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29/01/2016 - 18:48

Avanzano le scelte FIV per le Olimpiadi

Francesco Marrai,
Il sogno è realtà

Francesco Marrai (Laser) è il sesto velista azzurro scelto dalla FIV per Rio 2016, dopo Giulia Conti e Francesca Clapcich (49er FX), Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri (Nacra 17) e Flavia Tartaglini (RS:X F). Il giovane livornese è alla sua prima partecipazione olimpica. Il Consiglio FIV ha anche selezionato per le Paralimpiadi di Rio 2016 l’equipaggio dello Skud 18 formato da Marco Gualandris e Marta Zanetti e il timoniere del singolo 2.4 mR Antonio Squizzato 


Vai Francesco, vola con i tuoi sogni che diventano realtà. Un giovane emergente, un pezzo di futuro della nostra vela si trasforma già in presente. Francesco Marrai, figlio di Antonio di Luna Rossa e di tanto mare, livornese, abbastanza talento da farsi notare già da adolescente a battere tutti sul Laser, è il sesto atleta della vela azzurra ad essere selezionato dal Consiglio Federale FIV, su proposta della Direzione Tecnica di Michele Marchesini. Sull'onda di giovani sogni che diventano realtà (e già questa è una storia bellissima da raccontare) prende corpo la squadra dell'Italia velica a cinque cerchi per Rio. 

Francesco ha battuto concorrenti agguerriti, amici coetanei come Giovanni Coccoluto, laseristi di lungo corso come Alessio Spadoni e Marco Gallo, schiantati tutti, piano piano, dalla classe e dai risultati di Marrai. Le Fiamme Gialle mettono un altro tassello dopo quello di Flavia Tartaglini. Il vincitore - in questi giorni a Miami non brillantissimo - festeggierà. Gli "sconfitti", nello sport non è mai definitivo, possono complimentarsi e darsi appuntamento alle prossime sfide. Ora Francesco è di tutti, è l'Italia alle Olimpiadi. Un sogno per volta, please.



(federvela) Il Consiglio Federale riunito a Genova, presso la sede della Federazione Italiana Vela, ha ufficializzato con propria delibera la proposta della Direzione Tecnica per la presentazione al CONI di un altro azzurro - dopo gli equipaggi formati da Giulia Conti e Francesca Clapcich per la disciplina skiff femminile 49er FX, da Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri per la disciplina catamarano per equipaggi misti Nacra 17 e da Flavia Tartaglini per la tavola a vela femminile RS:X - che potrà far parte della Spedizione Olimpica a Rio 2016, una volta approvata dal Comitato Olimpico Nazionale. L'individuazione riguarda la disciplina del singolo maschile Laser Standard e l’atleta confermato è Francesco Marrai, seguito dal Tecnico Alp Alpagut.


Nato a Pisa il 4 gennaio 1993, iscritto alla Facoltà di Ingegneria Nautica e tesserato per le Fiamme Gialle, il Gruppo Sportivo della Guardia di Finanza, Francesco Marrai si appresta a partecipare alla sua prima Olimpiade, in una classe estremamente competitiva, quella del singolo maschile Laser Standard, in cui ha ottenuto numerosi successi di livello internazionale, sia in ambito giovanile che senior, l’ultimo dei quali è il trionfo, lo scorso agosto, nelle acque che ospiteranno fra pochi mesi le regate olimpiche, nel Test Event a Rio de Janeiro, appuntamento di livello massimo a cui erano presenti tutti i migliori esponenti della disciplina.


Amante dei viaggi, grande sportivo, testardo, determinato e molto maturo considerata la giovane età, Marrai in questo quadriennio è cresciuto e migliorato a dismisura, fino a raggiungere risultati eccellenti – vedi il già citato successo nella regata pre-Olimpica di Rio - che l’hanno fatto entrare nell’élite della classe a soli 23 anni. “A inizio quadriennio mi sono posto l’obiettivo di raggiungere una certa regolarità e ad arrivare nei primi dieci nelle regate importanti, che non vuol dire vincere sempre, o arrivare sul podio, ma restare lì, tra i migliori. Ed è su questa continuità che ho costruito la mia crescita”, spiega il livornese. “Ora chiaramente punto ad andare lì e giocarmela, senza timore. I Giochi sono un sogno, la regata più importante a cui si possa aspirare: partecipare è già una grande emozione, ma vado lì a testa alta”.


Progettato nel 1971 dal canadese Bruce Kirby, il Laser è la deriva più diffusa e famosa al mondo, anche al di fuori dell’ambito strettamente agonistico. Lungo poco più di 4 metri, per circa 60 chili di peso, è un monotipo essenziale nell’attrezzatura e dotato unicamente di randa, per una sola persona d’equipaggio. Diventato, nella sua versione Standard, classe olimpica per uomini a partire dall’edizione 1996 dei Giochi, quella disputata ad Atlanta (le regate a Savannah), nel 2008, ai Giochi di Pechino, ha fatto la sua prima apparizione olimpica anche nella versione Radial (vela più piccola di circa il 15 per cento con un taglio radiale e parte inferiore dell’albero più corta) come singolo olimpico femminile. In entrambe le versioni, è una barca strettamente one design (peso, dimensioni, vele e attrezzatura identiche per tutti), perfetta per far emergere le qualità sia fisiche che tattiche del timoniere, nonché la sua capacità di messa a punto del mezzo a seconda delle condizioni.

“Francesco Marrai ha evidenziato una crescita marcata, con un percorso continuo che lo ha visto riportare importanti risultati a livello giovanile prima ed in classe Olimpica successivamente, fino alla vittoria del Test Event Olimpico del 2015”, ha dichiarato il DT della Nazionale Michele Marchesini. “E’ un atleta molto giovane, che proviene dal nostro vivaio e che è espressione del ricambio in Squadra. Tecnicamente ha un’impostazione, una costruzione della regata molto pulita ed efficace che apprezzo molto, unita ad una capacità di conduzione ed un livello di preparazione fisica in linea con i migliori singolisti mondiali”.
Oltre a Francesco Marrai, il Consiglio Federale oggi ha ufficializzato con propria delibera anche la proposta della Direzione Tecnica della Squadra Nazionale Paralimpica per i primi due equipaggi azzurri che potranno partecipare alle Paralimpiadi di Rio 2016: si tratta dell’equipaggio dello Skud 18 formato da Marco Gualandris e Marta Zanetti, entrambi tesserati per le Fiamme Gialle e medaglia di bronzo alle ultime due edizioni dei Para World Sailing Championship, e del timoniere del 2.4 mR Antonio Squizzato, tesserato per la Società Canottieri Garda Salò. Nei prossimi giorni, è previsto un approfondimento sui primi due selezionati della Squadra Paralimpica per Rio 2016, con le dichiarazioni anche del Direttore Tecnico della Squadra Beppe Devoti.
 

Commenti

ITANOVANTASEI (non verificato)

Francesco Marrai è molto bravo, maturo e meritevole a dispetto della giovane età, questo è il succo dell'articolo ed è sacrosanta verità, esattamente come lo è anche il fatto che vi sono altri tre o quattro azzurri appena più indietro ed è forse questa la notizia più interessante. Forse uno di essi, praticamente li conosco tutti, mi pare in più occasioni sia andato oltre il limite delle regole, del fair play e, specialmente, esageri in prepotenza sia con la 42 che alle boe; non dico il suo nome, ma essendo certamente tra i più delusi, lo invito comunque a meditare ed a non recriminare: non trovo sbagliato che una selezione si possa perdere anche così, anzi! Ciò potrà servire anche a tanti altri, perché non è l'unico a comportarsi in quel modo, né nell'ambito di questa classe, né nel contesto più ampio di tutta la vela! Vorrei però confutare radicalmente quanto scritto nella seconda parte dell'articolo, quello in cui si parla del Laser. No, il Laser non è un monotipo, bensì un monopolio ed è proprio tale caratteristica che lo sta facendo invecchiare rapidamente, che lo ha sospinto fino alle Olimpiadi ma che ha anche creato problemi giganteschi, come la stessa associazione italiana della classe, quella storica, una delle piùgrandi del mondo, gestita in maniera che trovo assai deprecabile ed affatto "democratica", probabilmente proprio in nome e per conto del monopolista. Attenzione: le classi nascono, si sviluppano e poi muoiono, come ogni cosa, ma se si creano malintesi come quello in essere, la fine può essere davvero prossima: facendo un paragone lusinghiero, chi avrebbe mai detto che un decennio di "gestione Oracle" sarebbe stata sufficiente per distruggere un Trofeo con 175 anni di storia come la Coppa America? Infine la questione della "capacità di messa a punto del mezzo" di cui si dice nel testo, riferita alle condizioni meteo ed alla conformazione dell'atleta è proprio una delle caratteristiche in cui il Laser eccelle in negativo tra le classi Olimpiche: è un oggetto sostanzialmente poco regolabile, l'albero ha una sola posizione e, teoricamente sia gli alberi che l'assetto dovrebbero essere identici tra tutte le barche. Però tutti sanno che ciò non corrisponde strettamente alla verità, perché vi sono differenze aleatorie di costruzione, non recuperabili proprio perché mancano gli elementi per una concreta fase di messa a punto. Semmai, e questo è certamente vero, il Laser premia l'attitudine degli atleti a "lavorarlo" onda per onda, portandolo nella maniera più opportuna nelle differenti condizioni di vento e mare. Ma questa è cosa differente, particolarmente importante sul Laser solamente in virtù della sua leggerezza, che rende preponderante il lavoro del suo "peso mobile", cioè del timoniere.