si andava su Finn di legno senza casse stagne, che affondavano in caso di scuffia (ripeto: affondavano, ciao-ciao), con indosso maglioni di lana per appesantirsi, o giubbotti d'appesantimento pieni d'acqua, stivali con i lacci impossibili da sfilare. O barche che di lasco alzavano tonnellate d'acqua invece di planare. Era pericolosa anche quella vela, magari anche di più. La consapevolezza dei rischi è un concetto di progresso e modernità che vale in tutti i settori. Pensate a come si andava in moto o in auto 20 anni fa.
Quindi, fateve una ragione: Foil si-no, con Bora e la sua brutta scuffia non c'entra proprio niente. Chi soffia sul fuoco di questo fuorviante chiacchiericcio (e attenzione, vale per tutte e due le fazioni, sia chi lancia accuse che chi lancia difese, sono uguali) lo fa pensando di riceverne un beneficio in termini di visibilità. Auguri. Sappiano in anticipo, però, che mentre loro si azzuffano, la vela - tutta insieme, con e senza foil - andrà avanti, forse (meglio) senza di loro. Se invece vogliamo fermarci e analizzare quanto accaduto, con un po' di lucidità e senza rincorrere polemiche, allora dovremmo andare su altri argomenti.
Il Nacra 17 (non esattamente una barca regalata) ha avuto problemi di affidabilità e rotture per tutto il precedente quadriennio, costringendo a continui lavori, manutenzioni, acquisti di ricambi e barche nuove chi voleva davvero competere. A ridosso di Rio Nacra ha lanciato l'idea di introdurre una modifica allo stesso scafo e alla stessa classe, con i foil. Nacra foiling nuovo (ancora meno esattamente regalata) o Nacra vecchio con kit foiling (anche in questo caso non proprio una passeggiata). La comunità dei velisti N17 si è divisa e a Rio (io c'ero e li ho sentiti con le mie orecchie) tutti e tre gli equipaggi sul podio, oro, argento e bronzo appena messi al collo, si sono detti contrari a questa innovazione. Non contrari al foiling, attenti, contrari al piano di modifica del N17. Incurante di tutto e tutti, Nacra è andata avanti e ha "approvato" le modifiche", fatte poi "digerire" anche a World Sailing (sul cui lavoro negli ultimi 10 mesi ci sarà da parlare in altra sede).
Così è partita la corsa al Nacra 17 Foiling, chi ha più risorse e possibilità arriva prima, chi ne ha di meno arriva faticosamente lo stesso, i problemi atavici di affidabilità non spariscono, anzi, fino al clamoroso richiamo in cantiere per difetto delle derive, con tanto di annullamento della Medal Race del test-event danese di Aarhus, di portata simbolica enorme verso Tokyo 2020. Nessuno può fermare i foil, che (repetita juvant) non sono sotto processo per l'infortunio di Gulari. Ma qualcuno poteva fermare il delirio Nacra 17. Oggi la vela olimpica si trova una patata ancora bollente in mano, ben lungi dall'essersi raffreddata.
31.8 - AGGIORNAMENTI - Comunicato della Federvela USA. Bora: "torno a regatare". Le ultime. E cosa dicono (off-the-records) i velisti... - La Federvela USA si è affrettata a sminuire la portata dell'incidente che ieri ha visto protagonista il suo timoniere olimpico del catamarano Nacra 17 Bora Gulari (nativo di Istanbul ma cittadino USA a Detroit), uno tra i velisti più forti e completi in circolazione. Gli statunitensi hanno ringraziato il tecnico italiano Gabriele Bruni, primo a intervenire in soccorso di Gulari, e tutta la comunità della vela olimpica per il supporto ricevuto. E ha aggiunto che Bora tornerà presto a regatare, si parla di 4-5 settimane.
Lui stesso lo ha ripetuto: “Questa è una battuta d’arresto sfortunata, ma Helena e io ci riprenderemo e continueremo la nostra campagna per Tokyo 2020. Tornerò in acqua appena posso, che dovrebbe essere in circa un mese” ha dichiarato Gulari, due volte campione Mondiale Moth e American Sailing Rolex Yachtsman nel 2009.
La prodiera Helena Scutt, illesa nell'incidente, ha partecipato ai primi soccorsi e ha riportato a terra la barca aiutata dall'oro di Rio Santiago Lange. La mano Infortunata è la destra e le dita sono tre, che sarebbero andate "perse parzialmente" secondo la comunicazione ufficiale di US Sailing.
La versione USA appare piuttosto sottostimata in particolare da chi si è trovato nei pressi al momento dell'incidente, e che si è trovato davanti una scena piuttosto "forte", peraltro molto rara nello sport della vela. circolano anche diverse versioni sul taglio delle dita: non sarebbe stato uno dei foil del timone, ma un'altra parte dell'attrezzatura. Come se ci fosse da discolpare qualcuno o qualcosa. Insomma, l'infortunio è di quelli pesanti, l'eventualità sicuramente rara, eppure nel "paddock" del catamarano olimpico il clima da un po' di tempo è piuttosto scuro.
I rischi di navigare e regatare con il N17 foiling sono sensibilmente aumentati, per la velocità, le accelerazioni e le decelerazioni, la flotta numerosa. Allenamenti e preparazione sicuramente diventano ancor più determinanti. Del resto, proprio Ganga Bruni, protagonista del primo soccorso a Bora, ebbe un incidente che poteva avere esiti drammatici, in una delle prime regate dell'allora nuovissimo acrobatico olimpico 49er. In un incrocio di bolina il trapezio di un'altra barca lo colpì sul collo facendolo finire in acqua.
Stucchevole sia la pretesa di polemizzare o commentare l'accaduto, sia la protervia di chi vuole negare che la velocità e l'acrobaticità aumentano i rischi in uno sport storicamente sicuro. Stare ai fatti è sempre la scelta migliore. Sperando di raccontarne di migliori.
30.8 - BREAKING NEWS - Grave incidente al velista USA Bora Gulari sul Nacra 17 a La Grande Motte in allenamento. In una scuffia il bordo d'uscita di un foil gli trancia tre dita di una mano. Rianimato in mare dal tecnico italiano Ganga Bruni e portato subito al Pronto Soccorso. Le prime ricostruzioni, in attesa delle prime immagini dell'incidente. I rischi di una vela sempre più veloce
Grave incidente al velista USA Bora Gulari sul Nacra 17 a La Grande Motte, dove sono in corso allenamenti in vista del prossimo Mondiale del cat olimpico misto: ingavonata e scuffia violenta dal foiling, mette una mano sul bordo di uscita di un foil, molto tagliente, e perde quattro dita. Semi svenuto, soccorso dal tecnico italiano Ganga Bruni, il più vicino al punto dell'incidente. Rinvenuto, portato a terra, dove è stata subito chiamata una ambulanza che l'ha trasportato di urgenza al Pronto Soccorso, è adesso in ospedale, e con lui ci sono la prodiera e i componenti del team USA.
Ganga Bruni racconta: "Per fortuna Bora è vivo! E' stato davvero un brutto incidente, una scuffia come tante, anche se da ingavonata a velocità sostenuta. C'era uno dei tanti allenamenti che stiamo facendo qui a La Grande Motte in attesa del Mondiale, siamo una quarantina di barche, già definitive, rientrate cioè dal cantiere con i nuovi "bearings", la scuffia è normale, purtroppo istintivamente Bora ha messo la mano in un punto dove passa l'uscita del foil, estremamente tagliente, e questo gli ha tranciato almeno tre dita e mezzo.
"Io ero vicino, sono subito intervenuto, ho visto che Bora era semisvenuto, e abbiamo subito visto la mano sanguinante. Io ho cercato le dita, in questi casi è importante ritrovarle per poterle riattaccare, ma purtroppo c'era onda e vento, un punto dove molte barche passavano veloci, poggiavano, non è stato possibile recuperare le dita. Poi abbiamo portato Bora a terra ed è arrivata l'ambulanza..."
Bora Gulari è un noto velista USA, specialista e antesignano del foiling, è stato campione del mondo Moth, e membro del team Luna Rossa in Coppa America. Ha rappresentato gli Stati Uniti a Rio 2916 sul Nacra 17, ed è in piena campagna olimpica sul nuovo N17 foilign per Tokyo 2020.
In attesa di saperne di più e di avere immagini (forse anche un video), e augurando a Bora di rimettersi al più presto, l'incidente è destinato a rinfocolare le polemiche e i dubbi sul nuovo corso del Nacra 17, già nel pieno di un periodo delicato, dopo l'annullamento della Medal Race del test-event di Aarhus e il contestuale richiamo di tutti i catamarani in cantiere per sostituire dei cuscinetti difettosi sulle derive a foil. A pochi giorni dal Mondiale, di sicuro la notizia non ci voleva. Altri particolari e approfondimenti seguiranno.
fcolivicchi
davide (non verificato)