PROFILO

05/12/2011 - 15:34

Per fortuna ora c'è il Doctor, che non fa scuse a nessuno

SENZA PAROLE

Mondiale della Vela Olimpica, piccoli segnali inquietanti. Italia senza divisa (aspettando Prada) e troppi cambi tecnici

Nell’articolo di copertina sul Magazine di Saily.it dedicato ai Mondiali di Perth 2011 facciamo il confronto tra Perth-Fremantle 1987 e Perth-Fremantle 2011: 25 anni dopo chiediamo agli equipaggi della vela olimpica di dimostrare al mondo che la vela italiana è cresciuta e diventata matura. Lo chiediamo e lo speriamo, ci crediamo. Anche se i primi segnali non sono tali da spalancare il cuore, e non ci riferiamo alla foto sotto al titolo di questo post, che è un piccolo e simpatico spot alle fatiche comunque meritevoli della "più ricca e aggiornata fonte di informazione velica sul web".

La squadra italiana si è presentata alla cerimonia di apertura senza divisa (la metà ancora con le vecchie divise SLAM, gli altri in casual sparso), nonostante la ghiotta occasione di sfoggiare il materiale del nuovo sponsor Prada. Ma fa niente: diciamo che badiamo al sodo, almeno stavolta. Un po’ di confusione l’aveva creata uno dei soliti “comunicati stampa” nei quali si parlava di “atleti scelti dalla FIV”, poi di “aggregati al team azzurro” e infine “altri presenti”… E’ vero che ci sono i selezionati aritmetici e i giovani su cui investire, le squadre A, B e C, le normative, eccetera. Ma una volta partiti per un Mondiale come quello di Perth 2011, se li metti in un comunicato sono tutti italiani e via così: nessuno starà a guardare chi ha pagato cosa per ogni singolo equipaggio. Infatti nei comunicati successivi la squadra è tornata almeno grammaticalmente compatta.
 
Poi ci sono le storie tecniche, meno di forma e più di sostanza. Il clamoroso divorzio di Guglielmo Vatteroni dal 470 di Giulia Conti e Giovanna Micol, avvenuto in estate in circostanze avvolte dal mistero (nel senso di mai comunicate) e le cui conseguenze sono tutte da scoprire. Ora il tecnico toscano fa il Team Manager e la coppia dell’Aniene lavora col bravo Gigi Picciau. Altro divorzio quello di Larissa Nevierov con il Radial di Francesca Clapcich, ora seguita da Francesco Caricato il quale lascia a Larissa il settore giovanile. Motivazioni della scelta, modalità e (anche qui) conseguenze: tutto tace, sarà la realtà a mettere a fuoco le cose. Infine c’è l’addio al weather-coach Andrea Boscolo. Allievo di Alessandro Pezzoli, uno dei meteorologi italiani più apprezzati all’estero (segue un paio di squadre olimpiche), Boscolo era stata una scelta ponderata perché si desiderava un meteorologo-velista, che fosse soprattutto in grado di interagire con gli atleti. Cosa che è avvenuta pare con soddisfazione generale di questi ultimi. Troppa forse, visto che alla fine il rapporto si è incrinato e le direzioni tecniche hanno fatto altre scelte. Via il meteorologo velista (per l’appunto weather-coach) e ritorno all’antico con un meteorologo-meteorologo: Stefano Gallino del Centro Meteo Idrologico dell’Arpal Genova, che esordisce proprio con i Mondiali di Perth 2011. Si occuperà dell'analisi e delle previsioni meteo. Da Genova…
 
Di certo tanti cambiamenti nella squadra olimpica alla fine del terzo anno del quadriennio non lasciano tranquilli. Si è sempre detto che l’intero progetto della Preparazione Olimpica, a cominciare dalle selezioni secche, aveva lo scopo di mettere gli atleti in condizione di lavorare serenamente, puntando solo al risultato, senza problemi di altro genere, e quindi senza scuse. Per fortuna ora c’è il Doctor, che non fa scuse a nessuno. Sempre e comunque forza azzurri della vela.

Commenti

FRANCO C. (non verificato)

Sono un giornalista e faccio presente che in questi giorni, con i mondiali di vela olimpica in corso, ovvero l'appuntamento più importante dell'intero anno, a noi in redazione non giungono comunicati stampa giornalieri sulle regate e sui velisti azzurri da parte della nostra federazione della vela. Mi sembra veramente un controsenso, chiederò spiegazioni alla FIV Franco

Anonimo (non verificato)

ma quanto costa alle nostre tasche la spedizione in australia ? è una spesa giusta-giustifcabile?
Costa il giusto, senza sprechi. E' lo sport olimpico e merita (quindi giustifica) gli sforzi di una Federazione. Come il Volley, come il Canottaggio, come la Scherma. Il punto è farlo sapere, comunicare, enfatizzare, allertare i media che c'è il mondiale che fa da anteprima alle Olimpiadi per la vela, con i nostri personaggi: Sensini, Sibello, Negri, Zandonà eccetera, atleti e atlete che meritano un sacrosanto straccio di riflettore per una volta nell'evento-clou della stagione. La sua domanda andrebbe virata così: quanto costa la (non)comunicazione federale sulla vela olimpica? E quanto è (in)giustificata quella spesa?

Anonimo (non verificato)

bella virata.... effettivamente la comunicazione da parte della FIV è spesso inesistente o fatta con ritardo..., quindi la mia domanda è perche?
rispondo in ritardo e mi scuso: ah saperlo...! Perchè la Nuova FIV non-comunica o comunica-in-ritardo? Due possibili risposte: 1) perchè non sono capaci a comunicare o a farlo in tempo; 2) perchè non vogliono, cioè è una scelta precisa. Non è facile scegliere tra le due risposte. Vediamo la prima... Il referente politico della comunicazione, il vicepresidente federale Glauco Valerio Briante, sicuramente non è un esperto di comunicazione, e comunque non spetta a lui comunicare, scrivere, parlare con i media. Però spetta (anche) a lui scegliere i comunicatori. E quelli scelti sono teoricamente bravi: una grande agenzia milanese esperta di vela (più che altro Coppa America e oceano, niente giovani, niente Olimpiadi, niente federazione e quindi vela di base...) con tanti addetti e collaboratori da mettere in pista. Poi ci sono altri cooperanti scelti per dare una mano più o meno valida. Vediamo la seconda... Qui operano maggiormente gli organi federali. Se i comunicatori sono mediamente bravi e comunque in grado tecnicamente di comunicare e fare un discreto lavoro, perchè non lo fanno? Ricevono direttive e programmi o limitazioni in tal senso dagli organi federali (in primis il nominato responsabile del settore Comunicazione, cui si può sempre aggiungere il presidente o il consiglio federale)? Difficile anche solo immaginarlo. Eppure: la comunicazione FIV è poca e fuori tempo. Allora se nessuna delle due ipotesi (scelta o incapacità) è del tutto convincente, forse ce n'è una terza. Che le riassume entrambe: da una parte i comunicatori e anche i loro referenti politici hanno qualche carenza oggettiva (di conoscenza diretta del mondo federale di base, come detto, di nomi e cognomi, di storie, di circoli, di logiche di vita di una federazione sportiva), e in aggiunta, anche quando potrebbero manifestare le loro rispettive professionalità, sono frenati in qualche modo da scelte, dubbi, tentennamenti, blocchi della politica federale sulla comunicazione, dovute a timori o gelosie. Insomma, un bel casino. Per di più costoso!