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02/05/2012 - 18:12

Montepremi di 50.000 Euro per la prima regata dell'America's Cup World Series, il 12-13 maggio

Venezia la ricca: chi vince incassa

Il City of Venice Trophy (12-13 maggio) apre le regate di Venezia dell'America's Cup World Series mettendo in palio un montepremi di 50.000 Euro
 
 
Il City of Venice Trophy, in programma il 12 e 13 maggio prossimi, metterà in palio un montepremi di 50.000 Euro. La regata, organizzata e annunciata oggi dalla Compagnia della Vela, servirà ad introdurre i nove giorni di celebrazione dell'America's Cup World Series nella storica città italiana.
 
Grazie al premio in palio, il City of Venice Trophy diventa così un prologo importante dell'America's Cup World Series Championship. L'evento di apertura, programmato sulla durata di due giorni, si articolerà su cinque prove di flotta di 30 minuti, che saranno disputate sul campo di regata posizionato davanti al Lido. Ma il momento clou si vivrà la domenica, quando gli AC45 si daranno battaglia lungo un percorso che porterà la flotta dal Lido a Piazza San Marco. Il primo team che taglierà la linea di arrivo vincerà il City of Venice Trophy, messo in palio da Arzanà Navi, e un assegno da 30.000 Euro. I restanti 20.000 Euro saranno distribuiti tra i tre equipaggi meglio classificati nelle cinque regate di flotta disputate il sabato.
 
I risultati del City of Venice Trophy non varranno ai fini della classifica generale dell'AC World Series, ma non vi è dubbio alcuno che il generoso montepremi servirà a rendere avvincente il confronto tra i team.
 
"Sarà un'ottima opportunità di impegnarci in qualche duello vero con gli altri equipaggi - ha dichiarato lo skipper di Luna Rossa, Max Sirena - Uno dei nostri desideri era quello di iniziare a navigare nelle acque di Venezia il prima possibile e ora, grazie al City of Venice Trophy, abbiamo modo di prendere parte a una serie di regate che saranno sicuramente spettacolari".
 
"Il debutto dei catamarani dell'America's Cup in quel di Venezia sarà di certo appassionante - spiega il sindaco Giorgio Orsoni - il fatto di competere per un trofeo che porta il nome stesso della città aggiunge prestigio a prestigio. Un ringraziamento particolare merita per questo Arzanà, che ha scelto di accompagnare l'evento".
 
"Questa due giorni di regate, con il gran finale in una suggestiva e assolutamente unica volata dal Lido a San Marco, è il primo passo verso la realizzazione di un appuntamento fisso per la vela di vertice in città che ha nella Compagnia della Vela l'attore principale. Non ci può essere inizio più affascinante e emozionate per una nove giorni che ci auguriamo sia indimenticabile, per i veneziani e per chi vuole scoprire un volto nuovo di Venezia, quello legato alle sue tradizioni, alla marineria, ma anche alla tecnologia e ad angoli meno conosciuti, come l'Arsenale dove i catamarani rientreranno dopo aver battagliato per il City of Venice Trophy".
 
Il week end del 12-13 maggio, inoltre, sarà caratterizzato dall'apertura al pubblico del villaggio regate che resterà operativo durante tutti i nove giorni della manifestazione.
 
Le regate valide ai fini della classifica generale dell'AC World Series sono in programma tra il 17 e il 20 maggio. Venezia rappresenta la penultima tappa dell'edizione 2011-2012 delle AC World Series. Al momento, la classifica generale provvisoria è guidata da ORACLE Racing Spithill con un punto di margine su Emirates Team New Zealand di Dean Barker.
 
A Venezia si daranno battaglia alcuni tra i sailing team più forti del mondo. L'evento potrà contare sulla presenza di nove barche, provenienti da sette nazioni. Saranno della partita Luna Rossa Challenge (ITA), con due barche, timonate da Paul Campbell-James e Chris Draper; Artemis Racing (SWE), con lo skipper Terry Hutchinson; China Team (CHN), con lo skipper Fred Le Peutrec; Emirates Team New Zealand (NZL), con lo skipper Dean Barker; Energy Team (FRA), con lo skipper Loïck Peyron; ORACLE Racing (USA) con due barche, timonate da James Spithill e Darren Bundock; Team Korea (KOR), con lo skipper Nathan Outteridge.

Commenti

Alessandro Turchetto (non verificato)

Le regate si fanno in mezzo a mare, dove il vento è steso e l'ordine d'arrivo rispecchia mediamente i valori! Raoul Gardini l'aveva capito e, nell'incommensurabile bellezza del bacino di San Marco - uno dei luoghi che lasciano attonita qualsiasi persona, probabilmente il più sorprendente, ancora meglio dei Fori Imperiali, almeno per un velista - fece solamente il varo del Moro di Venezia. Ne parlò il mondo intero, fu ripreso su qualsiasi media per una settimana intera, riuscì ad attrarre l'attenzione anche di coloro che sanno parlare solamente di pallone: quando intelligenza, tecnologia, eleganza, arte ed una buona dose di italianità, tra le note di Pavarotti si fondono creando un spettacolo veramente unico, allora la vela resta nel cuore e nella memoria di chi chiunque sia in grado di apprezzare le cose belle. Anche per i profani fu un "colpo mediatico" - ma che fastidio dover sempre pensare a questi aspetti - praticamente perfetto. Specialmente perchè il "colpo", nel giro di pochi mesi, fu completato con la vittoria della Louis Vuitton Cup, con la sfida al calor bianco con i poveri neozelandesi, bravissimi ma frastornati dai colpi di genio, sia in mare che a terra, messi a segno dalla barca italiana. Quello fu spettacolo vero, sportivo e marinaresco, con tangoni, strambate, contrapposizioni tattiche e tecnologiche, soluzioni progettuali e coinvolgimento emozionale portato ai limiti. Chi iniziò introducendo la "aka" fu svegliato dal nostro "nessun dorma ... all'alba vincerò". Onore ai neozelandesi, grandi velisti; memoria eterna per Peter Blake, veramente un grande uomo ... purtroppo già da molto tempo in compagnia di Raoul Gardini ... li rimpiangerò per sempre! Quella volta, per almeno un mese, non si parlò che di bompressi, di strambate e di lay line anche nei più tragici "bar sport" e nelle bocciofile dei più reconditi angoli della penisola. Altro che le lucette che impongono i punti di virata e le penalità o la mortificazione di catamarani velocissimi in spazi ristretti, resi ridicoli dalla necessaria sequenza di manovre eseguite in maniera impeccabile ma con tutta la goffa lentezza tipica dei pluriscafi, che pure, se impiegati a dovere, rimangono bellissimi (avete mai visto una regata di flotta dei classe A od una edizione del glorioso ed ormai trascorso "TTT Torbole Tornado Trophy"). Quando si dice, e ciò vale anche per la paventata esclusione della vela dalle Olimpiadi per via della sua scarsa attitudine "telegenica", che la vela non è spettacolare: ecco un limpidissimo "caso di studio" che dimostra esattamente il contrario. Anche se sono "in casa d'altri", sebbene anch'io detesti chi ha reso piuttosto nota la frase "che bella la vela", quando ha coniato questo slogan ha fatto centro! Ma quale morale si deve trarre e cosa deve farci capire l'esperienza del Moro? Semplice: la vela può "bucare gli schermi" - e, cosa più interessante, attrarre alla vela coloro che potrebbero essere pronti per rispondere alla chiamata dello sport del mare - se mantiene la sua identità, quel sapore di sale che la rende unica, mentre se si cerca di appiattirla con vele colorate, regate tra le briccole ed altri simili rodei, si finisce per appiattirla sulla falsariga di qualsiasi altra disciplina, quindi cade nell'enorme calderone dove perderà il confronto con snow board, pallacanestro, curling, salto con l'asta, baseball eccetera eccetera per finire immortalata nei bicchieri di carta dei fast food. E' questo che vogliamo ... non credo! llora non bisogna mai dare ascolto a coloro, come le squadre televisive che cercano di imporre la loro maniera di fare le riprese e di proporre gli eventi: loro, con poca fantasia sanno fare solo quelle, pertanto trovano comodo e tendono a rendere simili gli sport più disparati ma ... la vela è differente e, con un po' di creatività può far valere le proprie carte! Intanto che meditate ... Buon Vento a tutti Alessandro Turchetto