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17/08/2019 - 12:45

Ma World Sailing che fa?

Caso ILCA-Laser, di male in peggio

La classe internazionale ILCA "annuncia" i risultati del voto (da molti definito "farsa") online sulla possibilità di liberarsi dei vincoli del marchio registrato "Laser", e quindi cambiare nome alla deriva più famosa e diffusa della storia velica. A parte la chiara invalidità del voto, e in attesa delle reazioni di World Sailing, sorge l'ipotesi-show: una nuova Classe Internazionale Laser!

 

Già la sola idea di cambiare nome a una barca si definisce: non si fa. Non si fa con i nomi delle barche al cambio di armatore. Non si dovrebbe neanche prendere in considerazione se il cambio riguarda un prodotto-icona, amato e vissuto planetariamente da centinaia di migliaia di velisti, da 10 a 90 anni, dalle spiagge alle Olimpiadi. Chi partorisce e attua un piano del genere non ha piena dimestichezza con la cultura marinara. Del resto, Eric Faust, Tracy Usher e compagnia, il "board" fuori controllo di ILCA, quella che fu l'associazione dei laseristi, ci hanno abituato ai colpi di testa, in barba a regole e democrazia interna.

Il "voto" (virgolette d'obbligo), che peraltro doveva arrivare entro il 1 agosto e invece ha avuto bisogno di chissà quali "aggiustamenti" postumi prima di essere reso pubblico a Ferragosto (!), quindi fuori dai tempi richiesti da World Sailing per blindare la designazione olimpica (si, ma del Laser...), addirittura è uscito con varie versioni. Prima si è parlato di 81% di Yes, poi si è progressivamente scesi a 69% (comunque sopra al richiesto 66% dei votanti, mentre non è chiaro quale fosse l'eventuale quorum), come se fossimo al pallottoliere. E ancora non si è capito se lo spoglio è arrivato da tutti i paesi.

L'Italia si è distinta proprio per la mancata comunicazione dei dati. AICL, la giovane associazione italiana della classe, che ha preso il posto della storica Assolaser (causa note vicende di cui molto si è parlato e ormai appartengono al passato, ma forse oggi vanno lette anche alla luce dei recenti sviluppi), si è trovata questa inattesa patata bollente. Pensava, il presidente Gianni Galli, ex regatante, scopritore di talenti e coach, di gestire l'attività florida della più grossa associazione Laser mondiale, regate, raduni, filiera. E invece si è trovato davanti al volto ultimo di ILCA, ai progetti incomprensibili di spaccare un mondo che funziona benissimo. A distanza di giorni, e al netto del periodo vacanziero, ancora non si registrano commenti dall'Italia, ma le ultime considerazioni da Gianni Galli erano fortemente perplesse e negative rispetto alle mosse di ILCA. Vedremo.

La stessa piattaforma usata per il "voto" fa ridere: si chiama "Survey Monkey" e si presta a milioni di interrogativi e dubbi. Insomma proprio l'opposto di una scelta sicura, indipendente, come avrebbero voluto EURILCA (l'associazione europea, la gran parte del mondo Laser, eppure in minoranza nel consiglio ILCA: fa una opposizione piuttosto morbida) e gli altri attori del contenzioso, a partire da LaserPerformance, il famoso cantiere che ha i diritti del marchio Laser e la vendita sull'80% del territorio mondiale.

Dunque la situazione non si chiarisce, e anzi si va a passi veloci verso il clash-legale giudiziario tra ILCA, LaserPerformance e chissà chi altri, con World Sailing spettatore immobile benchè assai danneggiato. Al contrario di quanto arbitrariamente affermato nella presentazione del voto, la vittoria di YES non garantisce affatto la permanenza olimpica della barca chiamata Laser. Semmai è l'opposto. Senza un chiarimento reale, senza il famoso accordo quadro tra le parti intorno a un tavolo (che WS non trova il tempo per convocare), un "nuovo" ILCA Dinghy, costruito da chissà quanti cantieri, dovrà chiedere il riconoscimento alla federvela internazionale e ricominciare da zero la trafila. Al contempo, il "vecchio" Laser, continuerà ad essere costruito e venduto, il tutto all'ombra di un lungo confronto nelle aule dei Tribunali...

Una storia che farà male a tutto il movimento, anche fuori dallo stesso mondo Laser. Rispetto ai casi Star (uscita dalle Olimpiadi), Finn (in uscita salvo miracoli) o 470 (ridimensionata e snaturata con la versione mista), il Laser numeri spaventosamente più grandi, con parecchi soldi in ballo tra Federazioni e tecnici, oltre che per il mercato. Facile prevedere che con tanti cantieri le barche saranno diverse, ci sarà lotta per trovare la barca più performante, il mercato andrà in stand-by aspettando le proposte dei nuovi builder, l'usato si svaluterà e difficilmente i cantieri ritireranno barche vecchie, complicando la vita ai clienti, le federazioni più ricche investiranno in cantieri per avere le barche migliori... Tutto questo è il Laser? Come lo abbiamo conosciuto e come si è affermato e ha vinto, fino all'ultima sfida dei trials di Valencia? Per anni si è parlato di strictly one-design. Ora pare una cosa secondaria. Il futuro dovrebbe essere ridurre le tolleranze, non aumentarle.

E allora? Primo: aspettare (e sperare) World Sailing. La federvela mondiale non dovrebbe permettere che le classi vengano snaturate, peggio se a tavolino, per interessi privati, e con percorsi non realmente democratici. Se WS avallerà il ribaltone, sarà complice delle conseguenze. Se prenderà in mano la situazione e obbligherà le parti a un accordo salva-Laser, forse potremmo ancora uscire dall'incubo.

Secondo: lavorare in profondità per revocare l'attuale Council di ILCA, ridare alla Classe un nuovo governo, rispettoso della democrazia e non legato a progetti di business. Terzo: rifare una nuova Classe Laser Internazionale. Uomini, ragioni, numeri e tempi non mancano. Lo stesso Farzad Rastegar (LaserPerformence) lo ha lasciato chiaramente intendere nella sua intervista a un blog internazionale. Siamo in mezzo al guado.

Sezione ANSA: 
Saily - News

Commenti

Qualcuno invita a fare buon viso a cattivo gioco: la lobby americana-australiana-giapponese, con la benedizione di World Sailing, si avvia a vincere questo contenzioso. Dopo Tokyo 2020, il nuovo ILCA Dinghy tratterà la sua conferma olimpica con nuovi rig. E nascerà una nuova classe Laser che gestirà quel che resta della gloriosa storia della barca a vela più famosa di sempre. Dobbiamo farcene una ragione? Voi cosa ne pensate?

Guido (non verificato)

Io penso molto semplicemente che il successo di una classe non dipende, se non in minima parte, dalle prestazioni (e quindi dall'aggiornamento dei rig) ma semmai dalla forza, coesione ed organizzazione della classe stessa, oltre che da una monotipia che dia veramente la possibilità di correre ad armi pari. Di esempi ce ne sono a iosa, sia in positivo che in negativo. E questa vicenda ha tutta l'aria di diventare un clamoroso esempio negativo

Romano Less (non verificato)

Guido ha ragione, purtroppo si cade in balia di beghe infinite la cui origine non sembra affatto avere motivi tecnici e nemmeno di progresso. Se si corre davvero in monotipo che sia un'astronave o una cassetta della frutta cambia poco... BV!

Vittorio Valentini (non verificato)

Ricordo che qualche anno fa (pochi) la Fiv pubblicò una "filiera" per inidicare che il Laser (classe olimpica) dovesse essere propedeutico per il "Finn" (altra classe olimpica), dimostrando così che in federazione esistono teste con poche idee e ben confuse. Dopo il Finn anche il Laser sembra in procinto di abbandonare l'avventura olimpica. Sarà un caso? Foil, Kate, catamarani acrobatici, nel nome dello spettacolo circense si trasforma la vela tradizionale o la si snatura? Per certi versi mi sento più tradizionalista che innovatore. del resto non vado a fare la spesa con auto da GP. WS (haha) non c'è e non batte colpi, AICL per carità, il CIO mama mia! Per quanto mi riguarda continuerò a divertirmi col mio laser, con buona pace di sigle e associazioni che operano per la distribuzione della moneta piuttosto che per la diffusione dello sport. E qualcuno in Fiv possa ricordarsi che l'opzione prima è divertirsi.