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22/02/2018 - 11:17

ESCLUSIVA DI SAILY.IT: UN CASO CHE SCUOTE LA VELA OLIMPICA

Lui fa tremare World Sailing

Il dado è tratto. Parla l'avvocato Giuseppe La Scala, titolare dello studio legale che aveva studiato le carte: "Abbiamo avuto mandato a procedere: tra la metà e la fine di aprile sarà inviato il filing all'autorità europea anti-trust." Che aprirà la fase istruttoria, con tutti gli approfondimenti e le indagini del caso. Ecco quali sanzioni rischiano tutti gli eventuali "colpevoli", da World Sailing alle aziende, fino addirittura al CIO. Ma anche quali sono gli spiragli di soluzione possibile alla vicenda

 

di Fabio Colivicchi

E' un avvocato, fondatore di uno dei primi 30 studi legali d'Italia, ma anche un velista appassionatissimo di tutte le barche (più di tutte il Dinghy 12 in versione Classic, rigorosamente di legno) l'uomo che ha la mano sul "bottone" per sganciare il filing antitrust in grado di cambiare la storia della vela olimpica mondiale. Giuseppe La Scala, 58 anni, origini siciliane, nascita piemontese, radici toscane, famoso anche come supertifoso milanista e presidente dei piccoli azionisti della squadra rossonera, è un omone estroverso, di travolgente e appassionata eloquenza. Il suo studio legale (170 avvocati e 100 dipendenti) è specializzato in diritto bancario, finanziario, societario, restructuring, e diritto commerciale. Ma (Milan a parte) i suoi weekend e ogni giorno libero sono dedicati anima e corpo alla vela.

Adesso però come avvocato, La Scala ha in mano il dossier più scottante per lo sport della vela. Su incarico di alcuni clienti, da mesi - insieme a un pool di professori universitari che hanno contribuito a redigere un chilometrico parere "pro-veritate" - studia il caso dei monopoli che affliggono almeno sette classi su dieci della vela olimpica. Costruzione degli scafi, fornitura delle vele e altre attrezzature, regolate in violazione delle normative antitrust europee. La segnalazione e il dossier circolano da mesi nei corridoi europei e della stessa World Sailing, dapprima come monito, a ragionare e trovare soluzioni più corrette, ma adesso - visti gli ultimi sviluppi della federazione velica mondiale - sono pronti a trasformarsi in procedimento legale amministrativo vero e proprio. Con tutte le conseguenze (a catena) del caso.

"Quanto fatto finora non ha avuto effetto, chi ha seguito e segnalato il caso si è sentito letteralmente preso in giro e le recenti decisioni patetiche sulle classi under review lo confermano. Per questo - annuncia Giuseppe La Scala - i nostri clienti ci hanno firmato  mandato a procedere presso l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato dell'Unione Europea. Ora stiamo lavorando sulla documentazione, il filing verrà depositato entro il mese di aprile."

Dunque prima del Mid Year Meeting di World Sailing a Londra, in programma a maggio. Perchè questa accelerazione?

"Sul tema World Sailing ha avuto un atteggiamento quanto meno incerto e ondivago, prima il Board ha messo under review le classi Laser, poi ne ha scelte altre tra quelle che non violano le norme anti-monopolistiche. E poi la situazione è davvero paradossale. Siamo al punto che una classe olimpica fa un censimento sugli incidenti che capitano spesso agli atleti che la usano, raccogliendo una casistica scientifica che testimonia i rischi reali, e per di più commercializzata in regime monopolistico, ma non è considerata under review dalla federvela internazionale..."

Come confutare i dubbi che a sollevare il caso siano altre classi o altri soggetti concorrenti?

"Se esiste una normativa antitrust, questa va rispettata da tutti, e basta, non conta chi solleva il caso, perchè le conseguenze valgono per tutti. Questa azione può persino essere una opportunità per World Sailing, per uscire un momento di difficoltà."

Quali sono i tempi del procedimento?

"Ricevuto il filing, l'autorità amministrativa avvia la fase istruttoria. I tempi non sono prevedibili, possono passare alcuni mesi, la rapidità dei procedimenti è fatta dall'autorità anche in funzione del loro valore economico e della rilevanza. In questo caso i termini economici non sono elevati, ma il valore simbolico è enorme, e la commissione ne è ben consapevole. Nell'istruttoria si fanno tutti gli approfondimenti e le indagini del caso, si valutano gli impatti economici, e alla fine si arriva all'eventuale emissione di sanzioni."

Chi può risultare sanzionato, e in quali termini?

"Tutti i soggetti che in diverso modo partecipano al comportamento illecito, cioè in violazione delle norme antitrust, sono sanzionabili. In primo luogo World Sailing, che ha normative che consentono questi comportamenti, poi i cantieri e le aziende in generale che risultino favorite dal regime di non concorrenza, e infine persino il CIO, se emergesse che di fatto avalla le scelte di World Sailing. Difficile immaginare l'ammontare delle sanzioni, ma nel caso di World Sailing si potrebbe arrivare fino al 10% dei ricavi."

Si tratterebbe di sanzioni solo economiche?

"Naturalmente no, ci sarebbe l'obbligo di ripristinare la piena concorrenza prevista dalle norme. Non è una cosa difficile, e insisto su questo aspetto, perchè se si fosse compreso prima, forse non saremmo arrivati al punto in cui siamo. Non è difficile aggiustare le cose, da parte di WS basterebbe convocare i costruttori e obbligarli a mettere a disposizione il marchio ad altri licenziatari in cambio di adeguate royalty. Un meccanismo persino banale."

Siete sicuri di avere una sentenza favorevole?

"Tutti gli esperti di diritto antitrust – a iniziare dai professori universitari consultati -  che hanno studiato il caso della vela olimpica sono stati concordi, e molto meravigliati che si fosse arrivati a una situazione così fuori dalle regole."

Che l'eventuale sentenza renderà comunque obbligatorio. Ci possono essere altre conseguenze?

"Non entro nei discorsi politici e sulle possibili scelte di WS per disinnescare il procedimento e i suoi rischi finali, ma certo dopo la prevedibile sentenza può avere altre conseguenze pratiche. Ad esempio, domani un cantiere o una veleria possono chiedere all'autorità nazionale, alla FIV, di essere ammessi a costruire una deriva olimpica e la sua vela, rispettando il regolamento e in virtù delle clausole nulle che prevedono un costruttore unico. Penso che alla fine questa vicenda possa portare vantaggi per tutti, perchè si potranno avere prodotti migliori a costi più bassi."

Il bottone dunque sta lì, sulla scrivania dell'avvocato La Scala, velista.

LE ULTIME DA WORLD SAILING QUI CON L'INTERVISTA A WALTER CAVALLUCCI, MEMBRO DEL COUNCIL

Commenti

michele galifi ... (non verificato)

Gentile Direttore, sui costi bisogna tenere sotto controllo il mercato.....

Miki (non verificato)

Miki Gallificerquetti ma non esiste uno sport ai massimi livelli che NON abbia problemi!!!!!Meglio litigare su una barca del 1911 che vedere giovani bombardati di droga per rendere meglio!!! Ci sono stati scandali terribili dove medaglie sono state comprate a suon di valigette piene di soldi. La vela è paradossalmente più sana sotto questo aspetto. Nel pentathlon ci sono litigi furiosi per l'assegnazione dei cavalli, ci sono stati scandali nel pugilato. La questione doping ha creato incidenti diplomatici drammatici! Il problema è che IOC NON capisce il sistema delle classi....su questo sono d'accordo con Simoneschi è la gara quello che conta non il mezzo!!!! Ma bisognerebbe avere il coraggio di smontare un sistema che oramai ha cent'anni e passa, non è facile! In merito alle questioni economiche non dovrebbe esistere il ciclismo o il tiro...quanto pensate che costino le biciclette da gara od i fucili di precisione? Rimane la mia perplessità su di un sistema politico arrugginito e oramai vecchio!!! Non posso fare a meno che sono stato l'unico che è intervenuto a difesa del linciaggio che ha subito il presidente Croce conclusosi con l'insulto, non solo contro il Presidente ma anche contro l'Italiano!!! Tra i promotori di questo linciaggio ( dove il kite è stato usato come mazza ferrata) Henderson the POPE....bene ricordarsi le cose.
E' bene chiarire: il filing antitrust non è "contro" questa o quella classe, e "a favore" di tale o tal'altra classe, vecchia o nuova. E' una questione di regole che va messa a punto, e che sarà messa a punto con buona pace di tutti. La tempistica vuole che questa azione sia coeva a un difficile momento di scelte da parte dei gestori della vela mondiale, sul futuro della vela olimpica anche in relazione a richieste CIO. In questa ottica, la pressione che l'azione amministrativa sui monopoli eserciterà su World Sailing, può essede d'aiuto a fare scelte più oculate, ponderate, non sull'onda della fretta. Il goal: far restare la vela alle Olimpiadi, con una rappresentazione corretta del nostro sport, con specialità e classi diffuse, universali, che valorizzino le prestazioni totali degli atleti-velisti, di qualità e a costi ragionevoli, con format di gara che siano di appeal per il pubblico e i media (storie, personaggi, foto) e la televisione. Non è facile, ma è l'obiettivo da raggiungere. La strada per arrivarci passa anche da ricerche più approfondite sui "numeri" e i "trend", per evitare di parlare a vanvera e di seguire mode e fuochi di paglia.
E possibilmente, aggiungo, senza stravolgere le classi con aggravi di costi e riorganizzazione tecnica per tutti i paesi e le federazioni nazionali.

Sandro Alessi (non verificato)

Non sapevo che nelle classi olimpiche le quali, per raggiunti limiti d'età, non frequento da tempo ... si fosse arrivati a tanto e proprio a causa di World Sailing. Che poi cosa è WS: l'ISAF che ha cambiato nome? Ma l'ISAF non è l'IYRU che aveva cambiato nome? Mah! Ad ogni modo bene fanno Giuseppe ed i suoi mandanti a portare avanti il procedimento, perché la libera concorrenza ottimizza un po' tutto nel mercato: prezzi, quantità, qualità, relazioni commerciali. Lo diceva Adam Smith nel 1776, anno fatidico anche dall'altra parte dell'Oceano, ed è ancora assai vero tutt'oggi. Quanto all'ex presidente Carlo Croce, bah ..., sospendo il giudizio. Salud.

Romano Less (non verificato)

Era ora di fare una distinzione tra monotipo e monomarca, ci voleva giusto un avvocato dinghista. BV!