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23/10/2013 - 19:39

Uomini e onde

Tommaso Chieffi
Le mie 2430 miglia

Il grande velista italiano racconta la sua stagione in altomare: "2430 miglia, il totale delle regate d'altura corse quest'anno...... Piu di quanti km faccio in macchina!"

Averceli, velisti e marinai come lui, storie come quella di Tommaso Chieffi. Nascere vicino a un club che fa tanta attività velica, scoprirsi talentuoso in qualcosa che impari ad amare subito (e come si fa a non amarla, la vela, vero Tommaso?), proseguire e migliorare fino a mettere in fila una delle carriere più complete e luminose che uno sport può garantire. Successi nelle classi giovanili, inseguimento coronato del sogno olimpico (con medaglia sfiiorata e anche qualche rimpianto, era Los Angeles 1984), poi trionfo iridato nella stessa classe olimpica (il 470, con il fratello Enrico a prua), e da lì in poi tutto (ma proprtio tutto) il resto: altomare importante, Admiral's, America's Cup in abbondanza, in annate buone o meno buone, vittorie a ripetizione in tante classi e classiche. Tommaso è uno dei velisti italiani più noti anche a livello internazionale. E adesso ne scopriamo anche la buona propensione a raccontare: che non guasta mai (anzi) in un grande personaggio dello sport e del mare. Questo che pubblichiamo è un suo "diario" di stagione scritto di getto dopo la conclusione della Rolex Middle Sea Race, e postato su Facebook (dove esiste un Tommaso Chieffi Fan Club!). Visto che l'autore invitava a condividere, e visto il tono del racconto, ci piace riprodurlo per i lettori di Saily.it. Bravo Tom, alla prossima!

LE MIE 2430 MIGLIA DI STAGIONE
Regata lunga di Ancona, giraglia, fastnet, nord stream race e per ultima la midlle sea race. Il fastnet e andato male, abbiamo preso un gavitello di una rete da pesca la prima notte quando eravamo in testa nella nostra classe e ce lo siamo portati a spasso per 600 miglia, con il risultato che dei 3 swan 60 in gara siamo arrivati ultimi, poi la Nord stream, 810 miglia nel mar Baltico da Flensburg in Germania a San Pietroburgo, dove abbiamo chiuso secondi per 26 secondi di distacco dopo una rincorsa durata 600 miglia;
Ieri abbaimo concluso la regata piu pazza del mondo al secondo posto in Overall dopo aver meditato il ritiro almeno un paio di volte.

Parlo della Middle Sea, che ho corso con Roberto Lacorte sul Batic 65 Nikka, noleggiato per l'occasione.
Partiamo molto bene da Malta, all'uscita del porto canale siamo in testa avanti a B2 di Galli/De Angelis, posizione he manteniamo fino alla boa di disimpegno, ma poi veniamo sorpassati dopo circa un ora da questi che con un Tp 52 maggiorato sono leggermente piu veloci di noi, e' una lunga cavalcata di lasco fino allo stretto di Messina, dove il nostro distacco e di circa 15/20 minuti.

La mattina il vento e' leggero, B 2 sceglie una rotta piu a Nord, verso Ponza per evitare la bolla d'aria che si sta formando dopo le Eolie, mentre noi tagliamo presto in rotta verso Alicudi e Filicudi con una rotta piu diretta, abbaimo ragione noi e ripassiamo in testa.

Ma sono gia iniziati i nostri guai, l'alternatore non carica le batterie e siamo in modalita energy saving da tutta le giornata, le manovre vengono fatte con i verricelli a mano, su una barca che ha tutti i verricelli elettrici, non si puo cucinare, il motore gira di continuo ma senza successo, mentre Marco e Fabrizio, i nostri due comamdanti cercano di risolvere il problema.

Verso Palermo B2 e di nuovo piu veloce e ci supera di nuovo, girera a San Vito lo Capo, estremita occidentale dell'isola con circa 4 miglia di vantaggio, noi riusciamo a far partire l'alternatore che sembra finalmente funzionare subito dopo Palermo, durera' poco!

Veleggiamo verso Favignana con una mano di terzaroli e genoa pesante, le passiamo verso le due di notte e vado a fare il mio turno di riposo dove vengo risvegliato dopo circa un ora e mezzo da un mare cosi incrociato che sembra di essere su una pentola a pressione, siamo sui famigerati banchi di Pantelleria, 10 metri di fondale e 22 nodi di vento, giusto il tempo di adattarmi, Razeto, il nostro trimmer velaio dice sembra che il mare si stia spianando e bang, esplode il genoa su on onda e si porta dietro tutto lo strallo cavo, ci mettiamo in poppa per ammainarlo e Fabrizio il comandante, impreca che e finita!

Invece non e' finita perche' mi viene in mente che il genoa piccolo ha degli occhielli per legarlo allo strallo in questa evenienza, per cui dopo aver ripreso il controllo del genoa rotto e abbandonato in mare lo strallo rotto, ci rimettiamo in poppa leghiamo la vela allo strallo e ripartiamo circa un ora dopo e sette miglia piu indietro.
Passiamo Pantelleria alle due del pomeriggio, il motore ha continuato a girare tutta notte per ricaricare le batterie e Fabrizio,(sempre lui) dice che abbiamo finito la nafta, 150 litri e le batterie sono sempre scariche, passiamo davanti al porto di Pantelleria e io lancio l'idea che potremmo ritirarci li ( per la seconda volta dopo la rottura del genoa e del tuff luff) e Roberto, l'armatore mi guarda incredulo e mi dice, non puoi finire la regata comefacevi sul 470 quando haivinto il mondiale, li non avevi winch idraulici e elettronica, non e propriola stessa cosa ma l'entusiasmo e' contagioso!

Alessio nel frattempo pensa che potrebbe fare dei buchi nel genoa medio e preparare dei garrocci in modo da avere una vela piu grande per quando calera' il vento, sono le tre dle pomeriggio e la vela e' pronta, Casale vuole usarla subito, io freno dicendo che sarebbe meglio aspettare che il vento cali un po perche non sappiamo se reggera' e non me la voglio bruciare subito, lo isseremo la sera verso le sei di sera poco prima che faccia buio, e miracolo, funziona!

Adesso siamo a piena vela di bolina, B2 e' andato ma kantakerous e Emma sono ancora indietro distanti, siamo galvanizzati.

Giriamo Lampedusa alle due di notte, gli strumenti sono spenti da tutto il giorno, ma mentre andare di bolina e facile perche ci sono vari indicatori, primo lo sbandamento adesso dobbiamo fare un tratto di mare aperto di quasi cento miglia senza nemmeno una bussola, ci attrezziamo con una bussoletta da rilevamento, io mi metto appoggiato al pulpito di poppa traguardo la sartia, quando siamo a 70 gradi di rottsil timoniere individua una stella e la segue per circa un ora prima che questa si sposti, poi ripetiamo l'operazione, a meta del tragitto vediamo una fonte luminosa che ci indica la rotta per circa 30 miglia, pensavamo fosse Malta era una nave ferma stazionaria perfettamente sulla rotta, siamo a meta strada, facciamo l'ultima ora con buio e stelle, viene il giorno ed in lontananza scorgismo la sagoma di Gozo e Malta, ce l'abbiamo fatta, verso mezzogiorno diamo nel canale, il vento molla,tiriamo su il code 0, attraversiamo in circa 20 minuti il bucodi vento e riprendiamo con un leggero levante ad attraversare il canale, in una virata perdiamo la terza maniglia, il verricello elettrico ha una molla che spinge la maniglia fuori della sua sede e questa vola in mare, siamo rimasti con due maniglie in totale, tutta l'idraulica e bloccata oramai da due giorni e ci mancano 15 miglia all'arrivo, ci organizziamo con un turno di rotazione di maniglie che ci permette di virare il fiocco, tirare la volante e per ultima regolare la randa.
Alle 2 e mezza taglamo l' arrivo nel porto di Malta, avanti lo yacht club, quasi ci schiantiamo contto le barche all'ormeggio perche non abbiamo winch per ammainare lo spi, reissiamo il fiocco ed attracchiamo..........a vela!

Dovremo aspettare tre ore per kantakerous ed Emma ed avere la certezza di essere secondi overall, che esperienza di mare e di marineria, la ricordero' a lungo, certo era meglio quando si stava peggio e le barche si aggiustavano con un martello ed un cacciavite, ma nondimeno e' stata una esperienzia incredibile, grazie a Roberto Lacorte ed a tutti i ragazzi dell'equipaggio

Commenti

Stefano (non verificato)

Sicuramente Chieffi è un gran tattico, forse uno dei migliori in Italia. Sarebbe bello che avesse anche una coscienza ecologica e non abbandonasse in mare uno strallo cavo di 30 metri in plastica. Fa male leggerlo e pensare che su una barca di professionisti nessuno si è posto il problema ecologico. Potevano benissimo tagliarlo a pezzi e stivarlo a bordo.

andrea (non verificato)

Non posso non essere d'accordo con Stefano! L'aspetto ecologico è venuto meno . Mi ricordano i ciclisti nella granfondo di mtb che buttano gli involucri di plastca di prodotti energetici lanciandoli proprio nella macchia circosastante. Oppure bagnanti che lasciano la spazzatura in spiaggia ... eppure tutti questi si godono le bellezze della natura ma poi si lamentano magari che è troppo inquinata.Un po di coerenza c.....! Comunque complimenti per la bella performance proprio d'altri tempi.

Tommaso (non verificato)

Ragazzi avete ragione, ci siamo posti il problema, con 22 nodi e wuell'onda non e' facile, nelle condizioni in cui eravamo molti avrebbero buttato tutto il genoa con lo strallo, recuperare tutti i pezzi in coperta, tagliare il luff per separarlo dallo strallo nelle condizioni in cui eravamo e gia stato uno sforzo notevole, lo strallo non e stivabile, e non si puo tagliare in pezzi senza farsi male, in coppa america Tnz ha buttato tutto in mare, in Sardegna nello stretto delle Bisce c'e' l'albero di Wild oats con tutte le vele, non dimenticate che eravamo in gara, la teoria e una bella cosa, la pratica un altra, quanto a coscienza ecologica penso di non mancare ai miei doveri di marinaio e di cittadino. Tommaso

roberto pendibene (non verificato)

Grande Skipper/tattico & Grandissima regata , una barca praticamente di serie non comparabile a una macchina da guerra oltretutto ulteriormente preparata . Se vogliasmo discutere di ecologia pensiamo ai porti Italiani dove migliaia di palafitte ,(le barcge italiane dai 10 metri in su'),restano mesi inutilizzate o utilizzate come appartamenti al mare sversando liquami e oli esausti o allo sversamento delle fognature in mare da parte di moltissimi comuni Italiani ......

Anonimo (non verificato)

Morale: il B2 ha un problema elettrico e rimane completamente senza strumenti, poi si accorge che l'unica bussola disponibile, quella delle dotazioni di emergenza è troppo piccola, quindi si arrangiano con la app di un telefonino; il Baltic 65 Nikka di Cieffi ha anche lui dei problemi elettrici che sono ancora più gravi perché ha pure i verricelli elettrici, quindi, esaurito il gasolio, rintronati andando a vela per qualche giorno col motore acceso, persi gli strumenti non più alimentati, se la cavano con una bussoletta a mano e qualche stella ma fanno un bel po' di confusione tra le navi ed i fari (chissa' se avevano le luci di via accese nella notte ...) ma, quel che è peggio hanno poche maniglie per azionare manualmente i verricelli e c'è perfino un dispositivo tale per cui è molto facile perderle. Ma queste barche dove le concepiscono? A Sesto San Giovanni in un impianto metalmeccanico? Poi le fanno allestire e mettere a punto ad un ricercatore di fisica teorica coadiuvato da un macchinista della metropolitana? Se le perdevano tutte andando verso Sud, non potendo più nemmeno ammainare, c'era sempre la possibilità di infilare il canale di Suez, verso Ovest Gibilterra però state attenti perché verso Nord e verso Est non avreste avuto scampo ... In realtà con alcuni spunti notevoli di marineria hanno cercato di edulcorare scene veramente fantozziane che con la sua Bianchina non avrebbe saputo fare di meglio! Oltre alle obiezioni concettualmente condivisibili sui materiali abbandonati in mare - ma il discorso sarebbe lungo perché evitare lo scempio in quelle condizioni forse era davvero difficile ma partire con dei materiali tali da prevenire l'avaria e l'inquinamento sarebbe stato dovere - si conclude che davvero non si dovrebbe fare regate di 600 miglia con barche non preparate adeguatamente perché neppure le dimensioni possono aiutare più di tanto altrimenti ... beh altrimenti può anche "capitare" qualcosa di brutto come accadde una quindicina di anni orsono a dei miei amici nel golfo del Leone. Parlo del Parsifal, ancora oggi li ricordiamo con una fondazione che ha come tema, appunto, la sicurezza in mare. Per favore non scherziamo dove proprio non è il caso! Il mare si rispetta anche e specialmente quando si regata!