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11/04/2019 - 12:23

Grandi manovre

Laser o Gamma? Raggi pericolosi

Le ultime sulla vicenda Laser che sta sconvolgendo il mondo della vela perchè riguarda la barca più diffusa sul pianeta. Smascherato il progetto del nuovo nome della barca dopo la chiusura allo storico cantiere Laser Performance Europe detentore del marchio: si chiamerebbe Gamma (spiritosi, eh?), ed è registrato dal novembre 2018. Riepilogo su schieramenti, mire, scenari. E come non farsi male...

 

Spiritosi, sono anche spiritosi: come stanno decidendo di chiamare la "nuova" versione del caro vecchio Laser? Gamma. Si, avete capito bene: un altro raggio, come il raggio Laser. Di più: gli scienziati (e chi sta orchestrando questa clamorosa vicenda per la classe velica più diffusa al mondo è uno scienziato) ricordano che proprio il "laser a raggi gamma" è considerato "uno dei 30 problemi più importanti della fisica".

E così come il "processo freddo" per l'emissione di raggi gamma "si basa sul raffreddamento laser e sull’intrappolamento magneto-ottico dei nuclei di cesio" (non preoccupatevi, non serve capire), così la vicenda della classe velica Laser che potrebbe dare vita a una diaspora chiamata Gamma, ha come risultato più evidente proprio un altro raffreddamento: quello della passione e della comprensione dei velisti normali, che rischiano di non comprendere cosa accade.

La vicenda l'abbiamo raccontata e quindi la conoscete: ILCA (la classe internazionale Laser) ha revocato la licenza costruttiva al cantiere storico Laser Performance Europe, lasciandola per ora ai soli cantieri in Australia e Giappone, ma avvisando qualsiasi cantiere interessato a costruire il Laser ad avanzare la propria proposta.

Si andrebbe così verso un mercato aperto con molti cantieri che costruiscono il Laser, con evidenti problematiche di controlli di stazza che andranno fortemente aumentati, e allo stesso tempo si puo' immaginare che inizi una lunga battaglia legale, per l'opposizione del vecchio cantiere che rivendicherà il diritto di continuare a fare Laser.

Perchè tutto questo? Le due parti si combattono per ora a colpi di comunicati e dichiarazioni. Qualcuno (come l'associazione delle classi Laser eueopee Eurilca) si è proposto per una mediazione ma è stato cordialmente respinto. E da ultimo, dal lato ILCA, è emersa con chiarezza la strada del cambio del nome, poi da un mezzo "infortunio" informatico, da un URL non ben cancellato, si è palesato il nome Gamma. Chissà. I finali possibili sono tanti, ma resta la domanda: perchè?

Ci sono (almeno) due versioni plausibili, peraltro anche parzialmente sovrapponibili, che nei prossimi giorni scandaglieremo.

1) La battaglia personale e per interessi commerciali. Fa gola la diffusione del Laser, ineguagliata nella storia delle derive veliche, e qualcuno ha intravisto un mega-business nell'introduzione di un nuovo rig (albero-randa), il più avanti in questa strada è l'australiano Julian Bethwaite, sessantenne di Sydney, ex campione di 18 piedi e disegnatore del 49er, poi il 29er, e quindi coinvolto nel paralimpico Skud 18, nonchè in ottimi rapporti con il presidente di World Sailing Kim Andersen. ILCA (a maggioranza USA-Australia e non europea, in contrasto con la diffusione territoriale del Laser che è in Europa tra il 60 e il 70%) davanti alle resistenze di LPE avrebbe provocato l'incidente per arrivare a revocarlo e favorire lo sviluppo dell'introduzione dei nuovi rig.

La liason ILCA-Bethwaite non è nuovissima, anzi. L'australiano lavora al progetto dei nuovi rig addirittura dal 2012 e poi dal 2014 collabora strettamente con ILCA, sono entrambi impegnati attivamente, investono risorse, mandano uno stazzatore in Cina a provare vele e alberi (NB: lo stesso stazzatore che ha lavorato attivamente allo sviluppo degli alberi, e che ha prodotto le specifiche perchè fossero impelemtate nel Laser Construction Manual, la "Bibbia" del Laser). Poi nel 2016 lo stesso Bethwaite racconta (sul suo sito) di perfezionare un accordo con Performance Japan per l'introduzione dei nuovi C-Rig. Il tutto senza che i soci mondiali, europei in primis, siano venuti a sapere di questo progetto. Solo Eurilca fa presente che sui nuovi rig devono votare i soci (cioè i laseristi). Appello che cade nel vuoto.

Utile ritorno al passato: nel 2014 molti Laser prodotti in Australia furono trovati fuori stazza, ci fu un caso delicato al Mondiale di Santander, con manovre per aggiustare e coprire il tutto e di fatto LPE che "salvò" gli australiani. ILCA in quella occasione, con un fatto così grave, non sentì alcun bisogno di fare verifiche o revocare la licenza al cantiere australiano. E abbiamo visto che in quel periodo il progetto sommerso "Gamma" era di fatto già iniziato tra ILCA, Australia e Giappone...

2) Un accordo "segreto" tra ILCA e WS per mantenere lo status olimpico al Laser. Togliere il Laser dai Giochi sarebbe secondo molti una tragedia per la vela mondiale e soprattutto per alcuni paesi, in particolare quelli emergenti e in via di sviluppo. Oltre duecentomila Laser sono un patrimonio tecnico, sportivo, economico, che nessuno puo' prendersi il lusso di perdere. L'Italia è la prima in Europa, il continente più grande del mondo-Laser, quindi sarebbe un danno grave anche per il nostro movimento velico. Così, con il fantasma delle regole antitrust sullo sfondo, ILCA anche qui avrebbe provocato lo scontro con LPE per prendersi il diritto di scegliere i cantieri, e a quel punto presentarsi a WS con le carte antitrust in regola per essere confermata classe olimpica.

Qui si inserisce anche il cambio di nome, davanti alla resistenza (più che comprensibile, e infatti prevista dalla stessa ILCA) di LPE sul marchio Laser. La registrazione del marchio "Gamma" con applicazioni a "sailboat" e attrezzature connesse risale a novembre 2018, poco dopo Sarasota World Sailing. Dunque il piano era partito da tempo, tutto era pronto.

E adesso? La situazione è aperta a varie soluzioni, e dipende molto dagli atteggiamenti dei singoli e delle istituzioni. Certo World Sailing non si sta distinguendo ancora una volta per chiarezza e leadership magari avviando una mediazione su un tema così distruttivo. E ciò alimenta il sospetto che proprio WS in qualche modo sia coinvolta nel "progetto Gamma". In sostanza il percorso delle prossime settimane potrebbe essere questo: World Sailing decide sui trials, magari con un voto "fasullo" in favore di un candidato alternativo (i bookmakers propendono per il giovanilistico RS Aero), destinato però a essere ribaltato dal voto del Council, che invece conferma il Laser, ma prendendo atto che ILCA lo ha rinominato Gamma. Il gioco è fatto: l'ex-Laser-oggi-Gamma resta olimpico, LPE è fuori dai giochi, e tra qualche mese, come accaduto con le varie modifiche per l'albero-randa del 49er, per i foil del Nacra 17, spunterà fuori una modifica all'attrezzatura della barca. Con buona pace di chi possiede, veleggia e sogna i Giochi con un caro vecchio Laser.

Naturalmente LPE non ci sta e adotterà ogni comportamento e azione per impedire questo finale. E bisogna anche riconoscere, sempre su basi storiche, che LPE è stato il capofila dei grandi momenti di rinnovamento della classe, dal Radial al 4.7, introdotti da loro, e all'origine dela filiera-Laser come la conosciamo oggi. Infine come resta da vedere la reazione dei soci, e delle associazioni di classe importanti come Eurilca. Ecco perchè la situazione è ancora aperta, e come altre volte manca una voce autorevole in grado di risolvere e dare una indicazione univoca alle parti. Gli interessi sulla pelle degli utenti.

Sezione ANSA: 
Saily - News

Commenti

mac (non verificato)

Bell'articolo, davvero, anche se un po' fantavelico..... una volta c'era anche il gioco fantalaser ..... chi se lo ricorda ? Beh, ci sarà il laser, il gamma bufalotto, ... certamente, ma stiamo dimenticando il Torch di Kirby...anche questo un problema dell'emisfero australe: una bella sfilza di nomi per la stessa barca. Un bel nido di vespe. Nulla a che fare con ciò che abbiamo vissuto nei passati 40 anni dove le figure autorevoli c'erano ed evitavano questi "casini". Sarà stato poco democratico, ma ora lo sembra ancora meno.

dadocast (non verificato)

Ciao Fabio. Vi riporto la mail che ho scritto ormai 11 giorni fa ad AICL ed EURILCA con la mia posizione sulla vicenda. Lo scorso weekend alla prima nazionale master puoi ben immaginare quale fosse l’argomento di discussione in tutti i capannelli di regatanti (oltre alla figa…). Ti scrivo come la vedo io, parlando solo a titolo personale ma riflettendo sicuramente una bella fetta di regatanti. Annunciando questa decisione già presa, l’attuale ILCA ha infranto i primi due punti della sua costituzione: ILCA Constitution OBJECTS 3.The objects of the Association are (1) to provide a medium of exchange of information among Laser sailors throughout the world and to enhance the enjoyment of these sailboats; (2) to promote and develop Laser class racing in all countries, under uniform rules A seguito di ciò i laseristi non si sentono più rappresentati dall’ILCA attuale. Come conseguenza chiediamo che le nostre quote EURILCA non vadano più trasferite al central office di ILCA. Vogliamo il nostro futuro in un’associazione di classe internazionale dove i velisti decidono il sentiero da seguire in accordo con i costruttori che ascoltano i loro clienti attraverso i rivenditori. Non vogliamo un world council dove il 75% delle flotte nel mondo sia rappresentato dal 15% di voti. Non vogliamo un segretario che scrive un annuncio sul NOSTRO sito web che non avrebbe mai scritto con Jeff Martin ancora nel world council solo 10 giorni dopo la sua morte. Vogliamo continuare la nostra attività agonistica governati da EURILCA nei paesi dove il Laser può essere venduto con il suo nome. In Oceania e Giappone facciano quello che vogliono. Torniamo ad un’associazione di classe internazionale che sia un esempio per tutte le classi veliche one design. Facciamolo tutti insieme per il nostro 50° compleanno nel 2022 e per la memoria di Jeff Martin. Ciao a tutti, Dado