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18/12/2011 - 20:40
Mondiali Vela Olimpica a Perth-Fremantle
Mondiali Vela Olimpica a Perth-Fremantle
Ma poi vincono
sempre gli altri
sempre gli altri
Conclusi nel sole e nel vento i Mondiali della Vela Olimpica. Giulia Conti e Giovanna Micol (Aniene) buone quinte finali nel 470. Trionfo dell'Australia (tre titoli) e dell'Olanda (la nazione-sorpresa) che fa meglio anche degli inglesi. Per l'Italia bottino magro: due sole Medal, sette qualifiche su nove e troppe delusioni
E' finito tra il sole e il vento australiani a lungo attesi e arrivati decisi solo per i titoli di coda, il Grande Mondiale della Vela Olimpica di Perth-Fremantle 2011. Assegnati i titoli e definiti i podi in tutte le classi, allocati tutti i posti-nazione disponibili per Londra 2012. Le attese azzurre per la Medal Race di Giulia Conti e Giovanna Micol sul 470 si sono perse nelle raffiche del Doctor, ma G&G sorridono comunque: a dispetto di un 9° posto nella Medal Race, risalgono infatti fino a chiudere al 5° il loro campionato. Si confermano l'equipaggio più maturo e competitivo che la nostra vela olimpica sia in grado di schierare al momento. Il bilancio numerico della spedizione italiana downunder è povero: zero podi, solo due partecipazioni alle finali Medal Race, sette classi su 9 andate in qualifica, ma con piazzamenti lontani dal vertice. Il mondiale azzurro si analizzerà in sede di bilancio a freddo, ma la sensazione che prevale è di fatica: gli altri, e spesso i soliti noti, vincono, qualche giovane emerge, le nazioni di vertice si migliorano e qualche nazione cresce con grande convinzione, mentre l'Italia della vela appare un po' inchiodata. Come detto, è un argomento da analizzare a fondo.
470 femminile
La Medal Race assegna il mondiale alle spagnole Tara Pacheco e Berta Betanzos, davanti alle inglesi Mills e Clark (che vincono la Medal) e alle neozelandesi Jo Aleh e Olivia Powrie, in rimonta grazie all'ottimo terzo nella Medal. Subito sotto al podio le isrealiane Cohen e Buskila e appena dietro ecco G&G, che superano di un punto le eterne fotocopie giapponesi Kondo e Tabata (ultime nella Medal). Il 9° posto in questa finale è colpa di una mappazza di alghe, purtroppo ce ne sono state tante sul campo di regata del mondiale in questi giorni ed è toccato alle azzurre durante la Medal Race, che stava andando benino, erano quarte in rimonta. Non sarebbe cambiato granchè comunque. Il 5° con cui chiudono il Mondiale è il migliore piazzamento dell'intero campionato e dunque si può essere soddisfatti. Se poi fate due conti e provate a tramutare i due piazzamenti terribili del terzo giorno (23-35) anche solo in due decimi posti (nelle altre manche solo una volta le azzurre fuori dai dieci, e con un 11°), vi rendete conto di cosa poteva succedere. Ma coi se e coi ma la vela non si fa. Le due atlete dell'Aniene sono davvero sempre lì davanti e a questo punto serve lavorare su alcuni particolari per fare gli ultimi metri che mancano alla vetta vera. Il fatto è che si dice da un po' la stessa cosa. Meglio comunque avere davanti un lavoro chiaro e impegnativo in questi 8 mesi, piuttosto che sentirsi arrivate e magari sul podio. La fame, nello sport, aiuta. In ogni caso: grazie ragazze. Esteso anche a Guglielmo Vatteroni, attuale team manager azzurro e per 6 anni tecnico di G&G e a Gigi Picciau, tecnico attuale.
49er
Un altro mondiale, ormai non li contano neanche più, per Outteridge e Jensen, gli australiani non fanno calcoli nella Medal finiscono terzi e si tuffano nei festeggiamenti in casa. Il secondo posto del podio va ai giovani neozelandesi (a questo punto tutti da scoprire e tenere d'occhio anche per Londra 2012), Peter Burling e Blair Tuke, secondi anche nella Medal nella quale lasciano il terzo gradino del podio ai fratelli danesi Toft-Nielsen. Fuori dal podio gli inglesi Pink e Peacock a lungo in testa alla classifica durante il campionato. Ci vuole costanza e perseveranza... Prossimo appuntamento a maggio in Croazia, a Zara, due passi da Alassio: con Pietro e Gianfranco Sibello che dovranno conquistare la qualifica per nazione.
Laser Standard
Un altro australiano in trionfo annunciato: Tom Slingsby, che cosa incredibile è vedere un fuoriclasse della vela, gente capace di vincere, rivincere e rivincere mondiali di classi olimpiche come fossero birilli. Troppo bravi da suscitare invidia. Quando si dice le cose giuste: il podio finale di questo mondiale per i Laser è lo stesso della classifica finale della Medal Race: primo Slingsby, secondo l'inglese Nick Thompson (col quale si butta in mare a festeggiare), terzo il neozelandese Murdoch. Ancora Australia, ancora Nuova Zelanda, ancora Gran Bretagna. Le nazioni-guida della vela sono sempre lassù.
RSX maschile
L'olandese Van Rijsselberghe ringrazia la disastrosa Medal del polacco Myszka e si prende un Mondiale combattuto e meritato. La tavola olimpica maschile vive una fase di rinnovamento generazionale e lui ne è l'emblema anche fisico, per la sua esagerazione. Al terzo posto l'israeliano Maschichi, la conferma di nazioni emergenti come Polonia e Israele, e dell'Olanda come team capace di fare i progressi più strabilianti. Alle Olimpiadi manca ancora parecchio, ma di fieno in cascina queste squadre e questi atleti ne hanno messo. Bisogna escogitare qualcosa per tentare almeno di avvicinarli.
Il Medagliere
Quattordici nazioni si sono divisi le trenta "medaglie" in palio con i 10 podi del Mondiale di Perth-Fremantle. L'Australia stravince con 3 ori, seguita dall'Olanda strepitosa che supera persino il dream team per eccellenza, la Gran Bretagna. La quale vince qualche oro in meno ma fa incetta di argenti e quindi ha comunque il record assoluto di podi. A seguire USA (sembrano sempre finiti, ma chi li ammazza?), Spagna, Israele, Brasile, Polonia, Nuova Zelanda, Belgio, Germania, Croazia, Danimarca e Francia. Come sia possibile che l'Italia non trovi un posto in questo elenco, resta da scoprire e da comprendere. Come ci ripromettiamo di fare presto su Saily.it.
TUTTE LE CLASSIFICHE COMPLETE E IL MEDAGLIERE NELLA COLONNA DI DESTRA (APPROFONDIMENTI)
E' finito tra il sole e il vento australiani a lungo attesi e arrivati decisi solo per i titoli di coda, il Grande Mondiale della Vela Olimpica di Perth-Fremantle 2011. Assegnati i titoli e definiti i podi in tutte le classi, allocati tutti i posti-nazione disponibili per Londra 2012. Le attese azzurre per la Medal Race di Giulia Conti e Giovanna Micol sul 470 si sono perse nelle raffiche del Doctor, ma G&G sorridono comunque: a dispetto di un 9° posto nella Medal Race, risalgono infatti fino a chiudere al 5° il loro campionato. Si confermano l'equipaggio più maturo e competitivo che la nostra vela olimpica sia in grado di schierare al momento. Il bilancio numerico della spedizione italiana downunder è povero: zero podi, solo due partecipazioni alle finali Medal Race, sette classi su 9 andate in qualifica, ma con piazzamenti lontani dal vertice. Il mondiale azzurro si analizzerà in sede di bilancio a freddo, ma la sensazione che prevale è di fatica: gli altri, e spesso i soliti noti, vincono, qualche giovane emerge, le nazioni di vertice si migliorano e qualche nazione cresce con grande convinzione, mentre l'Italia della vela appare un po' inchiodata. Come detto, è un argomento da analizzare a fondo.
470 femminile
La Medal Race assegna il mondiale alle spagnole Tara Pacheco e Berta Betanzos, davanti alle inglesi Mills e Clark (che vincono la Medal) e alle neozelandesi Jo Aleh e Olivia Powrie, in rimonta grazie all'ottimo terzo nella Medal. Subito sotto al podio le isrealiane Cohen e Buskila e appena dietro ecco G&G, che superano di un punto le eterne fotocopie giapponesi Kondo e Tabata (ultime nella Medal). Il 9° posto in questa finale è colpa di una mappazza di alghe, purtroppo ce ne sono state tante sul campo di regata del mondiale in questi giorni ed è toccato alle azzurre durante la Medal Race, che stava andando benino, erano quarte in rimonta. Non sarebbe cambiato granchè comunque. Il 5° con cui chiudono il Mondiale è il migliore piazzamento dell'intero campionato e dunque si può essere soddisfatti. Se poi fate due conti e provate a tramutare i due piazzamenti terribili del terzo giorno (23-35) anche solo in due decimi posti (nelle altre manche solo una volta le azzurre fuori dai dieci, e con un 11°), vi rendete conto di cosa poteva succedere. Ma coi se e coi ma la vela non si fa. Le due atlete dell'Aniene sono davvero sempre lì davanti e a questo punto serve lavorare su alcuni particolari per fare gli ultimi metri che mancano alla vetta vera. Il fatto è che si dice da un po' la stessa cosa. Meglio comunque avere davanti un lavoro chiaro e impegnativo in questi 8 mesi, piuttosto che sentirsi arrivate e magari sul podio. La fame, nello sport, aiuta. In ogni caso: grazie ragazze. Esteso anche a Guglielmo Vatteroni, attuale team manager azzurro e per 6 anni tecnico di G&G e a Gigi Picciau, tecnico attuale.
49er
Un altro mondiale, ormai non li contano neanche più, per Outteridge e Jensen, gli australiani non fanno calcoli nella Medal finiscono terzi e si tuffano nei festeggiamenti in casa. Il secondo posto del podio va ai giovani neozelandesi (a questo punto tutti da scoprire e tenere d'occhio anche per Londra 2012), Peter Burling e Blair Tuke, secondi anche nella Medal nella quale lasciano il terzo gradino del podio ai fratelli danesi Toft-Nielsen. Fuori dal podio gli inglesi Pink e Peacock a lungo in testa alla classifica durante il campionato. Ci vuole costanza e perseveranza... Prossimo appuntamento a maggio in Croazia, a Zara, due passi da Alassio: con Pietro e Gianfranco Sibello che dovranno conquistare la qualifica per nazione.
Laser Standard
Un altro australiano in trionfo annunciato: Tom Slingsby, che cosa incredibile è vedere un fuoriclasse della vela, gente capace di vincere, rivincere e rivincere mondiali di classi olimpiche come fossero birilli. Troppo bravi da suscitare invidia. Quando si dice le cose giuste: il podio finale di questo mondiale per i Laser è lo stesso della classifica finale della Medal Race: primo Slingsby, secondo l'inglese Nick Thompson (col quale si butta in mare a festeggiare), terzo il neozelandese Murdoch. Ancora Australia, ancora Nuova Zelanda, ancora Gran Bretagna. Le nazioni-guida della vela sono sempre lassù.
RSX maschile
L'olandese Van Rijsselberghe ringrazia la disastrosa Medal del polacco Myszka e si prende un Mondiale combattuto e meritato. La tavola olimpica maschile vive una fase di rinnovamento generazionale e lui ne è l'emblema anche fisico, per la sua esagerazione. Al terzo posto l'israeliano Maschichi, la conferma di nazioni emergenti come Polonia e Israele, e dell'Olanda come team capace di fare i progressi più strabilianti. Alle Olimpiadi manca ancora parecchio, ma di fieno in cascina queste squadre e questi atleti ne hanno messo. Bisogna escogitare qualcosa per tentare almeno di avvicinarli.
Il Medagliere
Quattordici nazioni si sono divisi le trenta "medaglie" in palio con i 10 podi del Mondiale di Perth-Fremantle. L'Australia stravince con 3 ori, seguita dall'Olanda strepitosa che supera persino il dream team per eccellenza, la Gran Bretagna. La quale vince qualche oro in meno ma fa incetta di argenti e quindi ha comunque il record assoluto di podi. A seguire USA (sembrano sempre finiti, ma chi li ammazza?), Spagna, Israele, Brasile, Polonia, Nuova Zelanda, Belgio, Germania, Croazia, Danimarca e Francia. Come sia possibile che l'Italia non trovi un posto in questo elenco, resta da scoprire e da comprendere. Come ci ripromettiamo di fare presto su Saily.it.
TUTTE LE CLASSIFICHE COMPLETE E IL MEDAGLIERE NELLA COLONNA DI DESTRA (APPROFONDIMENTI)
Matteo (non verificato)
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Anonimo (non verificato)
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