La saga dei premi con lo stesso nome si rinnova in questi giorni, tra confusione e ilarità. Intanto, nel mondo reale, la Vela è praticamente in via di estinzione, e i media si adeguano. Un paradosso che finirà per travolgerci. A meno che...
Bentornati ai Velisti dell'Anno, almeno due con nome identico al netto di altri ulteriori. La storia della scissione del trofeo in due l'abbiamo raccontata talmente tante volte (leggi qui, ma anche qui) che ormai è quasi leggenda. La rivista Il Giornale della Vela e l'agenzia di marketing sportivo Acciari Consulting, prima insieme e poi separati. Ed è un sollievo leggere una recente ricostruzione che assegna la progenitura del trofeo ad altri due soggetti, esterni ai due citati. Di questo passo, oltre alla moltiplicazione dei premi con lo steso nome, avremo anche la moltiplicazione dei padri, e forse un giorno arriveremo - leggi permettendo - alla stepchild adoption dei tanti Velisti dell'Anno in circolazione.
Chi scrive resta coerente con le idee e i comportamenti: ho sempre scritto che due (o più) premi con lo stesso nome e la stessa logica sono persino controproducenti per il settore, causa inevitabile calo di autorevolezza, ma al contempo ho sempre seguito, giornalisticamente, le varie versioni che via via si realizzavano, online, in festival, o serate di gala. Anche come media, Saily.it è stato presente a un Vela Festival (alla Fiera di Genova) che sembrava (sembrava) guardare più lontano; e sarà anche stasera, come media partner, a Villa Miani al VDA di Montezemolo, Roma 2024, CONI e FIV, che pare (pare) avere un certo respiro istituzionale.
Tuttavia resta il fatto che due Velisti dell'Anno sono troppi, confondono, si eliminano a vicenda. E chi ci perde è la Vela. Quindi proprio i "Velisti" ai quali - in teoria - il premio è intitolato. Un paradosso, amplificato da quanto accade nella realtà: altro che Gala o Festival, la vela sui media e nelle vite della gente è ormai in via di estinzione. Si parla di Sci, si parla di Moto, si parla di Rugby, si parla persino di Scherma e di Canottaggio. Ma di Vela poco o niente, anche se saliamo su qualche podio mondale. I velisti restano sconosciuti. E quindi l'immaginario collettivo, lentamente, cancella la Vela dal proprio universo. Lo sanno bene gli operatori del settore, lo verifichiamo noi che cerchiamo quotidianamente e disperatamente di rimettere un po' di Vela al centro dell'attenzione. E in questa situazione, continuare a dilapidare risorse (economiche e di comunicazione) per due vernissage identici che restano rigorosamente autoreferenziali, rischia di accelerare la china.
La Vela è da salvare. Come la terra dal riscaldamento globale. Bisogna partire da questa consapevolezza per guardare alle possibili soluzioni. A monte delle quali c'è una azione preventiva, fondamentale: il mondo della Vela deve unirsi, mettersi in rete, sommare gli sforzi per obiettivi comuni. Esattamente l'opposto di quanto, pervicacemente, viene fatto da anni: divisioni, egoismi, orticelli, ciascuno per sè. L'unità può attuarsi se c'è, per l'appunto, una emergenza: la Vela da salvare, da rianimare, da far vedere su giornali e tivvù. Adesso, subito.
Siccome le chiacchiere le porta il vento, e non volendo aggiungere solo altra autoreferenzialità al quadro generale, avanzo una mia proposta concreta. Approfittiamo dei Velisti dell'Anno, quello di Gala stasera e quello di maggio in Festival, per lanciare una "Costituente" della Vela centrata su un progetto integrato, di sistema, con l'obiettivo di riqualificare la Vela in Italia. Un gruppo di esperti, consulenti, comunicatori, storyteller, professori universitari, scrittori, uomini marketing, capaci di scivere il progetto e le linee guida per realizzarlo.
La benedizione, o meglio ancora la partecipazione, delle istituzioni sportive (FIV, CONI e altre) sarebbe gradita, ma a questo punto non determinante. Nel senso che, vista l'urgenza, non possiamo attendere. La FIV tra 6 mesi cambierà profondamente, dalla presidenza a quasi tutto il Consiglio, con un ringiovanimento generale e l'arrivo di forze fresche dalla periferia: può essere una splendida occasione per mettere questo progetto al centro del quadriennio.
Anche di altre istituzioni sarebbe prezioso il sostegno. Quelle di categoria e di settore ad esempio. Interessante l'entrata di UCINA in uno di questi Velisti dell'Anno. In passato la Confindustria nautica ha collezionato solo occasioni sprecate per fare vera promozione di cultura del mare, sarebbe ora di darsi una sveglia. E anche in questo campo, come è noto, pensare a unirsi anzichè dividersi...
La proposta è lanciata, chi vuole esserci, avere un ruolo in questa Costituente della Vela si faccia avanti. Non vorremmo restare soli, perchè da soli non si va da nessuna parte. Buoni Velisti dell'Anno, e a presto.
Bentornati ai Velisti dell'Anno, almeno due con nome identico al netto di altri ulteriori. La storia della scissione del trofeo in due l'abbiamo raccontata talmente tante volte (leggi qui, ma anche qui) che ormai è quasi leggenda. La rivista Il Giornale della Vela e l'agenzia di marketing sportivo Acciari Consulting, prima insieme e poi separati. Ed è un sollievo leggere una recente ricostruzione che assegna la progenitura del trofeo ad altri due soggetti, esterni ai due citati. Di questo passo, oltre alla moltiplicazione dei premi con lo steso nome, avremo anche la moltiplicazione dei padri, e forse un giorno arriveremo - leggi permettendo - alla stepchild adoption dei tanti Velisti dell'Anno in circolazione.
Chi scrive resta coerente con le idee e i comportamenti: ho sempre scritto che due (o più) premi con lo stesso nome e la stessa logica sono persino controproducenti per il settore, causa inevitabile calo di autorevolezza, ma al contempo ho sempre seguito, giornalisticamente, le varie versioni che via via si realizzavano, online, in festival, o serate di gala. Anche come media, Saily.it è stato presente a un Vela Festival (alla Fiera di Genova) che sembrava (sembrava) guardare più lontano; e sarà anche stasera, come media partner, a Villa Miani al VDA di Montezemolo, Roma 2024, CONI e FIV, che pare (pare) avere un certo respiro istituzionale.
Tuttavia resta il fatto che due Velisti dell'Anno sono troppi, confondono, si eliminano a vicenda. E chi ci perde è la Vela. Quindi proprio i "Velisti" ai quali - in teoria - il premio è intitolato. Un paradosso, amplificato da quanto accade nella realtà: altro che Gala o Festival, la vela sui media e nelle vite della gente è ormai in via di estinzione. Si parla di Sci, si parla di Moto, si parla di Rugby, si parla persino di Scherma e di Canottaggio. Ma di Vela poco o niente, anche se saliamo su qualche podio mondale. I velisti restano sconosciuti. E quindi l'immaginario collettivo, lentamente, cancella la Vela dal proprio universo. Lo sanno bene gli operatori del settore, lo verifichiamo noi che cerchiamo quotidianamente e disperatamente di rimettere un po' di Vela al centro dell'attenzione. E in questa situazione, continuare a dilapidare risorse (economiche e di comunicazione) per due vernissage identici che restano rigorosamente autoreferenziali, rischia di accelerare la china.
La Vela è da salvare. Come la terra dal riscaldamento globale. Bisogna partire da questa consapevolezza per guardare alle possibili soluzioni. A monte delle quali c'è una azione preventiva, fondamentale: il mondo della Vela deve unirsi, mettersi in rete, sommare gli sforzi per obiettivi comuni. Esattamente l'opposto di quanto, pervicacemente, viene fatto da anni: divisioni, egoismi, orticelli, ciascuno per sè. L'unità può attuarsi se c'è, per l'appunto, una emergenza: la Vela da salvare, da rianimare, da far vedere su giornali e tivvù. Adesso, subito.
Siccome le chiacchiere le porta il vento, e non volendo aggiungere solo altra autoreferenzialità al quadro generale, avanzo una mia proposta concreta. Approfittiamo dei Velisti dell'Anno, quello di Gala stasera e quello di maggio in Festival, per lanciare una "Costituente" della Vela centrata su un progetto integrato, di sistema, con l'obiettivo di riqualificare la Vela in Italia. Un gruppo di esperti, consulenti, comunicatori, storyteller, professori universitari, scrittori, uomini marketing, capaci di scivere il progetto e le linee guida per realizzarlo.
La benedizione, o meglio ancora la partecipazione, delle istituzioni sportive (FIV, CONI e altre) sarebbe gradita, ma a questo punto non determinante. Nel senso che, vista l'urgenza, non possiamo attendere. La FIV tra 6 mesi cambierà profondamente, dalla presidenza a quasi tutto il Consiglio, con un ringiovanimento generale e l'arrivo di forze fresche dalla periferia: può essere una splendida occasione per mettere questo progetto al centro del quadriennio.
Anche di altre istituzioni sarebbe prezioso il sostegno. Quelle di categoria e di settore ad esempio. Interessante l'entrata di UCINA in uno di questi Velisti dell'Anno. In passato la Confindustria nautica ha collezionato solo occasioni sprecate per fare vera promozione di cultura del mare, sarebbe ora di darsi una sveglia. E anche in questo campo, come è noto, pensare a unirsi anzichè dividersi...
La proposta è lanciata, chi vuole esserci, avere un ruolo in questa Costituente della Vela si faccia avanti. Non vorremmo restare soli, perchè da soli non si va da nessuna parte. Buoni Velisti dell'Anno, e a presto.
Andrea (non verificato)
Gero (non verificato)
fcolivicchi