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19/02/2014 - 18:51

America's Cup e velamercato: l'azzurro olimpico verso Luna Rossa

E Pietro Sibello
volò sulla Luna?

L'ex azzurro di due Olimpiadi sarebbe pronto a salire su Luna Rossa, per la XXXV America's Cup. Un colpo di mercato considerato imminente: la sfida italiana potrebbe rinforzarsi con uno dei più forti e seri velisti azzurri del giro olimpico. Alzi la mano chi non ci ha mai pensato. Ecco le ultimissime


Pietro Sibello su Luna Rossa: alzi la mano chi non ci ha mai pensato, chi non l'ha persino mai desiderato. Uno dei velisti olimpici azzurri più forti, esperti, sfortunati ma caparbi, a bordo della barca più amata dagli italiani. Pietro e la Luna, l'accoppiata perfetta. Tanto più adesso, dopo che gli ultimi anni hanno - forzatamente - allontanato Pietro dalla partecipazione alla corsa olimpica, forse (e sottolineiamo forse) definitivamente. Ma andiamo con ordine.

LA STORIA DI PIETRO SIBELLO
Pietro Sibello, con il fratello Gianfranco, atleti di Alassio e del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle, dopo un passato sulle classi giovanili nelle quali si sono subito messi in mostra come talenti da sviluppare, hanno iniziato presto a navigare sulla classe olimica acrobatica 49er, per 3-4 anni come sparring partner dell'equipaggio leader della squadra azzurra del tempo, quello formato dai fratelli Francesco e Gabriele Bruni.

Poi dopo Sydney 2000 i Sibello diventano protagonisti di una grande e continua crescita sul 49er, leader in Italia e tra i migliori al mondo. Ai Giochi di Atene 2004 arrivano tra i papabili a una medaglia, incassano l'esperienza olimpica. Tornano a Qingdao Pechino 2008 con giustificate attese dopo una meticolosa preparazione con il tecnico Luca De Pedrini, fanno una settimana di grandi regate e si presentano alla Medal Race inizialmente in corsa per il bronzo. Poi la clamorosa vicenda del team danese che rompe l'albero e sembra dare via libera agli azzurri anche per la caccia alla medaglia d'oro. Una Medal drammatica nella nebbia, con vento forte e mare enorme, nella quale tutti scuffiano e la classifica cambia di continuo. Sul traguardo i Sibello festeggiano il bronzo, ma subiscono una tremenda mazzata: i danesi hanno cambiato barca e corso la Medal, sono arrivati entro il tempo massimo, e grazie a molti ritirati sono rientrati in classifica e conquistano l'oro. La Giuria conferma. Gli azzurri scendono al 4° posto a pari punti. Due giorni e due notti di proteste e appelli alla Giuria ISAF e al Tribunale dell'Arbitrato del CIO non serviranno a restituire a Pietro e Gianfranco quella medaglia meritata.

Se questa è ormai storia (quasi) antica, il resto ci restituisce il miglior Pietro Sibello: sempre con il fratello Gianfranco, superano di slancio i pensieri di abbandono per la delusone, con uno scatto d'orgoglio decide di tornare sul 49er e dare l'assalto a Londra 2012, per "vendicare" Qingdao. Il ritorno è da campioni: ripartono a febbraio 2009 e conquistato il bronzo al Mondiale di Riva del Garda dello stesso anno, sono subito ai vertici internazionali, conquistano altri podi Mondiali e vincono l'Europeo. A meno di due anni dalle Olimpiadi sono in testa alla ranking mondiale, quando un'altra tegola si abbatte sugli atleti liguri. A Pietro viene diagnosticato un angioma al cervello, malformazione genetica curata e superata. I medici del CONI però, in varie successive decisioni, negano l'idoneità agonistica all'atleta delle Fiamme Gialle, che deve perciò rinunciare alle Olimpiadi inglesi. La voglia di Olimpiade di Pietro trova sfogo nella clamorosa partecipazione al Mondiale di Zara 2012 nel quale conquista la qualifica per nazione: a Londra andranno suo fratello Gianfranco, prodiere, e Giuseppe Angilella.

Il resto è storia recente. La FIV continua a chiedere al CONI la restituzione dell'idoneità agonistica a Pietro Sibello, che intanto continua a regatare (Moth, Nacra 17). Esistono dossier medici, visite aggiornate, consulte, persino lunghe relazioni legali intorno al suo caso. Lo stesso nuovo DT del quadriennio, Michele Marchesini, porta avanti con i medici del CONI ogni strada possibile. Ma l'attesa di un atleta come Pietro Sibello non può continuare all'infinito.

Si è parlato di una sua corsa olimpica con un Nacra 17 per la Germania. Poi di un suo utilizzo nello staff tecnico federale (dove già suo fratello Gianfranco sta facendo un ottimo lavoro con le ragazze del 49er FX), ma nulla è andato in porto. Ecco perchè la possibilità di salire a bordo della sfida italiana all'America's Cup di Luna Rossa Challenge rappresenterebbe il degno finale di una lunga storia umana e sportiva. Nei prossimi giorni potrebbe arrivare la conferma ufficiale: Pietro Sibello dovrebbe lasciare le Fiamme Gialle e volare a Cagliari su Luna Rossa...

Commenti

Domenico Boffi (non verificato)

Avete tagliato i photo credit dal ritratto in bianco e nero, i diritto sono della Classe Italiana Moth e la fotografa che li ha concessi ha menzione obbligatoria: Martina Orsini.
Grazie della precisazione, abbiamo messo il credit nella didascalia, purtroppo la foto è venuta tagliata nel montaggio. E comunque bisogna dire BRAVA a Martina Orsini per aver saputo cogliere Pietro in una sua bella espressione, che il bianco e nero mette ancor più in evidenza! Alla prossima! ciao

Sandro Donato Grosso (non verificato)

Pietro spero di intervistanti presto vestito biancorosso..... Lo meriti ! Sandro DG

Alessandro Turchetto (non verificato)

Invece chiunque può fare, senza alcun controllo serio, una di quelle attività oggi tanto di moda: mi riferisco agli auto - proclamati "sport estremi", tipo bungee jumping (dove credo che l'unica abilità sia quella di un controllo ferreo su una delle parti del corpo meno nobili, altrimenti si irrora di marrone la sottostante vallata); parimenti tutti, ma proprio tutti, assolutamente senza qualsivoglia parere medico, possono andare in un uno dei tanti parchi divertimenti e salire su delle montagne russe pazzesche ed altri giochetti più recenti che li sottoporranno ad accelerazioni e spaventi davvero infartogeni. Business is business! E lo sport vero, quello Olimpico è sempre cenerentola! Questa è l'Italia, questa è l'Europa, e quel che è peggio, anche per quelli di cui ho detto, nel probabile caso di incidente o malore, il Servizio Sanitario Nazionale li soccorre (giusto!) e paga le cure (sbagliato, chi se la cerca, se la paga!)! Come velista praticante sportivo sono indignato per il "caso Sibello", come contribuente ancora di più per quanto ho appena detto!