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07/06/2011 - 13:18

Torvar Mirsky, 25enne australiano, numero 5 del match race mondiale, sarà il timoniere dell'AC45

Un biondo per Venezia Challenge

Sarà il ciuffo ribelle di questo velista, australiano come James Spithill, occhi azzurri e cognome che sembra arrivare dalla steppa, il nuovo idolo dei tifosi (e soprattutto delle tifose) della vela italiana in Coppa America?
di Fabio Colivicchi

E' il giovane asso australiano del match racing Torvar Mirsky, il nome scelto da Venezia Challenge per il timone del catamarano AC45 in vista delle prossime regate (le America's Cup World Series esordiranno a Cascais in Portogallo ad agosto). Mirsky ha solo 25 anni e ha iniziato prestissimo a correre e a vincere a vela. Il suo primo match lo ha vinto a soli 12 anni, oggi Torvar è il numero 5 della classifica mondiale di specialità.
 
Il team manager di Venezia Challenge, Cesare Pasotti - un nome e un personaggio che torna alla ribalta dopo la non fortunatissima esperienza di +39 Challenge - rivendica la scelta del giovane talento australiano: "E' la scelta migliore che potevamo fare, perché Torvar è giovane, motivato e molto preparato. Per questo ho chiesto a Carlo Magna e Emanuela Pulcino (i due manager alla guida della sfida, ndr) di portarlo a bordo".
 
Per Mirsky, che arriva freschissimo di una preziosa esperienza con i cat di 40 piedi delle Extreme Sailing Series, è già fitta l'agenda con Venezia Challenge: dal 14 giugno Torvar sarà a Palermo per allenarsi con una prima selezione dell'equipaggio presso il Club Canottieri Roggero di Lauria, quindi da luglio trasferimento per tutti a Cascais per allenarsi sull'AC45.
 
Venezia Challenge intanto conferma anche l'ingaggio - peraltro annunciato - di Gabriele Bruni (Ganga per gli amici), che sarà il "coach" della squadra velica. Palermitano, 37 anni, olimpico sul 49er con il fratello Francesco a Sydney 2000, già in Coppa America con +39 Challenge (era lo stratega a bordo), è stato uno degli ispiratori dell'incontro tra il management milanese della sfida con il suo club Lauria di Palermo.
 
 

 

Commenti

Flying Dutchman (non verificato)

Cesarone stavolta sbaglia! Non serve uno specialista di match: se si regata con i catamarani occorre uno specialista, anzi una serie di velististi esperti nei multiscafi perchè non si vince con una virata od una copertura in più, bensì con qualche messa a punto o regolazione che in questo tipo di vela può far guadagnare non qualche frazione centesimale di nodo ma diversi nodi, in qualche caso anche il 15 - 20 % vella velocità complessiva. Allora, anche al timone serve qualcuno che conosca a fondo questi temi perchè, anche se il catamarano può essere messo a punto da altri in allenamento, poi è necessario farlo partire e rendere al massimo in regata! E la regata coi catamarani è velocità pura, non match race. Cose onorevolissime ma io continuo a preferire ed a ritenere più interessanti e spettacolari i monoscafi, proprio per queste differenze. Pensa, Cesarone, se fossi riuscito ad imporre in Coppa un monoscafo impostato come una delle tue creature preferite, l'Asso 99 , ovviamente un po' ingrandito e modernizzato, con parecchi trapezisti, allora la Coppa America avrebbe davvero potuto bucare i video dei continenti!