Storia | Regata > Coppa America
02/07/2013 - 19:22
Lo skipper di Luna Rossa intervistato da Marco Mensurati su Repubblica.it
Lo skipper di Luna Rossa intervistato da Marco Mensurati su Repubblica.it
Furia Max Sirena: “Sciacalli”
Da Repubblica.it) Lo skipper di Luna Rossa attacca Oracle, detentore del trofeo, e gli svedesi di Artemis. Entrambe contestano una importante innovazione nella imbarcazione italiana ricordando la tragica fine del campione olimpico e ponendo questioni di sicurezza: "Sono in ritardo e inventano scuse, ma questo è sciacallaggio. Quello fu solo un tragico incidente"
dall'inviato MARCO MENSURATI
SAN FRANCISCO - "Sciacallaggio. Ecco cos'è. Nient'altro. Mi spiace dirlo perché la vela è la mia vita, il mio mondo, il mio sport. Ma non possiamo continuare a fingere, a dire che questa è la Coppa America dei gentiluomini, del fair play. Non è vero niente. Oracle e Artemis stanno facendo una cosa illegale, vergognosa e lo stanno facendo sfruttando la morte di 'Bart' Simpson, un velista, un amico. E io mi sono rotto di accettare tutto in silenzio".
Lo skipper di Luna Rossa, Max Sirena, è fuori di sé. Coperte dall'abituale silenzio che precede le battaglie, stanno succedendo cose incredibili, negli uffici che si affacciano sulla baia di San Francisco. E l'uomo più rappresentativo della spedizione italiana in Coppa America ha deciso di non tacere più. Di fare nomi e cognomi. Eccoli: Paul Cayard, Russel Coutts, Artemis, Oracle. Sono loro gli sciacalli.
La questione è semplice. Alla vigilia della Coppa America (si comincia il prossimo 5 luglio con la Luis Vuitton Cup) si è scoperto che Luna Rossa e Team New Zealand - gli unici due sfidanti credibili alla Coppa detenuta dagli americani Oracle - sono riusciti in tre anni di lavoro a far volare i propri catamarani (si chiama foiling, l'imbarcazione naviga a un metro e mezzo dall'acqua "appoggiata" solo sulla deriva, ed è molto più veloce). Oracle e gli svedesi di Artemis avevano invece giudicato la cosa impossibile da farsi sin dall'inizio. Così quando si sono accorti di essere rimasti indietro, hanno cominciato una rincorsa disperata.
Adesso Oracle riesce a "volare" ma non in maniera stabile, per stabilizzarsi ha bisogno di modificare i timoni.
"Solo che non si può fare. Per modificare i timoni come vogliono loro bisogna cambiare le regole di stazza. Come dire che ci hanno fatto costruire una macchina con 2000 di cilindrata e adesso a una settimana dalla gara loro vogliono correre con un 2200. Ma la cosa peggiore è che vogliono far passare questa modifica regolamentare come una decisione presa per motivi di sicurezza".
Che non ci sono?
"No che non ci sono. Continuano a usare il termine sicurezza per dei cambiamenti che servono solo a loro, e solo per la prestazione".
Loro sono Oracle e Artemis?
"Bè in tutto siamo in quattro. Noi e Team New Zealand abbiamo fatto protesta...".
La regola che modifica i timoni è contenuta nel bando di regata emesso dal direttore Ian Murray e sulla base del quale la guardia costiera americana ha dato l'ok.
"E' chiaro che nessuno ha le prove che dietro ci sia la manina di Oracle. Ma Murray non ha alcuna autorità per cambiare le regole di stazza. Per quelle ci vuole l'unanimità dei team. Che non c'è".
La verità è che Oracle è in difficoltà...
"Sono certo che alla fine saranno molto competitivi. Ora sì, sono un po' indietro".
Quella di sciacallaggio è un'accusa pesante.
"Lo so, mi dispiace. Ma è così. Loro ci dicono che siamo antisportivi, lo ha fatto un mito della vela, Iain Percy (skipper di Artemis) e mi ha fatto molto male. In realtà sono loro che stanno sfruttando l'incidente di Artemis (quello in cui il 9 maggio perse la vita il marinaio campione olimpico Andrew "Bart" Simpson, ndr) per procurarsi dei vantaggi in acqua. Tra l'altro Simpson è morto perché è stato sfortunato, non perché la classe è sbagliata. Il catamarano si è ribaltato, può succedere e succederà ancora".
Ciò non toglie che esiste un problema di sicurezza.
"E lo dice a me? Certo che esiste. Lo dico da molto prima dell'incidente. Era più di un anno che insistevo con Murrey, con Coutts, con Cayard e loro mi ridevano in faccia. Ridurre i limiti di vento - dicevo - potenziare i caschi, le bombole d'ossigeno, mettere dei punti sugli scafi a cui aggrapparsi in caso di ribaltamento, vietare l'ospite a bordo. Loro no, sordi, insistevano".
Fino a che c'è scappato il morto.
"Quello, ripeto, è stato un incidente. E comunque è stato giusto intervenire. Hanno proposto 37 punti per migliorare la sicurezza: 35 erano condivisibili, due invece servivano solo per aiutare Oracle e Artemis a recuperare il terreno perso. Con New Zealand abbiamo proposto: facciamo passare subito i 35 e riflettiamo sugli altri due. Cayard ha risposto: no, o tutto o niente. Allora l'ho minacciato di pubblicare la risposta sui media. Così si capiva chi cercava di lavorare per la sicurezza e chi per sé. E siamo riusciti a far passare i 35 punti".
Poi è arrivato il bando di gara di Murray.
"Contro il quale abbiamo fatto protesta".
Verrà discussa l'otto luglio. Se vi danno torto fino a che punto siete disposti ad arrivare?
"Fino a rifiutarci di scendere in acqua. E' una decisione che potrà essere presa solo con l'assenso di Patrizio Bertelli, ovviamente. Ma è una questione di principio. La Coppa America è un grande gioco ma anche nei giochi ci sono dei valori da rispettare".
(Repubblica.it - 01 luglio 2013)
dall'inviato MARCO MENSURATI
SAN FRANCISCO - "Sciacallaggio. Ecco cos'è. Nient'altro. Mi spiace dirlo perché la vela è la mia vita, il mio mondo, il mio sport. Ma non possiamo continuare a fingere, a dire che questa è la Coppa America dei gentiluomini, del fair play. Non è vero niente. Oracle e Artemis stanno facendo una cosa illegale, vergognosa e lo stanno facendo sfruttando la morte di 'Bart' Simpson, un velista, un amico. E io mi sono rotto di accettare tutto in silenzio".
Lo skipper di Luna Rossa, Max Sirena, è fuori di sé. Coperte dall'abituale silenzio che precede le battaglie, stanno succedendo cose incredibili, negli uffici che si affacciano sulla baia di San Francisco. E l'uomo più rappresentativo della spedizione italiana in Coppa America ha deciso di non tacere più. Di fare nomi e cognomi. Eccoli: Paul Cayard, Russel Coutts, Artemis, Oracle. Sono loro gli sciacalli.
La questione è semplice. Alla vigilia della Coppa America (si comincia il prossimo 5 luglio con la Luis Vuitton Cup) si è scoperto che Luna Rossa e Team New Zealand - gli unici due sfidanti credibili alla Coppa detenuta dagli americani Oracle - sono riusciti in tre anni di lavoro a far volare i propri catamarani (si chiama foiling, l'imbarcazione naviga a un metro e mezzo dall'acqua "appoggiata" solo sulla deriva, ed è molto più veloce). Oracle e gli svedesi di Artemis avevano invece giudicato la cosa impossibile da farsi sin dall'inizio. Così quando si sono accorti di essere rimasti indietro, hanno cominciato una rincorsa disperata.
Adesso Oracle riesce a "volare" ma non in maniera stabile, per stabilizzarsi ha bisogno di modificare i timoni.
"Solo che non si può fare. Per modificare i timoni come vogliono loro bisogna cambiare le regole di stazza. Come dire che ci hanno fatto costruire una macchina con 2000 di cilindrata e adesso a una settimana dalla gara loro vogliono correre con un 2200. Ma la cosa peggiore è che vogliono far passare questa modifica regolamentare come una decisione presa per motivi di sicurezza".
Che non ci sono?
"No che non ci sono. Continuano a usare il termine sicurezza per dei cambiamenti che servono solo a loro, e solo per la prestazione".
Loro sono Oracle e Artemis?
"Bè in tutto siamo in quattro. Noi e Team New Zealand abbiamo fatto protesta...".
La regola che modifica i timoni è contenuta nel bando di regata emesso dal direttore Ian Murray e sulla base del quale la guardia costiera americana ha dato l'ok.
"E' chiaro che nessuno ha le prove che dietro ci sia la manina di Oracle. Ma Murray non ha alcuna autorità per cambiare le regole di stazza. Per quelle ci vuole l'unanimità dei team. Che non c'è".
La verità è che Oracle è in difficoltà...
"Sono certo che alla fine saranno molto competitivi. Ora sì, sono un po' indietro".
Quella di sciacallaggio è un'accusa pesante.
"Lo so, mi dispiace. Ma è così. Loro ci dicono che siamo antisportivi, lo ha fatto un mito della vela, Iain Percy (skipper di Artemis) e mi ha fatto molto male. In realtà sono loro che stanno sfruttando l'incidente di Artemis (quello in cui il 9 maggio perse la vita il marinaio campione olimpico Andrew "Bart" Simpson, ndr) per procurarsi dei vantaggi in acqua. Tra l'altro Simpson è morto perché è stato sfortunato, non perché la classe è sbagliata. Il catamarano si è ribaltato, può succedere e succederà ancora".
Ciò non toglie che esiste un problema di sicurezza.
"E lo dice a me? Certo che esiste. Lo dico da molto prima dell'incidente. Era più di un anno che insistevo con Murrey, con Coutts, con Cayard e loro mi ridevano in faccia. Ridurre i limiti di vento - dicevo - potenziare i caschi, le bombole d'ossigeno, mettere dei punti sugli scafi a cui aggrapparsi in caso di ribaltamento, vietare l'ospite a bordo. Loro no, sordi, insistevano".
Fino a che c'è scappato il morto.
"Quello, ripeto, è stato un incidente. E comunque è stato giusto intervenire. Hanno proposto 37 punti per migliorare la sicurezza: 35 erano condivisibili, due invece servivano solo per aiutare Oracle e Artemis a recuperare il terreno perso. Con New Zealand abbiamo proposto: facciamo passare subito i 35 e riflettiamo sugli altri due. Cayard ha risposto: no, o tutto o niente. Allora l'ho minacciato di pubblicare la risposta sui media. Così si capiva chi cercava di lavorare per la sicurezza e chi per sé. E siamo riusciti a far passare i 35 punti".
Poi è arrivato il bando di gara di Murray.
"Contro il quale abbiamo fatto protesta".
Verrà discussa l'otto luglio. Se vi danno torto fino a che punto siete disposti ad arrivare?
"Fino a rifiutarci di scendere in acqua. E' una decisione che potrà essere presa solo con l'assenso di Patrizio Bertelli, ovviamente. Ma è una questione di principio. La Coppa America è un grande gioco ma anche nei giochi ci sono dei valori da rispettare".
(Repubblica.it - 01 luglio 2013)
Valerio (non verificato)
Piermario (non verificato)
Romano Less (non verificato)
Augusto Cadini (non verificato)