Confindustria Nautica senza presidente
Confindustria Nautica senza presidente
UCINA nel caos
Perotti si dimette
Perotti si dimette
Era nell'aria e si è verificato: Massimo Perotti, presidente UCINA (la Confindustruia nautica) da soli 8 mesi, ha presentato le proprie dimissioni al Consiglio Direttivo. Lamberto Tacoli (vice presidente anziano) è il reggente. Entro 90 giorni nuove elezioni. Ma la nautica adesso sembra davvero in altomare...
Voci che si rincorrevano, mal di pancia, situazioni difficili, capriole dialettiche: alla fine il patatrac è arrivato, l'associazione confindustriale della nautica italiana, UCINA, è senza presidente, avendo preso atto delle dimissioni irrevocabili di Massimo Perotti, che la guidava solo dal maggio scorso.
All'origine della decisione, che non ha precedenti nella storia dell'associazione delle aziende nautiche, una serie di concomitanze ma soprattutto l'impossibilità per Perotti di perseguire concretamente il programma innovativo sul quale aveva basato la propria presidenza.
Così oggi Perotti ha comunicato al Consiglio Direttivo rtiunito a Genova la sua decisione di rimettere il mandato ricevuto dall’Assemblea di maggio. Preso atto dell’irrevocabilità della decisione, il Consiglio ha nominato la Commissione Saggi per l’avvio delle consultazioni, cui seguirà nel mese di aprile la convocazione dell’Assemblea dei Soci per le nuove elezioni.
"UN PASSO NECESSARIO PER UN FUTURO PIU' FORTE"
Con i soliti strani discorsi che si fanno in queste circostanze, Perotti definisce de dimissioni una decisione sofferta e irrevocabile: “Ho scelto con dolore le dimissioni, perché lo ritengo un passo necessario per il futuro di UCINA, che auspico potrà essere più forte, unitaria e concentrata sul bene comune. E’ un momento di crisi in cui bisogna saper reagire con rapidità: la strada che ho cercato di intraprendere in questi mesi andava in questa direzione, ma ho maturato il convincimento che sia mancato in UCINA quel confronto proattivo e positivo necessario per poter dare attuazione al mio programma. Assicuro la mia disponibilità a collaborare da oggi con il Consiglio Direttivo e la Commissione Saggi per l’individuazione di una figura che possa proseguire, con decisione e consenso, un progetto finalizzato ad una rinnovata convergenza di interessi in Associazione”.
Insomma Perotti abbandona perchè si è accorto di non riuscire a portare avanti il suo programma, per resistenze interne, immobilismi, forse correnti contrarie, vecchie ingessature dell'ente. Ma nonostante le sue parole le dimissioni rischiano di essere una cura ben peggiore del male. In piena crisi, come la fotografa l'ormai ex capo di UCINA, la nautica italiana avrebbe bisogno in primo luogo di una immagine unitaria, di un volto unico, di una guida sicura. Invece adesso si dovrà scandagliare alla ricerca di personaggi disponibili e che rientrino nel "profilo" della continuità che predica Perotti. Allora perchè si è dimesso?
A volte ruoli associativi richiedono una elasticità di fondo, un approccio "politico" che comporta la capacità di assorbire i colpi, piegarsi e andare avanti. Certamente Perotti non ha avuto questa capacità. Le sue preregative di manager affermato evidentemente non si sono saldate con il nuovo ruolo istituzionale. Con Perotti decade anche la sua Giunta, che aveva tra gli altri un vicepresidente "velico" come Fabio Planamente (Cantiere del Pardo). Quindi al danno si aggiunge la beffa. Una associazione nel caos non ha più la forza contrattuale che dovrebbe avere nei confronti del legislatore (con parecchie normative sulla nautica che necessitano di essere seguite e indirizzate), e nella capacità di leggere il mercato e i trend.
Anche il salone nautico di Genova, già sbatacchiato da anni di crisi e ridimensionamenti, subisce un colpo dall'impasse di UCINA. Perotti aveva lanciato l'idea della kermesse nautica in congiunzione con tempi e valori di Expo 2015, ma anche quella strada è finita in un vicolo cieco. Per non parlare dell'appuntamento dedicato alla vela a primavera, che lo scorso anno aveva funzionato in fiera e che quest'anno - in mancanza di accordi tra Ucina e l'editore che l'organizza - si sposterà altrove con prevedibili conseguenze negative.
Ora, ai sensi dello Statuto dell’Associazione è previsto che, entro 90 giorni, venga convocata una Assemblea per eleggere il nuovo presidente. In questo tempo, rivestirà il ruolo vacante il vicepresidente più anziano in carica, ovvero Lamberto Tacoli.
E' stata nominata una Commissione di Saggi che presenterà, dopo un’ampia attività di consultazione degli Associati, al Consiglio direttivo una o più candidature alla presidenza, da proporre all’Assemblea. Sono stati chiamati alle funzioni di Saggi i Consiglieri Barbara Amerio, Corrado Salvemini e Ferruccio Villa. Ai lavori partecipano il Presidente del Collegio dei Revisori Franco Dodero e il Presidente del Collegio dei Probiviri Saverio Cecchi.
Il comunicato ufficiale di UCINA attribuisce ai successi della gestione di Massimo Perotti il mandato conferito alla nuova società I Saloni Nautici per l’organizzazione del Salone Internazionale di Genova 2014 che ha raggiunto, grazie all’efficienza delle attività, e pur in un momento di forte crisi del settore, il pareggio economico. Ci sarebbe da discutere sul modo in cui si è realizzata quella spin-off, affidata a un past-president chiacchierato come Anton Albertoni, col quale Perotti smentisce di aver avuto frizioni.
Il problema vero si chiama presente e futuro. L’industria nautica italiana è leader nel mondo e dimostra capacità di ideare, progettare, costruire, come paladino del Made in Italy. “Per restare in questa posizione – secondo Perotti – UCINA ha bisogno di mantenere unità di intenti e un percorso comune a tutti i Soci che sappia essere un messaggio forte e unitario sia nei confronti del nostro mercato nazionale, che ha bisogno di essere ricostruito, sia di quello internazionale dove non possiamo perdere la posizione che la nautica italiana ha saputo conquistarsi”. insomma, voi state uniti, che io mi dimetto. Ci capite qualcisa?
Forse davvero è venuto il momento di cambiare tutto nella rappresentanza delle aziende del settore, forse insieme a Perotti oggi si è "dimessa" anche UCINA...
Voci che si rincorrevano, mal di pancia, situazioni difficili, capriole dialettiche: alla fine il patatrac è arrivato, l'associazione confindustriale della nautica italiana, UCINA, è senza presidente, avendo preso atto delle dimissioni irrevocabili di Massimo Perotti, che la guidava solo dal maggio scorso.
All'origine della decisione, che non ha precedenti nella storia dell'associazione delle aziende nautiche, una serie di concomitanze ma soprattutto l'impossibilità per Perotti di perseguire concretamente il programma innovativo sul quale aveva basato la propria presidenza.
Così oggi Perotti ha comunicato al Consiglio Direttivo rtiunito a Genova la sua decisione di rimettere il mandato ricevuto dall’Assemblea di maggio. Preso atto dell’irrevocabilità della decisione, il Consiglio ha nominato la Commissione Saggi per l’avvio delle consultazioni, cui seguirà nel mese di aprile la convocazione dell’Assemblea dei Soci per le nuove elezioni.
"UN PASSO NECESSARIO PER UN FUTURO PIU' FORTE"
Con i soliti strani discorsi che si fanno in queste circostanze, Perotti definisce de dimissioni una decisione sofferta e irrevocabile: “Ho scelto con dolore le dimissioni, perché lo ritengo un passo necessario per il futuro di UCINA, che auspico potrà essere più forte, unitaria e concentrata sul bene comune. E’ un momento di crisi in cui bisogna saper reagire con rapidità: la strada che ho cercato di intraprendere in questi mesi andava in questa direzione, ma ho maturato il convincimento che sia mancato in UCINA quel confronto proattivo e positivo necessario per poter dare attuazione al mio programma. Assicuro la mia disponibilità a collaborare da oggi con il Consiglio Direttivo e la Commissione Saggi per l’individuazione di una figura che possa proseguire, con decisione e consenso, un progetto finalizzato ad una rinnovata convergenza di interessi in Associazione”.
Insomma Perotti abbandona perchè si è accorto di non riuscire a portare avanti il suo programma, per resistenze interne, immobilismi, forse correnti contrarie, vecchie ingessature dell'ente. Ma nonostante le sue parole le dimissioni rischiano di essere una cura ben peggiore del male. In piena crisi, come la fotografa l'ormai ex capo di UCINA, la nautica italiana avrebbe bisogno in primo luogo di una immagine unitaria, di un volto unico, di una guida sicura. Invece adesso si dovrà scandagliare alla ricerca di personaggi disponibili e che rientrino nel "profilo" della continuità che predica Perotti. Allora perchè si è dimesso?
A volte ruoli associativi richiedono una elasticità di fondo, un approccio "politico" che comporta la capacità di assorbire i colpi, piegarsi e andare avanti. Certamente Perotti non ha avuto questa capacità. Le sue preregative di manager affermato evidentemente non si sono saldate con il nuovo ruolo istituzionale. Con Perotti decade anche la sua Giunta, che aveva tra gli altri un vicepresidente "velico" come Fabio Planamente (Cantiere del Pardo). Quindi al danno si aggiunge la beffa. Una associazione nel caos non ha più la forza contrattuale che dovrebbe avere nei confronti del legislatore (con parecchie normative sulla nautica che necessitano di essere seguite e indirizzate), e nella capacità di leggere il mercato e i trend.
Anche il salone nautico di Genova, già sbatacchiato da anni di crisi e ridimensionamenti, subisce un colpo dall'impasse di UCINA. Perotti aveva lanciato l'idea della kermesse nautica in congiunzione con tempi e valori di Expo 2015, ma anche quella strada è finita in un vicolo cieco. Per non parlare dell'appuntamento dedicato alla vela a primavera, che lo scorso anno aveva funzionato in fiera e che quest'anno - in mancanza di accordi tra Ucina e l'editore che l'organizza - si sposterà altrove con prevedibili conseguenze negative.
Ora, ai sensi dello Statuto dell’Associazione è previsto che, entro 90 giorni, venga convocata una Assemblea per eleggere il nuovo presidente. In questo tempo, rivestirà il ruolo vacante il vicepresidente più anziano in carica, ovvero Lamberto Tacoli.
E' stata nominata una Commissione di Saggi che presenterà, dopo un’ampia attività di consultazione degli Associati, al Consiglio direttivo una o più candidature alla presidenza, da proporre all’Assemblea. Sono stati chiamati alle funzioni di Saggi i Consiglieri Barbara Amerio, Corrado Salvemini e Ferruccio Villa. Ai lavori partecipano il Presidente del Collegio dei Revisori Franco Dodero e il Presidente del Collegio dei Probiviri Saverio Cecchi.
Il comunicato ufficiale di UCINA attribuisce ai successi della gestione di Massimo Perotti il mandato conferito alla nuova società I Saloni Nautici per l’organizzazione del Salone Internazionale di Genova 2014 che ha raggiunto, grazie all’efficienza delle attività, e pur in un momento di forte crisi del settore, il pareggio economico. Ci sarebbe da discutere sul modo in cui si è realizzata quella spin-off, affidata a un past-president chiacchierato come Anton Albertoni, col quale Perotti smentisce di aver avuto frizioni.
Il problema vero si chiama presente e futuro. L’industria nautica italiana è leader nel mondo e dimostra capacità di ideare, progettare, costruire, come paladino del Made in Italy. “Per restare in questa posizione – secondo Perotti – UCINA ha bisogno di mantenere unità di intenti e un percorso comune a tutti i Soci che sappia essere un messaggio forte e unitario sia nei confronti del nostro mercato nazionale, che ha bisogno di essere ricostruito, sia di quello internazionale dove non possiamo perdere la posizione che la nautica italiana ha saputo conquistarsi”. insomma, voi state uniti, che io mi dimetto. Ci capite qualcisa?
Forse davvero è venuto il momento di cambiare tutto nella rappresentanza delle aziende del settore, forse insieme a Perotti oggi si è "dimessa" anche UCINA...
Massimo Franchini (non verificato)