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31/10/2018 - 10:48

Federvela mondiale, la serata dei premi di Sarasota è una Caporetto

World Sailing scandalo
Premio negato all'Italia

Ruggero Tita e Caterina Banti, per titoli conquistati in acqua enormemente in vantaggio e meritevoli del premio Rolex World Sailing of the Year, non raccolgono neanche le briciole del Team Award. Vincono il cipriota Kontides, olandesi e francesi. Serata di piccola umiliazione per la vela italiana al Gala dell'Annual Conference

 

di Fabio Colivicchi

Scandalo a Sarasota. Il premio Rolex World Sailing ai Velisti Mondiali dell'anno, maschile e femminile, negato ai due che più lo meritavano per quanto messo a segno in acqua, titoli (Nazionale, Europeo e Mondiale, World Cup) e vittorie (tutte le regate alle quali hanno partecipato). Se il premio Sailor of the Year è sui titoli, i votanti hanno commesso un errore. Se il premio è altro, allora che lo dicano chiaramente, almeno uno si regola. Ci piacerebbe anche sapere di WS, ad esempio, l'esito del voto pubblico, che contava per il 30%, prima di quello finale delle nazioni presenti a Sarasota. Lo chiederemo, chissà se ce lo daranno.

Del resto la serata Rolex WS si è svolta al Van Wezel Performing Arts Hall, e in effetti è andata in scena proprio una recita, una performance. Quanto ci sia stato di artistico giudicatelo voi. Di sicuro una performance di equilibrismi politici, di dare e avere, di consueta dominanza anglofona dello yachting. Ci andate in puzza quando vincono i velisti italiani, dai, è così, giù la maschera.

Certo non ci facciamo una bella figura come vela italiana, nel momento istantaneo del premio. Ruggero Tita e Caterina Banti (quest'ultima assente perchè infortunata in un recente allenamento come anticipato da Saily) sono arrivati qui con la busta più ricca e carica, nessuno ne aveva quanto loro. C'era il cipriota, Pavlos, il bravo Pavlos, medaglia olimpica, grande atleta, anche lui europeo e mondiale, ma NON ha vinto la World Cup. Meno titoli. Ma Cipro contro Italia, quanto finisce? Nella vela ha vinto Cipro. Pavlos è il Rolex Sailor of the Year 2018. Quanto a Ruggi e Cate, l'unica cosa è metabolizzare e continuare a vincere, e a farli rosicare.

C'era il premio al femminile, e qui già era tutto prevedibilmente più difficile, anche indipendentemente dall'assenza di Caterina, la coppia Brower-Riou che ha vinto la Volvo su Dongfeng era un rigore annunciato, hanno vinto a mani basse, un colpo da non mancare: si fanno felici due nazioni potenti (Olanda e Francia), un'altra vela dopo quella olimpica (qui l'oceano) ma con atlete ex olimpiche. Insomma c'era tutto. Qui però, guarda caso, la prevedibilità e la logica hanno funzionato. Tra i maschi no, come mai?

Poi la beffa finale. C'era per la prima volta un Team Award, il premio al migliore equipaggio. E c'erano in nomination tra i finalisti, non certo per un caso piovuto dal cielo, ancora Ruggero e Caterina. Bene, non hanno vinto neanche questo premio, che sarebbe stata una magra consolazione ma almeno non lasciava l'Italia a bocca asciutta. Premio sapete a chi? E certo! A Dongfeng, equipaggio FRANCESE-cinese che ha vinto la Volvo Ocean Race. Ma non avevano già avuto la loro parte con Carolijn Brower e Marie Riou? Si, ma checcefrega, devono aver pensato i parrucconi anglofoni di World Sailing, tanto l'Italia non conta niente, affondiamola pure qui. A casa, a letto senza cena.

Per la cronaca, il Corpus Christi Yacht Club (USA, non lontano da Sarasota) ha vinto il premio World Sailing 11th Hour Racing Sustainability Award, per il progetto sull'ambiente; e Ran VII Fast 40 quello di Boat of the Year Award. Poi: Bryan Willis (GBR) ha ricevuto il Beppe Croce Trophy, e il Para World Sailing Manager Massimo Dighe il President’s Development Award. Si, Massimo, grazie. Il suo riconoscimento non è un contentino all'Italia (sarebbe ingeneroso e poi ci volevano affondare e l'hanno fatto), no: il suo è un premio giusto e meritato a un manager che vive quasi prevalentemente in Gran Bretagna e lavora da anni per rilanciare la vela paralimpica, putroppo con risultati frustranti ma che non ledono il suo impegno.

Se dalla "buonanotte" si vede il mattino, sarà un'Annual Conference di trabocchetti, colpi di scena, tradimenti, lunghi coltelli. Non sarà facile uscire dal pantano nel quale annaspa la vela mondiale guidata da questa comunità in confusione, culturale prima di tutto. La serietà, l'integrità, il rispetto non sembrano categorie attuali. E l'Italia sbertucciata che potrà fare per riaffermare il suo ruolo, le sue idee sulla vela? Non ci resta che sperare, davvero, che esploda la bomba dell'antitrust? Che la notizia dell'annunciata apertura dell'indagine da parte della Direzione Generale della Concorrenza presso l'Unione Europea arrivi nella hall del Regency Hotel con una carrozza a cavallo prima della fine, che rischia di essere ingloriosa, della conferenza?

Per quanto ci riguarda, anche nella delusione e nella rabbia per l'ingiustizia, siamo abituati a pazientare e sperare. Nei giusti limiti.

Sezione ANSA: 
Saily - Vela Olimpica

Commenti

Ettore Thermes (non verificato)

Ciao Fabio, domandati perchè la Venezia Istanbul che sembra io stia finalmente concretizzando la sto concretizzando a Londra sia per soldi che per organizzazione. L'Italia troppo deve fare per prendere ciò che gli spetta. Nel frattempo c'è chi ne paga le conseguenze. Siamo un paese incapace di sviluppare la nautica da diporto, la vela ricreativa ed agonistica. Siamo fuori dai grandi circuiti e non abbiamo mai organizzato eventi del calibro di quelli che accadono all'estero. I risultati alle Olimpiadi li conosci. Che sia un'occasione per riflettere questa, il mondo va così e la politica predomina. Dobbiamo fare di più evidentemente. https://www.dropbox.com/s/ez4nhbqli418niv/THE%202021%20VENICE%20ISTANBUL%20SAILING%20RACE.pdf?dl=0

Domenico (non verificato)

Alla fine la cosa più importante é vincere in acqua e per questo Ruggero e Caterina sono bravissimi e non devono chiedere voti a nessuno!

Gabriele Bruni (non verificato)

La lezione e' che se hai una medaglia al collo e' sempre tutto piu' facile! Per cui andiamo a prendercela! Cate e Ruggi siete stati fortissimi e adesso viene il momento piu' importante per tutta la squadra Nacra Italiana. Possiamo fare a meno del Rolex non ci serve a niente! Anzi forse ci confonde le idee ... Ciao a tutti

ROBERTO ARMELLIN (non verificato)

Caro Fabio, perchè ti stupisci ? Prova a dare un'occhiata ai Committees di WS. Nelle stanze dei bottoni sono presenti solo 3 italiani, e nussuno in posizione apicale. Walter Cavallucci (membro del Council per il gruppo D - presieduto guarda caso da un cipriota), Edoardo Bianchi (equipment committee) e Bruno Finzi (oceanic & offshore committee). L'amico Massimo Dighe è a Londra con ruolo manageriale e non politico, e di questo incarico ci vive. L'ultima volta in cui ho cercato iun supporto da parte di FIV per dar forza al progetto Homerus in sede WS, quando ho sentito odore di schippo da aprte degli inglesi, mi è stato risposto cortesemente che il consiglio federale non aveva "ritenuto opportuno" intraprendere alcuna azione (si trattava semplicemente di presentare una submissioni regolamentare). Se questo è il modo con cui i nostri "federali" supportano le eccellenze veliche italiane ..... n.b. il progetto Homerus, come tu ben conosci, è nato e si è sviluppato in Italia (sul Garda grazie all'impegno di Alessandro Gaoso, campione mondiale di miniton alla sua ultima edizione)