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23/05/2013 - 13:19

Obiettivo sicurezza

America's Cup,
mi raccomando...

Il Race Director Iain Murray presenta 37 “recommendations” sulla sicurezza per gli AC72. Vento max 23 nodi, revisioni strutturali a scafi e wing, caschi fosforescenti, autorespiratori, localizzatori, subacquei. Ora la parola alla Coast Guard. Luna Rossa apprezza

La mossa di Iain Murray è questo documento intitolato “2013 America’s Cup Regatta Director Recommendations”, presentato mercoledi pomeriggio al meeting dei quattro team in competizione. La bellezza di 37 raccomandazioni tese ad aumentare la sicurezza, la prevenzione e le eventuali operazioni di emergenza a seguito di incidenti, per le regate e gli allenamenti dei super catamarani della classe AC72, i mostri che si contenderanno l’America’s Cup tra luglio e settembre a San Francisco.

Le raccomandazioni derivano dal lavoro svolto dal panel di esperti nominato da ACRM a seguito del tragico incidente di Artemis nel quale ha perso la vita il campione olimpico britannico Andrew Simpson. Per ragioni di assicurazione e di responsabilità, il comitato di esperti non ha presentato personalmente le raccomandazioni, ma le ha girate al Race Diorector. Il documento con le 37 raccomandazioni è stato inoltrato anche alla US Coast Guard, e sarà incorporato nel più generale “Piano di Sicurezza” della Coppa America 2013.

Ora la parola torna ai quattro team, il defender Oracle e gli sfidanti Artemis, Emirates Team New Zealand e Luna Rossa Challenge 2013. Non è ancora affatto da escludere qualche possibile colpo di scena. In particolare resta delicata la posizione della sfida svedese di Artemis, Challenger of Record, il più colpito dalla tragedia, che ha annunciato una decisione definitiva sulla propria permanenza nella competizione “entro la settimana”. Anche la posizione di Luna Rossa è sotto osservazione, dopo la conferenza stampa di Patrizio Bertelli, e dopo che le “recommendations” di Murray hanno solo parzialmente recepito le richieste del team italiano (ci sono 3 nodi di differenza nel limite massimo di vento).

ECCO LE RACCOMANDAZIONI...
Molte delle raccomandazioni sono tese a sviluppare la sicurezza statica e dinamica dei velisti, altre riguardano la costruzione degli AC72, le squadre di assistenza in mare e la gestione della regata.

Guardiamo dentro al documento.  Si parte dalla parte costruttiva e strutturale dei cat AC72. Le squadre sono invitate individualmente e collettivamente a verificare i processi dei test di integrità strutturale, interni e con terze parti, in particolare per quanto riguarda le piattaforme e le wing.

Altro elemento da sviluppare da parte dei team con ACRM e terze parti specializzate, è il meccanismo di revisione e collaudo dei sistemi idraulici di controllo delle derive. Lo scopo è quello di garantire un margine di sicurezza e di affidabilità accettabile. Sono state introdotte anche nuove e più sicure misure per gli “ascensori” dei timoni. E’ stato anche suggerito di aumentare di 100 kg il peso massimo delle vele di un AC72.

Sempre per quanto riguarda le barche, si chiede di prevedere meccanismi sicuri per trattenere i velisti in caso di eventi come accelerazioni o frenate improvvise, scuffia, attraverso nuove cinghie, maniglie e persino cabine di manovra e pilotaggio.

Tramonta l’abitudine, che piaceva tanto a sponsor e media, dell’ospite a bordo: sarà vietato durante le regate.

Molto ampio il capitolo sulla sicurezza personale. Sui salvagenti sarà introdotto un’armatura per la protezione spinale, simile a quella dei motociclisti. Sarà sviluppato un sistema di controllo numerico dei velisti collegato a dispositivi di localizzazione, gestito anche da ACRM. I respiratori dovranno essere azionabili automaticamente e senza l’uso delle mani, la loro capacità e durata sarà verificata dai team e gestita da ACRM. Raccomandata una colorazione ad alta visibilità per i caschi, la cui nuova costruzione sarà affidata a consulenti.

In tema di assistenza in mare è stato rimosso il limite a 4 barche per team, e introdotto l’obbligo di almeno due barche di salvataggio a supporto di un AC72 sotto vela. Previsti subacquei con supporto di salvataggio e nuotatori pronti a entrare immediatamente in acqua (un subacqueo e un nuotatore su ogni battello di emergenza). Sulle barche sarà presente adeguato personale paramedico. Queste barche saranno dotate di una “rete” per il recupero degli eventuali naufraghi. All’emergenza sarà dedicato un canale speciale per i concorrenti.

Anche il programma di regate è parzialmente modificato: ridotti i Round Robin della Louis Vuitton Cup da sette a cinque, per consentire più lunghi periodi di manutenzione delle barche.

Importante la modifica sui limiti di vento: ridotti a 20 nodi nel mese di luglio, 21 nel mese di agosto, e 23 a settembre (misurata ai sensi dell'art. 21.1 del Protocollo), ma restano possibili ulteriori aggiustamenti ai limite del vento rispetto alla marea e allo stato del mare.

In caso di scuffia di una barca in regata, la barca sarà squalificata e l’altra non dovrà completare il percorso, per consentire di concentrare gli sforzi sull’assistenza alla barca in difficoltà.

Seguono molte altre norme specifiche e dettagliatissime sugli equipaggiamenti di velisti e uomini addetti alla sicurezza, compresi coltelli, cesoie, cime, ancore, kit vari, imbracature...

QUI LA LISTA COMPLETA DELLE RACCOMANDAZIONI

PARLA IL CEO DI AMERICA’S CUP
Stephen Barclay, CEO dell’America’s Cup ha dichiarato: “Produrre e sviluppare il piano di sicurezza è uno degli scopi primari dell’America’s Cup, nonchè delle organizzazioni che sponsorizzano e patrocinano l’evento in programma questa estate. Si tratta di una componente essenziale che abbiamo inviato alla Guardia Costiera degli Stai Uniti con la richiesta del permesso di regatare.”

Sembra di sentir parlare un qualunque presidente di Circolo velico nella periferia italiana, alle prese con le richieste di autorizzazione ai vari gradi della burocrazia, dalle Capitanerie di Porto agli enti locali. Invece è il gran capo della Coppa America, l’evento sportivo più antico del mondo...

Non basta, perchè il Regatta Director ha anche annunciato la formazione di una serie di gruppi di lavoro di ulteriori esperti per definire le specifiche tecniche dettagliate in ordine all’applicazione delle raccomandazioni, in particolare per quanto riguarda gli equipaggiamenti dei velisti, uno dei temi del documento di ieri.

Dalla prima riunione del 16 maggio, il panel di esperti ha incontrato 25 velisti di tutti i team, compresi i capi dei sindacati, gli skipper, i designer, gli ingegneri e i responsabili delle barche assistenza. “Tutti e quattro i team hanno collaborato molto attivamente - ha detto Murray - e in modo costruttivo, il Review Committee ha verificato il loro chiaro intento e desiderio di assicurare al massimo la sicurezza dell’America’s Cup”.

E INTANTO LUNA ROSSA APPREZZA...
Ecco il testo telegrafico del comunicato emesso da Luna Rossa a seguito della recommendations, e postato sul sito ufficiale del team del Circolo della Vela Sicilia.
Luna Rossa ha apprezzato lo sforzo del Comitato di Revisione e ha preso atto delle raccomandazioni del Direttore di Regata. Attendiamo adesso di riunirci con tutti i team in gara per discuterle.

www.americascup.com

Commenti

Paolo Filippini (non verificato)

La sola velocità non è di per sè uno spettacolo. La tecnica, la scelta del campo, la strategia, la perfezione delle manovre, gli incroci frequenti, le lay-line, gli avvicinamenti, il tutto rendeva le regate di coppa estremamente avvicenti e cariche di suspence, fino alla fine. Tutto questo si è perduto......... ma siamo così stupidi?
Caro Paolo, ahimè sembra proprio che siamo così stupidi. Concorderai che gli esempi di stupidità si estendono ben oltre il campo della vela. Ma tant'è. Il punto è questo, a mio avviso: la Coppa America non è più la stessa, e questo vale da molti anni, molti fanno ricadere il punto di svolta (in negativo) nell'edizione 2003, con la famosa sfida di Alinghi. Rivoluzionaria perchè fu ammesso un club che non aveva sede a mare e fu ammesso un team con elementi non appartenenti alla nazione sfidante. Quella svolta ha provocato la corsa folle dell'America's Cup, inseguendo l'illusione dei Grand Prix tipo Formula Uno, gli Act preliminati, il circo che non si ferma mai, un giro di sponsor e diritti tv ben più immaginario che reale. E alla fine, complice la furiosa lite in tribunale tra Larry Ellison E Ernesto Bertarelli, siamo arrivati ai multiscafi. A questo punto che fare? L'avvitamento in negativo del trofeo più antico e prestigioso, che è anche un elisir di lunga vita per l'intero sport della vela, può continuare e portarci alla rovina, oppure si può arrestare. Bisogna affidarsi alle forze positive che esistono ancora e sono "dentro" a questa Coppa. Per salvare il nostro Graal, dobbiamo sperare che vincano loro: i neozelandesi di Grant Dalton, gli italiani di Patrizio Bertelli. Gente che è nata e cresciuta nel mito della Coppa, quella vera, e che può farla ripartire da quei valori che citi nel tuo messaggio: tecnica, strategia, incroci, manovre, lay-line. Insomma, la vela.