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29/04/2019 - 15:55

O le parti si accordano o sarà una tragica "Laserexit"

Laser, intrigo mondiale, e...

L'affare Laser sempre più incandescente e dall'esito incerto. All'ultima sfacciata comunicazione della classe internazionale che annuncia di rinominare il Laser in ILCA Dinghy (col nome dell'associazione, mai visto nella storia della vela), sono arrivate a stretto giro due risposte dure: 1) World Sailing nega di aver avallato il cambio di nome e congela tutto; 2) LaserPerformance rilancia "Operazione illegale, ecco le nostre proposte". Intanto entra in scena un nuovo attore (anzi decine di migliaia): i laseristi - IL PUNTO

 

Non dire Laser se non l'hai provato. Ci sali, ci vai, lo ami. Si chiama Laser e così (speriamo) continuerà a chiamarsi. Più che una barca, è una fonte di gioia, dalla spiaggia alle Olimpiadi. Adesso che una serie di interessi incrociati, oscuri piani commerciali e nodi che vengono al pettine, configurano un inestricabile intrigo internazionale sul nome e sul futuro stesso della barchetta a vela più diffusa al mondo, finalmente sembra deciso a farsi sentire anche il popolo dei laseristi. I beneficiari di quella gioia vogliono difendere il loro futuro. Le tappe della vicenda sono note (su Saily ne abbiamo parlato puntualmente e più diffusamente che su qualsiasi altro media), ma meritano un ulteriore punto. Anche perchè è sempre più vicino (un paio di settimane) il momento della scelta di World Sailing sul singolo olimpico 2024, che può essere causa o conseguenza di tutto il contenzioso.

IL CAMBIO DI NOME E LE RISPOSTE DURE DI WORLD SAILING E LASERPERFORMANCE - Abbiamo riportato (con record di visualizzazioni a testimonianza di quanto sia caldo il tema) il clamoroso annuncio del nuovo nome che International Laser Class Association propone per il Laser: ILCA Dinghy. (QUI IL NOSTRO ARTICOLO) A parte il concetto - senza precedenti - di dare a una barca il nome con l'acronimo dell'associazione di classe (come se la Star si chiamasse "ISCYRA", l'Optimist "IODA"...), il passo era atteso (si era parlato delle voci sul possibile nome "Gamma") e fa parte del percorso iniziato da ILCA togliendo al cantiere storico LaserPerformance la licenza di costruire la barca che esso stesso ha fondato (e che distribuisce i Laser in tutto il mondo tranne Australia, Giappone e Corea).

Il "gruppo d'assalto" è formato insieme a ILCA da Performance Sailing Australia e Giappone (i due cantieri licenziatari per le rispettive aree) con l'aggiunta di Global Sailing, una sorta di "Spectre" della vela della quale parleremo. Lo scopo è prendersi tutta la torta, con la scusa di aderire a norme anti-monopolio necessarie a World Sailing sotto investigazione antitrust, e una volta ottenuta la conferma olimpica, lanciare un programma di revisione delle attrezzature (4.7, Radial, Standard, sostituite progressivamente da nuovi rig dei quali si è intravista qualche anticipazione) trasformando il mondo Laser in un enorme mercato per un business con tanti zeri.

WORLD SAILING - Nel suo avanzare a testa bassa, ILCA sta però seminando la strada di parecchi errori. L'ultimo è stato quello di inserire nel comunicato sul cambio di nome una frase che lasciava pensare che World Sailing fosse stata informata e avesse dato l'assenso all'operazione. La federvela mondiale non gode buona salute ed è al centro di tanti problemi, ma a farsi tirare per la giacchetta così non ci sta, ed emette un comunicato duro su ILCA e il fantasioso (si fa per dire) ILCA Dinghy.

In sostanza WS dice questo: "L'ente che governa la vela mondiale non ha mai appoggiato o pre-approvato la proposta di cambio del nome da Laser a ILCA Dinghy. Il Board di WS e il Senior Management Team resta aperto a richieste di cambiamenti delle regole di stazza fatti da ILCA nelle forme e nei modi appropriati, ma a oggi non ha ricevuto alcuna richiesta in tal senso. WS non ha approvato alcuna singola posizione di classe o cantiere riguardante la produzione e i diritti di proprietà intellettuale." (IL TESTO INTEGRALE NEGLI APPROFONDIMENTI A DESTRA NELLA PAGINA)

LASERPERFORMANCE EUROPE RIVELA IL CASO DEI 2280 LASER AUSTRALIANI FUORI STAZZA NEL 2014 - Ovviamente ancora più dura la risposta di LaserPerformance, il cantiere che produce e consegna Laser in tutto il mondo, e quindi reagisce a un attacco che puo' essere mortale. Gli ultimi documenti sul sito LP partono dal rendere pubblico un fatto grave accaduto nel 2014: a quel tempo ILCA (si proprio lei) scrisse una lettera a PSA (il cantiere australiano) lamentando che la bellezza di 2280 Laser da esso costruiti tra il 2006 e il 2014 risultavano illegali (fuori stazza: più leggeri e altro). Nonostante l'enormità dell'accaduto, questo non suggerì minimamente a ILCA di revocare la licenza a un cantiere che violava gli accordi di design della barca. Il caso dei Laser australiani fuori stazza scoppiò ai Mondiale ISAF di Santander 2014 (selezione olimpica per Rio 2016), ma pochi ne vennero a conoscenza. A salvare PSA fu ILCA, che aggiornò il Laser Costruction Manual per far rientrare queste barche in stazza e obbligando gli altri due cantieri da quel momento a produrre le barche con le variazioni apportate per far rientrare in stazza le australiane, evitando agli australiani i costi in dollari e immagine del "richiamo" di oltre 2000 scafi. Corsi e ricorsi: oggi quelle stesse persone hanno il controllo di ILCA e vogliono far chiudere LP, nascondendo definitivamente quella vicenda.

"C'è abbastanza incapacità e incompetenza - dice LP - e pertanto chiediamo: A. ILCA torni in Europa dove la stragrande maggioranza di velisti Laser vive e naviga; B. ILCA assuma un executive team di professionisti per gestire le operazioni della classe, i cui costi siano coperti da un incremento delle tasse per i cantieri costruttori su ogni placca di Laser stazzato."

ENTRA IN SCENA GLOBA SAILING, LA "SPECTRE" DELLA VELA... - L'altro statement di LP denuncia come la manovra, mascherata da logiche antitrust, configuri in realtà un nuovo vero e proprio monopolio intorno al Laser, al centro del quale ci sarebbe la società neozelandese Global Sailing (stessa proprietà della PSA, la famiglia di finanzieri australiani Spencers), la quale è stata inserita nel Laser Construction Manual Agreement come "parte" che deve sottoscrivere l'accordo, in sostituzione di Bruce Kirby, lo storico papà-progettista del Laser, che gli ha venduto i diritti nel 2008 (per 2,6 milioni di dollari, peraltro la vendita riguardava diritti che erano scaduti per la decorrenza dei previsti 25 anni, e la federvela internazionale non l'ha mai ritenuta valida). Inutile parlare di antitrust o regole FRAND (fair, reasonable, and non-discriminatory, il mantra antimonopolistico), quando il licenziatario e il licenziante hanno la stessa proprietà. "Se non è monopolio questo, allora cos'è?" si chiede LP.

LP continua: "Il management di ILCA procede su questa strada non competitiva, e nell'iniziativa illegale (così la definisce il testo sul sito laserperformance.uk) di cambiare nome alla barca. Il tutto parte del piano ILCA-Australia-Giappone di rimpiazzare Radial e 4.7 con le nuove attrezzaure C-Rig, e qui entra in scena Julian Bethwaite che avrebbe in tal senso accordi proprio con PSA-PSJ e Global Sailing. Al termine di questa analisi, LP ribadisce le sue proposte (i punti A. e B. esposti poco sopra).

LE PROSPETTIVE ADESSO - Ce n'è abbastanza per definirlo intrigo internazionale, e difficilissimo da districare. LaserPerformance, sede a Long Buckby, Northampton, UK, è probabilmente il più grande cantiere di derive al mondo, realizzando Laser, Laser Radial, Laser 4.7, Sunfish, Laser Pico, Laser Bahia, Laser Vago, Bug, Club FJ, Club 420, 420 Omega e Z420. I Laser usciti da LP coprivano secondo le stime l'85% del mercato globale di oltre 220.000 barche. Sempre in termini di numeri, ci sarebbero 14.000 membri attivi di ILCA e collegate (solo in Italia, AICL (che ha sostituito Assolaser in un'altra vicenda) ne ha quasi 2000 ed è la più grande associazione d'Europa), e addirittura 50.000 velisti Laser attivi.

La situazione creatasi intorno alla classe velica Laser è definita "senza precedenti" nello sport. Se non ci saranno ripensamenti o passi indietro o accordi, paradossalmente il mondo Laser potrebbe dividersi in due classi e due barche identiche ma di diverso nome (a oggi: Laser e ILCA Dinghy), e incredibilmente un timoniere proprietario di uno scafo pre-2019 potrebbe regatare con la stessa barca in entrambe le classi!

Ma chi ha ragione? Se la lite proseguirà e arriverà in Tribunale, lo deciderà un Giudice. Vista da fuori, la posizione di LP è forte dell'uso del marchio registrato Laser in tre quarti del mondo, e con la forte base europea al suo fianco. Per ILCA (e PSA-PSJ) c'è il rischio di una azione legale che porterebbe a uno stallo dell'intera operazione per molti anni. In mezzo, come detto più volte, l'ormai vicina decisione di World Saling sul futuro singolo olimpico. Come vi comportereste voi se foste la federvela mondiale dovendo scegliere una classe olimpica tra tre nuovi scafi moderni ma con scarsa diffusione e un vecchio, attuale olimpico, super-diffuso nel mondo ma squassato da una guerra interna distruttiva?

Se non si mettono daccordo le parti, quello cui assisteremo è un Laserexit, abbastanza travolgente nelle conseguenze un po' per tutti. Laseristi compresi. Che infatti scendono in campo...

LA VOCE DEI LASERISTI - Eurilca è l'associazione europea, ha fatto sentire la sua voce inizialmente chiedendo prudenza e volontà di trovare un compromesso. Poi denunciando che le mosse di ILCA sono fatte in violazione della sua stessa Costituzione. Da qui, nei giorni recenti, una mezza (per ora) sollevazione dei velisti del Laser. Oltre a questo, ci sono state prese di posizione anti-ILCA da Germania e Portogallo (anche questi hanno definito no-legal la mossa ILCA, e reclamano che il nome è e sarà sempre Laser).

L'ultima mossa arriva dall'Italia: alla regata nazionale di Livorno sabato 27 aprile c'è stata l'assemblea AICL presieduta da Gianni Galli, che di fatto si è dichiarata in linea con Eurilca nel non accettare il cambio di nome, specie perchè imposto senza voto dei soci. AICL è scontenta che ILCA non comunichi con le associazioni nazionali e che decisioni così gravi vengano prese senza neanche votarle nel World Council della classe. La classe italiana chiede più democrazia e chiarezza. Le stesse voci sui nuovi rig e sul modo in cui tutto è portato avanti non piace ai laseristi italiani.

Sezione ANSA: 
Saily - News

Commenti

giulio tarabocchia (non verificato)

Quando il Laser divenne olimpico, ci fu una votazione fra i soci dell' ILCA sull'opportunità di proporla come classe olimpica. Il mio voto fu contrario, perchè ritenevo, e ritengo tuttora, che il monopolio in una classe, specialmente se olimpica, non sia una buona cosa: invece di calmierare i costi, come viene sbandierato, il monopolio, come in qualsiasi mercato, li fa aumentare.Immaginavo imoltre che, prima o poi, con l'avvento di cantieri licenziatari, l'omogeneità delle barche non sarebbe più stata garantita. Così infatti è stato: già una ventina di anni fa, quando ero un laserista in attività "seria" (non come adesso....) c'era la corsa al Laser australiano,la deriva made in USA o altro. Pensavo che prima o poi la situazione sarebbe esplosa. Così purtroppo è stato. Però e triste sentirsi Cassandra.... Non mi addentro nel discutere chi ha ragione e chi ha torto. Ma faccio notare che il Laser è del 1972, mi pare, sono passati quasi 50 anni. In nessuno sport olimpico si usa un attrezzo uguale a quello usato 50 anni fa.. Io camierei le classi olimpiche ogni quadriennio, o al massimo ogni 2 olimpiadi selezionando classi di rigida monotipia, ma non monopolio. Ho regatato in altre clessi di derive, e devo dire che le differenze di velocità fra una barca e quella di un altro cantiere non sono poi così sensibili che sul Laser.
Caro Giulio, ragionamento interessante e spassionato... Però: il pallone del Basket è lo steso da sempre; come gli anelli della Ginnastica; o il giavellotto dell'Atletica... Cambiare per il progresso è giusto, e la Vela ha sempre cambiato nel corso degli anni: dalle classi metriche siamo arrivati agli Skiff, e dalla Star ai foil del Nacra 17. Diverso il discorso Laser: è la barca a vela più diffusa al mondo, l'unica in grado di rispondere a uno dei più importanti criteri dello sport olimpico, ovvero la diffusione in tutti i continenti e i paesi, senza discriminazioni. La sua penetrazione nella vela è tale che sarebbe complicato e costoso azzerare una intera filiera, dai giovani 4.7 ai medi Radial fino agli olimpici Standard e Radial femminile. Il punto è che, ad uccidere un sistema così radicato, ci stanno pensando da soli i responsabili della classe... Vedremo come finirà. Grazie e spero di vederti presto!