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12/12/2017 - 12:37
Il futuro della vela olimpica sempre più confuso
Così World Sailing stravolgerà la vela olimpica 2024
Clamorose anticipazioni: pronto un piano della Federvela internazionale, che rivoluziona la vela olimpica da Parigi 2024. Eliminati entrambi i windsurf! Dentro il Kite maschile e femminile. I doppi 470 e 49er diventano entrambi misti, come il Nacra 17. Restano Finn, Laser e Laser Radial. Decima medaglia all'offshore misto. Trionfo del monopolio e dei paesi ricchi. Disastro per tutti gli altri. La regia del CEO di WS Andy Hunt, che vorrebbe una approvazione-lampo, via mail (!) già a inizio 2018. Pronti a fare le barricate?
Nello stato confusionale in cui si trova da anni, già sotto la presidenza di Carlo Croce (ITA), e ancor peggio con il suo successore Kim Andersen (DEN), la Federazione velica internazionale (ex IYRU, ex ISAF, oggi (ma chissà fino a quando) World Sailing, sarebbe pronta a varare un clamoroso ribaltone sulla presenza della vela alle Olimpiadi.
Quelle che seguono sono voci, insistenti, sul fatto che World Sailing, su iniziativa diretta del presidente e del CEO Andy Hunt (GBR), avrebbe pronto il seguente piano per le classi olimpiche di Parigi 2024. Di più: proprio Hunt spingerebbe per un blitz, l'approvazione già a febbraio e via email delle novità, ben prima del previsto Mid Year Meeting di aprile-maggio. Il piano avrebbe il supporto di buona parte (ma non della totalità) del Board (l'ex Executive Committee) di World Sailing.
Ecco in sintesi quale sarebbe il piano pronto nei cassetti di World Sailing a Londra.
IL RISIKO OLIMPICO DI WORLD SAILING - LEGGI QUI IL SEGUITO DEL DOSSIER
Classi Olimpiche Maschili (sarebbero tre, e tutti singoli)
1) Finn - Resta intatto il singolo maschile pesante, con una apertura sui cantieri costruttori (di fatto già adesso il Finn è tra le poche classi non costruite in regime di monopolio)
2) Laser Standard - La novità è la parte alta dell'albero in carbonio (e vai con un bel cambiamento che costerà agli utenti e farà felice il mercato). Resta la produzione monopolistica, ma con l'introduzone di correttivi: la maggiore diffusione di fabbriche, e un programma di controllo con scadenze.
3) Nuovo Foiling Kite - Classe e formato da stabilire. Costruzione in regime di monopolio.
Classi Olimpiche Femminili (anche in questo caso sarebbero tutte singoli)
4) Laser Radial - Come sopra per il Laser, monipolio con blandi correttivi, e senza albero in carbonio.
5) Nuovo Singolo femminile leggero - Da stabilire. Costruzione in regime di monopolio.
6) Nuovo Foiling Kite - Classe e formato da stabilire. Costruzione in regime di monopolio.
Classi Olimpiche Miste (uomo-donna)
7) 470 - Il doppio storico diventa misto e resta solo un evento. Costruzione open.
8) 49er Skiff - Il doppio acrobatico a sua volta si dimezza, da classe maschile e classe femminile diventa solo un evento misto. Costruzione in regime di monopolio, con pseudo correttivi stile-Laser.
9) Nacra 17 Foiling - Il catamarano misto, che tanti problemi, rotture, dubbi, incidenti e discussioni ha provocato, resta in sella. Costruzione in regime di monopolio, e ritocchi alle regole di classe di Tokyo 2020.
10) Nuova Classe Vela Offshore - Un monotipo da vela d'altomare, probabilmente foiling, per regate lunghe che comprendano almeno una notte, equipaggio doppio e misto. Costruzione in regime di monopolio (tutti parlano con insistenza del Figaro 3 di Beneteau).
Eccola dunque la vela di Parigi 2024 che World Sailing starebbe per varare. L'aspetto più dirompente (in particolare per l'Italia e la sua storia sportiva) è la completa eliminazione del Windsurf (RSX maschile e femminile), che non esisterebbe più ai Giochi. Intere generazioni, interi programmi pluriennali andrebbero rottamati e gettati nella spazzatura.
Poi c'è il dimezzamento dei doppi: 470 e 49er, da maschili e femminili, diventano misti (uomo-donna), con una rivoluzione culturale inimmaginabile al momento. Chiaro l'obiettivo della mossa: liberare posti per le classi novità, e soprattutto rispondere al diktat del CIO sulla completa parità di genere, maschi e femmine devono essere al 50%. Eliminando i due Windsurf e dimezzando 470 e 49er, le classi restano 10 (di nuovo, come imposto dal CIO), e c'è spazio per le novità.
Novità, peraltro, tutte da definire: il mondo Kite dovrà indicare quale classe e quale formato sarà utilizzato, e la scelta appare non così facile e scontata, visti i complicati rapporti politici tra le istituzioni che si occupano del Kiteboarding.
E quanto al nuovo singolo femminile "leggero"... Se ne sentiva proprio il bisogno? A quale logica risponde, dal momento che esiste già il Laser Radial, il quale a sua volta prese il posto che era dell'Europa? Forse si pensa a un Moth monotipo, un altro foil?
Infine l'osannato arrivo della vela d'altomare alle Olimpiadi... A parte il fascino innegabile, e la giusta opportunità di dare il riconoscimento a una parte importante (e in continua crescita) della vela, restano tanti dubbi: organizzativi, economici, diffusionali, di formato ed equità, senza considerare che sarebbe l'ennesimo caso di monopolio. Ma visto l'andazzo, potreste immaginare le Olimpiadi della vela in Francia (si, 2024, quelle che dovevano essere a Roma, grazie Virginia Raggi...) senza un omaggio alla grandeur della voile oceanique francoise?
Solo qualche mese fa, quando si parlava dell'introduzione del Kite nella vela olimpica, e la federvela mondiale poneva come condizione che il CIO aumentasse a 12 il numero delle medaglie, nonchè un aumento del numero di atleti. Sappiamo come è andata: il CIO ha addirittura tagliato ulteriormente il numero di atleti alla Vela, e oltre 10 classi ha posto un veto.
Si possono discutere a lungo i pro e i contro del piano. Ma alcune cose sono sicure: 1) la questione monopoli non viene risolta ma aggravata; 2) i costi per una campagna olimpica velica non diminuiscono ma aumentano; 3) le nazioni ricche e organizzate, Gran Bretagna in testa, aumenteranno il vantaggio competitivo rispetto alle nazioni emergenti.
Da parte nostra aggiungiamo che il lotto di Classi, o Eventi o Specialità, della vela di questo piano, non rappresenta realmente gli elementi dello sport velico così come viene praticato a livello globale nel mondo. Oltre a tagliare fuori l'enorme fetta del Windsurf, continua a mancare una classe a chiglia per atleti di ogni età (non è detto si debba tornare alla Star, ci sono in giro monotipi notevolissimi e diffusissimi), e si continua a snobbare il match racing che invece ha in sè elementi di chiarezza e spettacolarità che gioverebbero assai alla visibilità della vela olimpica.
L'impressione finale, inevitabile, è che questa idea di vela olimpica di WS sia viziata da due elementi chiave: a) la sudditanza totale ai comandamenti del CIO, e b) la sottomissione alle pressioni delle potenti lobby di classi e cantieri. Sulla prima si potrebbe anche essere comprensivi: il Comitato Olimpico distribuisce risorse e garantisce la vita stessa di certi sport e discipline, è giusto confrontarsi e anche adeguarsi. Ma il dibattito deve avvenire nel rispetto reciproco, e senza genuflessioni, o peggio ingoiando soluzioni che stravolgono la storia, la logica, l'essenza di uno sport. L'attuale sudditanza di World Sailing è il risultato di anni di mancate pubbliche relazioni vere, di personalità, di azioni politiche e di comunicazione. in otto anni di Goran Petersson, quattro di Carlo Croce e adesso uno di Kim Andersen, la federvela internazionale è andata indebolendosi progressivamente, fino a divenire ciò che è oggi: un satellite senz'anima, in balia del CIO e dei poteri economici, incapace di dare una rotta dritta alla vela.
La cosa peggiore è che Andy Hunt punta al blitz: far passare la proposta con un voto a febbraio 2018 fatto via emai! Una cosa così importante decisa via mail: è già successo con la classe Nacra 17, riguardava l'introduzione dei foil, e non fu un bell'esempio di democrazia decisionale. La scadenza naturale sarebbe il Mid Year Meeting di maggio, nel quale i componenti del Council voterebbero nominalmente.
Insomma, siamo messi maluccio. Sarebbe interessante conoscere al proposito la posizione dell'Italia, che perdendo il Windsurf vedrebbe gravemente colpita la propria attività di preparazione olimpica. La presenza italiana dentro World Sailing, una volta arrivata intorno a 20-22 delegati nei vari Committee, è oggi ridottissima, siamo a 7-8, e oltre al numero anche la qualità ne risente. Rarissime le presenza italiane in ruoli che contino davvero qualcosa. Una è quella del DT azzurro Michele Marchesini che è a capo della Coach Commission, la quale si è ritagliata autorevolezza e peso consulenziale sulle decisioni importanti. Ma non basta. Il presidente FIV Francesco Ettorre ha cercato di entrare più addentro possibile ai meccanismi WS, ma l'irrisolto caso ILCA-Assolaser dimostra che anche le sue armi sono spuntate. Una presa di posizione solida, visibile, dell'Italia con WS sulla ventilata rivoluzione anti-windsurf, ci restituirebbe almeno un po' di dignità.
Nei prossimi giorni approfondiremo e ascolteremo i pareri di chi ha da dire qualcosa.
LEGGI QUI IL SEGUITO DEL DOSSIER, CON I PROSSIMI PASSI ANNUNCIATI DA WORLD SAILING E I COMMENTI
Luca frascari (non verificato)
Matteo (non verificato)
fcolivicchi
Tof (non verificato)
ciccio rossi (non verificato)
fcolivicchi
fcolivicchi
fcolivicchi
Gianfranco Noe' (non verificato)