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10/05/2013 - 12:09
Tragedia a San Francisco nel naufragio di Artemis AC72
Tragedia a San Francisco nel naufragio di Artemis AC72
Andy delle medaglie,
morto sotto Artemis
morto sotto Artemis
!--paging_filter--strongIl velista olimpico inglese Andrew Simpson (oro a Pechino 2008, argento a Londra 2012) è morto nel naufragio di Artemis AC72 in allenamento per la Coppa America. Intrappolato 10 minuti sotto la barca. Paul Cayard: “Siamo devastati. Ora non pensiamo alle barche, pensiamo alla gente” - 3 VIDEO/strong!--break--br /
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La vela adesso si ferma e piange uno dei suoi. Uno dei migliori, un velista olimpico, due medaglie olimpiche: oro a Pechino 2008, argento a Londra 2012, entrambe le volte a prua della Star di Iain Percy. Gigante atletico, faccia bozzuta ma buona, gentile. La vela nella vita: ora sono volate via entrambe.br /
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Andrew “Bart” Simpson è morto (e c’è qualcosa di incredibile anche a scriverlo) a 36 anni, facendo vela, allenandosi nella baia di San Francisco su un catamarano della classe AC72, quella su cui si correrà la prossima XXXIV Coppa America. Il cat si è spaccato dalla traversa anteriore, c’è stato un cedimento strutturale, lo scheletro sghembo della “barca” si è accasciato sull’acqua, e qualcuno dei velisti dell’equipaggio è rimasto impigliato. Sott’acqua: Andy Simpson ci ha lasciato così, dopo tanti minuti sott’acqua, c’è chi parla di 10, finendo per respirarlo, quel mare che ha tanto vissuto, fino a farlo scorrere, davvero, nelle sue vene.br /
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Artemis AC72 è scuffiato verso le 13 locali, nei pressi del molo ferry di Treasure Island. Quando i soccorritori sono riusciti a estrarre il corpo di Andy dall’intrico di cavi che lo ha intrappolato, è stato issato un gommone e quindi portato a terra al St. Francis Yacht Club. E’ qui che stato dichiarato morto, dopo 20 minuti di continui sforzi di rianimazione cardiopolmonare che non erano serviti a rianimarlo. Nell’incidente un altro velista è rimasto ferito in modo piuttosto grave, ma non è in pericolo di vita. Altri dieci membri dell'equipaggio di Artemis sono rimasti illesi e sono stati trasportati al quartier generale Artemis, ad Alameda.br /
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Quando Paul Cayard, un’ora dopo, arriva ai microfoni dei media per una prima dichiarazione, la scena sembra irreale: sullo sfondo una enorme nave militare, l’acqua della baia increspata da un vento ignaro e gioioso, c’è un bel sole. Paul è tereo, pile nero, immobile nel pronunciare poche parole. “Ora dobbiamo pensare alla gente, la priorità del team è la nostra gente. Condoglianze alla famiglia di Bart (lo chiama così, col suo soprannome). La barca è stata rimorchiata in porto, ma adesso di lei ci importa poco. Dobbiamo riprenderci da questa giornata devastante.”br /
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La giornata è devastante per la vela e la Coppa America, i dubbi si affollano e sarà inevitabile che adesso si parli della eccessiva pericolosità di questi mostri da regata che volano (e si ribaltano) a 40 nodi. Pochi giorni fa Francesco Bruni, italiano di Luna Rossa, ci aveva confidato, sinceramente e serenamente, di avere paura quando sale sull’AC72. I velisti hanno paura. Usano i caschi, fanno corsi di sopravvivenza e di paracadutismo. L’inseguimento dello spettacolo, dell’adrenalina, della fisicità, della velocità super, delle nuove generazioni, oggi ha segnato un duro, bruttissimo stop. Uno stop lugubre, un lutto grave, un giovane atleta olimpico, perchè è sempre la vela olimpica a fornire il carburante umano all’America’s Cup, e a tutta la vela, occorrerebbe non dimenticarlo mai.br /
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E' la seconda volta che un velista muore durante un allenamento per la Coppa America. L'unica altra morte risale al 1999, quando Martin Wizner della sfida spagnola morì sul colpo dopo essere stato colpito alla testa da un pezzo rotto di attrezzatura.br /
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Si muore per fatalità e si muore in tanti sport e discipline pericolose, dal deltaplano alla Formula Uno, al motociclismo. Nella vela gli incidenti gravi o mortali sono molto rari, navigare spinti dal vento è oggettivamente uno sport sicuro, oltre che affascinante e meraviglioso. Certi sviluppi legati ai cat della prossima Coppa America stanno certamente rendendola più aggressiva, più spinta, più rischiosa. Il trend si sta allargando anche alle classi olimpiche (il 49er, che adesso è anche femminile, è barca piuttosto complicata e farsi male non è proprio impossibile; il nuovo Nacra 17 va nella stessa direzione). Nessun allarmismo, e rispetto per la vita perduta di Andrew Simpson, per un insieme di fatalità. Ma questa perdita impone, almeno, un momento di riflessione generale.br /
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strongVIDEO SULL'AC72 DI ARTEMIS IN UN GIORNO DI ALLENAMENTO, PARLA LOICK PEYRON/strongbr /
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strongVIDEO SULL'AC72 DI ARTEMIS IN UN GIORNO DI ALLENAMENTO, PARLA IAIN PERCY/strongbr /
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Augusto Cadini (non verificato)