Certo, tre premi sono troppi ma la realtà dei decenni trascorsi dovrebbe essere analizzata un po' meno superficialmente se si vuole davvero capire come stanno le cose.
Non tutti sono sempre stati obiettivi ed imparziali, come dovrebbe essere un "Giudice" o comunque chi deve assegnare un premio di rilievo, anzi ... nei primi anni il problema era proprio quello: nessuno doveva vedere, sapere o conoscere quello che stava facendo un navigatore oceanico che aveva una colpa gravissima.
Perbacco, quell'originale aveva l'ardire di non pubblicare i suoi libri per l'editore allora quasi monopolista del mare, nonché legato alla persona recentemente scomparsa che vedo più volte citata, colui che a metà anni settanta ebbe il merito di fondare una delle prime riviste di sola vela, salvo appunto i livori che riservava ad alcuni, Ambrogio Fogar per primo.
Conobbi Ambrogio personalmente, anche perché, sebbene allora io fossi molto giovane, mio padre, tramite alcune aziende, collaborava alle sue imprese cercando di bilanciarne l'alimentazione tra conservazione dei cibi, caratteristiche energetiche, attitudini organolettiche, facilità di preparazione ed altri elementi più strettamente legati alla sperimentazione della nascente Scienza dell'Alimentazione.
Certamente erano imprese condotte con criteri che oggi farebbero quasi sorridere, basta dire che il Surprise, questo il nome della barca di 37' , disegno S&S , realizzata nei Cantieri di Castiglione della Pescaia, era certamente molto bella e ben costruita ma il solo fatto di essere stata realizzata in legno con fasciame classico, quindi neppure in lamellare, oggi fa inorridire.
Tra tutte le approssimazioni del caso, ne furono certamente fatte anche alcune a livello di stampa e comunicazione: il primo libro di Ambrogio "Il mio Atlantico" - quello che tratta della OSTAR 1972 - è piacevole e ben scritto ... invece "400 giorni intorno al mondo" lo è molto di meno ... chiunque li confronti intuirà certamente qualcosa ... .
Imbarazzante davvero, non c'è dubbio, ma da lì a mettere in dubbio la stessa impresa è un'altra cosa.
Questa la colpa di colui che "inventò" questi premi: chiunque voglia ergersi in qualche maniera a giudice di qualcosa, chiunque si auto attribuisca l'autorevolezza di premiare questo o quello, non dovrebbe davvero vivere di simili livori ... .
Le accuse mosse contro il secondo libro di Fogar erano probabilmente un po' "pompate" ma sostanzialmente corrette ma la negazione dell'impresa, del primo viaggio intorno al mondo da Est ad Ovest, contro i venti dominanti, compiuto in solitario da un italiano sono inqualificabili.
Infatti, nonostante il "giro", lo stesso Fogar non mi pare abbia mai preso il premio di velista dell'anno e, probabilmente per lo stesso motivo, il premio stesso fece la sua strada ma poi vi furono gli "scismi" di cui si lamenta giustamente il direttore di questa testata.
Inevitabili, nessun edificio può reggere se non dispone di fondamenta adeguate: inutile santificare chi "inventò" il premio di velista dell'anno perché, in assoluta semplicità e schiettezza, non era la persona adatta a ciò!
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03/10/2016 16:11