World Sailing deve rispondere al CIO, e ha tre ipotesi percorribili: 1) arroccarsi per il mantenimento dell’Offshore Mixed, 2) sdoppiare il Kite in maschile e femminile, 3) riproporre il 470 sia maschile che femminile
La dissennata politica di World Sailing per la vela olimpica degli ultimi dieci anni e anche più, ha prodotto lo stretto cunicolo in cui la vela si trova oggi: ultimatum del CIO e pochi giorni per indicare una alternativa per una delle dieci discipline previste per Parigi 2024 (l’Offshore Mixed Keelboat) che quasi certamente sarà bocciata.
Una lista di 10 medaglie stravolta e sottoposta a una discussione lampo (quando ci vorrebbe tempo e qualità della discussione, altra materia prima che nella vela mondiale scarseggia drammaticamente), a 100 giorni dalle Olimpiadi di Tokyo (incrociando le dita) e a tre anni dalle successive di Parigi (Marsiglia) 2024.
Quali sono le ipotesi possibili e percorribili, in questo strettissimo corridoio, evitando fantasiose fughe in avanti (se ne sono sentite in giro: come l’accoppiata Finn-Europa, o il ritorno al Match Racing)?
Secondo i parametri indicati dallo stesso CIO, le possibilità sembrano solo tre. Vediamole.
1) World Sailing insiste e punta tutto sulla propria scelta, non indica specialità alternative e mette il CIO davanti alla possibilità di degradare la Vela 2024 da 10 a 9 podi. Un muro contro muro per difendere una scelta già molto criticata e mai del tutto digerita. L’Offshore è giusto come concetto, ma il modo in cui WS l’ha lanciato, il formato e la gestione delle barche, si prestano a troppe problematiche, in alcuni casi invalicabili. Difficile che WS faccia harakiri, rischiando la quasi certa riduzione a 9 medaglie, per difendere un “principio”, anche considerando che lo stesso presidente della federvela francese, grande promotore dell’Offshore, non è stato rieletto.
2) World Sailing indica lo sdoppiamento dell’attuale podio singolo del Kite (a squadra di un uomo e una donna) dividendolo in maschile e femminile. La critica maggiore a questa ipotesi è la scarsità sostanziale di atlete donne nella specialità al momento. Qualcuno indica che sarebbero 17 nel mondo le atlete, creare un podio olimpico su queste basi numeriche appare impercorribile.
3) Lo sdoppiamento del 470, attualmente previsto nella versione Mixed uomo-donna, che tornerebbe a essere ciò che è stato dal 1988: la disciplina deriva doppio maschile e femminile, che assegna quindi due podi olimpici. I vantaggi stanno nel fatto che tutte le federvele mondiali hanno investito su questa classe, cresciuto equipaggi, lavorato anche sulle classi giovanili propedeutiche, e questo lavoro non andrebbe sprecato, anzi rilanciato. Lo svantaggio è per chi aveva già iniziato una campagna in equipaggio Misto.
Di sicuro, alla prima occasione la Vela dovrà istituire una riflessione profonda e lunga, senza interessi di parte e tantomeno economici, sulla logica, le modalità e la rappresentatività dello sport velico ai Giochi Olimpici. La vela è olimpica da sempre, è uno degli sport olimpici più longevi e deve restare olimpica. Su questo non devono esserci dubbi e questa certezza passa dalla ripresa dei rapporti World Sailing-CIO su basi nuove, di autorevolezza, serietà, programmi sicuri, ritrovata stabilità finanziaria.
Una volta messa in sicurezza, si dovrà ridisegnare la vela olimpica, con programmi a lunga scadenza che prevedano un rinnovamento progressivo al passo con i tempi e con la realtà complessiva del mondo velico, senza fare stravolgimenti troppo veloci e senza lasciare fuori nessuna delle specialità della vela “reale”.
E’ un percorso difficile, e dipende tutto dalla qualità delle persone. Il presidente Quanhai Li è al primo bivio importante del suo mandato.
Alessandro Turchetto (non verificato)