
La FIV è alla ricerca di fornitori per le divise delle squadre federali. E il presidente Croce si occupa personalmente di rivestire i velisti azzurri. A partire da giugno, a Weymouth.
Pietro e Gianfranco, Gabrio e Pietro, Giulia e Giovanna, Diego e Enrico, Fabian, Alessandra, Flavia e Laura, Francesca, Giorgio, Michele e così via. Sono i nostri alfieri, i portacolori della vela olimpica dell'Italia che ha appena compiuto 150 anni da paese unito. Corrono per se stessi, ma quando sono all'estero corrono anche per onorare quelle tre lettere sulla vela: ITA. E a terra è giusto che facciano la loro figura. Con una bella divisa. Magari (con)divisa anche per tutte le altre squadre di velisti azzurri di ogni classe ed età che ci rappresentano all'estero.
Vestire splendidi atleti esempio di impegno e preparazione, passione e capacità, valori indistruttibili, dovrebbe essere un obiettivo per molte aziende di abbigliamento. Eppure, un po' a sorpresa, la gara d'appalto che la FIV aveva indetto (con chiusura al 28 febbraio) tra le aziende interessate a diventare fornitrici dell'abbigliamento dei nostri velisti, non ha prodotto alcun risultato. Un piccolo incidente di percorso, proprio alla vigilia delle selezioni olimpiche.
La soluzione però è dietro l'angolo: ci sta lavorando il presidente Carlo Croce in persona (in un momento di straordinario superlavoro federale: in tour tra le 15 Zone, alla vigilia dell'assemblea che varerà il nuovo Statuto, e pronto a partire per le località delle selezioni olimpiche), insieme a qualche manager fidato e con i contatti giusti. Gli accordi per rivestire le squadre federali sono in via di definizione, con marchi importanti, e riguarderanno tutte le squadre. Con la nuova divisa arriverà anche una linea di accessori e gadget.
A Palma, Hyeres e Riva del Garda, vedremo ancora i velisti azzurri con le "storiche" divise SLAM. L'obiettivo è sfilare con la nuova livrea a Weymouth, forse già a giugno per la World Cup, di sicuro ad agosto per il test-event preolimpico. Sarà poco, ma è un simbolo. E sui simboli, di questi tempi, non si scherza.
Pietro e Gianfranco, Gabrio e Pietro, Giulia e Giovanna, Diego e Enrico, Fabian, Alessandra, Flavia e Laura, Francesca, Giorgio, Michele e così via. Sono i nostri alfieri, i portacolori della vela olimpica dell'Italia che ha appena compiuto 150 anni da paese unito. Corrono per se stessi, ma quando sono all'estero corrono anche per onorare quelle tre lettere sulla vela: ITA. E a terra è giusto che facciano la loro figura. Con una bella divisa. Magari (con)divisa anche per tutte le altre squadre di velisti azzurri di ogni classe ed età che ci rappresentano all'estero.
Vestire splendidi atleti esempio di impegno e preparazione, passione e capacità, valori indistruttibili, dovrebbe essere un obiettivo per molte aziende di abbigliamento. Eppure, un po' a sorpresa, la gara d'appalto che la FIV aveva indetto (con chiusura al 28 febbraio) tra le aziende interessate a diventare fornitrici dell'abbigliamento dei nostri velisti, non ha prodotto alcun risultato. Un piccolo incidente di percorso, proprio alla vigilia delle selezioni olimpiche.
La soluzione però è dietro l'angolo: ci sta lavorando il presidente Carlo Croce in persona (in un momento di straordinario superlavoro federale: in tour tra le 15 Zone, alla vigilia dell'assemblea che varerà il nuovo Statuto, e pronto a partire per le località delle selezioni olimpiche), insieme a qualche manager fidato e con i contatti giusti. Gli accordi per rivestire le squadre federali sono in via di definizione, con marchi importanti, e riguarderanno tutte le squadre. Con la nuova divisa arriverà anche una linea di accessori e gadget.
A Palma, Hyeres e Riva del Garda, vedremo ancora i velisti azzurri con le "storiche" divise SLAM. L'obiettivo è sfilare con la nuova livrea a Weymouth, forse già a giugno per la World Cup, di sicuro ad agosto per il test-event preolimpico. Sarà poco, ma è un simbolo. E sui simboli, di questi tempi, non si scherza.
Anonimo (non verificato)
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