PROFILO

16/01/2014 - 20:58

Nostro Sergio della Vela

Sergio Gaibisso e Fabio Colivicchi (Ph. Paolo Venanzangeli, Alassio 1995)

In 45 anni nella vela e in 20 da presidente federale ha segnato un’epoca e l’essenza di questo sport nel nostro paese. In modo naturale però, senza forzature. Nell’era Gaibisso non c'è stato un pensiero dominante, non ci sono stati dogmi. Semplicemente, il movimento velico è stato messo nelle condizioni di crescere forte, autonomo, elastico, e adattarsi ai tempi che cambiavano


Sta tutto in questa foto di Paolo Venanzangeli. Alassio 1995: il presidente con tanti chili in più, io con tanti capelli e una risata scomposta e liberatoria, sullo sfondo del famoso rivestimento di mattoncini (bruttissimi) davanti al bar del CNAM nel porto di Alassio. Ci si prepara a uscire in mare per una regata. Lo lascia intuire la tenuta hi-tech (per l’epoca il massimo, la tuta termica grigia sotto-cerata) di Sergio, completa di asciugamano per assorbire gli spruzzi nel collo, radio in mano e già sintonizzata sul canale operativo. Sguardo sardonico di chi la sa lunga, sta per vivere una delle giornate memorabili di mare che scelto come fulcro della sua esistenza, e in più sta bistrattando qualcuno, provocando ilarità.
 
C’è tutto, perché c’è la semplice umanissima genialità di Sergio Gaibisso, una meteora che l’imprevedibilità del cosmo ha fatto piombare sulla vela italiana, col risultato di regalarle almeno un quarto di secolo di fulgore e continua crescita, che non sono mai un atto dovuto. Si potrebbe moltiplicare questa strana foto cambiando interlocutore, mettendo al suo fianco ogni volta una faccia tra le migliaia di giovani, atleti, dirigenti, tecnici, giudici, grandi capi, principi, giornalisti e amici incontrati sul cammino.
 
Scrivere di amici o personaggi scomparsi, di solito mi ispira. Lo sento come un modo per restituire una piccola parte di quanto questi amici hanno dato in vita. Un bilancio a parole. Scrivere di Sergio però è più difficile, e infatti ci giro intorno da ieri, dopo il pezzo “istituzionale”, quello con le note sulla sua vita, la sua carriera. L’idea di aprire la pagina ai messaggi e ai saluti ha funzionato, e stanno arrivando copiosi, e spesso emozionanti, i ricordi. Tutti con qualcosa in comune: nessuno dimenticherà l’uomo Sergio Gaibisso che ha incontrato.
 
Da quella foto è iniziato un cammino pazzesco, 16 anni di lavoro nella FIV, al fianco del presidente. La parte lavorativa, professionale, e quella umana del rapporto con lui, si sono spesso intersecate, inevitabilmente. Per la sua preponderanza anche fisica, che iniziava dal suo caracollare ondeggiante, che miracolosamente non dava un senso di precarietà, al contrario trasmetteva solidità quasi mitica, come un Jack Sparrow d’antan, rotto a tutto e capace di sopravvivere a tutto. Poi quelle due foreste sopra gli occhi, le sopracciglia messe a guardia di occhi sempre accesi. Il muoversi in sincrono con le parole, la voce arrochita, un timbro unico che si riconosceva da lontano, un vestire mai banale e anzi spesso sorprendente, frutto non di ricercatezza ma di eleganza innata. Quella che sta dentro, perché era il cuore di Gaibisso a essere elegante.
 
Una presenza ingombrante, un omone che faceva e disfaceva la vela italiana, dalle normative alle selezioni olimpiche, ammirato e ascoltato, temuto per i rutilanti e famosi scatti con i quali prendeva qualche decisione urlante, il più delle volte precedendo in contropiede gli interlocutori, imponendo ordini del giorno, delibere, scelte delicate, sempre sommerso da un mare di carte, cartelle, documenti, borse, e poi computer, accessori elettronici sempre all’avanguardia della tecnologia, sempre l’ultimo telefonino, l’ultimo gadget, l’ultima novità. I suoi fronzoli, tutto qui. Il Gaibisso federale, visto negli uffici di Viale Brigata Bisagno e poi al 16° piano della Corte Lambruschini, nella casa della vela italiana che lui ha voluto fortemente, era sempre di corsa, come sui suoi innumerevoli scooter, ma soprattutto con la testa. Mai ferma, anche nelle lunghe ore passate alla scrivania del suo ufficio. Di corsa perché c’era la vela, là fuori, da accudire. Da far crescere, da adeguare ai tempi, da portare nel nuovo millennio. La memoria dei suoi gadget elettronici e la memoria della sua testa, unite, hanno fatto la storia della vela come noi la conosciamo. E ci ha saputo fare anche con le persone, se stiamo all’affetto di queste ore. Come dirimere le apparenti contraddizioni? I modi spesso burberi che invece celavano dolcezze e generosità. L’avido accentratore capace però di creare e guidare dei grandi team, con un forte senso di squadra e un entusiasmo da tifoso. Non c’è contraddizione, solo il pacchetto completo, Sergio Gaibisso prendere o lasciare.
 
Ad Alassio c’era il calore delle origini, i rituali della giornata, la stanza con l’ufficio che somigliava alla cabina di uno yacht oceanico, con gli strumenti (i computer) sempre accesi e le pareti interamente coperte da fotografie. Impossibile vedere la vernice, più facile, guardando bene, trovare pietre miliari di storie e persone della vela. Lui se ne circondava, ci nuotava dentro. Quella è l’immagine che forse racconta meglio la sua vita dedicata a un mondo. Anche se poi non esclusiva: era architetto, designer di mobili, anche quotato. L’abilità nel navigare tra idee e persone l’ha reso poi un politico quasi perfetto, prima che la politica diventasse parola velenosa.
 
Fare una lista delle idee, delle novità introdotte, delle persone scoperte, messe in ruoli chiave, responsabilizzate, degli atleti scovati, cresciuti e tifati, degli scontri epici, che poi erano solo l’espressione di quelle famose contraddizioni, dei tanti successi (alcuni indimenticabili pagine di sport) e degli inevitabili (ma pochi) insuccessi, è impossibile ora. Ma verrà, sarà automatica. Perché i suoi 45 anni nella vela e i 20 da presidente federale hanno profondamente segnato un’epoca e l’essenza stessa di questo sport nel nostro paese. In modo naturale però, senza forzature. Nell’era Gaibisso non c’è stato un pensiero dominante, una classe dirigente ingessata, non ci sono stati dogmi, né dinastie familiari. Semplicemente, il movimento velico è stato messo nelle condizioni di crescere forte, autonomo, elastico, e adattarsi ai tempi che cambiavano.
 
Mi tengo chiusa dentro anche la miriade di momenti personali. Gli sguardi, le lezioni, le strette di mano senza bisogno di stringersele, le scorribande da Nord a Sud, dagli Stati Uniti all’Australia, da Atene alla Cina, gli ospedali, gli aerei, i container, le auto, le conferenze, senza orari e senza un confine apparente tra dedicarsi alla vela e vivere. E’ un po’ per tutto questo insieme, che non lo dimenticheremo, che è stato come un padre per tanti, lui che figli non ne ha avuti.
 
In uno dei messaggi su Saily Marco Rossi ha scritto che quando una persona anziana muore è come se bruciasse una biblioteca. Ecco: il nostro compito adesso è salvare, valorizzare e dare continuità a quella biblioteca, all’hard-disk infinito, al cloud della bella e ricca vita di Sergio Gaibisso per la vela di tutti.
 

Commenti

Anonimo (non verificato)

grazie per la bella analisi del nostro Sergio, chi ha vissuto e lavorato con lui non può dimenticare le pacche sulle spalle che meglio di una stretta di mano trasmettevano affetto e complicità esprimevano meglio di mille parole il legame che vi era tra noi , ci faceva sentire parte di un team un gruppo sempre affiatato . sapeva tutto di noi senza chiedere mai nulla quasi per osmosi carpiva dall'aria tutti i segnali e ne faceva tesoro Grazie Sergio per aver dato vita e linfa ad un settore che mai sarà più lo stesso grazie

Virgilio (non verificato)

Non ho avuto il piacere del contatto diretto, ma ho vissuto quei tempi come velista sportivo e li rimpiango moltissimo ! Il titolo " La mia Federvela " ed il suo Profilo, mi stimolano a chiedere il suo aiuto e le rivolgo questo mio dubbio : nel 2013 e nel 2014 la Federazione ha rilasciato Tessere ordinarie. Da Statuto FIV e Normativa al Tesseramento vigenti, la Federazione può tesserare " promo FIV ", il Consiglio Federale può concedere Tessere d'Onore, ma la Tessera ordinaria è di esclusiva competenza degli Affiliati come chiaramente riportato all'art. A1-TESSERA FEDERALE della Normativa al Tesseramento FIV. Coloro che hanno richiesto ed ottenuto dalla Federazione la Tessera ordinaria sono da considerarsi Tesserati FIV a tutti gli effetti ? Grazie per la risposta. Cadei Virgilio