Francesco Marrai è molto bravo, maturo e meritevole a dispetto della giovane età, questo è il succo dell'articolo ed è sacrosanta verità, esattamente come lo è anche il fatto che vi sono altri tre o quattro azzurri appena più indietro ed è forse questa la notizia più interessante.
Forse uno di essi, praticamente li conosco tutti, mi pare in più occasioni sia andato oltre il limite delle regole, del fair play e, specialmente, esageri in prepotenza sia con la 42 che alle boe; non dico il suo nome, ma essendo certamente tra i più delusi, lo invito comunque a meditare ed a non recriminare: non trovo sbagliato che una selezione si possa perdere anche così, anzi!
Ciò potrà servire anche a tanti altri, perché non è l'unico a comportarsi in quel modo, né nell'ambito di questa classe, né nel contesto più ampio di tutta la vela!
Vorrei però confutare radicalmente quanto scritto nella seconda parte dell'articolo, quello in cui si parla del Laser.
No, il Laser non è un monotipo, bensì un monopolio ed è proprio tale caratteristica che lo sta facendo invecchiare rapidamente, che lo ha sospinto fino alle Olimpiadi ma che ha anche creato problemi giganteschi, come la stessa associazione italiana della classe, quella storica, una delle piùgrandi del mondo, gestita in maniera che trovo assai deprecabile ed affatto "democratica", probabilmente proprio in nome e per conto del monopolista.
Attenzione: le classi nascono, si sviluppano e poi muoiono, come ogni cosa, ma se si creano malintesi come quello in essere, la fine può essere davvero prossima: facendo un paragone lusinghiero, chi avrebbe mai detto che un decennio di "gestione Oracle" sarebbe stata sufficiente per distruggere un Trofeo con 175 anni di storia come la Coppa America?
Infine la questione della "capacità di messa a punto del mezzo" di cui si dice nel testo, riferita alle condizioni meteo ed alla conformazione dell'atleta è proprio una delle caratteristiche in cui il Laser eccelle in negativo tra le classi Olimpiche: è un oggetto sostanzialmente poco regolabile, l'albero ha una sola posizione e, teoricamente sia gli alberi che l'assetto dovrebbero essere identici tra tutte le barche.
Però tutti sanno che ciò non corrisponde strettamente alla verità, perché vi sono differenze aleatorie di costruzione, non recuperabili proprio perché mancano gli elementi per una concreta fase di messa a punto.
Semmai, e questo è certamente vero, il Laser premia l'attitudine degli atleti a "lavorarlo" onda per onda, portandolo nella maniera più opportuna nelle differenti condizioni di vento e mare.
Ma questa è cosa differente, particolarmente importante sul Laser solamente in virtù della sua leggerezza, che rende preponderante il lavoro del suo "peso mobile", cioè del timoniere.
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03/10/2016 16:14