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26/02/2014 - 11:41

Conferenza con i senatori del PD

Nautica e politica:
è la volta buona?

Il Partito Democratico "riscopre" la nautica e le potenzialità del settore per la crescita del lavoro e del turismo. Cronaca, suggestioni e speranze vere o presunte, dalla riunione del 25 febbraio a Roma, voluta da UCINA


di Fabio Colivicchi

Ne abbiamo viste tante, di riunioni, conferenze, commissioni confindustriali, tavoli ministeriali, amici e amiche della nautica, e ne abbiamo sentite troppe, di promesse sulla nautica. Nel 99% dei casi, è stato tutto inutile. Tempo perso, parole vuote. La “nautica”, già termine vago, spesso sconosciuta a se stessa, ha quasi sempre dovuto cavarsela da sola, non solo mai avuti “aiuti” come altri settori industriali, ma piuttosto pesanti schiaffoni. Legislativi, fiscali, di considerazione e di immagine.
 
Ora che siamo sull’orlo del baratro, una nuova riunione nei palazzi della politica può apparire come l’ennesimo giro di speranze, illusorio e improduttivo. Eppure siamo obbligati ad avere speranze. L’alternativa è continuare a restare soli e contare sulle proprie forze (che ormai non bastano più) o abbandonare il campo, una sorta di eutanasia del settore, termine che pure qualcuno ha già usato a proposito della vela. Soluzioni che non ci appartengono. Si deve, e si può uscire dal tunnel solo tutti insieme.
 
Abbiamo partecipato alla conferenza convocata dal Partito Democratico sulla nautica ("La nautica al lavoro. Lavoro per il paese"), che prometteva impegno per il rilancio del comparto. Per capire da vicino, anche a costo di restare disillusi. Chi c’era, cosa bolle realmente in pentola, cosa è realistico attendersi, dall’ultimo contatto ravvicinato tentato dalla nautica con la politica?
 
L’impressione è questa: se nel PD, maggiore partito in Parlamento, forza di centro sinistra, hanno accolto e reso visibile e pubblica la richiesta di attenzione alla nautica, in un momento del genere (crisi di governo appena conclusa, fiducia a Renzi in corso, partiti che si resettano, economia ancora al palo) e quindi senza diretti e misurabili ritorni politici, o hanno tempo da perdere (cosa che mi sentirei di escludere) oppure c’è una qualche voglia di provare davvero a essere concreti.
 
Certo la vecchia politica c’è sempre, le parole sono tante e spesso fuori luogo, i senatori tendono a parlarsi addosso. Ma la riunione trova significati nei simboli: è coinvolto il presidente dei senatori del Partito democratico Luigi Zanda, che (meglio così) confessa di non essere un nautico, non avere barca ma passare del tempo su quelle di amici. E’ il capo del PD al Senato e avalla l’iniziativa. Un comunicato pomeridiano ne chiarisce lo spirito e rinsalda le speranze, con queste parole di Zanda: "Il gruppo del Pd al Senato sosterrà fino alla loro approvazione tutte le iniziative che possano dare sostegno e supporto a un settore come quello della nautica che ha un ruolo importantissimo nel sistema produttivo italiano".
 
Dunque siamo a una possibile ripartenza. Ma quali sono le iniziative di supporto alla nautica che il PD si impegna a sostenere? Alla conferenza sono intervenuti, oltre ai politici (oltre a Zanda c’era il senatore velista Raffaele Ranucci che ha fatto il padrone di casa e moderatore, il senatore Massimo Mucchetti, giornalista economico e oggi in Commissione Industria, il responsabile Pd del Turismo Armando Cirillo, e il senatore Marco Filippi, forse il più importante come vedremo, oltre ad altri parlamentari in andirivieni), anche gli operatori, scelti dall’Ucina (Confindustria nautica) del presidente uscente Anton Francesco Albertoni: Giovanna Vitelli (figlia d’arte alla guida di Azimut-Benetti), Pietro Vassena (Lepanto Yachting), Andrea Razeto (Razeto&Cesareto), Antimo Di Martino (che rappresenta il progetto End Life Boats, sul riciclo e la rottamazione di relitti di barche), Roberto Perocchio (Assomarinas, i porti turistici), oltre alle ultime statistiche del Professor Gian Marco Ugolini dell’Osservatorio Nautico Nazionale.
 
Si sono sentite cose ben note, eppure ribadite con educata ed elegante fermezza tra i muri della politica. La persecuzione fiscale spettacolarizzata (e l’equazione possessore di barca = evasore), i controlli eccessivi e scoordinati, la frammentazione di leggi e regole, la mancanza di contratti di lavoro adatti alla realtà del settore, in molti casi l’applicazione di leggi o tasse punitive. Con esempi concreti e con la testimonianza personale diretta, gli operatori hanno raccontato ai politici come vive e lotta soffrendo la nautica italiana per mantenere le funzioni vitali e i livelli occupazionali. Quello del lavoro è un tema sul quale l’anima del PD è sensibile. Può essere una chiave per far partire davvero una nuova stagione, una nuova visione della nautica per la politica.

Ancora Zanda: "E' una questione che non può non interessare un Paese con una conformazione geografica come la nostra, e con un mare, il Mediterraneo, che è il più bello del mondo, un patrimonio preziosissimo per noi. Il nostro impegno a sostenere tutte le iniziative volte al settore nautico non varrà però molto se non sarà supportato da scelte di fondo coraggiose che devono rispondere a una domanda sostanziale: cosa vogliamo fare di questo nostro grande patrimonio? Vogliamo forse bruciarlo? Certamente no. E' invece urgente metterlo a reddito e, per farlo, sono necessarie nuove regole".

"Il settore della nautica - ha rilanciato il senatore Raffaele Ranucci promotore dell'iniziativa -  è uno dei comparti più interessanti e importanti del nostro Paese, ci lavorano circa 19 mila persone e fattura circa due miliardi e mezzo. Ma dal 2008 a oggi ha perso moltissimo, oltre il 58% del fatturato ed è per questo che bisogna sostenerlo con la semplificazione e con un aiuto nella fiscalità che favorisca un punto di ritorno per l'occupazione del nostro Paese, perché il mare è il nostro Paese".

Insomma adesso si riscopre che la nautica è proprio uno di quei settori "paradigma" dei valori della possibile ripresa italiana: natura, beni ambientali dei quali il paese è ricco, cultura, lavoro, qualità e bellezza. Non è il Festival di Sanremo, e gli imprenditori hanno facce sofferenti. Come fare in modo allora che alle parole segua almeno qualche fatto?

Per esempio con uomini giusti nei posti chiave. In questo senso il più incisivo può risultare il senatore Marco Filippi, perché è il capogruppo del Pd nella Commissione Trasporti e Infrastrutture di Palazzo Madama, quella in cui si parla della nautica. Il quale ha detto: "Il rapporto con la burocrazia è ormai insopportabile. E’ stato perso troppo tempo e non si recupera solo con le scorciatoie, ma con il confronto con i soggetti che operano nel concreto, come abbiamo fatto oggi. Serve uno slancio forte, deciso, per recuperare e raggiungere un paese che sta fuori e che è indubbiamente più avanti nella dimensione dei problemi su cui dibattiamo ogni giorno".
 
Come vogliamo interpretare allora questi segnali? Diciamo che sono almeno 20 anni che la politica è “matrigna”, ignora o peggio affossa la nautica con promesse e parole. Non si è visto lo straccio di una politica per il settore e di leggi favorevoli e utili, con l’illusoria parentesi del Codice della Nautica da diporto, rivelatosi inutile e perennemente in attesa dei regolamenti attuativi. Per ricordare un minimo di politica “amica” si deve andare ai tempi di Claudio Burlando Ministro dei Trasporti, un genovese in governo di centro sinistra, che ha fatto sognare (e certo aiutato da un buon momento dell’economia) con una legge sui porti che ha agito come un volano anche psicologico sul settore. C'è da dire che la politica va anche assistita adeguatamente dal settore, con competenza e costanza. Al tempo, Burlando lavorò molto con l'Ucina di Vitelli e Pollicardo. La ricreazione è durata poco, le crisi politiche si sono avvitate e tutti gli altri ministri hanno ricominciato a parlare a vuoto.
 
La novità è che questa conferenza di risveglio del PD sulla nautica arriva al via dell’avventura del governo di Matteo Renzi. Uno che legge “L’arte di correre” di Murakami, e che punta tutto sul “fare” (anche se non resiste a non “dire” tanto), sul voltare pagina. La nautica vicina al naufragio si aggrappa a quest’ultima scialuppa. Deve anche esprimere qualità umane al proprio interno, per dare stimoli corretti ed esercitare il controllo sulla politica. Vedremo nelle prossime settimane se stiamo sperando bene.
 

Commenti

Gianni INNOCENTI (non verificato)

Con Burlando abbiamo sognato una stagione diversa per la nautica ( oramai 14 anni fa) , poi la fossa. Da allora solo vessazioni. Il turismo nautico, che ancora nonostante tutto riesce a portare in Italia tanti turisti stranieri grazie al sacrificio di moltissimi operatori del settore che ormai ,senza più soldi, con poche o punte possibilità di investimento e soprattutto senza aiuti dal sistema bancario, continuano a tenere alto il lumicino del settore mettendosi in gioco e scontrandosi con realtà più vantaggiose delle nostre, Turchia, Croazia ed anche Grecia /( sic!). I leasing nautici non esistono più o quasi, i costi di ormeggio, anche se diminuiti, sono sempre molto cari, Le multe ancora fioccano spesso per differenti interpretazioni delle numerose leggi spesso contraddittorie. Da fiorentino, da elettore e da marinaio mi auguro che L'ex sindaco riesca con il suo governo a "rivoltare questo paese come un calzino" incluso il settore del turismo nautico. La fiducia é d'obbligo anche perché questa é l'ultima spiaggia. Saluti

Romano Less (non verificato)

Caro Fabio, parole sante, chissà se volant come sempre o indicano una vera inversione di tendenza. Dai miei cinquant'anni di nautica praticata ricaverei un infinirìto scetticismo, soprattutto per la grave carenza culturale che affligge il Paese di Navigatori. In particolare, i media generalisti mostrano un atteggiamento ostile e gossipparo, sbattendo in faccia al pubblico solo le magagne di pochi vip o presunti tali e trascurano sia il lavoro qualificato degli operatori nel quotidiano, sia le punte di eccellenza nei diversi campi. Basterebbe leggere solo i titoli qui -senza manco prendersi la briga di capire- per avere il senso di quanti campioni, maestri dell'arte, progettisti e semplici operai stanno dietro ad ogni cosa. E non si tratta solo di economia, per piacere, poveri o ricchi il mare è da sempre un veicolo di civiltà, di sapere, e perchè no di poesia. BV. Romano.